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    Fiocco …d’oro in casa Vinix: è nato Beersboard

    Conoscete Vinix? Certo che sì, dopo tutti questi anni non è certo (più) una novità questo social commerce dal basso capace di soddisfare la richiesta di risparmio degli appassionati di vino con l’esigenza di guadagno dei produttori, e senza provocare (eccessive) rivolte da parte degli intermediari di questi ultimi. Il tutto in un clima sufficientemente sciallo di generale amicizia e familiarità (che non guasta mai). Ma la’ fuori non ci sono solo wine lovers, perciò era solo questione di tempo prima che alla piattaforma dedicata ai vini (e a qualche altro prodotto artigianale accuratamente selezionato) se ne accostasse una riservata anche ai beer lovers. Ecco perciò Beersboard, un social commerce nuovo di zecca interamente dedicato alla birra artigianale, costola di Vinix (e integrato esso), ma dotato di vita propria. Beersboard non solo offre la possibilità di poter comprare in gruppo con gli amici con il sistema delle cordate con sconti scalari fino al 51% reale rispetto ai canali tradizionali – recita il comunicato stampa di lancio – ma eredita dalla piattaforma Vinix anche la parte social (pubblicazione di contenuti, amici, reactions, commenti, messaggistica) unendo le classiche funzionalità di un social network con quelle di un e-commerce innovativo, per dare vita al primo vero social commerce italiano della birra.La selezione dei birrifici artigianali parte da un primo zoccolo duro di una ventina di produttori scelti tra i migliori birrifici italiani a cui si aggiungeranno presto nuove realtà: “La selezione avviene con la medesima cura, regole e attenzioni che prestiamo per parte vino” spiega Filippo Ronco, il quarantottenne fondatore del nuovo spinoff, “non prendiamo per ora in considerazione beer-firm, ma solo birrifici dotati di propri impianti di produzione, rigorosamente entro i limiti di classificazione artigiana, scoviamo i migliori produttori di birra in giro per l’Italia e li rendiamo disponibili per l’acquisto in cordata”.Quando si presentò al grande pubblico per la prima volta (con Vinix, appunto), l’acquisto in cordata fu salutato – come spesso accade alle innovazioni – come una genialata (da un lato), un’inutile complicazione (dall’altro), o una moda che non avrebbe retto all’usura del tempo. A distanza di anni, Vinix è ancora qui, in ottima salute, e il fatto di aver addirittura figliato dimostra che quella corretta era la prima impressione: il social commerce dal basso era ed è la risposta a un modo di fare e-commerce che cerca di mettere d’accordo più esigenze anche antitetiche a volte, senza trascurare un ulteriore dettaglio (allora forse non così determinante, ma oggi decisamente vitale): l’attenzione ai costi ambientali. “ Quello dell’acquisto in cordata cè un sistema che è anche amico dell’ambiente: grazie alla collettizzazione infatti, tanti ordini di piccole dimensioni confluiscono in poche grandi spedizioni verso singoli capicordata geolocalizzati, dove poi avviene la distribuzione finale dell’ultimo miglio a cura degli stessi partecipanti. Questo contribuisce a ridurre drasticamente l’impatto da trasporto su gomma. Con questo sistema distributivo – che viaggia quasi esclusivamente su pallet – si azzerano le rotture e si evitano i voluminosi e costosi (anche in termini di riciclo) imballaggi antiurto. Un modello virtuoso che si muove al contrario rispetto ai principali player dell’e-commerce internazionale che ci stanno erroneamente portando a credere che il modello del “tutto e subito” non abbia un consistente costo economico, umano e sociale.”Il nuovo sistema è già operativo: info e contatti qui.

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    A ViniMilo 2023 intrecci di viti, vite e vini

    1990. Una coppia di coniugi – lui, Edoardo Ventimiglia, siciliano, documentarista a Roma, nipote del primo cameramen di Alfred Hitchcock, lei, Carla Benini, trentina, agronoma – dopo una vita trascorsa a fare altro, decidono per una svolta radicale. Con “un ettaro di vigneto, una casa scassata, 72 ettari di terra abbandonata per anni” gettano le basi di un’azienda vinicola, Sassotondo, in Mare.2023. in Sicilia, a Milo, dal 28 agosto al 1 settembre si festeggia ViniMilo, il più antico appuntamento dedicato ai vini della “Muntagna”. Una 43esima edizione che si annuncia particolarmente ricca e interessante, perché capace di legare ancora di più delle precedenti presente passato e futuro di uve e vini. Con l’aiuto di amici dai 4 angoli d’Italia.Riceviamo e volentieri rilanciamo: “ Alla luce delle tante storiche relazioni, anche famigliari, attivate in sinergia con molti produttori di Milo, l’az.Sassotondo si propone con il progetto “RITORNO- Un Etna Bianco Superiore per la Biodiversità Viticola” (dedicato a Edoardo Ventimiglia) la produzione, l’imbottigliamento e la commercializzazione di una serie limitata e numerata di bottiglie in formato magnum, stabilita anno per anno sulla base delle condizioni produttive, di Etna Bianco Superiore.L’utile di questa azione di solidarietà è destinato al sostegno delle azioni di ricerca per la salvaguardia e preservazione dei “Gioielli dell’Etna” ovvero dei vitigni storici locali a rischio estinzione.Questa attività di tutela e valorizzazione della Biodiversità Viticola dell’Etna è affidata all’associazione GRASPO, alla luce dei lavori di conservazione attivati in altri territori italiani e delle storiche azioni condivise di promozione con i tecnici dell’Associazione. Graspo provvederà, in sintonia con l’Università di Catania, ad individuare e attivare sul territorio etneo ed in particolare nel comune di Milo le competenze e le professionalità più adatte a collaborare con le Istituzioni preposte, con gli obiettivi di una valorizzazione del potenziale enologico di questi vitigni, sia in purezza che come elemento di valore insieme ad altri uvaggi già esistenti. Ogni anno VINIMILO sarà lo scenario ideale per testimoniare, vitigno dopo vitigno, il percorso fatto per la salvaguardia della Biodiversità Viticola dell’Etna”.Un progetto già attivo con l’Università di Catania e Proposta viniElisabetta Nicolosi con il gruppo di lavoro del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione ed Ambiente dell’Università di Catania, il CREA sede di Acireale e l’IRVO ( Istituto regionale del vino e dell’olio con sede a Palermo) hanno da tempo avviato azioni di reperimento e caratterizzazione ampelografica, enologica e produttiva anche utilizzando i marcatori molecolari SSR e realizzando alcune microvinificazioni.“I vitigni gioiello dell’Etna”, detti anche “vitigni reliquia” sono piante rare, trovate nei tre diversi versanti del vulcano. Si tratta però di pochi ceppi, e quindi con alto indice di rischio di estinzione. Il lavoro di ricerca e caratterizzazione è iniziato nei primi anni del 2000, grazie all’azione dei ricercatori dell’Università di Catania e alla collaborazione di alcuni anziani viticoltori custodi. Tra i vitigni reperiti ritenuti oggi più interessanti troviamo il Terribile, lo Zzinèuru, il Virdisi, le due Madama bianca e nera, la Vispara, il Barbarossa e la Moscatella nera, oggi custoditi in un campo collezione dell’Università di Catania.Alcuni di questi vitigni per esempio sono stati ritrovatianche n ello storico vigneto in contrada Caselle dello stesso sindaco di Milo, Alfio Cosentino, dove accanto al Carricante ed alla Minnella bianca conserva gelosamente la Vispara dell’Etna. Si tratta di un vitigno che appartiene a una famiglia numerosa come quella delle Vespare, della quale fa parte anche la Visparola; quest’ultima di recente ha acquisito centralità, perchè le ultime indagini sull’origine del germoplasma viticolo italiano hanno dimostrato che nei secoli ha generato molti altri vitigni strategici (come il Sangiovese e la Vulpea) e lo stesso Carricante. Sembra che l’origine del suo nome sia dovuto al fatto che la sua ricchezza in zuccheri e la sua precocità la rendono particolarmente attraente per le vespe.Poiché per, se la ricerca non viene condivisa e diffusa, resta fine a se stessa, ecco che in questo progetto trova spazio anche un importante distributore come Proposta Vini, azienda creata da Gianpaolo Girardi e specializzata nella selezione e commercializzazione di vini, spumanti, distillati od oli. E’ presente sul mercato, non solo italiano, da oltre un trentennio e rivolge una particolare attenzione ai produttori che realizzano i loro vini nel rispetto del mantenimento delle tradizioni produttive dei loro territori.Manifesto ufficiale e concreto di questa filosofia è il catalogo di proposta Vini che ogni anno diventa un affascinante viaggio alla (ri)scoperta della straordinaria ricchezza di biodiversità che caratterizza territori e aziende valorizzandoli con progetti coraggiosi e originali.Tra i più suggestivi quelli legati ai “Vini Estremi” realizzati in zone impervie a forte pendenza, o come i “Vini dell’Angelo” dedicati ai vitigni storici del Trentino, oggi coltivati e riproposti dalle aziende più sensibili al tema della biodiversità viticola. Sarà Proposta Vini a dare diffusione ai vini del progetto “Ritorno”: presentato ufficialmente all’ultimo Vinitaly, la realizzazione “liquida” del progetto, il suo primo Etna Bianco Superiore sarà in degustazione a Milo il 1 settembre. 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    Vendemmia 2023: annata difficile, ma qualità soddisfacente

    Una qualità delle uve in generale soddisfacente (ma non eccezionale), con complessive in leggero aumento rispetto al 2022 per i principali vitigni e areali produttivi (visto anche l’entrata in produzione di nuove superfici vitate), in un’annata caratterizzata da frequenti precipitazioni e da difficoltà di gestione dei vigneti a causa dello sviluppo di malattie fungine. Eventi grandinigeni particolarmente violenti hanno però causato in alcune zone perdite di prodotto.Circa l’inizio della vendemmia, a oggi si registra un ritardo di circa una settimana, perciò (in Veneto, almeno) i primi grappoli di Pinot grigio ne Chardonnay per le basi spumante non verranno staccati prima della prossima settimana. L’uva Glera del Prosecco verrà raccolta a partire dal 15 settembre seguita a ruota da Merlot (17) Corvina (20) e Garganega il 25 settembre. Queste in estrema sintesi le anticipazioni di Veneto Agricoltura, espresse durante il tradizionale focus pre-vendemmiale.Di seguito altri dati emersi durante la giornata, di cui si può trovare il resoconto completo qui.“Sempre di più – ha detto Nicola Dall’Acqua, direttore di Veneto Agricoltura, in apertura del focus – dovremo affrontare tematiche relative a eventi meteorologici estremi: si ripresenteranno annate siccitose come il 2022, o annate particolarmente piovose come quest’anno. Problema principale di questa annata sono state le malattie fungine, a cui i viticoltori hanno saputo rispondere bene, con ottimi risultati, grazie a trattamenti sempre più mirati e precisi. Per questo in Veneto si attendono rese produttive in leggero aumento, così come la produzione complessiva, anche per l’incremento delle superfici vitate.”I dati previsionali quanti-qualitativi della vendemmia 2023 che sono stati presentati agli operatori vitivinicoli hanno riguardato tre Paesi cardine della viticoltura europea e mondiale: Italia, Francia e Spagna, con focus particolare sul Veneto e un approfondimento sulle altre principali regioni italiane.I fattori comuni che hanno caratterizzato, praticamente ovunque, l’annata vitivinicola in corso sono stati le frequenti precipitazioni e una maggior presenza di malattie fungine, che hanno inciso certamente sulla produzione vendemmiale nel Veneto, ma anche nelle altre aree vitivinicole, per un’annata che viene definita da più voci come “difficile”.Tuttavia, laddove queste problematiche sono state affrontate con professionalità ed efficacia, le rese produttive non dovrebbero subire particolari variazioni e, anzi, dovrebbero aumentare leggermente, mentre la qualità delle uve dovrebbe mantenersi su livelli buoni-ottimi.“Gli elementi che hanno caratterizzato l’annata finora sono stati l’instabilità climatica e le frequenti precipitazioni, anche a carattere grandigeno, e l’alta pressione delle malattie fungine, peronospora su tutti e in particolare nei vigneti a conduzione biologica” ha sottolineato Patrick Marcuzzo del Crea VE di Conegliano nel suo intervento, per poi entrare nel dettaglio dei dati raccolti da un panel di tecnici e agronomi delle più importanti cantine e produttori del Veneto.“Nelle aziende che applicano la difesa integrata, i danni causati dalla peronospora sono stati nell’ordine del -5/10% di perdita quantitativa, mentre nelle aziende che applicano il metodo di coltivazione biologica tali perdite sono state superiori, per lo più comprese tra il -10/20%. Superiore al 2022 anche l’incidenza di altre fitopatie come il mal dell’esca e la Botrite, mentre la Flavescenza Dorata ha avuto un incremento meno significativo. La grandine ha colpito duramente diversi areali produttivi, con perdite della produzione che hanno raggiunto anche il -20%”.Nonostante tutto, grazie a una maggiore fertilità delle gemme e un maggiore ingrossamento degli acini (grazie alla pioggia che quest’anno non è mancata, diversamente dal 2022), ci si attende un aumento delle rese produttive per la maggior parte delle varietà in tutte le province.Le previsioni di produzione perciò si aggirano sui 15,9 milioni di quintali di uva raccolta in Veneto, in crescita del +5/6%. La vendemmia invece avrà un ritardo di 5-10 giorni rispetto agli anni precedenti, a seconda delle varietà. LEGGI TUTTO

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    Dai viticoltori (altoatesini) ai viticoltori (tedeschi)

    Nelle scorse settimane un’ondata di maltempo di proporzioni e violenza inusitate ha colpito pesantemente alcune nazioni europee, provocando danni incalcolabili e decine di morti. In Germania, in particolare in Renania-Palatinato e Nordreno-Vestfalia, fiumi e torrenti sono esondati, travolgendo tutto ciò che hanno incontrato sul loro cammino. A distanza di tempo, si continua a far la conta dei disastri provocati da masse inarrestabili di fango e acqua. E nel mondo del vino scatta la macchina della solidarietà. Riceviamo e pubblichiamo: IL CONSORZIO VINI ALTO ADIGE AL FIANCO DEI VIGNAIOLI TEDESCHI COLPITI DALL’ESONDAZIONE DEL FIUME AHR“Per dare un fattivo contributo nell’affrontare l’emergenza, il Consorzio Vini Alto Adige ha supportato fin da subito l’iniziativa “SolidAHRität – Dai viticoltori per i viticoltori” a sostegno dei produttori colpiti.“Come Consorzio Vini Alto Adige abbiamo deciso di rispondere tempestivamente a questo appello pervenuto dai nostri amici tedeschi – dichiara Eduard Bernhart, Direttore del Consorzio – nella speranza che sia solo un primo gesto di solidarietà a cui seguiranno altre azioni concrete volte a dare sostegno ai molti produttori tedeschi colpiti da questa difficile situazione. Siamo orgogliosi nel riscontrare una così grande adesione da parte dei nostri soci che hanno donato un totale di 2.744 bottiglie di vino e spumante”.Stimando un valore medio di circa 65 euro per ogni cartone da 6 bottiglie donato, l’iniziativa “SolidAHRität – Dai viticoltori per i viticoltori” ha raccolto una somma potenziale pari a oltre 30.000 euro. Oltre a questa iniziativa, il Consorzio Vini Alto Adige ha dato un’ulteriore dimostrazione di intraprendenza e solidarietà nei confronti dei colleghi tedeschi.In collaborazione con il noto produttore italiano di trattori speciali da vigneto, Antonio Carraro, ha organizzato e attuato infatti un’azione di aiuto mirato per la tenuta vinicola H. J. Kreuzberg di Dernau, realtà che è stata gravemente danneggiati dall’inondazione. Per la ricostruzione, Antonio Carraro ha messo a disposizione un trattore in comodato d’uso per tutto il periodo di emergenza, mentre il Consorzio Vini Alto Adige ha donato un nuovo carrello elevatore e un argano.Entrambe le iniziative sono state sostenute dalla ditta di logistica e trasporti EMT di Caldaro, che ha inviato in Germania i cartoni di vino e i macchinari”. LEGGI TUTTO

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    Malvasia Day alle Lipari

    Una delle poche cose buone che ci ha imposto l’attuale emergenza sanitaria è quella di guardare un po’ più in casa nostra e un po’ meno fuori. In questo modo molta sta scoprendo o riscoprendo pezzi d’Italia che non conosceva o che aveva dimenticato – e non è una brutta cosa. Per chi si trovasse a veleggiare dalle parti delle Isole Eolie, ecco un appuntamento che vale la pena onorare: il Malvasia Day delle Lipari, che quest’anno festeggia già la sua decima edizione. Un’edizione importante, la prima sotto l’insegna diretta del Consorzio di tutela della Malvasia, dopo quelle organizzate e svolte nella Tenuta di Capofaro della famiglia Tasca d’Almerita.Sarà una festa dedicata ad un vino leggendario per storicità ma anche per la capacità di rappresentarne l’identità culturale oltre che viticola ed enologica di questi territori. Con il Malvasia Day  insomma riparte un progetto di valorizzazione del soggiorno sulle isole che vede coinvolto l’intero tessuto produttivo, compresa la filiera della ristorazione e del turismo: la più forte e rinomata attività economica delle Eolie. Martedì 20 luglio dalle ore 18 in poi, gli appassionati del vino potranno partecipare ad un programma che inaugurerà la stagione della ripartenza, con il primo evento aperto al pubblico. A Palazzo Marchetti nel comune di Malfa – ore 18.00 – si terrà un incontro letterario e storico ma anche scientifico, alla scoperta delle testimonianze e delle origini legate al vitigno principe delle Isole Eolie, raccontate nel libro a cura di Marcello Sajia: ‘Malvasia delle Lipari – Storia dell’Antico passito eoliano’.Alle 19,30 – nella piazza antistante il Municipio di Malfa – il momento più atteso: dodici produttori si raccontano, e lo fanno presentando al pubblico la loro interpretazione di Malvasia. Ciascuna azienda aderente al Consorzio presenterà, infatti, la migliore selezione delle bottiglie prodotte, dai vini dolci naturali alle nuove espressioni di Malvasia secca, sempre più interessanti e identitarie del territorio e dell’isola di provenienza.  Il panel delle aziende partecipanti a questo Malvasia Day 2021 è di primissimo piano e costituisce un record di presenza delle aziende produttrici di Malvasia DOC delle Lipari: Barone di Villagrande, Caravaglio, Colosi, D’Amico, Fenech, Hauner, Punta Aria, Tenuta Capofaro, Virgona a cui si aggiungono, per questa edizione del 2021, Barbanacoli, Eolia e Tenuta di Castellaro.Con il disciplinare – più rigoroso ed attento alla tutela del territorio (e il riconoscimento dell’erga omnes), viene garantito un controllo sulla qualità in vigna prima e in bottiglia poi, per un sempre miglior posizionamento delle produzioni delle isole Eolie e una maggiore tutela dei consumatori.“Abbiamo inaugurato questa edizione del Malvasia Day affrontando il tema della storia della Malvasia e del suo indissolubile legame con il territorio” -ha detto Mauro Pollastri, Presidente del Consorzio Malvasia delle Lipari -. Con la narrazione della nostra DOC, insieme ai nostri ospiti e produttori, vogliamo suggerire alcuni spunti utili ad interpretare il futuro che ci attende con un occhio globale, puntando su promozione e valorizzazione sia in Italia che all’estero”.“Un’edizione che afferma il valore di un’economia sana, che trova il supporto di viticoltori esperti e un rinnovato slancio nell’erga omnes – ha commentato il vicepresidente del Consorzio Ivo Basile – e quindi nella possibilità per il Consorzio di svolgere funzioni di tutela e sviluppo per la nostra denominazione, per un “vigneto Eolie” piccolo, costoso, e che non può non crescere guardando al valore a alla rete tra i produttori”. Alle parole di Ivo Basile si aggiungono quelle di Carlo Hauner – ex Presidente del Consorzio – che sottolinea lo slancio che l’erga omnes ha dato al territorio e come quanto seminato negli anni stia portando i suoi frutti in comparti diversi.Già ne loro paesaggio le isole Eolie affermano un modello di viticoltura eroica, caratterizzata da vigneti terrazzati con i tipici muretti a secco e forti pendenze. La Malvasia è la varietà principe che ha vissuto la leggenda dei grandi vini dolci naturali, scoperti dagli Inglesi e dai regnanti di mezza Europa. Un nettare reso unico dal calore siciliano, dal vento eoliano che soffia dal mare e dalla dedizione umana che si impegna ad allevare vigneti ricchi di storia, valori e cultura.Con questa decima edizione l’Isola Verde di Salina ripropone la sua centralità: è infatti capofila di un progetto che collega differenti isole del Mediterraneo, con l’obiettivo di riaccendere i riflettori sull’identità agricola e la ricchezza delle tradizioni di comunità che da secoli sono le custodi di paesaggi straordinari, capaci di esprimersi in prodotti unici, come appunto il vino, insieme capperi e cucunci, eccellenze di queste terre. LEGGI TUTTO

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    Bitter Britain

    No, non è il nome di un nuovo amaro, ma la sensazione che lascia la lettura di un recente studio. Il mercato britannico è sempre stato uno dei più esigenti nei confronti del vino, italiano e non, una piazza difficile da accontentare, ma anche una delle più importanti. Ora, causa Brexit, la strada per approcciarlo, già in salita, si rivela ancora più ostica e irta di ostacoli. Lo rivela l’analisi del centro studi Divulga sulla base dei dati ISTAT: nel primo mese del 2021 l’export vinicolo italiano ha già registrato un  crollo del 36% . Brutta notizia per il mondo del vino italiano, per il quale il Regno Unito genera un volume d’affari di circa 3,7 miliardi di euro, classificandosi terzo buyer mondiale dopo Stati Uniti e Germania. Le cause? Il groviglio normativo  con cui devono fare i conti importatori e produttori. Riceviamo e pubblichiamo: “Dalla fine del periodo di transizione, il regime di circolazione dei prodotti dall’Europa al Regno Unito e viceversa è divenuto rispettivamente esportazione e importazione, subendo il conseguente rallentamento dei relativi sistemi logistici. In questo contesto, diviene importante per le aziende considerare eventuali modifiche dei propri accordi commerciali in ragione dell’impatto economico causato da dilatamenti temporali e spese aggiuntive. Gli esportatori italiani interessati al commercio extra-UE, tra i molteplici oneri introdotti, devono effettuare l’identificazione fiscale presso l’Agenzia dell’Entrate britannica e la registrazione IVA, oltre che provvedere alla richiesta di un codice alfanumerico EORI. In particolare anche la sola mancanza del codice EORI potrebbe comportare importanti perdite economiche all’imprenditore negligente, in quanto vi è il rischio di un blocco della merce, una multa e/o il sequestro dell’intero carico”.Come bisognerà comportarsi a proposito di dazi e accise, cosa succederà al biologico, come cambierò l’etichettatura e che futuro avranno in UK le nostre indicazioni geografiche è spiegato nel documento che si può scaricare qui. LEGGI TUTTO

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    Vinifera en plain air

    Viviamo giorni di grande incertezza e pianificare eventi è diventato quasi impossibile. Eppure, c’è chi continua a provarci, come Vinifera, la fiera delle produzioni artigianali dell’arco alpino. Una iniziativa a cui ciascuno può dare concretamente una mano, aderendo ad una specifica campagna di crowdfunding.
    Dopo aver annullato l’appuntamento 2020 a causa dell’emergenza sanitaria in atto, l’associazione Centrifuga, organizzatrice dell’evento, riprogramma la manifestazione per l’ultimo week-end di maggio 2021 scegliendo una formula diversa rispetto alle precedenti. Vinifera, infatti, non si svolgerà come consuetudine il primo fine settimana di primavera dentro ai padiglioni della Fiera di Trento, ma si sposta a fine maggio all’esterno dell’area Fiera. Quella del 2021 sarà quindi un’edizione open air che gli organizzatori desiderano fortemente realizzare per continuare il percorso iniziato nel 2018 con l’intento di far conoscere i vignaioli e gli artigiani del cibo provenienti dai territori dell’arco alpino.“Abbiamo voglia e bisogno di incontrarci e confrontarci con i produttori, le loro storie e quelle delle loro tenaci produzioni, e di far sentire la presenza della terra – sottolinea Anna Benazzoli a nome del gruppo organizzatore – Vogliamo che Vinifera sia ancora una volta un luogo democratico, una mostra mercato amicale dove assaggiare idee genuine, incrociare sguardi autentici e affidarsi a cuori appassionati”.A partire da fine aprile è previsto anche il Forum, una ricca proposta itinerante dentro e fuori i confini trentini, improntata alla convivialità e con vari momenti di approfondimento culturale come rappresentazioni teatrali, proiezioni, degustazioni, conferenze tematiche, visite guidate nei vigneti e nelle cantine. “Vinifera 2020 si è arrestata proprio sul più bello quando, dopo averla imbottigliata, non rimaneva che stapparla – conclude Anna Benazzoli – Per realizzare l’iniziativa 2021 abbiamo deciso di chiedere un aiuto a chi vuole mostrare la propria vicinanza alla manifestazione. Per questo abbiamo avviato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma online “produzionidalbasso”. Chi ha piacere può sostenere il progetto su questo sito e ricevere in cambio il biglietto per accedere alla mostra-mercato, un set di calici serigrafati e molti altri premi, oltre al nostro più sentito grazie”.Vinifera è un evento promosso da Associazione Centrifuga, un gruppo di giovani che hanno unito competenze, passioni ed esperienze per realizzare iniziative incentrate sul patrimonio materiale culturale rappresentato dalle produzioni agroalimentari e vitivinicole dei territori alpini.
    Per maggiori informazioni il sito ufficiale si trova qui, la pagina Facebook qui. LEGGI TUTTO

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    Quale sarà il futuro del vino?

    Secondo una recente indagine (Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor
    2020), solo un’azienda vitivinicola italiana su 10 nel 2020 avrà aumentato
    il proprio business, mentre per oltre 7 imprese su 10 le vendite totali
    vireranno in negativo.

    Per questo è diventato cruciale riflettere su quale futuro aspetta il vino.
    Viticoltura ed enologia devono affrontare sfide importanti e per farlo il
    futuro va immaginato, discusso e scritto. LEGGI TUTTO