Concha y Toro – risultati primo semestre 2024
Il sole sembra tornato a splendere sui risultati di Concha y Toro in parte in seguito all’ulteriore cura dimagrante sui costi che l’azienda ha messo in atto, ma soprattutto grazie alla forte svalutazione del peso cileno che ha ridato competitività all’azienda, che come sapete si sostiene sulle esportazioni, 68% delle vendite nel primo semestre e che hanno goduto di un impatto valuta del 17% rispetto a una crescita (in recupero sul 2023) del 25% totale. Ad ogni modo i dati semestrali 2024 sono incoraggianti. Le vendite crescono in totale del 22%, anche grazie alla ripresa delle vendite locali in USA, il gross margin torna in area 39% dopo la caduta al 36% dell’anno scorso e lo stesso fanno il MOL e l’utile operativo, anche se non siamo ancora al livello record (sia in valore assoluto che in termini percentuali al fatturato) del semestre 2021. Il titolo in borsa ha reagito bene ai dati, con un recupero che ha riportato il titolo non distante dai massimi recenti, anche perché con il fatturato degli ultimi 12 mesi è già arrivata all’obiettivo 2024 e quindi gli serve soltanto essere stabile nel secondo semestre (ma crescerà probabilmente anche solo per i cambi). Il suo valore di mercato si aggira intorno ai 900 miliardi di peso. Questo, come i numeri che daremo sono tutti in miliardi di peso cileno, per avere un’idea in euro dividete per 1000 (quindi pensati 1 miliardo di peso = 1 milione di euro). Passiamo a un breve resoconto dei dati con tabelle e grafici.
Le vendite crescono del 22% a 443 miliardi di peso, di cui 66 sono “locali” in Cile e stabili, 299 sono esportazioni (+25%) e 70 sono “locali” in USA (+32%). L’impatto dei cambi sulla crescita è importante ed è stato il 17%, mentre il volume totale è stato in crescita del 5% nel semestre a 15 milioni di casse.
Il prezzo/mix delle vendite è stato quindi stabile, anche se la quota di prodotti che CyT definisce premium/high-end è arrivata al 53% delle vendite.
Il “gross margin”, quindi dopo i costi di produzione e prima di quelli commerciali e generali torna al 39% dopo la caduta al 36.4% dell’anno scorso, aiutato dalla svalutazione del peso cileno e dai programmi di efficienza. Il vantaggio cumulato sui margini si allarga man mano che si scende nel P&L ed arriva a 7 punti percentuali sull’utile operativo, che passa dal 5% al 12%, di fatto tornando al livello del 2022.
Dal punto di vista finanziario le cose vanno un po’ meno bene, con il debito di 406 milioni che sale sia rispetto a fine anno (ci sta, vista la stagionalità), ma anche e soprattutto rispetto a un anno fa (375 milioni). La ripresa dell’EBITDA determina comunque un calo del rapporto debito/EBITDA che scende a 3.1 volte.
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