More stories

  • in

    Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo trimestre 2025

    Sebbene il periodo sia poco significativo, nel primo trimestre le esportazioni di spumante si sono quasi fermate (+1%), facendo venir meno la spinta che negli ultimi anni avevano dato al nostro export di vino. Il periodo si è caratterizzato per forti oscillazioni tra i diversi mercati, con dati fortissimi per USA, Svizzera e Francia, compensati dal crollo della Russia (-59%), in misura minore, della Germania (-19%). Come dicevo sopra, il primo trimestre è un periodo anomalo, normalmente soltanto il 20% dell’anno, ma occorrerà capire che cosa succede nel mercato americano, visto che per il momento l’andamento non positivo delle esportazioni deriva più da una “normalizzazione” delle spedizioni in Russia che non da una crisi vera. Tra le categorie, resta positivo il Prosecco, calano tutti le altre tipologie.

    Tabelle complete, ulteriori grafici e commento dettagliato nel resto del post.

    Le esportazioni di spumante in marzo sono calate del 6% a 173 milioni di euro, portando quindi il primo trimestre a chiudere a 496 milioni, +1%. Il dato è essenzialmente allineato per quanto riguarda volumi (-1%) e prezzi (+1%).
    Dal punto di vista delle categorie, il Prosecco continua a crescere, +5% a 387 milioni nel trimestre (stabile in marzo), mentre sono molto negativi i dati dell’Asti (-21% a 25 milioni) chiaramente influenzato dalla sovraesposizione a Russia e Lettonia. Gli spumanti DOP e tutti gli altri spumanti sono in calo del 9-10% nel primo trimestre.
    Dal punto di vista dei mercati gli USA sono cresciuti del 6% anche in marzo e il trimestre si è chiuso con un incremento del 21% a 144 milioni di euro. Il Regno Unito è stabile a 77 milioni (la metà degli USA… prima del Covid erano sul medesimo livello…), la Germania cala del 19% a 29 milioni e teoricamente sarebbe superata dalla Francia, +13% a 31 milioni, anche se tirare delle conclusioni sul primo trimestre è molto prematuro (la Germania è ancora avanti sugli ultimi 12 mesi). Sono invece più che dimezzate le esportazioni verso la Russia, 16 milioni, mentre è stabile il Belgio a 24 milioni e la Svizzera recupera (+17%) a 18 milioni dopo un anno negativo.
    Nel segmento del Prosecco, le esportazioni verso gli USA sono ancora più forti, +32% a 132 milioni di euro, ed è ancora più forte il crollo russo, -65%. Curiosamente sono invece negativi i dati dei nostri spumanti DOP in USA, -23%, compensati da una forte crescita nel mercato svizzero. Vedremo se questi trend si stabilizzeranno.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo trimestre 2025

    Sebbene il periodo sia poco significativo, nel primo trimestre le esportazioni di spumante si sono quasi fermate (+1%), facendo venir meno la spinta che negli ultimi anni avevano dato al nostro export di vino. Il periodo si è caratterizzato per forti oscillazioni tra i diversi mercati, con dati fortissimi per USA, Svizzera e Francia, compensati dal crollo della Russia (-59%), in misura minore, della Germania (-19%). Come dicevo sopra, il primo trimestre è un periodo anomalo, normalmente soltanto il 20% dell’anno, ma occorrerà capire che cosa succede nel mercato americano, visto che per il momento l’andamento non positivo delle esportazioni deriva più da una “normalizzazione” delle spedizioni in Russia che non da una crisi vera. Tra le categorie, resta positivo il Prosecco, calano tutti le altre tipologie.

    Tabelle complete, ulteriori grafici e commento dettagliato nel resto del post.

    Le esportazioni di spumante in marzo sono calate del 6% a 173 milioni di euro, portando quindi il primo trimestre a chiudere a 496 milioni, +1%. Il dato è essenzialmente allineato per quanto riguarda volumi (-1%) e prezzi (+1%).
    Dal punto di vista delle categorie, il Prosecco continua a crescere, +5% a 387 milioni nel trimestre (stabile in marzo), mentre sono molto negativi i dati dell’Asti (-21% a 25 milioni) chiaramente influenzato dalla sovraesposizione a Russia e Lettonia. Gli spumanti DOP e tutti gli altri spumanti sono in calo del 9-10% nel primo trimestre.
    Dal punto di vista dei mercati gli USA sono cresciuti del 6% anche in marzo e il trimestre si è chiuso con un incremento del 21% a 144 milioni di euro. Il Regno Unito è stabile a 77 milioni (la metà degli USA… prima del Covid erano sul medesimo livello…), la Germania cala del 19% a 29 milioni e teoricamente sarebbe superata dalla Francia, +13% a 31 milioni, anche se tirare delle conclusioni sul primo trimestre è molto prematuro (la Germania è ancora avanti sugli ultimi 12 mesi). Sono invece più che dimezzate le esportazioni verso la Russia, 16 milioni, mentre è stabile il Belgio a 24 milioni e la Svizzera recupera (+17%) a 18 milioni dopo un anno negativo.
    Nel segmento del Prosecco, le esportazioni verso gli USA sono ancora più forti, +32% a 132 milioni di euro, ed è ancora più forte il crollo russo, -65%. Curiosamente sono invece negativi i dati dei nostri spumanti DOP in USA, -23%, compensati da una forte crescita nel mercato svizzero. Vedremo se questi trend si stabilizzeranno.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo trimestre 2025

    Sebbene il periodo sia poco significativo, nel primo trimestre le esportazioni di spumante si sono quasi fermate (+1%), facendo venir meno la spinta che negli ultimi anni avevano dato al nostro export di vino. Il periodo si è caratterizzato per forti oscillazioni tra i diversi mercati, con dati fortissimi per USA, Svizzera e Francia, compensati dal crollo della Russia (-59%), in misura minore, della Germania (-19%). Come dicevo sopra, il primo trimestre è un periodo anomalo, normalmente soltanto il 20% dell’anno, ma occorrerà capire che cosa succede nel mercato americano, visto che per il momento l’andamento non positivo delle esportazioni deriva più da una “normalizzazione” delle spedizioni in Russia che non da una crisi vera. Tra le categorie, resta positivo il Prosecco, calano tutti le altre tipologie.

    Tabelle complete, ulteriori grafici e commento dettagliato nel resto del post.

    Le esportazioni di spumante in marzo sono calate del 6% a 173 milioni di euro, portando quindi il primo trimestre a chiudere a 496 milioni, +1%. Il dato è essenzialmente allineato per quanto riguarda volumi (-1%) e prezzi (+1%).
    Dal punto di vista delle categorie, il Prosecco continua a crescere, +5% a 387 milioni nel trimestre (stabile in marzo), mentre sono molto negativi i dati dell’Asti (-21% a 25 milioni) chiaramente influenzato dalla sovraesposizione a Russia e Lettonia. Gli spumanti DOP e tutti gli altri spumanti sono in calo del 9-10% nel primo trimestre.
    Dal punto di vista dei mercati gli USA sono cresciuti del 6% anche in marzo e il trimestre si è chiuso con un incremento del 21% a 144 milioni di euro. Il Regno Unito è stabile a 77 milioni (la metà degli USA… prima del Covid erano sul medesimo livello…), la Germania cala del 19% a 29 milioni e teoricamente sarebbe superata dalla Francia, +13% a 31 milioni, anche se tirare delle conclusioni sul primo trimestre è molto prematuro (la Germania è ancora avanti sugli ultimi 12 mesi). Sono invece più che dimezzate le esportazioni verso la Russia, 16 milioni, mentre è stabile il Belgio a 24 milioni e la Svizzera recupera (+17%) a 18 milioni dopo un anno negativo.
    Nel segmento del Prosecco, le esportazioni verso gli USA sono ancora più forti, +32% a 132 milioni di euro, ed è ancora più forte il crollo russo, -65%. Curiosamente sono invece negativi i dati dei nostri spumanti DOP in USA, -23%, compensati da una forte crescita nel mercato svizzero. Vedremo se questi trend si stabilizzeranno.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    I dati finanziari cumulati del settore vino 2023 – Rapporto Mediobanca

    Il rapporto sul settore del vino prodotto da Area Studi Mediobanca è da sempre un punto di riferimento e un appuntamento fisso del blog per il rigore e la completezza dell’analisi. Ringrazio Gabriele Barbaresco e il suo gruppo di lavoro (che ho recentemente conoscuito di persona) per averlo condiviso anche quest’anno. In questo post analizziamo i dati cumulati di 255 aziende vinicole con oltre 20 milioni di fatturato, seguiranno quelli delle aziende non cooperative e delle aziende specializzate nel segmento degli spumanti.
    Dopo il balzo del 2022, nel 2023 il fatturato delle aziende vinicole italiane non è cresciuto (-0.1%), anche se il calo dei costi delle materie prime ha consentito un robusto miglioramento del margine industriale (di quasi 1 punto percentuale). Il risultato finale è di un utile netto in calo, eroso scendendo nel conto economico dall’aumento del costo del personale (+646 addetti, +4% il loro costo), degli ammortamenti (+4.6%) ma soprattutto degli oneri finanziari (maggiore debito per via di investimenti e acquisizioni).
    Anche dal punto di vista finanziario, dopo anni estremamente virtuosi, il debito e i rapporti di indebitamento crescono (2.8x debito netto su MOL da 2.3x), per via dell’aumento delle scorte, dei maggiori investimenti (e riteniamo acquisizioni).
    Cosa dice il rapporto sul 2024? Beh, i dati preliminari parlano di un altro anno con vendite stabili, anche se le previsioni indicano un miglioramento più deciso dei margini, che consentirebbe un incremento degli utili del 10% circa.
    Passiamo a un’analisi più dettagliata dei dati con tabelle e dati.

    Le vendite delle 255 aziende (di cui 82 cooperative, 154 aziende italiane e 19 estere) sono rimaste stabili a 11.7 miliardi, con un perfetto bilanciamento Italia-estero entrambi a 5.8-5.9 miliardi.
    I margini sono leggermente cresciuti, con un incremento del valore aggiunto del 4.3% a 2.28 miliardi di euro, per un margine del 19.5%. Con un incremento del costo del personale del 4.3% (addetti +3.3% a 20487), il MOL (o EBITDA in senso lato) è cresciuto del 4.3% anch’esso a 1.23 miliardi, mentre l’incremento degli ammortamenti del 4.6% ha portato l’utile operativo a un +4% a 722 milioni di euro, per un margine del 6.2% rispetto al 5.9%, ancora sotto il 6.6% “record” del 2021. La voce più negativa è quella degli oneri finanziari, praticamente raddoppiati, che si sono mangiati la crescita dell’utile operativo, portando a un utile netto di 412 milioni, in calo del 19% sul dato del 2022.
    Passando alla parte finanziaria, il debito finanziario netto cresce in modo marcato, da 2.7 a 3.4 miliardi di euro, passando da 0.28 a 0.34 volte il patrimonio e da 2.3 a 2.8 volte l’EBITDA. Sebbene si tratti di rapporti molto moderati, soprattutto considerando la dotazione fondiaria dell’attività, si tratta del primo cambio di tendenza da diversi anni. Oltre all’aumento del capitale circolante (soprattutto legato alle scorte di magazzino, da 3.2 a 3.6 miliardi di euro), si è registrato un incremento degli investimenti (da 591 a 665 milioni di euro, dal 5% al 5.7% del fatturato), anche legato al crescente consolidamento del settore.
    Bene, vi lascio alle tabelle e ai grafici.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento primo trimestre 2025

    La frenata delle esportazioni di marzo (-4%) ha riportato il dato sul primo trimestre quasi al livello dello scorso anno (+1%, 1.86 miliardi). La questione più scottante però è che quello che ci si attende essere il problema, ossia gli Stati Uniti per via delle tariffe, non ha praticamente niente a che fare con questi andamenti, anzi: il dato finale del primo trimestre è +13%. Il problema è la Russia, che abbiamo più volte sottolineato lo scorso anno essere stato uno dei principali fattori di crescita del nostro export e che ora sta letteralmente scomparendo; la tengo nelle tabelle giusto per evidenziarne l’apporto. Con questo mese siamo però alla vigilia della “turbolenza Trump” che come sapete è partita il 2 aprile.
    Bene passiamo a un’analisi più dettagliata sui dati trimestrali, ricordandovi che pubblicheremo anche un post relativo nello specifico agli spumanti.

    Le esportazioni italiane di vino calano in marzo del 4% a 665 milioni e determinano una chiusura del trimestre a 1.86 miliardi di euro, con un dato sui 12 mesi di 8.15 miliardi per un +4%.
    La frenata di marzo è evidente sia nei vini fermi in bottiglia (-5%) che nei vini spumanti (-6%), dato che trascina entrambe le categorie sul +1%.
    In generale, I primi 10 mercati del nostro vino sono stati sostanzialmente stabili, fatta eccezione per il -70% della Russia e il -17% del Giappone. Se guardiamo al trimestre, gli USA sono a +13% per 513 dopo un mese di marzo stabile, la Germania è a +2%, il Regno Unito cala dell’1%, il Canada cresce del 9% (ma anch’esso non cresce in marzo) e la Svizzera è a -1%. La Russia chiude il trimestre a 31 milioni, -63%.
    Nel segmento dei vini fermi in bottiglia in particolare un piccolo primo impatto negli USA si vede in marzo (-3%), anche se il saldo resta positivo a +10% sul trimestre (dati perfettamente sovrapponibili al Canada peraltro). Ci sono anche differenze tra Germania, che va meglio nei vini fermi (+6%) e molto peggio negli spumanti (-19%), e il Regno Unito, dove la performance è opposta, con i vini spumanti stabili e i vini fermi nel trimestre in calo del 3%.
    Gli spumanti saranno oggetto di un post dedicato con le specifiche categorie. A titolo generale, l’impatto della Russia è molto più marcato per l’importanza del dato. Dall’altra parte è anche più rilevante il dato del +21% degli USA.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Chapel Down – risultati 2024

    Se oggi parliamo di Chapel Down, il leader della produzione di spumanti inglesi, è perché la revisione strategica di qualche mese fa che avrebbe dovuto portare alla revoca della quotazione dalla borsa inglese non ha avuto successo. Detto in altre parole: nessuno se l’è comprata e quindi si va avanti con i soldi che ci sono cercando di tirare la cinghia perché la combinazione di investimenti in nuove vigne (122 acri nel 2024 per arrivare a oltre 1000) e l’incremento del vino in invecchiamento sta portando il debito su livelli più elevati del budget.
    Ad aggravare la situazione ci troviamo a commentare un bilancio 2024 che alla cieca mai si attribuirebbe a un’azienda con una prospettiva così brillante (obiettivo: 1% del mercato dello Champagne nel 2025, ossia 3 milioni di bottiglie): le vendite sono calate del 5%, l’EBITDA si è più che dimezzato, l’utile operativo è in pareggio e si è passati da un leggero utile a una leggera perdita.
    Il titolo ha sofferto nell’ultimo anno (-35%) pur riprendendosi un po’ nel 2025. Il valore di borsa è di circa 80 milioni di sterline. Le prospettive per l’anno non sono state comunicate, anche se si parla di una buona partenza d’anno.
    Passiamo a un’analisi più dettagliata dei numeri.

    Le vendite calano del 5% a 16.3 milioni di sterline, di cui il 2% dovuto all’uscita dal segmento degli spiriti (e un pezzettino anche dovuto al fatto che gli inglesi avevano beuto tanto per l’incoronazione di re Carlo nel 2023!!!). Chapel Down specifica che i dati sono molto migliorati nel quarto trimestre, che ha segnato un +10%. La principale ragione del calo (anche dei margini che vediamo dopo) è il forte calo della distribuzione (offtrade) che ha ridotto le scorte, -20% a 6.8 milioni, mentre le vendite nel canale ontrade (bar e ristoranti) sono cresciute del 16%, così come le vendite dirette e l’ecommerce (+13%), con le due categorie a rappresentare una buona metà del fatturato.
    I margini sono in calo, anche escludendo il milione di sterline speso nella review strategica. Tra le altre ragioni, spicca un maggior peso di vini fermi nel mix di vendite, dovuta all’eccezionale volume del raccolto del 2023, insieme al fatto che nel 2024 sono stati venduti prodotti del 2022 che avevano un costo unitario molto elevato. Alla fine, il margine lordo scende dal 52% al 48%, l’EBITDA dal 32% al 15% delle vendite (con dentro costi straordinari e i costi di marketing che continuano a crescere), l’EBIT come dicevamo va a 0 e la perdita netta è di 1 milione.
    Dal punto di vista finanziario, gli stock di vino salgono di 4 milioni, viene perso un altro milione nel capitale circolante, e con gli investimenti in nuove vigne (2.5 milioni), il debito sale da 1 milione a 9 milioni di sterline, cui se ne aggiungono altri 10 di affitti IFRS16. Proprio questo incremento di 8 milioni del debito è il problema di Chapel Down, visto che può contare su linee di credito piuttosto limitate (20 milioni) e quindi bisogna invertire il trend.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Puglia – produzione di vino e superfici vitate 2024 – dati ISTAT

    La Puglia è la seconda regione italiana per quantità di produzione di vino e la prima di gran lunga quando si parla di vino rosso secondo ISTAT. La produzione di vino 2024 è stata in forte recupero (+17% a 8.1 milioni di ettolitri, rispetto al dato italiano di +13%) ma resta comunque inferiore alla media storica, che è nell’intorno degli 8.6m/hl. Come già abbiamo avuto modo di commentare nel caso del Veneto, il 2024 vede una forte crescita della categoria IGT, nel caso della Puglia vicina al +50% sia contro il 2023 che contro la media storica, fino a un livello record del 40% del totale della produzione, a discapito dei vini da tavola, con i vini DOC che crescono leggermente di peso ma restano sotto il 10% del totale. Stranamente, da qualche anno sta riprendendo quota la produzione di vino rosso (57% del totale), probabilmente grazie al grande successo nella grande distribuzione di alcuni prodotti come il Primitivo.
    Bene, nell’avvertirvi che i dati della Puglia hanno una divergenza piuttosto marcata tra la risultanza ISTAT e quella di AGEA/MASAF (15% più elevato il dato ISTAT nel 2023, incredibilmente – ossia vergognosamente – non si trova su fonti pubbliche il dato del 2024), proseguiamo l’analisi con tutti i grafici e le tabelle.
    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.

    La produzione di vino 2024 in Puglia è cresciuta del 17% a 8.1m/hl, pur restando il 7% sotto la media storica. I vini bianchi sono stati 3.5m/hl, +12% sul 2023 ma il 13% sotto la media storica, mentre i vini rossi a 4.6m/hl, hanno avuto un rimbalzo più marcato del 22% e sono allineati alle produzioni storiche.
    La categoria dei vini DOC, pur rimbalzando del 25% e riportandosi al 9% della produzione (era il 15% prima del 2010…) resta piuttosto marginale. Sono i vini IGT a mostrare la dinamica migliore, con una produzione di 3.3m/hl, ben sopra le medie storiche, di cui 1.3m/hl sono vini bianchi e 2m/hl sono vini rossi, rispettivamente il 38% e il 44% del totale per colore.
    Passando alla parte finale dell’analisi con le superfici vitate, noterete che ho cancellato i dati relativi alla produzione di uva e alle rese, in quanto i dati ISTAT sono ovviamente sbagliati, segnalando una produzione stabile di uva a fronte di una crescita della produzione di vino del 17%. Ad ogni modo, la superficie vitata pugliese è stimata praticamente stabile a 93.1mila ettari, con un dato piuttosto strano per Lecce (comunque marginale nel calcolo), cui mancano 1400 ettari in un colpo solo, mentre ne spuntano 1000 in provincia di Taranto…

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Il valore della produzione di vino nel mondo – stima INDV 2024

    di Marco Baccaglio

    Come già sappiamo, il 2024 non è stato un anno positivo per il settore vinicolo mondiale. In questo post cerchiamo di mettere insieme volumi di produzione e valori unitari (delle esportazioni) per arrivare a una definizione del valore della produzione mondiale di vino. Nel 2024 entrambe le componenti hanno giocato a livello mondiale un ruolo negativo: volumi prodotti in discesa del 5%, valori di esportazione “puntuali” (noi qui usiamo una media triennale per smussare un po’ la volatilità) in calo del 9%.
    Come potete immediatamente vedere dal grafico qui sopra il 2024 è stato migliore per l’Italia e peggiore per la Francia, dopo un 2023 in cui i ruoli erano invertiti. La Francia resta secondo i nostri calcoli il dominatore assoluto del settore nel mondo, con un valore della produzione 2024 di 33 miliardi di euro (ai prezzi del produttore), circa il doppio dell’Italia che è intorno ai 16 miliardi. Detto questo, messi insieme Italia e Francia sono il 55-60% del valore della produzione mondiale di vino (56% nel 2024), il cui valore può essere stimato secondo questa metodologia in circa 88-89 miliardi di euro, il 6% in meno del dato 2023 di 94 miliardi (massimo storico).
    Passiamo a un’analisi più dettagliata con tutte le tabelle e i grafici.

    La nostra stima del valore della produzione mondiale di vino è determinata dalla somma puntuale dei dati delle singole nazioni, oltre a un “resto del mondo” basato sulla produzione mondiale residua e valorizzata al 30% in meno della media dei paesi rilevati (quindi intorno ai 250 euro per ettolitro).
    La tendenza generale è che i volumi produttivi calano, ma i valori della produzione continuano a salire grazie all’aumento dei prezzi (e della qualità del prodotto).
    I nostri dati indicano per la Francia nel 2024 un valore di 33 miliardi, -19% sul 2023, poi 16 miliardi per l’Italia, +21%, con entrambe le variazioni derivanti dall’oscillazione del volume prodotto. Il terzo produttore per valore sono gli USA (e non la Spagna), con circa 11 miliardi di euro (-11%), e poi viene la Spagna con 4.4 miliardi (+16%).
    I paesi ex USA del nuovo mondo, quindi Cile, Argentina, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda messi insieme rappresentano circa 10 miliardi di euro di valore, dato stabile rispetto all’evidenza del 2023, con una forte ripresa dell’Argentina e un calo marcato del Cile e della Nuova Zelanda.
    Dal punto di vista dei prezzi medi di esportazione che trovate sotto, noterete la forte volatilità del dato americano (in negativo nel 2024) e di quello Sud Africano (nel senso opposto), mentre dopo il picco eccezionale del 2023, il valore unitario delle esportazioni francesi è calato del 3%.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO