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IN EVIDENZA

  • Dopo il boom del Covid, riproponiamo i dati dei principali ecommerce di vino italiani, come disponibili dai bilanci acquistati al Registro delle Imprese, relativi al 2022. La lista non è ovviamente esaustiva ma include quelli che mi pare siano i principali operatori per dimensione nel mercato. Il 2022 è stato un anno negativo per tutti dal punto di vista commerciale, con un calo di vendite nell’intorno del 20% rispetto al picco del 2021, causa normalizzazione dalle restrizioni del Covid. È stato però anche un anno in cui i margini sono migliorati (leggi meno sconti ai clienti) e ci si è avvicinati al punto di sostenibilità economica, che però non è stato raggiunto da nessun operatore salvo che per Bernabei, la cui struttura è però non interamente chiara. Un’altra considerazione che appare evidente dai dati (numerose tabelle disponibili all’interno del post) è che la volontà dei soci di investire in queste aziende ne ha determinato in larga parte la spinta commerciale. I soci hanno messo oltre 50 milioni in Tannico dal 2016 a questa parte, inclusi quelli per l’acquisizione francese, e nel 2022 le vendite erano a 70 milioni, quasi 20 sono quelli messi in Vino.com e l’azienda è la seconda in Italia con 35 milioni di fatturato. Bene procediamo con l’analisi all’interno dove trovate dettaglio di fatturati, margini, utili e perdite, contributi dei socie e peso del magazzino sul fatturato.

    Tannico è il leader italiano nell’ecommerce di vino se consideriamo l’acquisizione francese, con 70 milioni di fatturato. Resta il leader italiano per le vendite in Italia con 30 milioni nel 2022, mentre come entità legale sarebbe in teoria stato superato da Vino.com sia nel 2021 (43 a 33 milioni) che nel 2022 (35 contro 32).
    Ad ogni modo, il 2022 è stato un anno di calo per tutti. -5% per Tannico senza l’acquisizione (2x con Ventealaproprieté), -20% per Vino.com, -28% per Bernabei, -10% per Xtrawine, -5% per Callmewine.

    I margini sono migliorati per tutti e sono mediamente il 28% del fatturato: stiamo parlando di quello che resta dopo il costo del venduto e prima dei costi di spedizione e magazzino. Il margine più elevato è di Tannico (31%), il più basso quello di Xtrawine (26%). Tutti salvo Bernabei, chi più chi meno, continuano a perdere soldi a livello di utile netto come potete vedere dalla tabella sotto, partendo dagli 8 milioni di perdita di Tannico fino alla più moderata di 1 milione di Callmewine e Xtrawine (che però sono molto più piccole).
    Trovate poi una tabella con l’apporto dei soci per Tannico (51 milioni), Vino.com (19 milioni), Callmewine (4 milioni) e Xtrawine (1 milione) dal 2016 a questa parte.
    E, per finire, un indicatore interessante sull’efficienza di questi operatori: il peso del magazzino a fine anno sulle vendite. Come vedete il più efficiente e l’unico in miglioramento sembra Vino.com con soltanto l’8% mentre Tannico sale al 20% probabilmente per l’acquisizione di Ventealaproprieté che han un modello diverso. Il calo del fatturato visto nel 2022 determina per tutti gli altri operatori un appesantimento del magazzino relativamente al fatturato.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco More

  • Constellation Brands chiude il 2019 in linea con le attese, anche leggermente meglio per essere sinceri, ma di fronte all’incertezza COVID-19 non fa alcuna previsione. O meglio, mette nero su bianco quelle che sarebbero state le previsioni 2020 pre-virus, che ben delineano la sua strategia di disimpegno dal settore del vino. Nel 2020, il segmento […] More

  • Chiudiamo l’analisi delle esportazioni di vino italiano del semestre con i dati per regione (di provenienza delle aziende) e tipologia di vino (limitatamente al vino fermo in bottiglia). Due considerazioni principali escono dall’analisi. La prima è che diversamente dal solito le esportazioni sono state trainate dai prodotti di bassa qualità, ossia vini da tavola e varietali, mentre, nell’ambito di un export cresciuto del 2% i vini DOP sono praticamente stabili, con l’eccezione in questa categoria dei vini rossi toscani, che crescono del 5%. La seconda, a livello regionale e prendendo tutto l’export incluso gli spumanti, è che il traino del Prosecco continua a spingere le aziende venete, che hanno avuto una crescita del 6% delle esportazioni, il doppio della crescita (+3%) delle esportazioni di vino nel loro complesso. In questa analisi, sono incoraggianti anche i dati dell’Emilia Romagna (+7%, forse legato all’andamento dei vini meno pregiati) e della Toscana (+4%, con un richiamo al buon andamento dei DOP rossi citato poco sopra). Non sono positivi per il secondo anno consecutivo i dati del Piemonte (-2%). Bene, nel resto del post trovate i grafici e le tabelle con tutti i dati.

    Le esportazioni italiane di vino in bottiglia sono cresciute del 2% a 2.6 miliardi di euro. I vini DOP sono praticamente stabili a 1.46 miliardi (+1%), con i rossi (+2%) leggermente meglio dei bianchi (0%), i vini IGP sono in crescita del 3% a 675 milioni, spinti dalla crescita del segmento dei bianchi (+7%) sui rossi (+1%), mentre i vini varietali (+26%, ma soltanto 33 milioni) e da tavola (+4%, 418 milioni) sono le categorie che vanno meglio. Nei vini fermi DOP in bottiglia possiamo ricostruire tre regioni: Toscana +5% a 353 milioni, Veneto +1% a 293 milioni, Trentino Alto Adige -2% a 156 milioni. Per il Piemonte abbiamo solo il riferimento dei vini rossi, in calo del 3% a 178 milioni, dopo il picco toccato nel semestre 2023.
    Se passiamo ai dati regionali per origine aziendale e per il totale esportato (3886 milioni, +3%), troviamo il Veneto sempre più rappresentativo, il 36% del totale, con una crescita del 6% a 1415 milioni. La Toscana torna a essere la seconda regione per export, con un incremento del 4% a 594 milioni, superando il Piemonte, in calo del 2% a 566 milioni. In prospettiva a 5 anni e sui dati semestrali, le gerarchie non cambiano: Veneto +32%, Toscana +25% e Piemonte +18%, nell’ambito di un incremento del 29% per l’Italia.
    Ciò significa e potete anche notarlo dai grafici che l’export di vino italiani si sta “allargando” dal punto di vista regionale, lentamente ma regolarmente.

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  • La produzione di vino pugliese ha seguito un andamento crescente negli ultimi anni, fino a raggiungere il 20% del vino italiano. Si tratta di un livello paragonabile a quello del Veneto, anche se le differenze sono importanti, a partire dal tipo di produzione (ben bilanciata tra vini rossi e bianchi – in forte crescita questi […] More

  • Il commercio estero mondiale di vino nel 2023 è passato in negativo e i dati che commentiamo oggi per il Sudafrica (-13% per l’export in euro a 572 milioni di euro) ma anche per una serie di altre nazioni soprattutto del nuovo mondo vanno in questa direzione. Per tirare le somme è ancora presto ma credo saremo su un calo del 6-7% in euro. Quindi se questo è il parametro di riferimento, il Sud Africa fa peggio della media, e questo succede nonostante il suo principale mercato di sbocco, il Regno Unito, tiene con un calo del 4% soltanto. Il problema qui è la forte volatilità di tutti gli mercati di destinazione, dove il vino sudafricano non ha “trovato casa” come lo hanno fatto altri concorrenti. In più, il vino sudafricano resta fortemente legato al mercato degli sfusi, 148 dei 572 milioni di euro di esportazioni e con un prezzo medio tra i più bassi del mondo, nel 2023 a 164 euro per ettolitro, quindi “sfavorito” dalla chiara tendenza di premiumizzazione del mercato con volumi calanti soprattutto nella fascia dei prodotti meno pregiati. Passiamo a una breve analisi dei dati con tabelle e grafici allegati.

    Le esportazioni sudafricane di vino calano del 13% a 572 milioni di euro, di cui 399 sono di vino in bottiglia (-10%), 148 sono di vino sfuso (-22%) e i rimanenti 25 sono praticamente di vino spumante (-4%).
    Data la stabilità del Rand sudafricano nel 2023, il calo si è fatto sentire in misura corrispondente in valuta locale, -14% a 10.5 miliardi di Rand.
    In termini di volumi, siamo su un calo del 20% a 3.4 milioni di ettolitri, il livello più basso da 10 anni a questa parte.
    Guardando ai mercati, dicevamo che il Regno Unito cala solo del 4% a 130 milioni (-4% anche a volume a 931mila ettolitri). Il secondo mercato quasi non c’è più, per dire che la Germania sta calando sempre di più, soltanto 44 milioni nel 2023, -21%, con 446 mila ettolitri (-23%) e probabilmente sarà superato da qualche altra nazione nel 2024.
    Altri mercati potenzialmente importanti come gli USA vanno molto male (-30% nel 2023 a 36 milioni di euro) dopo due anni promettenti, mentre per trovare un mercato positivo bisogna scendere fino alla Namibia, vicina di casa, +18% a 36 milioni di euro, alla stabilità del Belgio (24 milioni di euro) e al buon andamento nel mercato svedese (+10%, 21 milioni di euro).
    In conclusione dei dati negativi, e lo sono ancora di più se guardate più indietro: alcune destinazioni hanno oggi esportazioni che sono la metà di quanto erano in passato.

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MERCATO

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  • Classifica fatturato e valore aggiunto delle aziende vinicole italiane 2024 – fonte: Area Studi Mediobanca

  • Delegat Group – risultati 2025

  • Esportazioni di vino Italia – aggiornamento agosto 2025

  • Australia – produzione di vino 2025

LAVORO

  • CORSI WSET LIVELLO 3 A FIRENZE CON WINE SCHOOL ITALIA

  • CORSI WSET A FIRENZE CON WINE SCHOOL ITALIA

  • Marketing Internazionale del Vino: la parola a Lorenzo, partecipante dell’ultima edizione del corso

  • Marketing Internazionale del Vino: la parola ai partecipanti dell’ultima edizione del corso

  • Corso di marketing Internazionale del Vino: offerta formativa e aree di insegnamento

  • Intervista a Robert Joseph, editor di Meininger’s Wine Business International

  • MIV 7 – La presentazione del corso in Marketing Internazionale del Vinoù

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