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  • FranceAgriMer e CNIV hanno pubblicato l’estratto di uno studio sull’ecommerce di vino in Francia che fornisce informazioni interessanti per comprendere come si sta muovendo questo mercato. In particolare, raggiunta una penetrazione di circa il 10% delle vendite di vino nel paese, il segmento è in chiaro rallentamento e si sta consolidando: chiudono più siti di […] More

  • Le esportazioni sono un osservato speciale di questi tempi. Oggi commentiamo i dati di aprile, il momento peggiore per l’Italia nel lock down, probabilmente spostato di un mese avanti per altri mercati. Il dato di aprile è -7% per il vino, -1% per l’alimentare (ISTAT ha rivisto pesantemente i dati anche dei mesi precedenti…) e -46% per il totale dell’export nazionale. Possiamo dunque dire che le cose non stanno andando così male. Va però considerato che i dati di maggio saranno molto peggio per l’alimentare (-12% il dato preliminare) contro un ammorbidimento del calo delle esportazioni totali (-30% circa) e quindi bisognerebbe aspettarsi un peggioramento anche per il dato relativo al vino in maggio. Ma per ora restiamo su questi dati: i primi 4 mesi dell’anno chiudono a 2 miliardi di euro, +1.8%, con volumi in crescita del 3.4% a 6.9 milioni di ettolitri. Il dato è supportato dalla crescita di quasi il 6% per i due mercati chiave, USA e Germania. Ci sarebbe da immaginarsi un peggioramento soprattutto del mercato americano di qui in avanti. I dati negativi vengono dal Regno Unito, dalla Svizzera e dalla Francia.  Peggiorano i dati del vino in bottiglia, che comunque tiene un +2%, peggiorano anche gli spumanti, che chiudono i 4 mesi con un dato stabile. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

    Le esportazioni di aprile calano del 7% a 488 milioni di euro, composto da 344 milioni di vini in bottiglia (-8%), 39 milioni di vini sfusi (+5%) e 105 milioni di vini spumanti (-7%). Il dato sui 4 mesi è ancora in crescita dell’1.8% a 1997 milioni, mentre sull’anno mobile le esportazioni crescono del 2.4% a 6470 milioni di euro.
    I volumi sono un po’ meglio dei valori. Calano del 2% nel mese, ma crescono ancora del 3.4% nei 4 mesi e del 7.6% sull’anno mobile.
    I dati mensili per mercato restano molto volatili, con peggioramenti vistosi in USA e Germania, un rimbalzo del Regno Unito e del Canada. Se allarghiamo lo sguardo ai 4 mesi, le cose vanno male nel Regno Unito (-12%), in Svizzera (-15%) e in Francia (-7%). Restano positivi in USA e Germania (+5.8% e +5.7%) e sono molto positivi in Canada (+20%) e Svezia (+24%).
    Un occhio agli spumanti, che sono stabili nei primi 4 mesi a fronte di un ottimo andamento in USA, Germania e Francia (+10/11%, per ora) a compensare il crollo del 19% nel Regno Unito che resta un mercato particolarmente pesante.
    Un occhio alla Cina, infine. I dati sono molto negativi: nei primi 4 mesi dell’anno solo 24 milioni di esportazioni rispetto a 42 milioni dello scorso anno. Il calo supera il 40%. La Cina è però il primo mercato “uscito” dal COVID… potrebbero esserci sorprese nei prossimi mesi.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco More

  • Guerre, borse che non salgono più (anzi…), vendemmie abbondanti in alcune aree chiave (Borgogna) stanno contribuendo a un massiccio calo dei prezzi dei grandi vini, dopo anni crescita ininterrotta. Sapete, la sensazione di ricchezza data dai forti guadagni (anche virtuali) in borsa è un carburante potente per la spesa in beni di di lusso… e i grandi vini sono beni di lusso…
    I dati prodotti mensilmente dal Liv-Ex non lasciano spazi alle interpretazioni: i prezzi sono calati del 13-14% nel 2023 (in Euro e Sterline rispettivamente) e il calo è continuato nel 2024, -5/6% nei primi 6 mesi dell’anno. In questo contesto, non vince nessuno, ma l’Italia perde meno degli altri. Il prezzo dei nostri grandi vini è calato del 5% nel 2023 e ha tenuto nel 2024 (se espresso in euro), ponendosi quindi circa il 6% sotto il picco raggiunto verso fine 2022. In confronto, Borgogna e Champagne, ma anche il meno quotato Rodano, sono circa il 25% sotto il loro prezzo massimo. Con questo andamento l’indice Liv-Ex dei vini italiani, 436 a giugno in Euro (ossia 4.36 volte il prezzo del 2023) non è molto distante da quello del calderone dei 1000 grandi vini mondiali, che continua a scendere e ha toccato quota 458. La Borgogna, pur calando resta lontana: il suo indice è sceso di più ma resta pur sempre intorno a 800. Nel resto del post trovate tutte le tabelle con i dati storici, grafici e il prosieguo del commento.

    L’indice Liv-Ex dei 1000 grandi vini ha chiuso a giugno a un valore di 388, che tradotto in Euro al cambio medio del mese significa 458. Si tratta del punto più basso da agosto 2021 e corrisponde a un calo del 14% in sterline e del 13% in Euro per il 2023, oltre a un ulteriore correzione del 5/6% nei primi 6 mesi del 2024.
    Per quando riguarda l’andamento 2023 (tutti i dati ribasati in euro), l’indice “Italy 100” è stato il migliore, con un calo del 5%. Si confronta con un calo a doppia cifra di tutte le altre categorie: -11% per Bordeaux, -15% per la Borgogna, -18% per gli Champagne e -19% per il Rodano.
    Lo stesso vale per i primi 6 mesi di quest’anno. I vini italiani chiudono stabili contro -3% per Bordeaux, -4% per il Rodano e -5% per lo Champagne. Il caso particolare sono i vini di Borgogna, che hanno avuto un inizio di 2024 particolarmente difficile, con un ulteriore crollo dell’8%.
    Detto questo i vini di Borgogna continuano a guidare la classifica dei vini che si sono più rivalutati dal 2023 a questa parte. L’indice in Euro era a giugno 2024 a 801 (ossia il prezzo era 8 volte quello del 2023). Vengono poi gli Champagne con un indice di 643, i vini italiani a 436, poi Bordeaux a 375 e vini del resto del mondo a 358. Fanalino di coda sono i vini del Rodano, che secondo Liv-Ex si sono rivalutati soltanto di poco più di due volte (indice: 215) nel corso di questi 20 e poco più anni.

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  • Il business “vino” di Constellation Brands continua a ridursi, frutto del cattivo andamento delle vendite (-13% a livello di vendite finali al dettaglio nel primo trimestre fiscale) e delle decisioni di disfarsi dei marchi meno “di moda”. I dati, che per il gruppo sono eccellenti grazie alle perdite ridotte della divisione Canopy e del sempre eccellente andamento della birra, mostrano una nuova riduzione dei margini che lascia poco scampo per il resto dell’anno: le vendite sono previste stabili (il che già implica un recupero nei prossimi trimestri dopo il -9% fatturato e -5% in termini di consegne) e l’utile operativo della divisione è sempre previsto calare del 10% circa. Ad oggi, l’attività “vino” rappresenta l’11% dell’utile operativo del gruppo e ha un margine (sugli ultimi 12 mesi) calato al 21.4%, quindi anche diluitivo rispetto al 33% circa del gruppo. Non ci sarebbe da sorprendersi se Constellation Brands decidesse di uscire completamente dal business nei prossimi anni.
    Questi dati però ci forniscono anche una cortina al tornasole per il business vino in Nord America, dove il management riferisce di condizioni di mercato sfidanti che costringono l’azienda a tagliare gli investimenti di marketing, creando così un circolo vizioso.
    Bene, passiamo a commentare i dati più in dettaglio con l’aiuto di grafici e tabelle.

    Le vendite consolidate del gruppo sono cresciute del 6% a 2.66 miliardi di dollari nel primo trimestre, con un +8% per la birra (2.3 miliardi), un -9% per il vino (329 milioni) e un +8% per gli spiriti. La divisione Canopy non è consolidata ma entra sotto l’utile operativo come contributo ai profitti (per la prima volta da anni in questo trimestre).
    In termini di consegne, CBrands ha venduto 5.6 milioni di casse, di cui 4.9 nel mercato USA, rispetto alle 5.9 e 5.2 del trimestre 2003, quindi con un calo del 5% e 6% rispettivamente.
    Il margine dell’attività vino/spiriti scende da 79 a 60 milioni di dollari nel trimestre per un margine del 15% contro il 19% del 2023, portando il margine sugli ultimi 12 mesi al 21.4%. A livello consolidato l’utile operativo cresce del 23% a 942 milioni di dollari, grazie alla birra, +29% a 882 milioni, con un margine eccezionale del 39%.
    Tornando ai dati consolidati, gli utili sono “esplosi” grazie alla mancanza delle svalutazioni di Canopy (415 milioni nel 2023) che diventano 82 milioni di contributo positivo, portando l’utile netto a 877 milioni. Tutto come previsto, visto che le indicazioni sull’anno non sono per il momento cambiate.
    Passando brevemente alla parte finanziaria, il debito cala a 11.4 miliardi di dollari (11.7 a fine anno), ossia 3 volte l’EBITDA degli ultimi 12 mesi, il livello più basso degli ultimi due anni, nonostante la remunerazione per gli azionisti (dividendo più riacquisto di azioni) sia praticamente raddoppiata nel trimestre a 385 milioni, oltre alla crescita degli investimenti da circa 300 a 375 milioni di dollari.

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  • Torniamo sui dati ISTAT di produzione regionale di vino dopo qualche settimana dedicata ad altri argomenti con i dati della Campania. La Campania “conta” per il 3% del vino italiano e rimane una regione con una scarsa esposizione verso i vini di qualità. Trovo questa una prima curiosità, vista la rilevanza di alcune DOC dal punto di vista qualitativo, soprattutto quelle bianche a mio gusto personale. E qui veniamo alla seconda curiosità, che è il fatto che la Campania produce ancora più vino rosso che bianco, anche se un leggero spostamento verso i bianchi si sta verificando nel tempo. Venendo ai dati 2019 che qui brevemente analizziamo, la vendemmia è stata in leggera crescita rispetto al 2018 (+2%), rispetto al calo nazionale (-9%). Ciò però deriva da un andamento molto difforme nel 2018, quando a fronte di un record produttivo per l’Italia intera la Campania aveva registrato un volume piuttosto mediocre, in termini relativi. Questo per dire che gli 1.4 milioni di ettolitri prodotti nel 2019 sono comunque circa l’8% sotto la media storica, mentre per l’Italia tutta il 2019 è stato un anno sopra media (+9%). Passiamo ad analizzare qualche dato insieme.

    Abbiamo già detto della produzione totale. Il 2019 è stato un anno migliore per i vini bianchi che per i vini rossi, sia contro il 2018 che contro la media storica. Si sono prodotti 672mila euro di ettolitri di bianco, +5% e soltanto il 4% sotto la media, mentre per i rossi (ancora più importanti a 734mila ettolitri), parliamo di una produzione stabile ma di ben il 12% sotto la media 2009-18.
    La produzione per categoria di qualità vede i vini DOC al 18% della produzione totale. Mettendo insieme il 9% dei vini IGT si arriva al 27%, il che significa che i vini comuni sono ancora la maggioranza. Rispetto al passato è evidente lo spostamento da IGT verso DOC, mentre la quota dei vini comuni rimane stabile negli anni sopra il 70%.
    I vini DOC bianchi rappresentano 153mila ettolitri nel 2019, il 23% della produzione totale di bianci, mentre per i rossi soltanto il 13% ricade nella DOC, a dimostrazione di quanto dicevamo sopra sulla rilevanza delle DOC bianche.
    Infine, una parola sulle superfici vitate, che sono stabili in Campania secondo ISTAT a 24600 ettari, circa il 4% della superficie nazionale. Benevento (9080), Avellino (6150) e Salerno (4080) sono le tre regioni più rilevanti. Da questa superficie si deriva una resa per ettaro di 85 quintali per il 2019, il 21% inferiore alla media nazionale di 108.
    Vi lascio proseguire l’analisi con le tabelle e i grafici allegati.
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MERCATO

  • Utili, margini e ritorno sul capitale delle principali aziende vinicole – dati Mediobanca – aggiornamento 2024

  • Classifica fatturato e valore aggiunto delle aziende vinicole italiane 2024 – fonte: Area Studi Mediobanca

  • Delegat Group – risultati 2025

  • Esportazioni di vino Italia – aggiornamento agosto 2025

  • Australia – produzione di vino 2025

LAVORO

  • CORSI WSET LIVELLO 3 A FIRENZE CON WINE SCHOOL ITALIA

  • CORSI WSET A FIRENZE CON WINE SCHOOL ITALIA

  • Marketing Internazionale del Vino: la parola a Lorenzo, partecipante dell’ultima edizione del corso

  • Marketing Internazionale del Vino: la parola ai partecipanti dell’ultima edizione del corso

  • Corso di marketing Internazionale del Vino: offerta formativa e aree di insegnamento

  • Intervista a Robert Joseph, editor di Meininger’s Wine Business International

  • MIV 7 – La presentazione del corso in Marketing Internazionale del Vinoù

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