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La produzione di vino francese è stata particolarmente ricca nel 2018, in linea con quanto visto negli altri paesi europei, frutto di condizioni climatiche eccellenti che hanno spinto la produzione soprattutto nelle zone più a nord del paese, come la Champagne, la Borgogna e l’Alsazia. Detto questo, la produzione di 49.5m di ettolitri, +34% rispetto […] LEGGI TUTTO
I mercati dell’America Latina sono ormai da diversi anni “a due facce”, soprattutto quando parliamo di Argentina e Brasile. I dati che presentiamo oggi relativamente alle importazioni di vino del Brasile sono “stabili” se visti con la nostra valuta, ma sono invece in significativo progresso quando tradotti in Real Brasiliani, che nel 2018 in media […] LEGGI TUTTO
Le spedizioni di Champagne hanno tenuto in volume nel 2017 grazie alla crescita fuori dall’Europa. Insieme a qualche paese europeo (incluso il nostro) in recupero, ciò ha consentito di compensare la flessione nel mercato domestico e in quello inglese. Le 307 milioni di bottiglie del 2017 hanno generato un volume d’affari di circa 4.9 miliardi […] LEGGI TUTTO
Chiudiamo l’analisi delle esportazioni di vino italiano del semestre con i dati per regione (di provenienza delle aziende) e tipologia di vino (limitatamente al vino fermo in bottiglia). Due considerazioni principali escono dall’analisi. La prima è che diversamente dal solito le esportazioni sono state trainate dai prodotti di bassa qualità, ossia vini da tavola e varietali, mentre, nell’ambito di un export cresciuto del 2% i vini DOP sono praticamente stabili, con l’eccezione in questa categoria dei vini rossi toscani, che crescono del 5%. La seconda, a livello regionale e prendendo tutto l’export incluso gli spumanti, è che il traino del Prosecco continua a spingere le aziende venete, che hanno avuto una crescita del 6% delle esportazioni, il doppio della crescita (+3%) delle esportazioni di vino nel loro complesso. In questa analisi, sono incoraggianti anche i dati dell’Emilia Romagna (+7%, forse legato all’andamento dei vini meno pregiati) e della Toscana (+4%, con un richiamo al buon andamento dei DOP rossi citato poco sopra). Non sono positivi per il secondo anno consecutivo i dati del Piemonte (-2%). Bene, nel resto del post trovate i grafici e le tabelle con tutti i dati.
Le esportazioni italiane di vino in bottiglia sono cresciute del 2% a 2.6 miliardi di euro. I vini DOP sono praticamente stabili a 1.46 miliardi (+1%), con i rossi (+2%) leggermente meglio dei bianchi (0%), i vini IGP sono in crescita del 3% a 675 milioni, spinti dalla crescita del segmento dei bianchi (+7%) sui rossi (+1%), mentre i vini varietali (+26%, ma soltanto 33 milioni) e da tavola (+4%, 418 milioni) sono le categorie che vanno meglio. Nei vini fermi DOP in bottiglia possiamo ricostruire tre regioni: Toscana +5% a 353 milioni, Veneto +1% a 293 milioni, Trentino Alto Adige -2% a 156 milioni. Per il Piemonte abbiamo solo il riferimento dei vini rossi, in calo del 3% a 178 milioni, dopo il picco toccato nel semestre 2023.
Se passiamo ai dati regionali per origine aziendale e per il totale esportato (3886 milioni, +3%), troviamo il Veneto sempre più rappresentativo, il 36% del totale, con una crescita del 6% a 1415 milioni. La Toscana torna a essere la seconda regione per export, con un incremento del 4% a 594 milioni, superando il Piemonte, in calo del 2% a 566 milioni. In prospettiva a 5 anni e sui dati semestrali, le gerarchie non cambiano: Veneto +32%, Toscana +25% e Piemonte +18%, nell’ambito di un incremento del 29% per l’Italia.
Ciò significa e potete anche notarlo dai grafici che l’export di vino italiani si sta “allargando” dal punto di vista regionale, lentamente ma regolarmente.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO
Dopo Cavit, Nosio (e a seguire Mezzacorona) sono le due aziende che per prime riportano un bilancio “contenente” un pezzo di 2023. Come per Cavit, anche per Nosio il 2023 (fino a luglio) non è stato un anno eccitante. I ricavi sono in crescita soltanto dell’1% (137 milioni) e i margini sono calati, sotto la pressione dell’aumento dei costi della materia prima e, in parte meno significativa dell’incremento del costo del personale. Dal punto di vista finanziario, Nosio è in piena salute. Il debito netto cala da 36 a 35 milioni (anche grazie a un forte incremento dei debiti commerciali verso la controllante), per quanto sia doveroso ricordarvi che non essendo un bilancio consolidato a fronte di tale posta l’azienda ha quasi 50 milioni di euro in partecipazioni, il che in altre parole significa che la parte finanziaria del bilancio non è a debito se nettata dalle attività. Ad ogni modo, gli azionisti hanno scambiato le azioni a un prezzo leggermente superiore a quello del 2022 (339 euro per azione rispetto a 336), il che porterebbe a un valore implicito del capitale azionario di poco superiore a 100 milioni di euro. Non ci sono frasi particolari sull’evoluzione prevedibile della gestione, per cui possiamo passare a una breve commento dei dati. Se qualcuno di Nosio legge questo post, segnalo un errore (secondo me) nel bilancio a pagina 56 dove le vendite per area geografica di Estero EU e Estero Extra EU sono rimaste quelle del bilancio 2022, dunque non aggiornate.
L’incremento delle vendite dell’1% con un incremento del 3.5% nel mercato italiano, mentre sono apparentemente stabili le vendite all’estero (anche se dovute a un errore, a mio parere).
Dal punto di vista dei prodotti, Nosio mostra un incremento del 5% delle vendite di spumante a 5 milioni di euro, e un +2.6% a 115 milioni per le vendite di vino fermo.
I costi sono in aumento rispetto al fatturato. Le materie prime, in particolare, passano dal 69% al 70.4% delle vendite, mentre il personale va dal 5.6% al 5.8%. Il tutto determina un calo del Margine operativo lordo sia un valore assoluto (da 10 a 8.4 milioni) che in termini relativi (dal 7.5% al 6.1% delle vendite). Più sotto sebbene calino un po’ sia gli ammortamenti che gli oneri finanziari, l’utile netto scende da 3 a 2 milioni di euro.
Dal punto di vista finanziario come abbiamo detto Nosio taglia di 1 milione il debito netto, dopo aver pagato 2.7 milioni di dividendi agli azionisti e dopo aver investito circa 3 milioni di euro. Ad aiutare il bilancio sono venuti in soccorso un forte aumento dei debiti commerciali verso la controllante Mezzacorona, da 35 a 45 milioni di euro, che hanno compensato anche un leggero deterioramento delle altre partite del capitale circolante.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO