More stories

  • in

    La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2025

    Oggi parliamo di valutazioni e dell’andamento in borsa delle aziende vinicole quotate, con l’aggiornamento dei multipli di valutazione all’anno corrente (2025) e al prossimo e soprattutto (e purtroppo) con l’aggiornamento del campione delle aziende presenti che non consente di avere un confronto temporale coerente (esce Duckhorn, delistata, ed entra Andrew Peller, essendo riuscito a recuperare i dati prospettici).
    Passando ai dati, possiamo certamente dire che il 2024 è stato un anno negativo per l’andamento dei prezzi. Basta guardare il grafico per vedere che solo Italian Wine Brands, Concha y Toro e TWE hanno avuto un andamento positivo, in un anno in cui le borse mondiali sono mediamente cresciute del 18% circa. La seconda conclusione è che l’andamento negativo deriva non solo dalle minori attese sui profitti, visibile soprattutto nelle aziende della Champagne, ma anche da i multipli di valutazione sempre più sotto pressione. La terza conclusione che è ricorrente tutti gli anni è che le aziende “extra europee” sono grandi e fanno molti più soldi (leggi: margini di profitto), il che supporta delle valutazioni più elevate.
    PS. Constellation Brands ha ridotto le attese di profitto il 10 gennaio, subendo una significativa perdita in borsa (oltre il 10%)
    Bene, possiamo andare nei dettagli con la tabella riassuntiva e ulteriori grafici.

    L’andamento 2024 è stato mediamente negativo per le aziende quotate del settore, con le tre aziende della Champagne in calo del 16%, quelle internazionali mediamente del 7% e le europee a -4%. In positivo spicca il +26% di IWB, in negativo il -27% di Delegat (NZ).
    Passando ai multipli di mercato, diciamo che se li confrontate con quelli dell’anno scorso di questo periodo troverete una riduzione dei multipli delle aziende internazionali. TWE per esempio oggi a 17.5 volte gli utili dell’anno corrente, l’anno scorso era a 20x, con il multiplo dell’EBITDA passato da 12 a 11 volte), ma lo stesso vale per Concha y Toro (da 9 a 8 volte l’EBITDA) e Delegat (da 8 a 7 volte).
    Per le aziende della Champagne, tutte e tre insieme ora a 12 volte l’EBITDA contro 11 dell’anno scorso, quindi con una leggera rivalutazione.
    Venendo alle aziende più vicino a noi, IWB è certamente quella con l’evoluzione più importante, anche se resta su multipli piuttosto bassi di 6.5x sull’EBITDA e meno di 10 volte gli utili, mentre per Masi il discorso è diverso essendo l’azienda in una fase difficile con margini molto più bassi che in passato non pienamente “riflessi” nel valore di mercato che considera anche il marchio, il magazzino e il patrimonio fondiario. Ad ogni modo, mediamente le 4 aziende europee che guardiamo (Advini, SSW, Masi e IWB) sono rimaste circa stabili in termini valutativi rispetto allo scorso anno.
    Infine vi lascio con questo grafico interessante che vi mostra l’andamento dell’EV/EBITDA di 4 aziende (TWE, IWB, Concha y Toro e Delegats), in modo che possiate prendere coscienza della forte riduzione dei multipli degli ultimi anni.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco More

  • in

    Delegat Group – risultati 2024

    Delegat non è più la “lepre” delle aziende vinicole quotate. Dopo i dati scricchiolanti del 2022/23, nel 2023/24 (anno chiuso a giugno) l’azienda non è riuscita a far crescere le vendite e ha mancato gli obiettivi che aveva comunicato a inizio anno. Tuttavia, il management ha rimarcato che l’andamento dell’anno è stato molto soddisfacente se si considerano le mutate condizioni del mercato.
    Per venire ai numeri, le vendite sono rimaste stabili a 376 milioni di dollari neozelandesi mentre i dati di EBITDA e utile operativo normalizzati segnano un progresso del 6-7% sull’anno scorso, con l’utile netto stabile a 60 milioni e come dicevamo inferiore alla forchetta annunciata l’anno scorso. Oltre ai mancati obiettivi, anche le previsioni sono state delundenti: i volumi non sono previsti in leggerissimo calo poco sotto 3.6 milioni di casse e l’obiettivo triennale passa da 4.1 a 3.9 milioni di casse. Soprattutto, l’utile netto è previsto tra 55 e 60 milioni, dunque nel migliore dei casi allineato a quello del 2023-24, che a sua volta era stato stabile rispetto al 2022-23. Il risultato è un andamento borsistico molto negativo. Le azioni hanno perso il 30% da un anno a questa parte e valgono di questi tempi circa 600 milioni di dollari neozelandesi, cui si aggiungono 360 milioni di debiti (in crescita).
    Nel resto del post, tabelle, ulteriori grafici e un commento più dettagliato.

    Le vendite sono stabili a 376 milioni, con un calo del 2% dei volumi a 3.61 milioni di casse e un progresso del prezzo medio del 2% a 104 dollari per cassa. Dal punto di vista geografico, i volumi sono calati del 4% in Europa a 1.18 milioni di casse, dell’1% in Nord America a 1.72 milioni e sono invece cresciute del 2% in APAC a 706mila casse.
    Le previsioni di 3.9 milioni di casse al 2027 hanno “perso” il dettaglio per area anche se il Nord America è menzionato come il mercato di crescita primario per il gruppo.
    I margini sono in leggero recupero sull’anno scorso e questo consente una crescita del 6% dell’utile operativo a 103 milioni, aiutato anche dall’andamento favorevole dei cambi oltre che dal miglioramento del prezzo-mix che ha sostenuto il margine lordo (passato dal 43% al 46%). Il maggiore debito e i tassi di interessi in crescita hanno però determinato una crescita degli oneri finanziari, oltre a una maggiore tassazione e dunque l’utile netto è rimasto stabile a 60 milioni.
    Dal punto di vista finanziario, il debito sale da 319 a 360 milioni di dollari, dopo aver pagato investimenti per 70 milioni e dividendi per 20 milioni, con una generazione di cassa dichiarata dal gruppo in calo del 5% sull’anno scorso a 57 milioni di dollari.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco More

  • in

    La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2024

    Buongiorno. Il lavoro di oggi riguarda la valutazione delle aziende vinicole quotate, con I prezzi rilevati intorno al 15 gennaio e i multipli di mercato proiettati al 2024 e al 2025 secondo le stime degli analisti. Come sapete il 2023 è stato un anno eccellente per le borse mondiali, con crescite superiori al 20%. In questo contesto, se consideriamo il valore azionario cumulato del nostro campione (che è fatto dalle medesime aziende dell’anno scorso) troviamo un risultato nettamente meno positivo, circa +6%. Quindi la prima considerazione è che il settore del vino ha avuto un 2023 meno positivo che in altri settori (comprensibile, visto che i grandi temi del 2023 sono stati i tassi di interesse che hanno favorito le aziende del settore finanziario e la tecnologia, che ha supportato le “magnifice 7” americane). Nonostante questo, le valutazioni sembrano essere in leggera crescita. Le aziende della Champagne sono quotate a 2.9 volte le vendite, erano 2.7 lo scorso anno, le aziende internazionali stavano a 5.0 volte le vendite sono ora a 5.2 volte (ma senza Constellation Brands si scende da 4 a 3 volte), quelle europee (Schloss Wachenheim, Advini, IWB e Masi) stanno a 1.3 volte le vendite contro 1.2 volte lo scorso anno. Il 2024 è un anno molto più incerto: il crollo dell’inflazione farà calare i tassi di crescita (che per le aziende sono “nominali”), le valutazioni sembrano piuttosto elevate. Vedremo. Per ora se siete interessati nella tabella all’interno trovate altri grafici e la tabella con tutti i numeri.

    Il campione analizzato include le seguenti aziende quotate: Lanson BCC, Vranken Pommery e Laurent Perrier per lo Champagne; Constellation Brands, Treasury Wine Estates, Concha y Toro, Duckhorn, Vintage Wine Estates (senza multipli perchè quasi fallita) e Delegat per le aziende extraeuropee; Schloss Wachenheim, Advini, Italian Wine Brands e Masi per l’Europa. Se ne trovate altre fatemi sapere!
    Le aziende europee sono poco rappresentate e presentano multipli a forte sconto rispetto a quelle internazionali, anche a causa della loro dimensione contenuta (e quindi minore liquidità e interesse da parte degli investitori) e dei minori margini. Un’azienda focalizzata sul vino di qualità come Masi ha un margine del 9% atteso per il 2024, la Duckhorn in USA ha una margine del 29% (e un valore di mercato di 1 miliardo contro 150 milioni), il che vi fa rendere conto della differenza.
    Dunque il campione più rappresentativo è certamente quello americano. C’è dentro Constellation che ormai ha poco a che fare con il vino. Se facessimo un esercizio “escluso Constellation”, arriviamo a dei multipli di circa 3.2 volte le vendite per un margine operativo medio del 24%. Le 4 piccole europee in confronto stanno a 1.3 volte le vendite e hanno un margine del 7% quindi… è vero che le aziende europee sono valutate poco, è altrettanto vero guadagnano molto di meno…

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco More

  • in

    Delegat Group – risultati 2023

    Delegat’s ha vissuto un anno di crescita straordinaria nel 2023 (anno fiscale chiuso a giugno): le vendite sono cresciute del 15% con volumi saliti di quasi il 10% a 3.7 milioni di casse. Le previsioni sono rosee, con una vendemmia stabile e un piano di investimenti ambizioso: secondo le previsioni del management nel 2024 i volumi potrebbero crescere del 4%, fino ad arrivare a 4.1 miloni di casse nel 2026. Tale crescita non ha però determinato un corrispondente incremento dei profitti e, soprattutto, una generazione di cassa proporzionale. Il margine EBITDA, pur restando su livelli di assoluta eccellenza, scende al 34% e complice anche l’aumento del debito e dei tassi di interesse, di tutta la crescita delle vendite resta ben poco nell’utile netto… passato da 58 a 59 milioni, al di sotto dell’obiettivo scritto nel bilancio dell’anno scorso di raggiungere 60-64 milioni. L’acquisizione di una tenuta precedentemente affittata e l’incremento del magazzino hanno poi dato un ulteriore grattacapo agli investitori, con un debito salito da 250 a 320 milioni di dollari neozelandesi, da 2.2 a 2.7 volte l’EBITDA. Infine, le previsioni per il 2023 sono per un incremento dell’utile netto da 59 a 62-67 milioni (e già quest’anno hanno mancato l’obiettivo). Il risultato è che il valore delle azioni nel corso degli ultimi 12 mesi (a metà ottobre 2023) è calato del 25%, che significa un valore di mercato di circa 470 milioni di euro e un multiplo sul dato 2023 di 10x (EV/EBITDA) e 12x (EV/EBIT). Passiamo a un breve commento dei dati.

    Le vendite di 376 milioni di dollari balzano del 15% a fronte di un incremento dei volumi del 9% e un valore medio per cassa passato da 97 a 102 dollari, +6%. Le vendite in volume sono stabili nell’area Asia-Pacifico (0.7 milioni di casse), crescono dell’8% in Nord America (1.7 milioni di casse) e del 17% in Europa (1.2 milioni di casse).
    Le proiezioni per il 2024 sono di salire a 3.85 milioni di casse e di generare un utile netto tra 62 e 67 milioni di dollari, contro i 59 del 2023. Vedremo…
    Il margine EBITDA aggiustato scende dal 36.5% al 34%. Di questi 250punti di perdita, 120 punti vengono dal margine industriale, 40 da maggiori spese di marketing e la rimanente parte dai costi generali.
    A livello finanziario il debito purtroppo sale in modo importante a 320 milioni di euro. Di questo incremento di 70 milioni di euro, 25 sono dovuti al peggioramento del capitale circolante, 66 se ne sono andati in investimenti, tra cui l’acquisizione di una tenuta precedentemente in affitto e 20 milioni sono andati agli azionisti come dividendi (uguale all’anno scorso). 66+25+20=110 contro 70: ciò significa una generazione di cassa dalle operazioni di 40 milioni.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco More

  • in

    La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2020

    Due cose succedono nel nostro post annuale sulla valutazione delle aziende vinicole. Primo, non abbiamo più i multipli di Baron de Ley perchè ormai il proprietario si è comprato tutte le azioni sul mercato e quindi non ci sono più analisti che hanno interesse a elaborare delle stime. Al suo posto inseriamo Andrew Peller, il produttore di vino canadese quotato. Il post resta comunque difficile da scrivere e da interpretare per il momento particolarmente incerto. Secondo, il mitico “EV/EBITDA”, parametro di riferimento delle valutazioni aziendali in quanto un buon indicatore della generazione di cassa aziendale è defunto, causa introduzione dello scellerato principio contabile IFRS16. Resta il multiplo del valore d’impresa sull’utile operativo.
    I valori borsistici delle aziende vinicole sono calati mediamente del 7%, con cali più pronunciati per le aziende della Champagne e di quelle legate alla Cina, Treasury Wine Estates in particolare. In Italia ha perso terreno Masi, mentre è cresciuto di oltre il 60% il valore di IWB, che dalla crisi COVID ha tratto forti benefici grazie alla sua esposizione alla grande distribuzione e alla vendita diretta. Bene, nel post trovate la tabella aggiornata con i multipli degli utili (Prezzo/Utili) e (Valore d’impresa su utile operativo), oltre al multiplo sulle vendite (valore d’impresa sulle vendite). Passiamo a commentare qualche numero.

    Le tre grandi aziende vinicole storiche hanno attualmente un multiplo degli utili di 18.5 volte sul 2021, più basso del 21x del 2020 a causa della forte svalutazione di Concha y Toro, che oggi vale 1 miliardo di euro contro 1.2 miliardi dell’anno scorso ma ha degli utili molto superiori. TWE ha subito un forte calo (da 7.9 a 4.6 miliardi di euro) che però è simile al calo degli utili attesi e quindi continua a trattare intorno a 24 volte gli utili. Constellation Brands ha guadagnato qualcosa, ma ormai ha poco a che fare con il mondo del vino.
    Le aziende della Champagne hanno subito un calo di valore del 20% in media, soprattutto le due meno “qualitative” (Vranken Pommery e Lanson BCC). I multipli sono “impazziti” (28 volte gli utili contro 16 dell’anno scorso, 45 volte l’utile operativo contro 25, 3 volte le vendite contro 2.9) per via del forte calo degli utili attesi 2021 rispetto a quello che ci attendevamo (pre-COVID) nel 2020.
    Tra le piccole aziende bisogna sottolineare il forte incremento di valore di Italian Wine Brands, che combina risultati (e attese) eccellenti con una espansione dei multipli. Il suo valore di mercato è cresciuto del 64% e ora vale 140 milioni di euro, con un multiplo degli utili di 13 volte (era 9.5x nel 2020), 1 volta le vendite (0.8 nel 2020) e 10 volte l’utile operativo (8x). Sono molto buoni anche i dati di Delegat, che ormai vale 870 milioni di euro (+20%) e viaggia a 21 volte gli utili, un po’ meno dei 23 dello scorso anno. Scende il valore di Masi, ma non tanto quanto i suoi utili, il che si traduce in una espansione dei multipli: il valore di questa impresa è anche ancorato al valore delle terre e dei vini in invecchiamento che altre aziende non possono vantare.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco More

  • in

    Delegat Group – risultati 2020

    Dopo anni di forti investimenti, il business di Delegat è decollato e anche nel 2020 (dati a fine giugno) ha fornito risultati stupefacenti: è diventato il primo esportatore di vino della Nuova Zelanda con 3.3 milioni di casse e un buon bilanciamento geografico, ha realizzato 60 milioni di dollari neozelandesi di utile netto, battendo del […] More

  • in

    La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2019

    Le politiche monetarie espansive adottate sia dagli europei che dagli americani hanno continuato a dare fiato alle valutazioni borsistiche mondiali e di conseguenza anche alla valutazione delle aziende vinicole quotate. Dopo una leggera “svalutazione” osservata lo scorso anno, quasi tutte le aziende mostrano dei multipli di valutazione applicati all’anno corrente (2020) superiore a quelle osservate […] More

  • in

    Delegat Group – risultati 2019

    Delegat’s archivia un altro anno di grande spessore con tutti gli indicatori che si muovono nella giusta direzione: nell’anno fiscale chiuso a giugno 2019 i volumi crescono del 10%, i margini sono in leggero miglioramento, gli investimenti sono calati leggermente lasciando spazio a un miglioramento del debito e della leva finanziaria, il ritorno sul capitale […] More