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Vino chiama, Jazz risponde

Il vino spesso potrebbe risultare “sofisticato”, destinato a una nicchia di settore, ma ha origine dalla terra, nato in mezzo al popolo, lo stesso che in una diversa epoca e contesto ha dato inizio al jazz.

Dapprima il canto accompagnava il lavoro poi divenne preghiera e in seguito pretesto per ballare e mettere a nudo il proprio animo.

Il vino e il jazz sono in sintonia, due mondi che parlano una lingua senza geografie, quella del suono e del gusto. 

La ricerca di una bottiglia d’annata è come quella di un vecchio vinile: un disco originale di Miles Davis può dare lo stesso piacere di una bottiglia numerata. Si assaporano allo stesso modo, quasi religioso, con una “degustazione” attenta a cogliere sfumature ed emozioni. 

Il jazzista prova un amore sconfinato nei confronti dell’imprevisto ovvero ricercare qualcosa che possa sorprendere. Un prodotto che ha il fascino d’essere ricco ma allo stesso modo semplice, capace di coinvolgere tutti i cinque sensi, è quello come il vino e il jazz, che si è pronti a godere solo se si è disposti a conoscere.

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