Sono state 3.293.388 le bottiglie prodotte a marchio Etna DOC nel primo semestre del 2022, pari a un imbottigliato di 24.700 ettolitri, con un incremento del 30% rispetto allo stesso periodo di riferimento nel 2021, quando i dati della prima parte del 2021 certificavano una produzione di 2.516.704 di bottiglie, equivalente a 18.875 ettolitri.
Sono questi i numeri che emergono dall’analisi del Consorzio Tutela Vini Etna DOC, nel suo ormai consueto punto della situazione di metà anno, che mettono in evidenza la costante crescita di atten- zione dei consumatori verso questi vini così unici e particolari. “I dati attestano l’ottimo stato di salute della denominazione –commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC- e superano quanto di buono avevamo già fatto l’anno scorso, quando avevamo raggiunte le stesse performance del 2019, lasciandoci definitivamente alle spalle le difficoltà del periodo più duro della pandemia”.
Scendendo nel dettaglio delle singole tipologie, spicca il balzo dell’Etna Bianco DOC(+37%) a conferma del grande favore che il Carricante, varietà autoctona che ha trovato nel versante est la sua culla di elezione, sta incontrando grazie alle sue doti di freschezza e ricchezza olfattiva. Bene anche l’Etna Rosato DOC(+50,3%), interpretato dal nerello mascalese con grande personalità, che certi- fica la costante crescita di una tipologia cha si sta ritagliando un ruolo sempre più da protagonista nelle preferenze dei consumatori. La tipologia più imbottigliata, invece, si conferma come sempre l’Etna Rosso DOC, che nei primi sei mesi del 2022 ha raggiunto quasi 1,5 milioni di bottiglie fa- cendo segnare una crescita del 27% rispetto al 2021. “Da non sottovalutare la tipologia Spumante – continua Francesco Cambria – che ora prevede la presenza del Nerello Mascalese almeno per l’80% e che, sebbene sia ancora una nicchia, ha margini di crescita davvero interessanti e dai quali ci aspettiamo molto nella seconda metà dell’anno”.
Vendemmia 2022: ci sono tutte le premesse per un’annata di ottima qualità.
Nonostante sia ancora presto per fare delle previsioni vendemmiali sull’annata 2022, si possono fare delle considerazioni sul fronte della sanità delle uve. Essere viticoltori sull’Etna costringe i produttori ad avere poche certezze e a fare i conti con l’imprevedibilità del meteo. “Pensiamo di poter affermare con ragionevole certezza – spiega Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio Tutela Etna DOC che ci siano tutte le premesse per un’annata di ottima qualità”. L’inverno, sostanzialmente mite, ha lasciato spazio a una primavera priva di gelate tardive, come invece si verificò nel 2021. “A maggio e giugno le piogge hanno consentito di mitigare gli effetti della siccità – prosegue Maurizio Lunetta
–. Per ora le temperature estive, sebbene con ondate di calore sempre più frequenti, hanno valori che non hanno danneggiato lo sviluppo vegetativo della vite. Naturalmente, come sempre, saranno poi gli ultimi mesi di settembre e ottobre a fare la differenza”.
La Doc e il Consorzio
La Denominazione di Origine Controllata dei vini Etna nasce nel 1968, come la prima fondata in Sicilia e tra le prime create in Italia.
Nel 1994 viene istituito il Consorzio di Tutela Etna DOC che per la sua rappresentatività, con il decreto ministeriale del 18 febbraio 2018, ottiene il riconoscimento Erga Omnes. Il Consorzio svolge le funzioni di tutela e valorizzazione del brand Etna Doc, del territorio e delle sue produzioni e vigila sul rispetto delle norme previste dal disciplinare di produzione a garanzia dei consumatori e dei produttori. Inoltre promuove la crescita di visibilità e reputazione del marchio e dei vini in Italia e all’estero attraverso la partecipazione alle principali fiere di settore e l’organizzazione di eventi autoprodotti. Il Consorzio di Tutela Etna DOC con la sua governance partecipa attivamente ai temi di interesse vitivinicolo, favorisce le relazioni tra i produttori e i mercati e lo sviluppo della cultura legata al mondo del vino tra i consumatori.