Dopo il boom del 2020/21, i dati 2021/22 (chiusura Maggio) di Cavit mostrano un consolidamento delle vendite (-2%) e un calo degli acquisti di uve dai soci del 13% in euro (da qualche hanno il bilancio esprime questo dato in valore e non in volume). Si tratta comunque di un esercizio particolarmente positivo se confrontato con i dati pre-pandemia: in cumulato, Cavit ha vendite del 40% superiori e ha retrocesso ai soci il 15% in più del 2018-19. La posizione finanziaria resta molto solida, con 40 milioni di cassa netta, per un patrimonio netto (incluse le minoranze) di 110 milioni di euro. Le prospettive per il 2022-23 espresse nel bilancio sono molto prudenti: peggioramento della propensione al consumo, maggiori costi difficili da ribaltare sui prezzi, volumi in calo. Passiamo a una breve analisi dei dati.
- Il fatturato scende a 265 miloni di euro, -2%, con un calo netto delle vendite italiane a 64 milioni, -7% dopo il boom dell’anno precedente (48%) ma anche di quello prima (+17%) e un fatturato estero sostanzialmente stabile intorno.
- Dalla relazione di bilancio impariamo (per la prima volta) che il fatturato di Cavit è di 204 milioni di euro, quello di Casa Girelli 27 milioni, mentre quello di Kessler Sekt è pari a circa 20 milioni di euro.
- La struttura del bilancio non cambia, con circa il 9% di valore aggiunto sul fatturato e un piccolo utile (5 milioni) che riflette essenzialmente la presenza di alcune aziende non cooperative nel periodo.
- I soci sono stati remunerati con acquisti per 112 milioni di euro, contro 129 dello scorso anno e 95-100 milioni dei periodi precedenti e pre-crisi. É dunque abbastanza chiaro che una parte dell’incremento del fatturato è stato assorbito da acquisti esterni.
- La struttura finanziaria resta molto solida, con una cassa netta di 39.6 milioni di euro, in crescita rispetto ai 38.3 dello scorso anno.
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