I russi amano il vino italiano. La produzione del Belpaese è sbarcata in pompa magna nelle tavole dei moscoviti e vi regna, ormai da anni, incontrastata. L’Italia è il Paese che esporta più vino in Russia e le vendite sono in costante aumento. Percentuali più che positive, con un incremento del 14 per cento solo nell’ultimo anno. Nel 2018 il valore delle esportazioni verso la Russia è stato calcolato in 262 milioni di euro. Siddùra si è inserita nel solco tracciato dalla produzione enologica italiana e ha deciso di puntare sul mercato russo. La sfida è già stata lanciata e sono state individuate le chiavi con cui entrare dalla porta principale: il packaging, la comunicazione e la qualità del prodotto. I tre pilastri della vendita di un vino all’estero.
La Russia. Nel mercato russo, a partire dal 2017, si sono create le condizioni ideali per spingere le vendite dei vini italiani. “Si tratta di un mercato molto interessante – spiega Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra – dal momento che i russi apprezzano sempre di più l’Italia e i suoi prodotti. Già da diversi anni hanno scoperto la Sardegna, il suo ambiente integro e la qualità dei suoi vini. I russi ritrovano la loro identità, di un popolo forte e deciso, nei vini prodotti in Sardegna”. “Finalmente i vini di qualità stanno penetrando nel mercato russo, soprattutto nelle zone di Mosca e San Pietroburgo – conferma Marco Montali, delegato alle attività dell’export per Siddùra –. Va poi sottolineato come le cantine italiane abbiano agito molto bene in termini di marketing e abbiano saputo affascinare e conquistare i consumatori russi, da sempre sensibili al Made in Italy. Siddùra si sta inserendo nel modo giusto, nei prossimi anni dovremo lavorare per consolidare il brand”.
Cina e Giappone. Per quanto riguarda l’Estremo Oriente, Siddùra nel 2018 ha iniziato il suo viaggio verso est grazie alla partnership con un forte importare specializzato nel mercato giapponese. L’accordo è ormai operativo e andrà consolidato, ma le ambizioni commerciali della cantina di Luogosanto non si fermano a Tokyo e dintorni: ci sono almeno altri due snodi fondamentali su cui lavorare, ovvero Hong Kong e Singapore.
“Siddùra è una realtà che si sta rafforzando velocemente anche fuori dall’Europa – sottolinea Marco Montali -. Infatti, siamo già attivi in America del Nord e, da alcuni mesi, in Giappone. L’obiettivo da raggiungere entro quest’anno è consolidare il mercato nipponico ed entrare in luoghi dove esiste da tempo una importante cultura del vino, come Hong Kong e Singapore. Anche la Corea del Sud, con la giusta strategia, può essere molto interessante: la richiesta di vino di qualità non manca”. E poi c’è la Cina. Il Gigante che tutti vogliono affascinare e conquistare. Siddùra non è da meno. “Il mercato cinese – precisa Massimo Ruggero – è influenzato soprattutto dalla notorietà del brand, l’Italia sta facendo passi avanti, ma i vini sardi sono ancora tutti da scoprire. L’obiettivo della Sardegna è rappresentare il Made in Italy e successivamente svelare la propria identità, rendendo riconoscibile il vino sardo nel mondo”.