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    Le Zalte di Sincette: torna il vino che ha fatto la storia della Valtènesi

    Sincette presenta sul mercato l’annata 2018 del vino Le Zalte, un taglio bordolese di cabernet sauvignon, cabernet franc e merlot, che esprime in maniera finalmente compiuta i valori fondanti dell’approccio biodinamico dell’azienda. Un percorso iniziato ormai 25 anni fa, nel lontano 1997, in compagnia del consulente Jacques Mell, un pioniere del biodinamico in Francia, e […] LEGGI TUTTO

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    Il vino perfetto

    …è un ideale. Necessario.Ci sono libri che non dovrebbero mancare nella biblioteca – o sull’e-reader – di ogni appassionato di vino degno di questo nome, ovvero curioso, disposto a sperimentare, ad approfondire, aperto a nuove nozioni e nuove esperienze sensoriali. Uno di questi è “Il vino perfetto” di Jamie Goode, un nome che per i wine lover di tutto il mondo non ha bisogno di presentazioni. Dei molti wine critics in circolazione, Goode è uno dei pochi nei quali la curiosità scientifica prevale spesso e volentieri su altri approcci. Non a caso ha scritto altri libri come “Wine Science” – altro tomo che raccomando a chi condivide il suo pallino per la scienza – “I Tasted Red: The Science of Tasting Wine” e altri ancora. Come scrive il prof. Maurizio Ugliano, già membro dell’Australian Wine Research Institute (AWRI) e attualmente docente di Enologia al corso di laurea Viticoltura ed Enologia dell’Università di Verona, “Di Jamie mi colpirono la curiosità verso la chimica e la biochimica della vinificazione, e l’interesse per la ricerca accademica in ambito enologico, cose rare nella galassia dei comunicatori e divulgatori del vino” *. “Il Vino Perfetto” (titolo originale: “Flawless”) (Ampelos Editore), è un lavoro scientifico con un taglio filosofico. Una lettura non sempre facile per i non addetti ai lavori, e probabilmente poco pop per il rigoroso linguaggio scientifico adottato (ma se le sfumature di fumo e speziato in chimica si chiamano 4-etilguaiacolo, o se i sentori fruttati di pesce mela si chiamano etil 2-metil butirrato non è colpa di Jamie. O di noi wine critics). Il tema che affronta però è di grande interesse per tutti, enologi, produttori, consumatori:  parla infatti dei difetti del vino. Cosa determina la difettosità di un vino? Siamo sicuri che un vino perfetto – cioè assolutamente privo del benché minimo difetto – ci piacerebbe? Il brett, besta nera di enologi e produttori – e di molti consumatori – è sempre il male assoluto? Cos’è, come si sviluppa, e perchè alcuni vini ne sono più afflitti di altri? Si può evitare? E come? “Il brett è un argomento molto interessante – dice Goode – Per quanto si tratti di un difetti, è un elemento accettato in alcuni grandi vini, in particolare in quelli invecchiati. E’ un eccellente esempio del perchè si dovrebbero studiare i difetti del vino con una prospettiva più sfumata, piuttosto che con un atteggiamento binario “difetto o non difetto”. In ogni caso, il brett è qui per restare e gli enologi hanno bisogno di controllarlo”. L’elenco dei difetti del vino è lungo: ossidazione, riduzione, composti solforati, le molte contaminazioni possibili, acidità volatile, “gusto di luce”, geosmina, e altri ancora.Ogni aspetto viene esaminato nel profondo, discusso anche con esperti (nel libro non mancano le interviste a enologi, ricercatori e produttori). L’impressione è che più si sviscera l’argomento, più certe granitiche certezze personali (“buono/non buono”) iniziano a vacillare. Le conclusioni che si possono trarre dalla lettura – e consultazione frequente – di un libro come questo è che fare il vino è un mestiere maledettamente difficile, zeppo di trappole e insidie, e che il vino stesso è un prodotto terribilmente complesso e mutevole. Imparare a conoscere ciò che può affliggerlo – o esaltare – . significa anche scoprire qualcosa in più di noi stessi, di ciò che ci attira o ci respinge. Perchè la degustazione è sempre un’esperienza personale, lo sforzo di ciascuno di noi di oggettivare il soggettivo.O , se preferite, un gioco di (precari) equilibri.*Personalmente condivido gli stessi interessi di J.Goode, per questo seguo sempre con interesse anche il suo online wine magazine. LEGGI TUTTO

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    Il Sagrantino omaggia Dante

    Tra i tanti primati dell’Umbria ce n’è uno di rilevanza mondiale che forse non tutti conoscono: l’11 aprile del 1472, infatti, viene stampata a Foligno, antica città in provincia di Perugia, l’editio princeps della Divina Commedia di Dante Alighieri. Nel 1472 Foligno era una città dove si produceva carta e questa produzione ha resistito fino […] LEGGI TUTTO

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    Aqua di Venus Looking for Talent

    A poche settimane dalla presentazione della nuova etichetta della linea Aqua di Venus, dedicata all’eleganza e alla femminilità, Ruffino, azienda vitivinicola con oltre 140 anni di storia, presenta Aqua di Venus Looking for Talent: iniziativa dedicata alla ricerca di talenti nel mondo della fotografia. Aqua di Venus Rosé e Aqua di Venus Bianco sono una […] LEGGI TUTTO

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    Ornellaia Bianco 2018: l’altro volto di Ornellaia in uscita con la nuova annata

    Al pronunciare Ornellaia si accendono nella mente immagini di sfumature color rubino e consistenze setose, ma c’è un altro volto, una preziosa gemma a tiratura limitata che fa da alter ego all’omonimo vino toscano: Ornellaia Bianco, quest’anno sul mercato con l’annata 2018. Cuvée intrigante e bilanciata dal color giallo paglierino intenso, interpreta lo spirito della tenuta […] LEGGI TUTTO

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    Il Primitivo di Manduria vale 182 milioni di euro

    Oltre 28 milioni di bottiglie che corrispondono a più di 21 milioni di litri per un giro d’affari di oltre 182 milioni di euro. Sono questi i numeri 2020 di una delle denominazioni più importanti d’Italia: il Primitivo di Manduria dop. Un aumento di circa il 26% rispetto al 2019. In particolare, il Primitivo di Manduria doc rappresenta […] LEGGI TUTTO