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    Cembra Cantina di Montagna: Ororosso, l’essenza delle bollicine di montagna

    Dall’abbraccio tra le viti e il terreno porfirico della Val di Cembra nasce Ororosso, la bollicina Metodo Classico Trentodoc di Cembra Cantina di Montagna. Un omaggio al territorio e un nome che celebra il porfido, l’ororosso dei valligiani, che per circa un secolo ha trainato l’economia locale. La missione di Cembra Cantina di Montagna nel perseguire e mantenere intatta l’integrità ed autenticità del territorio si concretizza in tre Trentodoc d’altura: Ororosso Brut, Ororosso Rosè, Ororosso Dosaggio Zero.
    La Val di Cembra nasce dall’impetuoso incontro tra acqua e fuoco. Il porfido, antica roccia effusiva di origine vulcanica risalente al periodo permiano tra i 260 e i 280 milioni di anni, è il cuore pulsante dell’identità della valle. Nel corso dei millenni il fiume Avisio e lo scioglimento dei ghiacciai hanno inciso e plasmato i ripidi versanti all’interno del substrato porfirico dando origine alla Val di Cembra, una valle fluvio-glaciale addirittura più antica delle Dolomiti.
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    Dalla terra al calice: eleganza, verticalità e sapidità
    La passione e l’esperienza dei viticoltori nella coltivazione delle uve Chardonnay di montagna trovano la loro massima espressione in questo Trentodoc eroico. I vigneti destinati alla produzione di Ororosso crescono a 600 m s.l.m. e godono di una favorevole esposizione solare e dell’Ora del Garda che soffia dolcemente sui declini vitati, favorendo la crescita delle uve e garantendo un’escursione termica ottimale per un’acidità bilanciata. I terreni di origine porfirica sono leggeri e sabbiosi, poco profondi e poveri di carbonati. Il porfido forgia vigneti dalle caratteristiche inimitabili e conferisce ai vini una straordinaria freschezza, mineralità e persistenza, nonché grande eleganza. Ororosso è uno Spumante Metodo Classico vibrante ed eclettico, di un’elegante linearità: qualità che vanno di pari passo con i trend della cucina contemporanea, sempre più sincera e dai gusti definiti.
    Antichi saperi tramandati: la pressatura con il Marmonier
    La pressatura delle uve avviene con un torchio verticale Marmonier che permette una pigiatura soffice e controllata delle uve a seconda della robustezza della buccia e ne evita la loro frantumazione. La resa ottenuta dalla pressatura con il Marmonier è in mosto fiore limpido e di altissima qualità, pari al 55%. Questa rara e delicata tecnica di pressatura che tende verso la massima qualità richiede un tempo di lavorazione di 3 o 4 ore per 30 quintali di uva, la capacità massima del torchio. L’impiego di questo antico ed affascinante strumento assicura che tutte le preziose qualità organolettiche delle uve rimangano intatte. Il torchio verticale Marmonier è uno dei più prestigiosi e utilizzati in Champagne.
    Le bollicine per le festività: viaggio tra i profumi e i sapori delle vette trentine
    Lo Spumante Metodo Classico Ororosso incarna con fierezza il suo territorio di origine e si declina in tre testimoni autentici della Val di Cembra: Ororosso Brut e Ororosso Dosaggio Zero, entrambi Blanc de Blancs e quindi Chardonnay in purezza, e Ororosso Rosè, Blanc de Noirs creato con uve Chardonnay e Pinot Nero. Dopo il tiraggio a inizio estate avviene la presa di spuma che dura dai 30 mesi (Ororosso Brut), ai 48 (Ororosso Rosè) fino ai 60 mesi (Dosaggio Zero): in questa delicata fase di autolisi, le bollicine hanno tempo per sviluppare un perlage fine e crescere in complessità. Infine, si procede con il remuage e la sboccatura, dove viene aggiunto il liqueur d’expedition firmato Cembra Cantina di Montagna e i vini godono di un ultimo riposo in bottiglia. Le tre bollicine sono eclettiche e sostenute da una piacevole freschezza che dona verticalità al sorso.
    A suggello dell’amore per il territorio
    La Val di Cembra è un mosaico di vigneti, boschi e paesi che si alternano e disegnano un paesaggio pittoresco. I caratteristici vigneti terrazzati, frutto del faticoso lavoro in vigneto, sono stati nominati “Paesaggio rurale storico d’Italia” dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, confermando la straordinaria bellezza di questa valle trentina. Consapevole del patrimonio naturale circostante, la cantina ha intrapreso numerose azioni collettive per salvaguardare l’ambiente e migliorare la sostenibilità della produzione vinicola e oggi i vini di Cembra Cantina di Montagna sono il frutto e la più autentica espressione dell’armonia che esiste tra i viticoltori che lo producono e la natura.
    Cembra Cantina di MontagnaCantina di La Vis e Valle di Cembra scaViale IV Novembre, 72 38034 – Cembra Lisignago (TN)info@cembracantinadimontagna.comwww.cembracantinadimontagna.it LEGGI TUTTO

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    Nùali, un passito da Decanter

    Nùali, il passito di Siddùra, è stato scelto dal magazine Decanter tra i migliori vini del 2020. Un riconoscimento davvero prestigioso per il vino dolce della cantina di Luogosanto: il Decanter Magazine è tra le tre riviste più autorevoli, conosciute e affermate al mondo per quanto riguarda il settore vitivinicolo. Il risultato raggiunto da Nùali viene determinato da una selezione della selezione: il Decanter, infatti, ogni anno propone ai consumatori i vini che hanno ottenuto punteggi molto elevati. Tra questi, c’è una ulteriore scrematura e i contributor del magazine scelgono i prodotti ritenuti i più interessanti in assoluto dell’anno. Per il 2020, il passito Nùali figura tra questi.
    Nell’inserto del Decanter. Inoltre, c’è una grande sorpresa: nel prossimo numero della rivista – che avrà, come sempre, diffusione planetaria – ci sarà un inserto dedicato ai migliori vini italiani e, tra questi, ci sarà anche il passito Nùali: una vetrina di assoluto rilievo per la produzione gallurese. Una visibilità di questo livello comporterà una occasione commerciale da sfruttare. Secondo Massimo Ruggero, direttore dell’azienda gallurese “un riconoscimento di questo tipo attira l’attenzione del consumatore, perché proviene da fonti autorevoli che degustano decine di migliaia di vini. Il Decanter rappresenta sempre un passaporto internazionale. L’autorevolezza dei maestri del vino, autori delle recensioni, è riconosciuta a livello nazionale e ancora di più a livello internazionale”.
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    Un anno di vittorie. È davvero un autunno dorato per il vino di Siddùra: Nùali, infatti, qualche giorno fa ha ottenuto anche il massimo riconoscimento dall’Associazione Italiana Sommelier. Nella guida ufficiale dell’Ais, al passito gallurese sono state assegnate 4 Viti. Appunto, il punteggio massimo. E non è finita: sempre Nùali ha anche brillato al concorso internazionale Muscats du monde, meritandosi una medaglio d’oro.
    Un riconoscimento alla produzione sarda. “L’obiettivo di Siddùra è sempre stato quello di conquistare il cuore del consumatore attraverso l’emozione – spiega Massimo Ruggero – i riconoscimenti ottenuti e l’indicazione di Nùali come “vino dell’anno” sono da sprone al perseguimento dell’obiettivo finale: fare in modo che un vino sia sempre di qualità e che quella qualità sia in grado di generare sensazioni uniche in chi la degusta. La Sardegna, come ha recentemente sostenuto anche Riccardo Cotarella, presidente nazionale di Assoenologi, sta dimostrando sempre più la sua capacità di produrre vini di altissima qualità. In questo senso, il riconoscimento conquistato a livello mondiale, premiando la cantina Siddùra, premia l’intera Sardegna”.
    I segreti di Nùali. Conclude Ruggero: “Questo vino rappresenta un nuovo stile e una visione diversa: non era facile né scontato produrre un passito di moscato. Abbiamo ricercato il sapore della tradizione ma puntato al gusto del nuovo millennio dando vita ad un vino piacevolmente fruttato, intenso, morbido e persistente. Un vino dolce, ma con la grande caratteristica dell’acidità minerale che ripulisce la bocca e crea un piacevole contrasto”. LEGGI TUTTO

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    È nata Sommelier Wine Box

    Si beve meno ma di più nelle occasioni speciali, conviviali, intime, in cui il vino assume il ruolo di accompagnare e impreziosire l’esperienza dei commensali, secondo il report Istat del 2019, con un aumento del consumo fuori pasto rispetto al 2009. Sono per lo più tra i 25 e i 44 anni e con un titolo di laurea o superiore i consumatori di vino in Italia, ma quanti davvero conoscono il vino e ne sanno apprezzare le caratteristiche?
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    Vino e grande distribuzione: la tavola rotonda a Wine2Wine

    “Vino e Grande distribuzione di fronte al cambiamento”, questo il titolo della 16° edizione della tavola rotonda tematica organizzata da Veronafiere. Originariamente programmata in aprile a Vinitaly 2020, si terrà lunedì 23 novembre, dalle ore 11,00 alle 12,30, on line nell’ambito della manifestazione Wine2Wine Exhibition (www.vinitaly.com/it/wine2wineexhibition/).
    Verrà presentata la ricerca elaborata da IRI per Vinitaly che analizza l’andamento delle vendite del vino italiano nel canale della Grande distribuzione (Gdo) nei primi 10 mesi del 2020, con tendenze discontinue tra primavera, estate e autunno, causate dall’intensità variabile della pandemia Covid. Favorite anche dalla chiusura, totale o parziale, di ristoranti, bar e affini (il canale HoReCa), le vendite del vino sono complessivamente aumentate nella Gdo del 6,5% a volume.
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    Saranno esaminati l’andamento dei vari formati, dei vini a denominazione d’origine, degli spumanti e del prosecco in particolare, del vino a marchio del distributore (MDD), del vino biologico ed altro ancora. Il dibattito che seguirà la presentazione della ricerca cercherà di individuare le tendenze d’acquisto dei consumatori, di prefigurare lo scenario del 2021 e le possibili sinergie tra cantine e insegne della Grande Distribuzione.
    “Insieme alla presentazione delle ricerche di mercato del nostro Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor, abbiamo fortemente voluto inserire la tavola rotonda sul vino nella Grande distribuzione – ha dichiarato Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere – Una iniziativa che completa il quadro del mercato per la community del vino che si riunirà in questa edizione speciale di Wine2Wine digital, relativamente a un canale che in questo anno contrassegnato dalla pandemia globale ha ampliato il suo assortimento, anche nel comparto dei vini a denominazione d’origine”.
    La tavola rotonda sarà aperta dalla presentazione della ricerca da Virgilio Romano, Business Insight Director di IRI e seguita dagli interventi dei discussant, con la conduzione di Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch:
    Federvini, Mirko Baggio (Responsabile vendite canale Gdo Italia di Villa Sandi)
    Unione Italiana Vini, Enrico Gobino (Marketing Director del Gruppo Mondodelvino Spa)
    Carrefour, Gianmaria Polti, Responsabile Beverage
    Conad, Alessandra Corsi, Direttore marketing dell’offerta e MDD
    Coop Italia, Francesco Scarcelli, Responsabile Vini, Birre, Bevande Alcoliche
    Gruppo Selex, Fabio Sordi, Direttore commerciale
     La tavola rotonda è gratuita e aperta a tutti.
    Per collegarsi sarà sufficiente collegarsi al link seguente: https://bit.ly/2IPkRGc
    (E’ necessario registrarsi almeno 24 ore prima dell’inizio della tavola rotonda. Anche se il link è formulato per buyer vino, in realtà può registrarsi chiunque: giornalisti, esperti, persone interessate. Inserire nel modulo di iscrizione la parola ALTRO se non si è buyer. Quando viene chiesta la partita Iva è sufficiente inserire quella della propria testata, azienda, ente di appartenenza, o una P.Iva a piacere. Per ogni dubbio siamo a vostra disposizione). LEGGI TUTTO

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    Barolo Chinato, il vino che unisce la cura del corpo e quella dell’anima

    Il vino è cantato fin dall’antichità come uno dei mezzi per curare le ferite del corpo e dell’anima, se però per i prodotti più conosciuti questo è puramente teorico – pensiamo all’espressione “il vino fa buon sangue” – per il Barolo Chinato ci sono prove storiche e scientifiche delle sue virtù terapeutiche.
    Cenni storici sull’origine del Barolo Chinato
    A livello storico dovremmo partire dall’uso egizio di miscelare il vino con erbe curative.
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    Nasce il Prosecco Rosé DOC di Bacio della Luna

    Roberta Deflorian, direttore commerciale e marketing della cantina Bacio della Luna
    “La Doc Prosecco Rosé era molto attesa dai mercati, interno e internazionale. Ne abbiamo avuto prova tangibile con grande anticipo rispetto alla presentazione del prodotto. La maggior parte della nostra produzione di Bacio della Luna Prosecco DOC Rosé Extra Dry Millesimato 2019, infatti, era già stata prenotata ancora prima che fosse pronta per la commercializzazione. Questo è motivo di grande orgoglio per la nostra cantina. Un messaggio che parla di fiducia da parte del mercato e che conferma la credibilità del nostro brand. In questa congiuntura molto complessa, dove i comparti del turismo e dell’Horeca sono in grande sofferenza per le restrizioni di cui sappiamo, vogliamo guardare comunque al presente con prudente ottimismo, auspicando che questo secondo blocco non pregiudichi la fatica e l’impegno che tutto il sistema ha messo in campo da maggio ad oggi, per recuperare le perdite subite durante il primo lockdown e rilanciare il comparto. Inoltre, per venire incontro ai consumatori e sopperire alle attuali restrizioni, abbiamo lanciato l’e-commerce Vineria43.it, la “bottega online” di vini e birre artigianali nata dalla partnership di 10 cantine e 2 birrifici”.
    Con queste parole Roberta Deflorian, direttore commerciale e marketing della cantina Bacio della Luna di Vidor (TV), annuncia il lancio del nuovo Bacio della Luna Prosecco DOC Rosé Extra Dry Millesimato 2019 che va a completare la gamma dei prosecchi Bacio della Luna DOC e DOCG.
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    “L’iter di autorizzazione alla vendita della variante Rosé – spiega Deflorian – è iniziato mesi fa, ma la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea è arrivata solo lo scorso 28 ottobre. Ora, grazie al via libera dell’Unione Europea, abbiamo potuto far partire l’export e le vendite interne”. 

    La modifica del disciplinare prevede che il Rosé possa essere solo millesimato, ovvero prodotto da una singola annata, in questo caso il 2019. La composizione deve rispettare una quota minima dell’85% di Glera in purezza, vitigno autoctono delle colline venete, e per il restante 15% da Pinot nero veneto, vitigno che si presta bene alla vinificazione in bollicina. Infine, la rifermentazione, che avviene in autoclave secondo il metodo Charmat, deve rispettare una durata minima di 60 giorni, dopo i quali si può procedere all’imbottigliamento.
    “Il nostro Bacio della Luna Prosecco DOC Rosé Extra Dry Millesimato 2019 è composto per il 90% da Glera e per il 10% da Pinot nero veneto – precisa Roberta Deflorian. Per questa prima annata 2019 abbiamo prodotto 20.000 bottiglie che verranno distribuite tra Italia ed estero”.
    Per lanciare il prodotto, l’azienda Bacio della Luna ha dato il via alla nuova campagna ADV “Di Bacio in Bacio”, realizzata dall’agenzia Joya PR di Brescia. Un’immagine giovane e moderna che, con un gioco di parole, invita a passare “Di Bacio in Bacio”, provando prima il nuovo arrivato Bacio della Luna Prosecco DOC Rosé Extra Dry Millesimato 2019 e poi tutti gli altri prodotti della linea Bacio della Luna. Un invito che vuole anche essere di buon auspicio per il futuro, nell’attesa di poter tornare a baciarci e abbracciarci come prima.
    Azienda Agricola Bacio Della Luna
    L’Azienda agricola Bacio della Luna si trova nella rinomata area del Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene DOCG e può contare su circa 25 ettari vitati. La forma di allevamento in vigna è il “Doppio Capovolto” e ogni singola fase del processo di selezione e produzione in vigna viene realizzata manualmente, in perfetta armonia con il territorio, così come la vendemmia, anch’essa rigorosamente manuale. Delicatezza e intensità, eleganza e armonia: sono queste le note che quotidianamente vengono ricercate dall’azienda per produrre i propri spumanti dove il profumo della tradizione si fonde con il gusto della qualità. LEGGI TUTTO

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    Cantina Ruggeri testimonia la longevità del Prosecco

    In 70 anni di attività, Ruggeri ha dato vita a iniziative lungimiranti che l’hanno portata a raggiungere l’apice qualitativo della denominazione Conegliano Valdobbiadene D.O.C.G. Tra queste, la storica cantina di Valdobbiadene ha instaurato una “cultura del tempo”, svelando così un lato inedito del Prosecco basato su esperienze sensoriali inesplorate e prospettive nel lungo termine dell’autoctona Glera. Con innato spirito di innovazione Ruggeri rivela al mondo le potenzialità di invecchiamento del Prosecco.
    Un viaggio pioneristico nella longevità
    Chi ha detto che il Prosecco si beve solo giovane? Da 70 anni Ruggeri intraprende sfide visionarie che conducono la storica cantina di Valdobbiadene alla creazione di Prosecchi da uve Glera che esprimono sfumature sensoriali e profili inediti, anche a distanza di anni dall’imbottigliamento. Ad oggi Ruggeri è una delle rare aziende in grado di proporre delle verticali dei suoi Prosecchi più preziosi, arrivando nelle degustazioni tecniche a stappare bottiglie con più di vent’anni. Un viaggio attraverso i sentieri della longevità, che si districano dapprima nei vigneti tra le colline di Valdobbiadene, per poi giungere nella tranquillità e nel silenzio della cantina.
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    Nell’immaginario collettivo, il Prosecco è visto come un vino di pronta beva, con una struttura leggera e un delicato bouquet fruttato: caratteristiche che potrebbero sembrare poco inclini ad un percorso di invecchiamento. Eppure, forte dell’esperienza, del desiderio di sperimentazione e delle innovazioni in vigna e in cantina, Ruggeri ha intrapreso un viaggio pioneristico nel tempo, plasmando una nuova longevità del Prosecco, sia attraverso la sosta in autoclave sia con l’invecchiamento in bottiglia.
    La longevità in cantina: il Metodo Ruggeri
    La prerogativa di Ruggeri è quella di elevare la percezione del Prosecco e dimostrarne la capacità di evoluzione, andando ben oltre all’annata più recente. Per farlo, adotta due metodi: l’affinamento dei vini sui lieviti per periodi ben oltre i 3 mesi e, successivamente, la maturazione in bottiglia. Questo percorso ha permesso di acquisire una profonda consapevolezza sulla potenziale longevità della Glera, conferendo una struttura complessa e virtuosa. L’incredibile profondità si rispecchia soprattutto nelle “Selezioni”, una rosa di Millesimati di pregio che include il Giustino B., il Vecchie Viti e L’Extrabrut. La massima espressione verso la longevità trova il suo più alto testimone nel Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. Cinqueanni, un Prosecco visionario che per più di quattro anni ha riposato quieto sui lieviti, nel grembo protettivo dell’autoclave.
    La longevità inizia in vigneto: il Vecchie Viti
    Qui tra gli scoscesi pendii di Valdobbiadene le famiglie conferitrici accudiscono viti secolari di età compresa tra 80 e 100 anni. Assieme agli esperti potatori di Simonit&Sirch, Ruggeri ha attivato il progetto “Vecchie Viti”, volto a preservare la salute delle sue 2.500 piante secolari attraverso tarate tecniche innovative per la specificità di ogni singola vite. In questo modo si rispetta la vita della pianta, impedendo l’interruzione linfatica nei rami della vite e garantendo la sua longevità ed efficienza. Nel solco della sostenibilità e dell’innovazione, il progetto verrà in futuro esteso a più piante possibili per valorizzare questi nettari pregiati e secolari che ben si prestano ad un affinamento protratto nel tempo. Il frutto del lavoro intensivo in vigneto è il Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. “Vecchie Viti”, il primo spumante della sua categoria ottenuto unicamente da viti così monumentali.
    La quintessenza della longevità: il Giustino B.
    Il Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. Extra Dry Giustino B. è un omaggio a Giustino Bisol, fondatore della cantina e rappresenta il gioiello della cantina di Valdobbiadene, nonché la testimonianza più pura di questa ricerca verso la più alta qualità e longevità della Glera. Una delle verticali proposte nel 2011 dalla storica cantina di Valdobbiadene risaliva al 1995 ed è proprio in questo momento che il Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. Giustino B. ha confermato la sua incredibile capacità di maturazione e affinamento, rivelando carattere ed evoluzioni sensoriali inaspettate e superbe. Ogni anno Ruggeri propone ai suoi clienti una verticale inedita del Giustino B., contenente le ultime tre annate, riposte in un prezioso cofanetto legno. Da quest’anno, oltre che nello storico canale Horeca, dove i clienti sono da sempre i primi fieri ambasciatori, la verticale sarà presente nel nuovo Wine Shop presso la sede dell’azienda a Valdobbiadene e nell’esclusivo Ruggeri Wine Club, con le annate 2017/2018/2019. (wineclub.ruggeri.it) LEGGI TUTTO

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    Il Pinot Grigio biologico di Piera 1899 incanta gli svedesi

    Il Pinot Grigio biologico di Piera 1899, “Pietra Di”, piace ai consumatori svedesi: tra i vini bianchi biologici compresi tra le 80 e le 99 corone svedesi è tra i primi per volumi di vendite, rappresentando da solo quasi il 4% del mercato nel 2019. Considerando le vendite di vino italiano della stessa fascia di prezzo negli ultimi 12 mesi, la quota di mercato del Pinot Grigio “Pietra Di” è del 14,5%.
    “Quella del nostro Pinot Grigio biologico “Pietra Di” – afferma Piera Martellozzo, titolare di Piera 1899 – è un’ottima performance. Siamo orgogliosi di questo risultato: il nostro vino diventa così fiero ambasciatore del Made in Italy e delle eccellenze del Friuli Venezia Giulia, territorio da sempre vocato alla viticoltura”.
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    Il Pinot Grigio “Pietra Di” è stato uno dei primi vini biologici ad essere inseriti, nel 2018, nel systembolaget, l’azienda pubblica di proprietà del governo che detiene in Svezia il monopolio della vendita di bevande alcoliche da asporto con gradazione alcolica superiore a 3,5%. Entrato in commercio nell’autunno 2018 ha incontrato fin da subito i gusti dei consumatori svedesi, attenti anche ai metodi di produzione: “Abbiamo sempre creduto nel biologico – continua Piera Martellozzo – e in una filosofia rispettosa del territorio e attenta alle ricadute dell’attività produttiva sull’ambiente circostante: abbiamo attivato un sistema fotovoltaico che fornisce la quasi totalità del fabbisogno energetico aziendale, utilizziamo un packaging “ecofriendly” con bottiglie più leggere, oltre che un impianto di trattamento delle acque reflue che permette il loro riutilizzo in agricoltura”.
    Anche la linea biologica Pura Terra sta registrando continui successi nei mercati esteri, conquistando numerosi premi sia in Italia che oltre i confini nazionali e registrando un trend positivo nelle vendite, in particolare in Francia (21% delle vendite totali della linea) e in Canada (15%).
    Tra le più importanti realtà produttive friulane, oggi l’export di Piera 1899 è pari al 46% dell’intero fatturato e i Paesi dove l’azienda è maggiormente presente, oltre alla Svezia, sono il Canada, che rappresenta il 22% dei ricavi, gli Stati Uniti, (9%), e l’Austria, (8%). In quest’ultimo Paese, con due suoi vini, copre circa il 16% dei consumi nazionali di Prosecco DOC frizzante. LEGGI TUTTO