L’analisi dell’evoluzione dei canali di vendita del vino è giocoforza un esercizio di lungo termine. Il cambiamento graduale del campione e la sua parzialità (infatti l’analisi si riferisce al 60% circa del campione Mediobanca) possono determinare piccoli scostamenti tra un anno e l’altro ma la verità di lungo termine non cambia. Per esempio, i dati 2017 che vedete pubblicati mostrano un leggero calo della vendita diretta in % al totale delle vendite, ma si tratta di un dato che si confronta con un forte balzo dello scorso anno ed è allineato a un trend di crescita di lungo termine. È invece in piena coerenza con i dati osservati negli anni passati il calo del peso della grande distribuzione, che comunque resta pur sempre il canale preponderante di distribuzione del vino (ad esclusione dei prodotti sopra i 25 euro, che continuano a essere un segmento in mano alla distribuzione tradizionale e al canale Ho.Re.Ca.). Mediobanca ha poi anche aggiornato al 2018 la lista delle etichette; ne ha censite mediamente 143 per azienda, per un totale di circa 8000. DOC/DOCG e “grandi vini” sono in costante crescita e rappresentano nell’indagine 2018 il 54.6% del totale, un ulteriore piccolo passo in avanti rispetto al 2016 su cui si nota l’aumento soprattutto da parte delle cooperative. Passiamo a commentare qualche dato insieme.
- Nel 2017 i canali di distribuzione del vino, calcolati sul 61% del campione Mediobanca di cui commentiamo i dati ogni anno, sono caratterizzati da un ulteriore calo della quota della grande distribuzione al 38.2%, ormai ben lontana dal picco del 45% toccato nel 2012. Anche se non cresce sul 2016, la vendita diretta è stata del 12.6%, il doppio di 5 anni fa. Si riprende rispetto allo scorso anno ma resta sotto il dato del 2012 la quota del canale della ristorazione, che rappresenta secondo l’indagine il 16.5% del totale, mentre enoteche e winebar stanno costantemente riprendendo quota: 8% contro il 7.3% del 2016 e l’8.4% del 2012. Sono invece più o meno sempre intorno al 17% i grossisti e altri intermediari.
- Muovendosi sul canale specifico dei vini oltre i 25 euro, si nota un balzo della vendita diretta al 19% del totale, segno che le aziende si stanno organizzando, mentre scende un pochino rispetto al 2016 la quota delle enoteche, che però è decisamente più alta di qualche anno fa. Sempre meno significativo è il peso della GDO, che rappresenta soltanto il 3% di questo specifico canale.
- La parte relativa alle etichette ci dice che il 5% circa sono relativi a vini sopra i 25 euro, poi una quota del 12% è vino DOCG sotto i 25 euro, il 37% vino DOC, il 35% IGT e il 10% vini comuni. La tendenza come dicevamo sopra è la crescita delle etichette di alta qualità, che sta prendendo piede a spese delle etichette di vini IGT. Dopo gli anni della crisi è infine tornato a calare il peso delle etichette di vini comuni.
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