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I cento anni de La Scolca raccontati da Chiara Soldati

Chiara Soldati

Fino a una decina di anni fa, ma la memoria potrebbe anche ingannarmi ed essere qualcuno in più, nella sontuosa Villa dei Cedri di Valdobbiadene, si teneva con cadenza annuale la Mostra Nazionale degli Spumanti. A quel tempo, nonostante tutto un’era geologica fa, non c’era l’ossessione compulsiva nell’organizzare manifestazioni sul vino e a Valdobbiadene si potevano assaggiare quelle che per noi appassionati erano delle vere e proprie rarità, ovvero gli spumanti Metodo Classico ottenuti da uve autoctone. È così che ho scoperto le bolle da uve Asprinio di Aversa, da Verdicchio, da Durella e soprattutto da uve Cortese di Gavi. Rimasi letteralmente folgorato dal Brut millesimato D’Antan La Scolca della famiglia Soldati che produceva questo spumante solo nelle annate migliori e che metteva in commercio almeno dopo 10 anni di invecchiamento in bottiglia. Un vino di grande ricchezza e dalle molteplici sfaccettature capace di farti innamorare perdutamente ma anche di dividere, in poche parole un vino di grande sentimento. Nel 2019 La Scolca festeggia cento anni di passione enologica, era infatti il 1919 quando il bisnonno di Giorgio Soldati acquistava l’azienda. Da grande estimatore della cantina piemontese non potevo non partecipare alla festa ed ho approfittato dell’occasione per rivolgere a Chiara Soldati alcune domande che sono un po’ la sintesi della loro storia passata, presente e futura.

D’antan, il tempo che fu ricordato con nostalgia. Questo l’etimo, ma D’Antan è il nome di uno spumante riserva, prodotto dalla famiglia Soldati, che insieme a poche altre etichette è il vanto del metodo classico italiano nel mondo. Ho sempre trovato romantico, non mi vengono altre parole, questa ricerca spasmodica dell’attesa, almeno 10 anni di invecchiamento in bottiglia prima di essere messo in commercio. Una concezione del vino totalmente in controtendenza con il tempo avido di oggi che vuole tutto e subito, ma d’altronde non poteva che essere così visto che il nome della tenuta della famiglia Soldati deriva dall’antico toponimo Sfurca ovvero “Guardare lontano”. Partiamo da qui Chiara, che significato ha l’attesa in un tempo che pare non sappia più coglierne il senso profondo?

In un mondo che fa della velocità e della globalizzazione un must, noi abbiamo saputo cogliere l’importanza del valore del tempo, dell’attesa e  la consapevolezza che certi risultati si ottengono solo con una grande ricerca dell’eccellenza e con molto tempo.

Sono vini delle origini, vini del tempo perduto, vini che fanno riemergere sentori e profumi della memoria. Hanno l’anima del fanciullo ma il cuore da adulto, con una forte personalità e con grande carattere, stile  ed eleganza.

Il vino è passione, attesa , cura dei dettagli  e per questo motivo solo nelle annate migliori, dopo almeno 10 anni di invecchiamento nella nostra cantina, può cominciare il cammino di vini straordinari come La Scolca D’Antan e La Scolca Spumante Riserva D’Antan. Vini che emozionano, che stupiscono, perché al profumo delicato contrappongono un carattere forte, una grande personalità: sono prodotti unici. L’obiettivo principale della mia cantina è quello di emozionare attraverso i suoi vini, di non limitarsi a presentare un prodotto, ma di far entrare in un mondo pieno di fascino. La mia La Scolca ha trasformato i chicchi d’uva Cortese in vere e proprie pepite d’oro di un territorio povero e aspro che la famiglia Soldati, da quattro generazioni, ha saputo rendere unico e generoso, grazie ad intuizioni che nel tempo hanno premiato un approccio imprenditoriale che pareva visionario: dalla scelta del Cortese, al continuo investimento nell’acquisto di boschi e vigneti, quasi tutti di proprietà, che garantiscono l’eccellenza del prodotto, l’equilibrio biodinamico e la salute dell’ambiente.

Chiara il tuo ruolo nell’azienda di famiglia è portare il nome de La Scolca e dei Soldati nel mondo. Non passa giorno che non ti veda in qualche parte del pianeta a raccontare dei tuoi vini, sei una sorta di globetrotter instancabile. Un lavoro durissimo ma che immagino renda tutta l’immane la fatica che fai. Non mi riferisco al solo fatto commerciale ovviamente ma al fattore umano fatto di incontri che penso siano in definitiva lo stimolo più grande per portare il nome dei Soldati in giro per il globo.

Riferendomi alla domanda precedente, il tempo nella mia famiglia ha un grande valore ed ha un grande valore l’uso che se ne fa nella vita. Mi è sempre stato insegnato da mio padre Giorgio a non sprecare giorno e non sprecare occasioni. Le mie settimane sono divise con teutonica organizzazione in Azienda e nel coltivare i rapporti esterni. Viviamo in un mondo digitale , in un mondo sempre più astratto, ma conta sempre moltissimo il valore di un business che non prescinda dai rapporti umani e dal poter essere ambasciatori di quello che io considero sì un lavoro, ma in primis da 4 generazioni una grande passione di famiglia. Il successo di La Scolca nasce indubbiamente dalle doti che abbiamo dimostrato in questi primi 100 anni, ma anche dall’impegno dei nostri ambassador in giro per il mondo che da anni credono in noi e che crederanno in noi come testimoni di un territorio , di una denominazione e di una storia che si ripete con rinnovato entusiasmo ogni millesimo. Il segreto di questo successo? Non essere mai stanchi dei traguardi raggiunti, voler raggiungere sempre nuove frontiere di eccellenza e soprattutto non essere mai stanchi di stupirsi, di essere curiosi. Ogni grande impresa è iniziata con un primo passo . Ogni scalata è fatta di impegno, sacrificio e dedizione. Ecco, questo , ritengo sia il motore per guardare lontano.

Nel 2019 La Scolca compie cento anni, un traguardo eccezionale. Tempo di bilanci e di festeggiamenti, mi racconti tutte le attività che avete in programma e naturalmente anche desideri e sogni che vuoi vedere realizzati?

Per noi è un traguardo importante , ma soprattutto un punto di partenza per guardare al futuro. La Scolca in dialetto significa proprio “ Guardare Lontano”.

Abbiamo ultimato la nuova cantina, un’area interamente dedicata alla didattica aperta ai consumatori ed ai professionisti, una Lounge tra i vigneti sponsorizzata da UNOPIU’, una nuova proposta di packaging innovativi , un progetto di un nuovo sito web moderno ed interattivo, un programma di degustazioni verticali ed eventi a carattere internazionale, ed una nuova energia con cui guardare al futuro, ma con una solida esperienza e tradizione a fare da guida. La Scolca festeggia i suoi 100 anni di storia, e sceglie di farlo con i partner con cui condivide valori, passioni ed aspirazioni – Ferretti Group, Giorgetti, Maserati, Unopiù, Cova solo per citarne alcuni – con gli importatori e i distributori, i sommelier  e i tanti consumatori che hanno creduto e contribuito negli anni al successo del brand in Italia e nel mondo. Mio padre Giorgio ed io , oggi insieme alla guida dell’azienda, siamo le voci di questa storia fatta di tante emozioni che si mescolano  fra loro: entusiasmo, energia, innovazione, magia, caparbietà, tenacia  e soprattutto tanto amore per la propria terra. E’  mio padre che vuole con forza la  Doc nel 1974 e la Docg nel 1998, fonda il Consorzio del Gavi e ne è il primo presidente. La Scolca registra nel 1969 il marchio Gavi dei Gavi diventato ora un must in tutto il mondo.

Il 1995 rappresenta un’altra tappa importante, il mio ingresso in azienda che segna il passo con una visione innovativa e volta al futuro, pronta a cogliere tutte le opportunità delle nuove tecnologie e della comunicazione digitale, in una fase storica di cambiamenti epocali e grandi trasformazioni del mercato globale.

Oggi La Scolca è un’azienda di fama internazionale, in continua crescita ed evoluzione, presente in quasi 40 paesi e vicina al milione di bottiglie prodotte. E lasciami dire con un pizzico di orgoglio che sono davvero tanti i personaggi famosi che negli anni hanno scelto il Gavi Etichetta Nera per brindare in occasioni importanti, innamorandosene, dal premio Oscar Colin Firth, Sofia Loren, ma anche Elton John, Giorgio Armani e importanti capi di stato – tra cui la Regina Elisabetta e, fra gli ultimi, Barack Obama. Come vedo il mondo del vino guardando al futuro? Il mercato internazionale è sempre più in una fase di grandi cambiamenti, per cui i produttori di vini autoctoni come  La Scolca, dovranno ancor più ritagliarsi la loro nicchia di eccellenza. Ed è proprio questa la forza del made in Italy, creare valore per una nicchia.


Fonte: http://www.lastanzadelvino.it/feed/


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