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Le abitudini di consumo durante il Covid – articolo Journal of Wine Economics

Fonte: articolo Journal of Wine Economics

È molto tempo che non scrivo della associazione AAWE e del Journal of Wine Economics. Ne ho lo spunto oggi, grazie secondo numero 2021 della pubblicazione scientifica, dove c’è un interessante articolo (linkato nella fonte e anche qui) sulle abitudini di consumo di vino e degli spiriti pre e post Covid. L’indagine condotta da un nutrito gruppo di persone (Magalie Dubois, Lara Agnoli, Jean-Marie Cardebat, Raúl Compés, Benoit Faye, Bernd Frick, Davide Gaeta, Eric Giraud-Héraud, Eric Le Furi, Florine Livat, Giulio Malorgio, Philippe Masset, Giulia Meloni, Vicente Pinilla, João Rebelo, Luca Rossetto, Günter Schamel e Katrin Simon-Elorz) prende spunto da un’indagine effettuata su 7324 persone in Spagna, Portogallo, Italia e Francia che hanno risposto a diverse domande.

Bene, se vi interessa l’argomento, proseguite la lettura per le principali conclusioni (riassune in Italiano!) e un paio di grafici (numerosi altri sono nell’articolo originale).

  • La prima area di indagine è relativa al potenziale incremento di consumo di alcol durante il lockdown, come reazione alla situazione anomala. Risultato: sono più quelli non hanno cambiato abitudini di quelli che lo hanno fatto. Tra quelli che lo hanno fatto, l’indagine mostra più consumatori che hanno ridutto i consumi di spiriti e birra, mentre nel caso del vino, la proporzione di chi ha incrementato è superiore a quella di chi ha ridotto. Se posso aggiungere un commento personale, visto l’andamento delle aziende che producono spiriti, ho la sensazione che i consumi “a casa” di questi prodotti siano aumentati esponenzialmente.
  • La seconda area di indagine riguarda la frequenza di consumo di vino, che sembra essere rimasta uguale a prima.
  • Lo studio si è poi concentrato sulla sostituzione tra bevande alcoliche, trovando una forte fedeltà al prodotto vino rispetto agli altri spiriti e una tendenza al consumo di migliore qualità e anche più orientato ai prodotti locali.
  • Una domanda interessante era poi capire se la preoccupazione del Covid e della crisi potessero aver incrementato il consumo di vino: secondo l’indagine la risposta è no, salvo una parziale evidenza di questa correlazione in Francia.

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