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    Daniele Palavisini è il Miglior Sommelier AIS della Toscana 2022

    Daniele Palavisini è il Miglior Sommelier AIS della Toscana 2022. Una vittoria conquistata dopo un serratissimo testa a testa finale andato in scena al Teatro Roma di Castagneto Carducci, con Benedetta Costanzo, seconda classificata. Terzi a parimerito, Simone Vergamini e Fabio Ceccarelli. “Complimenti al vincitore – ha affermato il Responsabile della Scuola Concorsi di AIS Toscana Maurizio Zanolla – che […] LEGGI TUTTO

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    Cosa si beve a Cuba? Chianti off course

    Il Consorzio Vino Chianti organizza un programma in grande stile per il suo ritorno a Cuba, dopo la pausa forzata causa pandemia. Etichette, gusti e tradizioni sono pronti a volare oltreoceano sulla “Isla grande” . I due appuntamenti si terranno dal 7 al 9 settembre: la “Chianti Academy Latam Wine & Food Experience” e la celebrazione del 55esimo anniversario di ‘Cohiba’, la più prestigiosa marca di sigari premium del marchio Habanos, già storico ‘alleato’ del Consorzio da svariati anni.

    Nel primo caso, i giorni 7 e 8, nel rinnovato e centralissimo Hotel Manzana Kempinsky proprio di fronte al Capitolio, si svolgeranno due masterclass del programma professionale Chianti Academy, declinate al nuovo format “Wine & Food Experience” ovvero con tasting immersivi di una trentina di vini Chianti d.o.c.g., per l’occasione in veste di ‘Annata’, ‘Governo all’uso Toscano’ e ‘Riserva’. Questa prima fase di approccio tecnico e degustativo, verrà condotta dal Wine Ambassador Luca Alves e verrà corollata da due show cooking che proporranno piatti italiani e cubani in abbinamento ai prodotti, proprio al fine di testare dal vivo la duttilità e bontà del vino Chianti. L’occasione sarà molto utile per tutti i professionisti locali ed i circa sessanta già diplomati “Chianti Wine Expert” degli scorsi anni, che hanno dimostrato grande vivacità e interesse per la nostra denominazione. 

    Nei giorni 7, 8 e 9, invece, il Chianti sarà ancora protagonista nelle giornate di celebrazione della marca Cohiba, in tandem con Habanos Sa., come del resto avviene da molti anni. Cohiba rappresenta la massima qualità nel portfolio di marche (ben 27) dell’azienda cubana, la punta di diamante sotto vari aspetti, non ultimo quello di valore storico e creativo: era nato come regalia diplomatica per volere dello stesso Fidel Castro nel 1966 e solo nel 1982 commercializzato nel mondo come sigaro ultra premium. Una folta rappresentanza di etichette accompagnerà la serata di inaugurazione e la Cena di Gala finale, dove sono attese circa 1.200 persone da tutto il mondo. 

    “Siamo molto orgogliosi ed emozionati di tornare a Cuba dopo oltre due anni, saranno due appuntamenti straordinari. Vogliamo portare sull’isola l’eccellenza dei nostri vini. Abbiamo selezionato con attenzione il miglior equilibrio di gusti, esperienza e tradizionalità, al fine di far conoscere ancora una volta la Chianti land al mondo interno – afferma Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti -. L’ultimo nostro viaggio, per cause di forza maggiore, risale ormai a febbraio 2020. Ma in questo periodo non ci siamo fermati: le nostre aziende e produttori hanno continuato a lavorare per alzare ancora di più gli standard e la varietà dell’offerta”. LEGGI TUTTO

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    Valmontone: il 10 e l’11 settembre torna Arte da Bere – Le Dimore del Vino

    Torna l’appuntamento con Arte da Bere – Le dimore del Vino previsto il 10 e l’11 settembre presso il Valmontone Outlet. Un programma ricco di appuntamenti tra seminari, incontri, degustazioni e spettacoli. Si parte il 10 settembre alle ore 18.00 presso la Sala Conferenze con il seminario/workshop svolto dal prof. Ernesto di Renzo, antropologo dell’Università […] LEGGI TUTTO

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    L’Associazione produttori del Nizza compie 20 anni

    Di Luciano Pavesio

    Ricorrenza in grande stile per l’Associazione Produttori del Nizza, giunta quest’anno al suo ventesimo anniversario della sua nascita, ricorrenza festeggiata con una ricca serie di eventi dedicati ovviamente alla denominazione Nizza Docg lungo tutto il 2022.

    Il sodalizio, sostenuto oggi da ben 75 produttori, è nato il 19 novembre 2002 per garantire una maggiore promozione in Italia e all’estero della “Barbera d’Asti” prodotta in questo territorio, obiettivo perseguito dai quattro presidenti-produttori che si sono via via succeduti, da Michele Chiarlo a Gianluca Morino a Gianni Bertolino, fino a Stefano Chiarlo, attualmente in carica, coadiuvato dai vicepresidenti Giovanni Bertolino e Daniele Chiappone.

    Molteplici sono gli obiettivi raggiunti dall’Associazione in questo ventennio, a cominciare dalla denominazione Nizza Docg, con le prime bottiglie uscite in commercio il 1° luglio 2016 relative alla vendemmia 2014, al culmine di un percorso partito proprio agli inizi degli anni 2000, con la prima importante tappa nella vendemmia 2008, quando la Barbera d’Asti Superiore Nizza poté cominciare a fregiarsi della Docg.

    Filari di barbera D’Asti in zona Nizza

    Una “super Barbera d’Asti” fortemente voluta “per dimostrare quello che sappiamo da tempo, ovvero che la Barbera, oltre ad essere un vitigno che dà vita a grandissimi vini per la quotidianità, è capace di dare anche grandi vini da invecchiamento” come aveva sottolineato nella presentazione ufficiale l’allora presidente Gianni Bertolino.

    Il disciplinare di questa denominazione, particolarmente rigido e selettivo, annovera tra i paesi produttori non solo l’omonimo paese di Nizza Monferrato bensì altri 17 comuni limitrofi (Agliano Terme, Belveglio, Bruno, Calamandrana, Castel Boglione, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea, Castel Rocchero, Cortiglione, Incisa Scapaccino, Moasca, Mombaruzzo, Mombercelli, Rocchetta Palafea, San Marzano Oliveto, Vaglio Serra e Vinchio), con il vitigno che deve essere al 100% Barbera raccolta da vigneti che devono avere un’esposizione sud o sud-est o sud-ovest, con una resa non superiore ai 70 quintali per ettaro.

    La durata minima dell’affinamento è di 18 mesi (di cui almeno sei in botti di legno) per il Nizza Docg mentre di ben 30 mesi (di cui 12 in legno) per il Nizza Riserva Docg.

    grappoli di Barbera prossimi alla vendemmia

    Ad oggi sono circa 600 gli ettari di vigneto del Nizza Docg per una produzione di circa 800.000 bottiglie, entrambi i dati in costante crescita annua, di fronte a un potenziale territoriale di 720 ettari e oltre 4,5 milioni di bottiglie teoriche.

    L’Associazione nel frattempo ha raggiunto altri traguardi importanti come, ad esempio, la definizione di un logo unico e distintivo e l’istituzione di una degustazione annuale alla cieca effettuata dagli associati che, grazie al confronto, consente di costruire un giudizio di consapevolezza del livello dei vini, la caratterizzazione delle annate e la direzione migliorativa da intraprendere.

    Ancora più importante è stata senza dubbio la creazione nel 2018 della Mappa del territorio del Nizza Docg realizzata in collaborazione con il giornalista Alessandro Masnaghetti, editore di Enogea.

    Per realizzare questa Mappa ci sono voluti molti mesi di lavoro, durante i quali Masnaghetti ha battuto il territorio palmo a palmo, interrogando innanzitutto i “vecchi” produttori, dal momento che secondo lui la tradizione locale è l’elemento fondamentale per delimitare i confini di un “cru”, perché sono proprio coloro che hanno vissuto il territorio da generazioni che hanno la memoria storica dei toponimi e delle posizioni delle vigne.

    Alessandro Masnaghetti illustra la mappa del Nizza

    Altro elemento importante per arrivare a definire estensione e morfologia di una zona particolarmente vocata per la coltivazione del Barbera d’Asti è il paesaggio, perché proprio i cambiamenti di scenario e di vegetazione danno indicazioni importanti sulla tipologia di suolo e di conseguenza segnano dei confini naturali, con un po’ di attenzione chiaramente individuabili a occhio nudo.

    Ne è scaturito un lavoro affascinante, che fotografa in maniera precisa il territorio dei 18 comuni in cui si produce il Nizza Docg, iniziando con individuarequattro diverse zone all’interno della denominazione per complessivi oltre 130 potenziali “cru” alla francese ovvero zone particolarmente vocate per caratteristiche morfologiche, esposizione e microclimi alla coltivazione del vitigno Barbera.

    Analizzando la cartina si nota ad esempio come la viticoltura sia sviluppata soprattutto nel settore centrale, un’ampia porzione che va da Agliano Terme a ovest fino a Mombaruzzo a est, e nella parte meridionale, caratterizzata da colline più alte e ripide, con quote altimetriche che superano i cinquecento metri in prossimità del monte Dagno, il punto più alto della Docg.

    Nizza Monferrato Ph. Joe Gamberini

    Nella parte nord, che si sviluppa sulla sinistra orografica del torrente Tiglione, e in quella orientale dei paesi di Mombaruzzo, Bruno e Castiglione Belbo, la viticoltura è meno diffusa.

    In questa zona il clima più fresco e i terreni sabbiosi e calcarei permettono di creare dei vini più rotondi ed equilibrati fin da giovani, però meno corposi ed austeri rispetto a quelli prodotti a Nizza Monferrato, Agliano Terme o nel versante occidentale di Mombaruzzo.

    Il ricco calendario per festeggiare il ventennale dell’Associazione Produttori del Nizza, stilato in collaborazione con il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, tra gli altri annovera quattro eventi principali:

    Il #ForumNizzadocg,che si è svolto ad aprile a Zurigo, con ventisei produttori del Nizza Docg presenti per la prima volta in Svizzera. Il programma prevedeva la degustazione delle annate più rappresentative della denominazione attraverso banchi d’assaggio e un paio di masterclass denominate “Nizza Docg – der Top Barbera” tenuti da Othmar Kiem, caporedattore di Falstaff Italia, di approfondimento rivolte ad un pubblico di professionisti e appassionati.Il #ForumNizza, che si è svolto a maggio, con una giornata dedicata agli operatori del settore Ho.re.ca, in particolare sommelier ed enotecari, provenienti da Torino e Milano, che si è svolta alla Tenuta La Romana, con diversi momenti di approfondimento, tra cui la masterclass “Il Nizza Docg e le sue caratteristiche” tenuta dall’enologo Claudio Dacasto e da Alessandro Masnaghetti; un “walk around tasting” alla presenza dei produttori dell’Associazione e in chiusura una cena curata da Damiano Nigro, chef stellato di Palas Cerequio di La Morra.

    Presentazione dei cru del Nizza da parte del presidente Chiarlo

    #Natailprimoluglio,svoltosi a giugno per festeggiare i sei anni dall’uscita in commercio della denominazione Nizza Docg, avvenuta la prima volta nel 2016. Un evento dedicato a tutti i produttori dell’Associazione ed al folto pubblico di appassionati degustatori di questo vino, che in questo tempo è cresciuto non solo in termini quantitativi, ma soprattutto qualitativi, conquistando e incuriosendo sempre più estimatori non solo in Italia, ma anche all’estero.

    Infineil #ForumNizzaVentennale che si svolgerà il 21 novembre a Torino, presso la Centrale Nuvola Lavazza. Ancora una giornata dedicata agli operatori del settore della regione Piemonte, con diversi momenti di approfondimento: un seminario sul territorio e la denominazione Nizza Docg, un banco di assaggio con i produttori dell’Associazione, per concludere con la cena nel ristorante Condividere curata dallo chef stellato Federico Zanasi.

    Giro del Nizza_sosta a Calamandrana

    Il “Nizza Wine Experience”, un tour sulle colline del Nizza Docg da percorrere con le e-bike, al quale ho avuto il piacere di partecipare in anteprima in primavera, è davvero utile per verificare e ammirare di persona quanto tracciato e documentato da Magnaghetti nella sua Mappa, questo insieme di terre in apparenza simili ma in realtà molto diverse tra loro.

    Organizzato dal Teatro degli Acerbi di Fabio Fassio e Elena Romano, il “Giro del Nizza” è lungo circa 45 chilometri, suddivisi in dieci tappe, in gran parte su strade secondarie asfaltate, che culmina con una cena abbinata a quattro Nizza Docg provenienti da diversi “cru” presso l’Osteria Vineria La Signora in Rosso, rilevata da un paio d’anni proprio da Fassio e Romano, meta immancabile degli appassionati in quanto ospita nella stessa sede l’Enoteca Regionale.La particolarità di questo tour è che non solo si possono ammirare caratteristiche e paesaggi incantati di questo territorio, bensì dalla stessa voce degli organizzatori, attori teatrali di professione, aneddoti, storia e leggende di questi luoghi.

    Degustazione di Nizza Docg dopo il Giro del Nizza in ebike

    Tra le altre cose ho appreso ad esempio che il Monferrato è più antico delle vicine Langhe, dal momento che ben 140 milioni di anni fa al posto di queste spettacolari colline sormontate dal Monte Dagno con i suoi 455 metri, esisteva un mare molto profondo, chiamato Tetide. La nascita di questi declivi risale quindi a circa 50 milioni di anni fa in seguito allo schiacciamento della crosta europea da parte di quella africana.Per scoprire le origini del nome Monferrato occorre invece risalire alla leggenda di Aleramo, in particolare al “mattone ferrato”, che nella lingua piemontese dell’epoca si chiamava “Mun” con cui ferrò il cavallo (“Frrha”) con cui completò il perimetro della sua “Marca”, in seguito alla nomina a Marchese concessa dall’imperatore Ottone I come riconoscenza per aver liberato il nipote ostaggio dei nemici bresciani.

    Ottone disse così ad Aleramo che avrebbe ottenuto un territorio tra la Liguria e il Piemonte vasto quanto la distanza che sarebbe stato in grado di coprire a cavallo nell’arco di tre giorni e tre notti.

    Nel corso del giro non è fatto insolito scorgere in lontananza delle torri, utilizzate nel corso dei secoli come punti di avvistamento a guardia delle vallate contro i saraceni e i contrabbandieri, così per individuare i viandanti e fargli pagare le tasse, come ad esempio quella di Rocchetta Palafea o di Calamandrana, sull’allora confine che divideva il Monferrato con l’Astesana.

    Informazioni prima del via del Giro del Nizza

    A Nizza, in passato “città di confine e di battaglie”, l’enoturismo non è affatto cosa recente, se si pensa che già negli anni ‘50 ogni domenica una dozzina di pullman approdavano in questa cittadina per mangiare presso il blasonato Ristorante Italo e fare scorta di vino: dati alla mano, ogni domenica venivano vendute già allora oltre 2.000 bottiglie a settimana, forti del motto che “Tutto il Nizza è Barbera, ma non tutta la Barbera è Nizza!”.

    Un tour veramente ben congegnato, un insieme di nozioni storiche e aneddoti divertenti che contribuirà senz’altro a diffondere la conoscenza di questo vino-territorio in tutto il mondo (informazioni dettagliate sul sito http://www.landscapestorymovers.it/portfolio/il-nizza-experience/).

    Rivolti ancora principalmente agli enoturisti infine le manifestazioni promosse dall’Associazione Produttori del Nizza, in collaborazione con l’Enoteca Regionale di Nizza Monferrato, la Città di Nizza Monferrato e la condotta Slow Food del territorio, “Il Giro del Nizza”ad aprile, “Nizza è Barbera” a maggio ed il conclusivo “Nizza è” in programma dal 22 al 24 ottobre all’interno di Palazzo Crova e del Palazzo del Gusto con banchi d’assaggio e masterclass, per completare un anno alla scoperta del Nizza Docg.

    Stefano Chiarlo – Presidente dell’Associazione Produttori del Nizza 3

    “Il programma di eventi che abbiamo creato per celebrare l’anniversario dell’Associazione è il più ricco di sempre” – affermava il presidente Stefano Chiarlo – “Siamo felici che finalmente si sono potuti svolgere in presenza così da attivare un dialogo e un confronto attivo e proattivo con i partecipanti. In tutti gli eventi, infatti, la nostra missione è stata quella di coinvolgere operatori professionisti, giornalisti italiani e internazionali, chef di eccellenza per farli innamorare del Nizza Docg.”.

    “Il principale obiettivo sul mercato italiano, per i prossimi anni, è l’implementazione del presidio del Nizza Docg nelle aree strategiche del Piemonte e della Lombardia e in parallelo sulle zone di origine. Per quanto riguarda l’estero si punterà a rafforzare la presenza in Svizzera e nei Paesi Nord Europei che in questi anni hanno dimostrato un forte interesse nella denominazione sia da parte del grande pubblico e wine lovers sia da parte di imprenditori che iniziano ad investire sul territorio. Come obiettivo a breve termine puntiamo pertanto a raggiungere il milione di bottiglie, grazie all’aumento del numero di nuove etichette di Nizza e Nizza Riserva che i produttori inseriranno nel loro listino. LEGGI TUTTO

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    Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano: nasce il progetto Poderi di Toscana

    Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano dà il via a Poderi di Toscana. Il nuovo progetto della cooperativa di Scansano (Grosseto) vede la costituzione di una società agricola, nata con il preciso obiettivo di supportare i soci che in questi ultimi anni si sono trovati in difficoltà a causa del ricambio generazionale o che, per motivi familiari, non sono più in grado di seguire i propri vigneti, acquistando o conducendo direttamente le proprietà. La Cantina ha già acquisito i primi tre ettari di vigneto, coltivati interamente a Sangiovese dal 2000 e situati nel comune di Magliano, nel cuore della Docg Morellino di Scansano.

    “Come azienda cooperativa – spiega Benedetto Grechi, Presidente della Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano – abbiamo sempre avuto un ruolo di salvaguardia e tutela del territorio e delle famiglie che vi abitano, rappresentate dai nostri soci. Permettere di dare continuità a questi vigneti, evitando che vengano abbandonati o che la loro gestione, passando di mano, non abbia più l’obiettivo di qualità che perseguiamo internamente, è un passo importante e necessario”.

    “La costituzione di questa nuova società, che fa capo direttamente alla Cantina – continua il Direttore Generale Sergio Bucci – è il primo passo verso la creazione di un nuovo marchio di eccellenza. È in questa direzione che convoglieremo in futuro alcuni progetti innovativi, sempre strettamente legati al territorio e ai vitigni più tipici della zona”.

    Poderi di Toscana condividerà con la Cantina gli stessi valori di tutela e sviluppo del territorio, di valorizzazione dei vitigni autoctoni e di attenzione alla sostenibilità ambientale.

    La cooperativa infatti ha aderito al Programma Nazionale per la Valutazione dell’Impronta Ambientale promosso dal Ministero dell’Ambiente, con cui si impegna a ridurre l’impronta di carbonio della coltivazione delle proprie vigne, ottenendo le certificazioni Carbon Footprint nel 2014 e VIVA Sustainable Wine nel 2015. Nel luglio del 2018 l’Unione Europea ha conferito al Morellino di Scansano Docg la certificazione PEF (Product Environmental Footprint), che misura l’impronta ambientale sull’intera filiera, dal vigneto fino allo smaltimento dell’imballaggio. Un risultato a cui hanno contribuito l’installazione dell’impianto fotovoltaico nel 2014 e l’adozione di una formula di packaging sostenibile.

    La Cantina partecipa inoltre a diversi progetti sperimentali in collaborazione con le istituzioni, tra cui SOS Wine, in partnership con l’Università della Tuscia e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. LEGGI TUTTO

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    Etna Days: a settembre il primo evento dedicato alla stampa internazionale

    “Etna Days – I Vini del Vulcano” è Il primo evento in Sicilia del Consorzio Tutela Vini Etna DOC: un viaggio per la stampa internazionale – in particolare da USA e Nord Europa – per testate specializzate nel settore wine. Dal 13 al 18 settembre una trentina esperti degustatori e giornalisti si ritroveranno nelle aree di produzione dei vini dell’Etna Doc per un viaggio di scoperta, approfondimento e immersione tra i vitigni e i vini della denominazione, attraverso un ricco programma di degustazioni, masterclass e visite ai produttori.

    Il programma prevede il benvenuto degli ospiti il 13 settembre, mentre il giorno successivo è prevista la presentazione del territorio etneo da parte del Consorzio e di un vulcanologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), seguita da un banco di assaggio e da una visita archeologica ai suggestivi palmenti rupestri: gli antichi siti scavati nella roccia, destinati alla pigiatura delle uve e alla fermentazione dei mosti. La giornata si concluderà a cena con i produttori del territorio.  

    Giovedì 15 e venerdì 16 settembre i giornalisti, divisi in gruppi, visiteranno 40 aziende dell’area, ospitando anche i vini ed i produttori di altre 50 cantine dell’area Etna Doc.  Infine, sabato 17 settembre gli ospiti saranno condotti nell’escursione guidata sugli spettacolari crateri sommitali dell’Etna, dove consumeranno il pranzo al Rifugio Sapienza. La giornata terminerà a Catania a Palazzo della Cultura con un incontro insieme ai produttori e uno speciale wine party finale su invito.

    “Abbiamo voluto fortemente realizzare questo progetto, che lo scorso anno è stato rimandato a causa della pandemia” afferma Francesco Cambria, presidente del Consorzio di Tutela dei vini Etna DOC. “I vini dell’Etna rappresentano tra le vette più alte della viticoltura non solo siciliana, ma italiana. Il tour permetterà alle testate più importanti a livello internazionale di conoscere e far conoscere a tutto il mondo la varietà, le diversità e la qualità dei vini dei nostri produttori”.

    Oltre alle cantine che verranno visitate dai giornalisti nel corso del tour, al banco d’assaggio saranno presenti tutti i vini della denominazione.

    Il Consorzio di Tutela dei Vini Etna DOC rappresenta oggi il lavoro di 383 produttori e una produzione che nel 2021 ha superato 4,5 milioni di bottiglie. La presenza di antiche varietà autoctone come il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio e il Carricante, insieme ad una viticoltura con caratteristiche fortemente distintive – la composizione vulcanica dei terreni, la presenza di vigne centenarie, il sistema di allevamento ad alberello, i diversi versanti dell’Etna e le 133 contrade – offrono uno scenario complesso e affascinante, così come lo sono le tipologie prodotte sull’Etna, che comprendono vini rossi, bianchi, rosati e spumanti. LEGGI TUTTO

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    Antica Bottega del Vino: la sua carta vini è tra le più prestigiose al mondo

    Il leggendario ristorante nel cuore di Verona, oggi proprietà delle Famiglie Storiche, è stato inserito tra i 97 locali di riferimento mondiali per gli amanti del vino, in cui figurano solo 6 italiani.

    Antica Bottega del Vino si riconferma tra le più grandi eccellenze al mondo per la sua carta vini e conquista per il diciannovesimo anno consecutivo il Grand Award, il più alto riconoscimento assegnato da Wine Spectator. La rinomata rivista statunitense ha infatti inserito il locale tra i 97 punti di riferimento mondiali per gli amanti del vino, in cui figurano solamente 6 italiani.

    Luca Nicolis, direttore dell’Antica Bottega del Vino, commenta “Vogliamo ringraziare Wine Spectator per averci nuovamente riconosciuto questo importante premio, siamo orgogliosi di essere riusciti a mantenere questa importante eredità per quasi un ventennio. Il merito di questo traguardo è di tutto il nostro team ma anche delle Famiglie Storiche, che hanno donato solidità a questa realtà storica legandola ancora di più alla nostra città. E infine ringraziamo i veronesi, linfa vitale del nostro ristorante fin dalla sua nascita: tra le nostre sale abbiamo visto passare tante generazioni di clienti affezionati, che ci hanno permesso di continuare ad affermare l’Antica Bottega del Vino e di renderla un luogo riconosciuto in tutto il mondo.”

    Antica Bottega del Vino, dal 2010 proprietà delle Famiglie Storiche, è stata premiata non solo per la profondità delle annate e la ricerca della sua carta vini, che racchiude circa 4700 etichette e oltre 18 mila bottiglie, ma anche per l’impeccabile e riconosciuta professionalità di tutto il team dei Sommelier.

    Sabrina Tedeschi, neopresidente dell’Antica Bottega del Vino, commenta con soddisfazione “Questo premio appartiene a tutte le persone che quotidianamente lavorano per rendere il locale il tempio del vino che è oggi, a cui vanno i nostri complimenti e ringraziamenti. In un momento in cui è così difficile per il mondo della ristorazione collaborare con personale qualificato, la nostra forza è il team: 25 persone che sono con noi da anni e che hanno reso l’Antica Bottega del Vino una famiglia, che accoglie ogni giorno clienti storici e turisti con lo stesso entusiasmo e la professionalità di sempre.”

    Il premio si aggiunge alla lunga serie di riconoscimenti di Wine Spectator, che fin dal 1996 ha definito la carta vini dell’Antica Bottega del Vino una delle più complete e straordinarie del mondo, tanto da premiarla continuativamente dal 2004 con il Grand Award.

    Nata nel 1500 durante la Repubblica di Venezia, Antica Bottega del Vino prende il suo attuale nome nel 1890 con i Fratelli Sterzi, che mantengono l’affascinante stile ottocentesco, caldo e caratteristico che vediamo ancora oggi. Il locale diventa così uno dei punti di riferimento per la scena culturale di fine Ottocento e per gli amanti del vino, accogliendo ai suoi tavoli poeti, musicisti, letterati e artisti come Boccioni, ma anche giornalisti che vi si rifugiavano dopo una giornata in redazione. Nel 1957 il locale venne acquistato dalla famiglia Rizzo-Grigolo e si concentrò soprattutto sull’attività di ristorazione fino al 1987 quando arrivarono sulle scene Severino Barzan, che successivamente portò il modello della Bottega a New York con Giovanni Pascucci suo socio.

    Nel 2010 le Famiglie Storiche (Allegrini, Begali, Brigaldara, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Venturini, Zenato) acquisiscono l’Antica Bottega del Vino, salvaguardando la tradizione enologica del luogo simbolo di Verona. 

    Oggi l’Antica Bottega del Vino continua ad essere un tempio del vino dove viene portata avanti l’eredità dei decenni precedenti e che continua ad essere un luogo da vivere, dove godere pienamente della tradizione enogastronomica veronese, veneta e internazionale. LEGGI TUTTO