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Dalla vendemmia 2018 tutti i vini di Réva saranno certificati biologici

La cantina con annesso resort e ristorante, di proprietà dell’imprenditore ceco Miroslav Lekes, guidata da un gruppo di dinamici e appassionati giovani del territorio, è un progetto a sostenibilità integrale fin dalla nascita. Una scelta dettata dalla consapevolezza che le Langhe sono un territorio di futuro. Un futuro sostenibile, dove le scelte concrete di oggi permetteranno lo sviluppo delle generazioni che stanno riscrivendo la loro storia, la storia di queste colline.

Réva ha scelto un regime 100% biologico per la conduzione dei vigneti, che sarà certificato dalla vendemmia 2018. Una scelta che si traduce in pratiche che vietano l’utilizzo di prodotti di sintesi, preservano la biodiversità del vigneto, tutelano la fertilità del terreno e garantiscono una maggiore aderenza del vino al proprio territorio d’origine. Limitare gli interventi chimici e sistemici significa aumentare la presenza in vigna, la cura dei terreni e la meticolosità delle azioni, dalle concimazioni all’inerbimento, dalle potature ai diradamenti, dalla selezione di grappoli alla lotta feromonica contro gli insetti nocivi. Nei tre anni di conversione biologica dei vigneti, le analisi hanno premiato Réva: le erbe spontanee sono sensibilmente aumentate nel numero delle varietà presenti oggi.

L’azienda agricola è in fase di continua ricerca, una ricerca di perfezionamento della conduzione biologica che impedisce il diserbo, creando quindi una mole di lavoro manuale elevata per la gestione del sottofila.

Si stanno testando diverse pratiche alternative, la più significativa è la pacciamatura naturale con paglia. È stato infatti messo in atto il tentativo di provare a spargere manualmente 50 cm di paglia su alcuni filari delle diverse varietà di vite, al fine di limitare la crescita delle infestanti. I primi dati sembrano incoraggianti, e nel prossimo periodo si proverà ad estendere la pratica in altri filari migliorandone anche la metodologia.

L’azienda si sta altresì accingendo a svolgere un test specifico su un appezzamento, al fine di creare un “ecotono”: una barriera vegetale naturale composta da essenze erbacee, arbustive ed arboree, studiate con meticolosità valutando il contesto ambientale intorno al vigneto. Lo scopo di questo lavoro è incrementare la biodiversità, favorire lo sviluppo di insetti antagonisti per consentire la limitazione naturale di quelli dannosi, il fine ultimo è trovare un’alternativa all’uso degli insetticidi e rimediare ad uno squilibrio biologico causato anche dalle coltivazioni intensive.

A corona del proprio progetto sostenibile Réva autoproduce il 100% del fabbisogno energetico interno grazie a un parco fotovoltaico di 40 KW installato sulla copertura della cantina. Sia il riscaldamento che l’acqua calda sono prodotti e garantiti da fonti rinnovabili (biocombustibile ecologico) mentre le risorse idriche provenienti da fonte autoctona, sono utilizzate esclusivamente per l’irrigazione del campo da golf e di tutte le parti verdi della struttura.


Fonte: https://www.bereilvino.it/feed/


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