Il mercato italiano del vino, visto come vendite al dettaglio nella GDO, è continuato a crescere anche nel quarto trimestre del 2018, anche se si è verificata una inattesa decelerazione delle vendite di spumante (stabili nel trimestre) e un leggero miglioramento per i vini fermi, guidati da un robusto effetto prezzi già visto nei trimestri precedenti. Il quadro di insieme del 2018 è però anche l’obiettivo del pezzo di oggi e la conclusione non può che essere positiva, dato che le vendite sono cresciute del 2.8% a 2.4 miliardi di euro, nonostante un calo del 3.6% dei volumi venduti (a 7.3 milioni di ettolitri). Se dovessi fare un commento, direi che il calo dei volumi è una tendenza secolare che deriva dalle abitudini dei nuovi consumatori, mentre l’incremento delle vendite non è scontato in un mercato come quello italiano, dove l’unica cosa che cresce forte è il debito pubblico. Tornando ai nostri numeri, l’anno vede una crescita leggermente più marcata per i vini bianchi rispetto ai rossi (ma poca roba), dei vini meno pregiati (IGT e altri rispetto ai DOC/DOCG, ma di nuovo poca roba) e dei vini Charmat secchi (leggi Prosecco) rispetto ai dolci (sempre in caduta) e al “metodo classico” che invece ha avuto un anno di consolidamento dopo i dati positivi del passato. Nell’ambito di numeri che restano positivi mi sembrano tutti segni che i consumatori stanno cercando di “spendere un po’ meno”. Passiamo ai dati.
- Nel quarto trimestre le vendite di vino toccano quota 749 milioni di euro, +2.3% con un volume di 2 milioni di ettolitri, in calo del 3%. Quindi prosegue la divaricazione tra volumi e valore, che probabilmente nel 2019 sarà meno marcata visto il calo dei listini dei prezzi all’ingrosso.
- Nell’ambito dei dati del trimestre, noterete che non è stato un buon trimestre per i vini spumanti, rimasti stabili a 174 milioni di euro, calo interamente dovuto alla caduta dei vini charmat dolci (-11%), non più compensato dalle altre categorie. Come sottolineavamo prima, i “metodo classico” sono cresciuti nel trimestre soltanto dell’1%, mentre i Charmat Secchi sono a +3%, rispettivamente a 53 e 94 milioni di euro. Se gli spumanti vanno male, lo Champagne va peggio. Se guardate le tabelle trovate -3% nel trimestre, a più che compensare il +3% visto nei primi 9 mesi dell’anno.
- Nei vini fermi le cose sono paradossalmente andate meglio, 543 milioni e +3%. Si rafforza il fenomeno del bag-in-box (+19% ma sempre solo l’1% del totale), sembrano riprendersi i vini rosati dopo qualche trimestre in ombra (+6% contro +3% nell’anno), come già rilevato in passato i vini bianchi crescono più dei vini rossi (+4.2% rispetto a +2.6%). Gli IGT crescono del 4.5% a 144 milioni e i vini comuni del 4.7% a 107 milioni, superando in crescita i vini DOC/DOCG fermi a +2.3% e 291 milioni.
- I dati annui sono una replica “frenata” di quello che abbiamo visto sopra, anche se alcuni dati come lo stop degli spumanti nei 12 mesi non vengono rilevati, dato che la crescita annua è +2.5%, da 417 a 428 milioni di euro (-0.6% per i volumi, da 667mila a 663mila ettolitri). Sono invece molto coerenti e vicini al trend recente i dati sui vini fermi, cresciuti del 2.9% a 1.9 miliardi di euro, dei quali 1.4 miliardi di euro in bottiglia (+2.5%), 1 miliardo di euro nel segmento dei rossi (+2.7%) e quasi 1 miliardo di euro nei DOC/DOCG (+2.4%).
…ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco