La Nuova Zelanda non smette di sorprendere per la dinamicità dei viticoltori e della locale organizzazione “New Zealand Winegrowers inc” (da cui prendiamo il rapporto). Di fronte a un governo locale che decide di alzare pesantemente il reddito minimo (a 9 euro oggi ma oltre 10 euro nel giro di tre anni) per esempio, questa associazione che raggruppa tutte le 700 wineries del paese cerca nuovi sentieri di sviluppo, si fa domande e indaga per trovare delle nuove opportunità. Se leggete il rapporto 2018 trovate una ampia sezione sul turismo del vino locale, che sta esplodendo in questi anni. Non troverete grafici sul tema, ma sappiate che il 27% dei turisti internazionali accolti dal paese visitano una cantina. Questi turisti spendono il 52% in più della media e stanno sei giorni più a lungo degli altri. Che bel biglietto da visita per andare dalle autorità governative a “spiegare” le esternalità positive del settore e farsi aiutare! Magari fosse possibile anche in Italia. Quando lo faccio notare agli addetti ai lavori mi dicono forse giustamente che l’Italia del vino è uguale 20 Nuove Zelande. Troppo.
Fatta questa premessa e venendo a noi, i dati della Nuova Zelanda sono in sviluppo, anche se la scarsa vendemmia 2017 ha stoppato la crescita delle esportazioni (qui calcolate sui 12 mesi terminati a giugno 2018). Ci sono 20 cantine in più del 2017 e si stima circa 1000 ettari in più, 38mila ormai, e la “specializzazione” per vitigni fa un altro passettino in avanti. La produzione di uva 2018 è tornata sopra la soglia di 4 milioni di tonnellate dopo un brutto 2017, ma come dice il rapporto è inferiori alle previsioni iniziali che erano decisamente migliori. Passiamo a dare un’occhiata ai numeri.
- La superficie vitata della Nuova Zelanda raggiunge quota 37969, quasi 1000 ettari in più del dato 2017 (leggermente rivisto rispetto a quanto pubblicato lo scorso anno). Si divide su 697 cantine che hanno dunque una superficie media di 55 ettari ciascuna, invariata rispetto al 2017 dopo la crescita degli anni passati.
- Il Sauvignon Blanc si prende quasi 900 ettari dei 1000 nuovi ettari, e rappresenta oggi 23100 ettari in totale, il 60.8% della superficie vitata contro il 60.2% dello scorso anno. Sono anche in leggera crescita il Pinot Nero (+50 a 3163), lo Chardonnay (+50 a 3163) e il Pinot Grigio (quasi +90 a 2447). Unico tra i vitigni importanti a calare è il Merlot, che a 1186 ettari ne perde circa 30.
- La produzione 2018 raggiunge 4.2 milioni di tonnellate, +6% rispetto al 2017 e 3 milioni di ettolitri di vino, a metà tra il 2017 e il 2016.
- Come ben sapete l’economia vinicola è legata all’export. DI questi 3, ben 2.5 sono esportati, con le esportazioni che però come dicevamo sono cresciute solo dell’1% a volume e del 2% a valore (a circa 1.7 miliardi di dollari locali, che corrispondono a 925 milioni di euro.
- Tutto ciò nonostante i consumi locali di vino non siano proprio bassissimi: parliamo di circa 19 litri procapite annui, di cui circa 11 di vino locale e 8 di vino estero.
…ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco