Le importazioni di vino in Svizzera sono rimaste stabili nel 2018 in euro e cresciute del 4% circa in franchi, in un contesto di costante calo dei volumi importati. Sebbene l’Italia resti il principale esportatore, è successo quasi quanto è accaduto in Danimarca. I prodotti francesi, da diversi anni superati da quelli italiani, si sono ripresi vigorosamente negli ultimi 2 anni e nel 2018 dei 1032 milioni di euro, praticamente 370 ciascuno sono italiani e francesi, il che significa il 35-36% del mercato dei vini esteri ciascuno. A fronte di questa quota del 36% del valore l’Italia guida poi la classifica dei volumi con 721 mila ettolitri, contro i 384mila dei francesi. La ripresa della Francia, a spese di praticamente tutti gli altri esportatori in Svizzera è quindi il principale dato che emerge dall’analisi, nonostante nel segmento degli spumanti (che invece cresce leggermente) l’Italia stia guadagnando quote di mercato. Passiamo ai dati.
- La Svizzera ha importato 1032 milioni di euro di vino nel 2018, che corrispondono a 1191 milioni di franchi svizzeri. La crescita in valuta locale è stata del 4%, ma in realtà in euro la variazione è nulla vista la leggera svalutazione valutaria.
- I volumi importati continuano a calare, -5% nel 2018 a 1.77 milioni di ettolitri. Si tratta del valore più basso registrato negli ultimi anni. A perdere volume sono tutti gli esportatori, spagnoli su tutti (-17% a 255mila ettolitri), salvo i sudafricani (+57% a 71mila ettolitri) e gli australiani (+39% a 33mila ettolitri). Per quanto riguarda l’Italia, le esportazioni in volume sono calate del 7% a 721mila ettolitri.
- L’Italia resta di un soffio davanti alla Francia, con 372 milioni di esportazioni, -1%. All’interno di questo dato si cela un calo del 3% dei vini in bottiglia a 277 milioni e un buon progresso dei vini spumanti, +8% a 59 milioni.
- Nel segmento degli spumanti la Francia resta il paese di riferimento, con 107 milioni, +1%. Il totale esportato dai francesi cresce però in modo più sostenuto, +10% a 229 milioni, e quindi il saldo del 2018 è positivo, con una crescita del 7% a 368 milioni di euro, praticamente a pari con l’Italia.
- Dati negativi sono anche quelli degli spagnoli, in calo del 6% a 126 milioni di euro e dei tedeschi, -5% a 35 milioni di euro. Si salvano i portoghesi, in crescita del 5% a 35 milioni e gli austriaci, +3% a 19 milioni. Tutti gli altri calano, soprattutto gli americani a guardare la tabella: -18% a 21 milioni, dopo i progressi degli ultimi anni.
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