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AIS, Gambero Rosso e FIS premiano Tenute Rubino

L’inizio autunno è il periodo dedicato alle guide enologiche e il palmares di Tenute Rubino si arricchisce con nuovi riconoscimenti che certificano il lavoro di un’azienda che ha profondamente investito nelle peculiarità del proprio territorio facendone riscoprire ricchezza e qualità perdute. Le principali guide enologiche Italiane confermano, infatti, il valore di un progetto produttivo che ha puntato a reinterpretare con un sentimento moderno la migliore tradizione vitivinicola della Puglia.

Ancora una volta, sugli scudi è il Susumaiello: AIS e Gambero Rosso confermano l’eccellenza per i vini che nascono da questa varietà reliquia storicamente diffusa nell’areale di Brindisi e che l’azienda di Luigi Rubino, per prima, ha recuperato dall’oblio attraverso un percorso virtuoso cominciato quasi vent’anni fa. Il cru Torre Testa 2016 ottiene le Quattro Viti, massimo riconoscimento della Guida Vitae 2019 edita da AIS, mentre l’Oltremé 2017 conquista i Tre Bicchieri della Guida Vini d’Italia 2019 del Gambero Rosso.

Storico portabandiera dei vini a base Susumaniello firmati da Tenute Rubino, il Torre Testa è un vino di territorio dove complessità ed eleganza trovano una sintesi perfetta. Oggi, quest’etichetta è considerata ai vertici della Puglia del vino di qualità, prova di un’eccellenza credibile e verificata dal gradimento riscontrato sui mercati più esigenti e preparati. Per il terzo anno consecutivo, invece, l’Oltremé raggiunge il vertice della guida del Gambero Rosso, testimonianza di come anche i vini immediati abbiano quella personalità capace di far emergere, sotto un profilo inedito, l’identità di un vitigno che sempre di più, numeri alla mano, è apprezzato anche sui mercati esteri. Vivace e sorprendente, l’Oltremè con la sua immediatezza seduce il palato attraverso i suoi richiami fruttati, mantenendosi piacevole ed elegante grazie a una vinificazione più breve che rivela tutta la freschezza di un vitigno che non sa essere solo austero.

“Il progetto Susumaniello – commenta il patron Luigi Rubino – è sempre in continua evoluzione. Vent’anni fa, avevamo intrapreso un percorso che, in principio, era persino difficile comunicare e far comprendere. Oggi questa storica varietà, oltre ad essere apprezzata per la sua versatilità, riesce a trasmettere una precisa identità territoriale”.

All’attività di recupero dei vitigni storici (che comprende anche il Bianco d’Alessano, il Minutolo e l’Ottavianello), Tenute Rubino accompagna quella di valorizzazione di altre varietà autoctone ben radicate come il Primitivo, apprezzata dai winelover di tutto il mondo. Non è un caso, infatti, che il cru Visellio, con la sua annata 2016, abbia conquistato i 5 Grappoli della guida Bibenda 2019, il massimo riconoscimento della mappa del vino italiano edita da FIS, la Federazione Italiana Sommelier. Autentico fuoriclasse dell’enologia pugliese, il Visellio è un Primitivo intenso e potente dalla grande forza estrattiva. Affinato in barrique, si distingue per la sua grande morbidezza e per la lunga persistenza.

“Abbiamo dato vita ad un nostro stile produttivo – conclude Luigi Rubinoche ci ha portati ad essere apprezzati sia dalla critica che dal pubblico per una visione chiara: rivitalizzare la tradizione vitivinicola pugliese con una chiave di lettura al passo coi tempi, che ci consente di realizzare dei vini che siano moderni ma con delle radici ben salde in un glorioso passato”.

Riconoscimenti Vini Tenute Rubino


Fonte: https://www.bereilvino.it/feed/


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Advini – risultati primo semestre 2018

Note Laboratorio I: Bianco campania, Il più grande laboratorio di vitigni autoctoni Bianchi.