La perdita di volume è certamente la cosa che salta all’occhio analizzando i dati prodotti da IRI sulle vendite di vino nella grande distribuzione italiana. La tendenza “meno volumi, migliore qualità” si è ulteriormente accentuata, con un trimestre, il terzo, caratterizzato da un calo del 6% dei volumi a cui si è contrapposto un incremento del 2.5% delle vendite a valore. Nel computo dei 9 mesi si sono persi quindi 230mila ettolitri di vino (da 5.1 a 4.9 milioni di ettolitri), di fatto tutto vino fermo, dato che per gli spumanti i dati di volume sono ancora in leggera crescita. Ma anche in questo caso, il dato di vendite in euro segna un buon +2.9% (soprattutto nel contesto piuttosto grigio delle vendite al dettaglio in Italia di quest’anno). La seconda tendenza che continua è il recupero, dopo un calo durato per tutto il 2016-17 delle vendite di vino comune, quindi non IGT e non DOC. Proprio nel segmento delle DOC gli ultimi due trimestri sono stati piuttosto avari: le vendite non sono cresciute, nonostante un miglioramento del prezzo-mix del 5%. Negli spumanti non ci sono novità: la categoria vincente resta quello dello “charmat secco”, leggi Prosecco. Ma per questa categoria la chiave sarà quella dell’ultimo trimestre quando si concentrano il 40-45% delle vendite annue. Passiamo ad analizzare i dati.
- Il fatturato della GDO nel segmento vino è cresciuto come dicevamo del 2.5% nel terzo trimestre a 558 milioni di euro, a un ritmo leggermente più lento del primo semestre. Il saldo a fine settembre è dunque di un incremento del 2.9% a 1.64 milioni di euro. Nominalmente si tratterebbe, se confermato nell’ultimo importante trimestre, del più forte incremento degli ultimi anni.
- La scomposizione tra volumi e prezzi è però fonte di qualche preoccupazione. Il calo dei volumi è visibilmente accelerato, -5.8% nel trimestre (lo vedete bene anche dai grafici allegati) e -4.5% nei primi nove mesi. Con 4.9 milioni di ettolitri venduti a fine settembre, si sono persi 231mila ettolitri di vendite. Se chiudiamo l’anno a questo livello, dal 2013 a questa parte si sono persi 530mila ettolitri di vendite. A compensare tale andamento sono stati i prezzi, cresciuti del 9% nel trimestre e dell’8% nei 9 mesi, via via più marcato passando dalle DOC (+4% circa) ai vini comuni (+12%), questi ultimi più colpiti dai rincari di prezzo post vendemmia 2017.
- Come dicevamo sopra, si stanno riprendendo le vendite di vini comuni, soltanto grazie agli incrementi di prezzo, che però stanno ampliando la forbice con i prezzi: l’incremento del 5% delle vendite nel terzo trimestre è maturato nonostante un calo del 9% dei volumi venduti. I vini DOC sono quelli dove la forbice prezzi/volumi è meno marcata, circa +5%/-5% nel trimestre, ma il saldo è zero. Quindi niente crescita, a vantaggio dei vini IGT dove i volumi calano allo stesso ritmo ma i prezzi sono cresciuti dell’8%.
- Infine, per gli spumanti il terzo trimestre è ancora “interlocutorio”, anche se comincia a essere più importante dei due precedenti. Le vendite sono cresciute da 86 a 92 milioni di euro, +6%, sempre guidato dagli charmat secchi (+9%) che rappresentano la parte più importante del segmento (70 milioni).
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