La Russia è uno di quei mercati che deve essere visto da due lati: da chi importa e da chi esporta. I dati che commentiamo oggi mostrano un livello di importazioni di vino stabile rispetto al 2017, ma in realtà non è così: la svalutazione del rublo è stata del 12% e tale è la crescita della spesa dei russi in vino straniero. E sebbene noi rileviamo un “buco” tra il 2015 e il 2016 che è praticamente stato colmato negli ultimi due anni, per i russi non è così: nella loro valuta non c’è stato un singolo anno in cui hanno speso di meno dell’anno precedente. Quindi la crescita degli acquisti di vino italiano da parte dei russi non è in realtà del 2% nel 2018 e stabile sugli ultimi 5 anni: andrebbe letta come un +14% nel 2018 e un +18% annuo addirittura dal 2013 a questa parte. Per fortuna (nostra e dei russi) il rapporto di cambio sembra essersi stabilizzato nel corso del 2019, e quindi il prossimo anno potremo vedere dati più omogenei. Detto questo, l’Italia ha mantenuto la sua posizione di leadership incontrastata, con una quota a valore che sfiora il 30% (20% dei volumi, dove gli spagnoli sono leggermente avanti) in un mercato da 900 milioni di euro e 4.1 milioni di ettolitri di importazioni di vino, con un andamento migliore dei diretti concorrenti francesi e spagnoli. Un mercato che, come vedrete dai grafici, nel 2018 è stato supportato dalla crescita degli spumanti. Passiamo ai dati.
- Le importazioni di vino in Russia sono state stabili in euro a 890 milioni di euro, mentre crescono in valuta locale del 12.5% a 66 miliardi di rubli. Lo stesso balzo tra euro e valuta locale si rintraccia nei dati di medio termine: nel 2013 le esportazioni in euro erano 924 milioni, quindi più elevate di oggi, ma i russi spendevano 29 miliardi di rubli per comperare quel vino. Dunque, mercato di nuovo stagnante sui 5 anni in euro, ma più che raddoppiato in rubli, il che significa +17% annuo.
- L’andamento dei volumi è invece altalenante. Lo scorso anno i russi avevano importato 4.4 milioni di ettolitri, quest’anno 4 come era stato nel 2016. Diciamo che i livelli di 5 e più milioni di ettolitri di qualche anno fa sembrano essere dietro le spalle. A volume la Spagna è davanti all’Italia, ma ha perso ben il 27% del volume nel 2018, che l’ha portata con 860mila ettolitri non distante dagli 811mila dell’Italia.
- In valore (parliamo in euro anche se la “tara” da aggiungere in rubli è del 12%!) l’Italia è avanti a tutti con 262 milioni di euro, +2%. Con questo passettino in avanti siamo tornati al livello del 2013. Il merito è degli spumanti che passano da 85 a 97 milioni di euro, +14%, a compensare il calo dei vini fermi.
- Per la Francia il discorso è simile: gli spumanti passano da 43 a 51 milioni di euro, +17%, mentre le esportazioni totali sono praticamente ferme intorno a 160 milioni di euro.
- Il terzo importatore in Russia è la Spagna a 131 milioni, ma il forte calo dei volumi ha determinato una caduta del 9%. In questo caso gli spumanti pur crescendo da 9 a 12 milioni sono troppo poco rilevanti per compensare.
- Sotto i principali tre mercati i dati sono molto volatili è poco rilevanti.
- Invece vale la pena dare un occhio ai numeri sugli spumanti, vero motore di crescita del mercato russo, +17% nel 2018.
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