Proprio nel giorno in cui Campari ha annunciato di negoziare l’acquisto di Champagne Lallier sto scrivendo questo commento sui risultati 2019 di Lanson che sono obiettivamente molto brutti. E lo sono prima che arrivi la botta del Coronavirus, che ha determinato un calo della quotazione borsistica del 20% circa (neanche tanto considerando quanto hanno perso altre aziende del settore). Comunque, i numeri 2019 vanno letti nel contesto di un mercato dello Champagne leggermente cedente in volume (-1%, tutto a causa della Francia) e leggermente positivo in valore (+4%). Quindi il calo delle vendite del 10% registrato nel 2019 da Lanson è veramente un dato brutto, anche considerando la “sovra-esposizione” alla Francia, che rappresenta largo circa il 60% delle vendite. L’azienda resta profittevole (margine operativo del 7%), 10 milioni di utile netto, ma molto indebitata (e il debito sale). Naturalmente, per quanto riguarda le aspettative 2020, “nebbia in val padana” come si usa dire. Passiamo ai numeri.
- Le vendite 2019 sono calate del 10% a 250 milioni di euro, causa l’andamento molto negativo in Francia (-11% a 147 milioni) e il crollo del 25% nel mercato americano (7 milioni). Sempre negativo, ma un po’ meno, l’andamento nel resto d’Europa (-7%) e nel mercato asiatico (-10%). Tra i principali marchi, Burtin cala del 16% a 97 milioni di euro, mentre Chanoine scende del 29% a 43 milioni di euro.
- In un anno in cui la profittabilità lorda migliora (dal 35.5% al 37% di margine industrial), il calo del fatturato si ribatte sui costi fissi. L’EBITDA dunque scende da 28 a 25 milioni, con un margine stabile al 10%, mentre l’utile operativo peggiora dall’8% al minimo storico del 7%, per un calo da 23 a 18 milioni di euro. Con oneri finanziari stabili e una tassazione al 29% (30% 2018), l’utile netto passa da 13 a 10 milioni di euro.
- Finanziariamente l’azienda mantiene il bilanciamento tra debito (538 milioni di euro, +16) e magazzino (556 milioni di euro, +14). Nel corso del 2019, a fronte di una generazione di cassa di circa 17 milioni (19 nel 2018), il capitale circolante assorbe 19 milioni di euro, gli investimenti 9 (in calo dai 14 dell’anno scorso), i dividendi 3.6 milioni (stabili).
- Come dicevamo, dati brutti. Se anche prendiamo soltanto il secondo semestre (tabella sotto), potete vedere che si replica questo calo del 10% delle vendite, mentre la perdita di margine sembra leggermente meno marcata.
- Le prospettive sono ovviamente negative, anche se l’azienda naturalmente sottolinea come la maggior parte dell’attività avvenga nella seconda parte dell’anno (nel 2019 171 dei 250 milioni di vendite).
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