Dopo una battuta d’arresto nel 2018, le esportazioni di vino della Nuova Zelanda tornano a correre nel 2019, segnando un incremento di ben il 13% in euro e dell’8% in valuta locale. Non abbiamo ancora i dati completi a disposizione ma potrebbe anche insidiare la sesta posizione come paese esportatore nel mondo che attualmente è occupata dagli Stati Uniti. Ovviamente per la Nuova Zelanda le esportazioni sono “la ragione” della produzione di vino, mentre per gli USA sono un elemento residuale. Il fatto è che il Sauvignon Blanc neozelandese sta facendo breccia proprio negli altri paesi anglosassoni. Come vedrete nel post Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Canada sono i quattro mercati di riferimento. Pur con una percentuale del 23% di esportazioni in vino sfuso, dobbiamo notare la qualità media molto elevata del prodotto, che esporta a 400 euro per ettolitro, contro i nostri 300 euro, e ormai seconda soltanto a quella delle esportazioni francesi (quasi 700 euro). Passiamo a una breve analisi dei dati.
- Le esportazioni neozelandesi crescono dell’8% a 1.87 miliardi di dollari locali, mantenendo quindi il ritmo di crescita del 7-8% degli ultimi anni, temporaneamente rallentato nel 2018. Il dato tradotto in euro è pari a 1.15 miliardi, dunque un valore che va messo in prospettiva con i nostri 6.4 miliardi e con gli oltre 9 miliardi dei francesi, ma che comunque è vicinissimo al dato dello scorso anno degli Stati Uniti.
- I dati di UN Comtrade non sono completi per quanto riguarda i volumi ma con qualche artificio siamo riusciti a stimare un volume in export di 2.8 milioni di ettolitri, +9% sul 2018 che invece era stato stabile. Ne consegue un mix di prezzo dell’export di 400 euro circa, di cui abbiamo parlato sopra.
- In termini di valore, le esportazioni 2019 sono cresciute del 7% per i vini in bottiglia a 1.43 milioni di dollari NZ, mentre i vini sfusi sono a +14% per circa 420 milioni e dunque rappresentano il 23% del totale esportato.
- Gli Stati Uniti sono il principale motore di crescita delle esportazioni, con un +15% a 600 milioni di dollari e 0.8 milioni di ettolitri di esportazioni. Il secondo mercatosi conferma il Regno Unito, +8% a 444 milioni, con volumi molto simili a quelli americani. Sempre anglosassone è il terzo mercato, la vicina Australia, con 361 milioni di dollari di export ma un andamento molto meno positivo dei primi due mercati, +1%. Di nuovo anglosassone, ma molto distante in termini di valore il quarto mercato, il Canada, con 130 milioni di dollari e un andamento 2019 decisamente sottotono rispetto al forte progresso degli ultimi anni.
- Chiudiamo il post segnalandovi il dato impressionante realizzato sul mercato tedesco (da quasi niente a 56 milioni nel giro di tre anni), ma anche su quello francese. Sono invece deludenti e poco rilevanti (rispetto alla vicinanza geografica) i dati di export sul mercato cinese.
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