Continua a salire il livello qualitativo delle denominazioni Aglianico del Taburno DOCG e Falanghina del Sannio DOP. A confermarlo sono i giudizi emersi dai rating dell’annata 2015 (per l’Aglianico del Taburno Docg) e dell’annata 2019 (per la Falanghina del Sannio Dop), organizzati dal Sannio Consorzio Tutela Vini con la collaborazione della sezione campana di Assoenologi, l’associazione nazionale di categoria dei tecnici vitivinicoli. Per i vini Aglianico del Taburno DOCG 2015 il giudizio qualitativo globale si è attestato sull’ottimo; per i vini Falanghina del Sannio DOP 2019 il giudizio qualitativo globale è andato ben al di sopra dell’ottimo.
Le degustazioni sono state effettuate da enologi professionisti, esperti delle due tipologie di vino, con conoscenza del territorio. Le valutazioni dei vini sono state fatte secondo il metodo Union Internationale Des Oenologues, su campioni precedentemente anonimizzati. Tale metodo prevede che per valori pari a 100 i vini sono da considerare eccellenti; per valori pari a 86 i vini sono da considerare ottimi; per valori pari a 72 sono da considerare buoni (valori intermedi costituiscono giudizi intermedi tra quelli descritti). I risultati ottenuti sono stati elaborati dalla media dei punteggi attribuiti dai singoli degustatori eliminando il valore più basso e il valore più alto.
Per i vini Aglianico del Taburno DOCG 2015 è emerso il punteggio medio generale di 87/100; il punteggio medio generale conseguito dai vini Falanghina del Sannio Dop 2019 è stato di 88/100. I giudizi espressi da Assoenologi iniettano fiducia tra le aziende sannite che vivono la vigilia di una vendemmia insolita. Dal punto di vista quantitativo si prevede un leggero calo della produzione, mentre dal punto di vista qualitativo, se queste ultime settimane procederanno nel migliore dei modi, si prospetta un’annata di ottima qualità, in linea con quella dell’anno scorso. L’attenzione è alta soprattutto per le incognite legate al periodo particolare e all’emergenza Covid, che ha innescato criticità nell’ambito della ristorazione e tensioni sulle esportazioni.
Di fronte a questa vendemmia i vitivinicoltori e le cantine del Sannio saranno chiamati ancora una volta a mostrare la loro straordinaria capacità di ripresa. Proprio come successe cinque anni fa, in occasione della vendemmia 2015, di cui sono frutto le uve delle etichette Aglianico del Taburno Docg valutate da Assoenologi. L’associazione ricorda, infatti, «che il 15 ottobre 2015, nella fase iniziale della raccolta dell’aglianico, un violento nubifragio ha messo in ginocchio la viticoltura sannita. Le abbondanti piogge, oltre ad ingrossare il corso dei fiumi creando allagamenti, hanno portato alla saturazione idrica molti terreni del massiccio del Taburno, dando origine a diversi smottamenti.
Molte aziende vinicole e molte vigne sono state praticamente devastate da frane discese dai rilievi del Taburno che hanno reso impossibile la raccolta dei vigneti meglio esposti. In molti casi si sono rese impossibili anche le operazioni di cantina, in quanto sono state praticamente “invase” dalle pietre e dal terreno trascinate dall’acqua». Quell’evento segnò anche la qualità generale dei grappoli, che solo grazie all’esperienza dei vitivinicoltori del Taburno raggiunsero livelli zuccherini regolari, anche se con acidità più basse e, in particolare, minore presenza di acido malico. Caratteristiche che hanno richiesto maggiore attenzione nei processi di vinificazione, rendendo più impegnative le fasi di fermentazione e affinamento. «Tutte le valutazioni dei campioni degustati – rimarca Assoenologi – hanno evidenziato tonalità di colore non molto accentuate, intense note speziate e balsamiche con sfumature di frutti rossi e viola nel profilo olfattivo. Il profilo gustativo evidenzia una buona concentrazione, sapidità, volume, intensità, persistenza ed equilibrio gustativo, con particolare evidenza delle note acquisite con l’affinamento in legno».
I vini Falanghina del Sannio Dop 2019 sono invece frutto di un’annata che non ha presentato particolari problematiche, con la gestione delle vigne che non ha evidenziato criticità: le uve sono arrivate tutte perfettamente sane a maturazione. La vendemmia, iniziata con una settimana di ritardo, ha portato in cantina grappoli dai valori zuccherini abbastanza elevati, acidità più basse rispetto alla vendemmia 2018, con particolare presenza di acido malico e buona dotazione di precursori aromatici.
«Tutte le valutazioni dei campioni degustati – sottolinea l’associazione degli enologi e degli enotecnici – hanno riportato giudizi rimarcanti nel profilo olfattivo note fruttate, in particolare di frutta matura e un profilo gustativo con evidenti caratteri di pienezza, volume e rotondità. Nel complesso un profilo floreale meno accentuato rispetto alle annate precedenti e buon livello di finezza nell’espressione varietale».