Pare, ma lo dico sommessamente e per scaramanzia, sia scoppiata la Calabria mania. Finalmente l’antica Enotria, ovvero “terra del vino” nome con cui gli antichi greci identificavano l’Italia, è sulla bocca di tutti e non solo metaforicamente parlando. Vivaddio, perché se c’è una terra che negli ultimi ha saputo regalarmi bottiglie indimenticabili è stata proprio la Calabria. È successo anche di recente con Hallelujah 2019, in versione magnum, de L’acino Vini, cantina di quel grande bagaglio di umanità che è Dino Briglio Nigro. L’acino Vini si trova a San Marco Argentano in provincia di Cosenza, siamo nella Piana di Sibari, tra lo Jonio e il Tirreno, tra il Pollino e la Sila. Il vigneto di Hallelujah si trova invece a Cropalati, nella Calabria jonica, si arriva per una strada impervia che sale su sino alla chiesetta di Santa Maria ad Gruttam, chiesa bizantina dell’anno mille, una vigna di mezzo ettaro impiantata a pinot bianco 15 anni fa, si avete letto bene pinot bianco, di fascinazione calabrese però. Qui nasce questa opera maestra di Dino. Giallo paglierino dorato nel bicchiere. Naso di notevole complessità, fiori bianchi, camomilla, agrumi, leggera spezia. Il sorso è affilato, teso e ampio, con una facilità di beva straordinaria. Un Pinot Bianco che ti fa incontrare la Calabria proprio dove non te l’aspetteresti. Hallelujah!
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