Dopo gli eccellenti dati registrati nel 2021 e qui commentati (link), Lanson il trend di miglioramento sia dei margini che del fatturato è continuato nel primo semestre 2022, di cui analizziamo oggi i dati. Si tratta di un momento eccellente per lo Champagne (e per gli spumanti in generale, bisogna dire). A questo momento eccezionale, Lanson “aggiunge” anche un paio di ulteriori elementi: il primo è che ha fatto una cura dimagrante sui costi e si è rilanciata nei mercati internazionali; il secondo è che è storicamente molto esposta al mercato inglese e questo mercato è in recupero. I dati sono chiari: dopo il +21% del fatturato del 2021, la crescita del primo semestre è +16% (pur rapprsentando soltanto un terzo dell’anno), l’utile che nel 2021 era triplicato, nel primo semestre è ulteriormente raddoppiato. Insomma siamo di fronte a un “ritorno” di Lanson a dei risultati soddisfacenti, dopo diversi anni che si potrebbero effettivamente definire bui, almeno a guardare i numeri, e ben prima del Covid. Passiamo ad analizzare qualche dato, ricordandovi che all’interno del post c’è anche un interessante grafico animato che visualizza chiaramente il cambio di direzione della società.
- Le vendite del semestre crescono del 16% a 115 milioni, supportate dall’ulteriore recupero delle esportazioni (62% delle vendite), che toccano il massimo storico a 67 milioni di euro (+27%), mentre le vendite in Francia sono in crescita del 3% a 48 milioni di euro. La differenza sul pre-covid è incredibile: +8% in Francia, +90% all’estero, frutto di una strategia chiara di diversificazione geografica se pensate che nel 2016 Lanson praticamente non vendeva fuori dall’Europa.
- I margini sono in forte recupero, con un EBITDA che torna al 15% (12% nel 2021) e dopo diversi anni (2015-19 in particolare) in cui era sceso sotto la soglia del 10%.
- Ne derivano ottimi numeri che vedte in tabella e che chiudono con un utile netto di 10 milioni di euro, un dato mai visto nel primo semestre di questa azienda prima d’ora, anche supportato dal debito e costo del debito.
- Dal punto di vista finanziario le considerazioni sono simili. L’indebitamento era strutturalmente sopra il valore del magazzino, ora è sceso sotto (vedere grafico): 485 milioni nel primo semestre 2022, contro un magazzino di 492 milioni, dopo aver ricominciato a pagare dividendi normali (4.9 milioni) e ricomprato azioni (1.7 milioni).
- Le azioni ne hanno beneficiato: nel momento in cui scriviamo la quotazione è tornata ai livelli pre-Covid, con un valore di mercato di 220 milioni.
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