in

Pratello, Tuchì Ottocento 2020

L’ex Tocai Friulano è un vitigno straordinario di cui non si parla mai abbastanza, dalla storia davvero affascinante e controversa. Infatti, contrariamente alla legenda che lo vorrebbe di origine friulana, parrebbe essere proprio della provincia di Venezia e che lì vi sia arrivato dalla Francia, come Sauvignonasse, nella seconda metà dell’800, trovando nella piccola frazione di Lison il suo ambiente naturale. La denominazione Tocai friulano sarebbe quindi dovuta ad una errata interpretazione di chi registrò il vitigno, considerando quel lembo di terra del Veneto Orientale ormai Friuli. Successivamente, oltre al Friuli, del quale divenne uno dei vitigni simbolo, si diffuse in alcune zone del Veneto e Lombardia, precisamente nell’enclave di San Martino della Battaglia, in provincia di Brescia. Dopo la famosa sentenza della Corte di Giustizia europea del giugno 2008, che chiuse l’annosa vertenza con l’Ungheria e che ci obbligo ad abbandonare il nome Tocai, i produttori italiani si sono mossi in ordine sparso chiamando il vitigno in modi diversi: Friulano in Friuli, Tai bianco e Lison Classico in Veneto, Tuchì a San Martino della Battaglia. Se per il Friulano, per il Tai e per il Lison ho avuto modo di degustare in maniera approfondita i vini di molti produttori, non avevo nessuna conoscenza del Tuchì. Il battesimo del fuoco è avvenuto con l’Ottocento 2020, notevole bottiglia della Cantina Pratello di Padenghe sul Garda. Naso di grande impatto, frutta a polpa bianca, fiori di campo. Al palato entra morbido, delicatamente fresco, sapido, verticale, chiudendo delicatamente con il tipico sentore di mandorla amara. Ennesima conferma della grandezza del vitigno ex Tocai Friulano, da bere, da (ri)scoprire.


Fonte: http://www.lastanzadelvino.it/feed/

Moscato Wine Festival in Tour: otto tappe in Italia

Tannico – risultati 2021