Le esportazioni della Nuova Zelanda sono cresciute del 25% nel 2022, anche grazie alla forte svalutazione della valuta locale nei confronti del dollaro americano (16%). Il mondo anglosassone quindi gli Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Canada continua a rappresentare una quota preponderante delle esportazioni neozelandesi, circa l’85% del totale (come potete vedere dalla torta qui sopra rappresentata). Il prodotto si sta facendo però strada anche su altri mercati come la Germania dove le esportazioni sono cresciute del 43% nel 2022, mentre non sembra avere un buon andamento sul mercato cinese, che resta una destinazione marginale rappresentando soltanto l’1-2% del totale esportato. Con una performance tanto positiva la Nuova Zelanda che fino al 2021 era il settimo paese nella classifica mondiale delle esportazioni di vino rischia di superare i suoi due concorrenti diretti Stati Uniti e Australia che nel 2021 avevano un livello di esportazione soltanto poco superiore. Ricordandovi che questi dati sono anche disponibili in formato scaricabile nella sezione Solonumeri dedicata agli altri paesi del mondo e alle esportazioni passiamo a un’analisi più dettagliata.
- Le esportazioni di vino neozelandesi toccano il loro massimo storico a 1.4 miliardi di euro, che corrispondono a 2.4 miliardi di dollari locali. L’incremento è legato per il 9% ai volumi che tornano a quota 3.1 milioni di ettolitri dopo il calo a 2.8 del 2021.
- I mercati chiave sono tre USA, 1.1 milioni di ettolitri, Regno Unito e Australia, 700mila ciascuno. Lo stesso dicasi per i valori: USA 878 milioni di dollari, 500 milioni ciascuno circa gli altri due mercati.
- La velocità di crescita è però differente: a fronte di un +7% annuo negli ultimi 5 anni (2017-22), gli USA crescono dell’11% annuo, Australia e Regno Unito del 5%. Questo significa anche che “tutto il resto” cresce del 7% circa all’anno negli ultimi 5 anni.
- I numeri cominciano a diventare importanti anche per altri mercati, come la Germania, dove il vino neozelandese ha raggiunto quota 40 milioni dei nostri euro (70 dei loro dollari) e dove la crescita è vicina all’8% in valuta locale. Se mettiamo insieme Cina e Hong Kong non arriviamo a 35 milioni di euro di esportato, quindi molto lontano dalle penetrazioni raggiunge da altri paesi come il Cile o (ovviamente) la Francia. Forse anche in proporzione sono più indietro che l’Italia…
- Bene, vi lascio alla consultazione delle tabelle.
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