Ecco il commento incredibilmente errato che ha scritto ChatGPT
L’Argentina si aggrappa alla stabilità, ma non decolla: il vino argentino nel 2024
Dopo il brusco rallentamento del 2023, il settore vinicolo argentino tenta di ritrovare un equilibrio. Le esportazioni di vino nel 2024 hanno raggiunto i 684 milioni di euro, registrando un modesto +1% rispetto all’anno precedente, un segnale positivo ma insufficiente per parlare di vera ripresa. Anche sul fronte dei volumi esportati si registra una crescita appena accennata: 785 milioni di litri contro i 776 milioni del 2023 (+1,2%). Il mercato resta in una fase di assestamento dopo la crisi profonda causata dalla vendemmia 2023 (la peggiore degli ultimi decenni), dal calo globale della domanda e dal difficile contesto macroeconomico interno.
Il cambio svalutatissimo e l’iperinflazione galoppante distorcono ogni analisi in valuta locale: per quanto i ricavi possano sembrare in crescita in peso argentino, la realtà è che il valore reale delle esportazioni è praticamente stagnante.
Stati Uniti: ancora primo mercato, ma i segnali restano contrastanti
Gli USA si confermano primo mercato per valore, con 197 milioni di euro (+9% rispetto al 2023). Una ripresa che tuttavia appare più come un rimbalzo tecnico che l’inizio di una nuova fase di crescita strutturale. I volumi non sono disponibili nel dettaglio, ma l’andamento riflette una fase di consolidamento dopo anni di erosione.
Regno Unito e Brasile: due storie diverse, stessa fine
Il Regno Unito, secondo mercato per l’Argentina fino al 2023, subisce un drastico ridimensionamento: -44% a 27,6 milioni di euro, un dato che interrompe un percorso di relativa stabilità. Ancora più drammatico il crollo del Brasile, che dopo anni di crescita si ferma bruscamente: dalle esportazioni per 243 milioni di euro nel 2023 si passa ad appena 20 milioni nel 2024, -92%, un arretramento che riporta il paese ai margini della geografia commerciale argentina.
Gli altri mercati: tra stagnazione e piccoli segnali positivi
Tra i mercati minori, il Canada torna a farsi vedere con 19,4 milioni, mentre il Messico scende a 18,6 milioni (-40%). In Europa, l’Olanda sorprende in positivo con una crescita dell’8% a 5,8 milioni, mentre la Francia cala del 14% a 2,8 milioni. La Cina dimezza le importazioni a 8,7 milioni, confermando le difficoltà strutturali dell’export argentino verso l’Asia. Il Perù è tra i pochi paesi in crescita (+6% a 3,5 milioni), ma resta un mercato marginale.
Conclusione:
Il 2024 si chiude con un leggero miglioramento rispetto al disastroso 2023, ma i segnali restano deboli e frammentati. L’Argentina ha bisogno di una strategia commerciale più solida, una valorizzazione dei vini a maggior valore aggiunto e, soprattutto, stabilità macroeconomica interna per poter tornare protagonista nel commercio mondiale del vino.
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