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Il valore dei vigneti in Italia per denominazione – dati CREA, aggiornamento 2023

Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.

Come forse avrete letto qualche settimana fa, il post sul valore dei vigneti è una “hit” del blog. Verso la fine dell’anno, l’istituto CREA pubblica questo tabellone con i valori minimi e massimi delle terre in Italia, da cui noi estraiamo da qualche anno la parte riservata ai vigneti. Molti dei valori sono gli stessi dell’anno precedente, alcuni vengono di tanto in tanto aggiornati. Il calcolo che viene fatto qui è calcolare la “media” della variazione dei prezzi per dare un’idea non solo dei valori ma di come si muovono nel tempo.

Per il 2023, da questo calcolo si deriva un incremento del valore delle vigne dell’1.5% rispetto al 2022, quando si era registrato un incremento del 3.8%. Con dei tassi di inflazione rispettivamente del 5.7% (2023) e 8.1% (2022), si tratta dunque del secondo anno in cui nel loro insieme i vigneti italiani non tengono il passo con la perdita di valore della moneta. E lo vedremo ancora più nel dettaglio con l’altro post derivato da CREA, dove invece che analizzare i dati per denominazione vengono analizzati per area geografica.

Entrando nello specifico, come sempre sono le zone delle Langhe, di Montalcino e di Bolgheri a registrare i valori più significativi. Sono stati fatti degli aggiornamenti significativi (+6/8%) nella denominazioni abruzzesi, Galluccio, Avellino e di Udine, in Sardegna del Cannonau e del Vermentino, nella zona dell’Etna e nella zona di Bolgheri, dove nel giro di tre anni il valore dei vigneti è arrivato al medesimo livello di quelli di Montalcino, secondo il rapporto.

Passiamo a un’analisi più dettagliata con grafici e la tabella riassuntiva, che vi ricordo si trova anche su Solonumeri.

  • CREA recensisce valori massimi e minimi delle transazioni di terre relative anche a circa 70 denominazioni o aree vinicole specifiche.
  • Come scrivevamo, nel 2023 sono state aggiornate alcune denominazioni, con un incremento medio tra l’1% e il 2%.
  • Se ci focalizziamo soltanto sul 2023, le variazioni più importanti riguardano Bolgheri (valore medio tra minimo e massimo incrementato del 33%), i colli orientali del Friuli (+13%), i vigneti del Brunello di Montalcino (+9%), quelli di Chambave in Valle d’Aosta (+8%) e poi quelli del Cannonau dell’Ogliastra, di Galluccio, delle colline del Calore (BN), tutti intorno al +7%.
  • Se allarghiamo lo sguardo agli ultimi 5 anni, le denominazioni (come definite da CREA) con l’incremento di valore più marcato sono state i Vigneti DOC Bolgheri (+80%), i vigneti DOC nella collina bresciana (leggi Franciacorta, +60%), i vigneti DOC Moscato nella zona di Canelli (+50%), i vigneti DOC superiore della Valtellina (+45%), i vigneti DOC nelle colline del Taburno (+33%), i vigneti Barolo DOCG bassa Langa di Alba (+33%) e i vigneti a nord di Trento (+30%).
  • Se guardiamo invece ai vigneti più pregiati, espressi nei loro valori massimi troviamo i vigneti del Barolo (2 milioni per ettaro), poi quelli del Brunello di Montalcino e di Bolgheri (1 milione per entrambi), i vigneti dell’area di Caldaro (0.9 milioni) e quelli di Valdobbiadene (0.6 milioni).
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Fonte: http://feeds.feedburner.com/INumeriDelVino


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