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Le donne e il vino

Sono sempre più numerose le donne che mostrano interesse per il vino, si documentano per vivere il rito della degustazione in maniera più consapevole, infatti aumentano di giorno in giorno le donne che partecipano ai corsi per sommeliers e che aspirano a diventare vere professioniste del settore enologico.

A quanto pare, le donne di oggi si avvicinano al vino in età piuttosto giovane: cominciano intorno ai 20 anni e coltivano questa passione fino alla maturità.
Nell’immaginazione collettiva la donna preferisce bere solo vini dolci, leggeri e preferibilmente bianchi, in realtà si è visto che la donna di oggi apprezza e riconosce il buon vino e, al contrario di quello che comunemente si pensa, la donna ama particolarmente i vini fermi e secchi, i vini rossi, i vini maturi e strutturati.

Molti igienisti, biologi e medici considerano il vino un efficace complemento della dieta: il vino sano e genuino è un alimento, agisce da catalizzatore dell’assorbimento dei cibi ed è un corroborante. Inoltre è immaginabile la nostra dieta mediterranea senza un bicchiere di buon vino.
L’alcool in giusta dose rappresenta un antidoto ai processi di decalcificazione senile e favorisce l’eliminazione delle scorie tossiche dai tessuti, facilita la circolazione sanguigna e contribuisce a combattere la malinconia dell’età avanzata. Ciò sarebbe dimostrato dal fatto che nella dieta dei centenari vi è la presenza costante di bevande alcoliche genuine come il vino: di qui il detto popolare “il vino è il latte dei vecchi”.

Uno studio condotto dal dott. Arthur Klatsky, epidemiologo statunitense del Kaiser Permanente Medical Care Program di Oakland (California), ha seguito circa 130.000 pazienti per 7 anni, ed ha riportato che i moderati consumatori di alcol erano più protetti contro malattie cardiovascolari rispetto agli astemi e che il vino offriva in tali patologie la maggior protezione rispetto alle altre bevande alcoliche. La sorpresa però è arrivata quando tra vino bianco e vino rosso si è scoperto che il vino bianco è più protettivo contro le malattie cardiovascolari e che le donne, moderate consumatrici di vino bianco, fra tutti sono risultate le più protette.

Il dott. Alberto Bertelli (Dipartimento di Morfologia Umana dell’Università degli Studi di Milano)  commenta: “Un risultato del genere ridimensiona il ruolo del vino rosso, fino ad oggi considerato il solo a proteggere contro patologie cardiovascolari e apre la strada ad una nutrita schiera di studi di tipo sperimentale e clinico con vini bianchi di diversa provenienza, al fine di proseguire nella spiegazione di questo fenomeno”.
Una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università di Harvard ha dimostrato che le donne con l’abitudine di bere uno, due bicchieri di vino al giorno hanno una vecchiaia in salute.

Lo studio condotto su 14.000 volontarie per oltre 12 anni, ha rilevato che chi beve uno o due bicchieri di alcol al giorno ha il 20% di “chance” (meno malattie e mente più elastica) in più a una buona salute di chi invece non beve.
I ricercatori della Harvard School of Public Health hanno sottolineato che non si devono fare eccessi in questo senso e che il loro studio incoraggia ad un assunzione di alcol minima ma costante nel tempo.

Il dott. Qi Sun che ha condotto lo studio ha spiegato al Daily Telegraph che: “L’importante è la regolarità con cui si consuma vino: il consumo deve essere “regolare leggero o moderato”. Per chi invece è non bevitore si raccomandano altri metodi per migliorare la propria salute come l’esercizio regolare e il mantenimento del peso forma, due fattori che sono sicuramente da associare a una buona vecchiaia molto più dell’alcol”.

Michel Contel, vicepresidente dell’Osservatorio Permanente sui giovani e l’alcol, commentando questo studio ha detto: “Questo sta a significare che i consumi veramente moderati di vino ha un’influenza realmente benefica sulla salute con particolare riferimento al profilo di salute cardiovascolare degli individui”.
Secondo i ricercatori del Brigham and Women’s Hospital e della Harvard University che hanno analizzato i dati del Nurses’ Health Study, è merito di alcune sostanze contenute naturalmente nel vino che aiutano a metabolizzare meglio il glucosio.

Un paio di bicchieri di vino al giorno durante la mezza età possono favorire una vecchiaia più in salute per le donne.

Guardando alle abitudini alimentari delle “bevitrici” intorno ai 58 anni di età, lo studio ha scoperto che quelle che bevevano regolarmente uno o due bicchieri di vino al giorno avevano il 28 per cento di probabilità in più di essere nel gruppo delle ‘sane’.

Gli antiossidanti della buccia del vino rosso, in particolare il resveratrolo, aiutano a prevenire alcune forme di cancro, disturbi cardiocircolatori e artriti. Bere due bicchieri di vino al giorno aiuta anche a rinforzare le ossa e prevenire lesioni. Anche le cellule nervose traggono benefici dagli antiossidanti del vino aiutando a regolare malattie come il Parkinson e l’Alzheimer.

Sesso, il vino rosso aumenta il desiderio nelle donne

Merito di alcune sostanze chimiche, responsabili del maggiore afflusso di sangue nelle zone “calde” del corpo.
I ricercatori hanno analizzato 800 donne, controllando il consumo di vino rosso e sottoponendole a dei questionari che misuravano la salute e il piacere sessuale. “Ne è risultato che il vino ha un impatto sulle funzioni sessuali femminili, migliorandone la risposta e il piacere”…

Alcol e prevenzione per i giovani

Secondo l’ISTAT  sono sempre più numerosi gli adolescenti che consumano alcol e tra questi, sono circa 400 mila quelli che abusano soprattutto di birra, vino e aperitivi alcolici.

“L’alcol, a differenza degli altri principali fattori di rischio per la salute, gode di un’accettazione sociale e di una popolarità legate alla cultura italiana del bere che poneva, fino a 10 anni fa, il consumo di vino come alimento inseparabile dall’alimentazione, ma che oggi, al contrario, separa il bere dalla ritualità dei pasti, legandolo, invece, agli effetti che esso esercita sulle performance personali”. (Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OSSFAD) ISS).

La Coldiretti mette in evidenza un aumento pari al 15% dei giovani di età compresa tra i 18 ed i 35 anni che frequentano corsi da sommelier, il che significa che investire nella prevenzione promuovendo la conoscenza del vino a partire dalle giovani generazioni può contribuire a fermare gli abusi che negli adolescenti.

Una realtà che conferma l’efficacia della formazione poiché tra molti giovani si sta anche affermando un consumo responsabile di vino che è divenuto l’espressione di uno stile di vita “lento” attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a “stare bene con se stessi”. Il fatto che almeno il 40 % degli oltre 30 mila iscritti all’Associazione Italiana Sommelier sono giovani, dimostra che cresce tra le nuove generazioni la cultura della degustazione consapevole del vino, da contrapporre al consumo sregolato di alcol.

Occorre investire nella prevenzione promuovendo la conoscenza del vino a partire dalle giovani generazioni per fermare gli abusi che negli adolescenti sono spesso provocati dal consumo di bevande alcoliche mascherate da bibite alla frutta. Bisogna invece fermare la diffusione di cocktail, superalcolici e “alcolpops”, bibite che contengono spesso vodka e rum mascherate da innocui analcolici “ready to drink”, che si presentano con una immagine accattivante di divertimento e socializzazione e  favoriscono gli eccessi e il bere fino ad ubriacarsi. Un impegno in linea con il progetto comunitario “wine in moderation” che ha l’obiettivo di diffondere la cultura del buon bere senza esagerazioni, come noi di Vinoway…


Fonte: https://www.vinoway.com/approfondimenti/vino/vino-e-salute.html?format=feed&type=rss


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