Valdo Spumanti chiude il 2020 con un fatturato di circa 65 milioni di Euro, in linea con l’esercizio dell’anno precedente, e un’EBITDA intorno al 10%; su questa base l’azienda di Valdobbiadene, fondata nel 1926, guarda al futuro con ottimismo e persevera con la strategia della qualità totale e del valore.
In un anno caratterizzato dalla più assoluta incertezza, Valdo Spumanti ha saputo mantenere stabile il fatturato grazie alla sua solida posizione sui mercati strategici, in Italia e all’estero, ed alla sua veloce capacità di reazione che ha immediatamente fatto scattare interventi per mettere in sicurezza i propri dipendenti e le loro famiglie con contributi economici diretti e polizze assicurative in caso di contagio – senza usufruire della cassa integrazione – anticipi di provvigioni per gli agenti e iniziative di supporto per i clienti dell’horeca.
«Il capitale umano aziendale è certamente la nostra grande forza, una grande squadra di dipen- denti ma anche di conferitori e agenti» afferma Pierluigi Bolla Presidente di Valdo Spumanti.
La squadra Valdo ha fatto quadrato ed è riuscita a mantenere inalterati i volumi di produzione rimodulando rapidamente le attività commerciali con un focus sulla grande distribuzione dove il prodotto best-seller, il Valdo Marca Oro Valdobbiadene Prosecco Superiore, mantiene la leadership con una quota dell’11,5% in Italia e del 26% a volume in Germania (dati fonte IRI-INFOSCAN). Il mercato domestico continua a rap- presentare circa il 50% del fatturato.
Nonostante l’incertezza della Brexit, sono altrettanto positivi i risultati in UK, storicamente importante per Valdo, e sul mercato russo mentre cresce l’interesse per le bollicine Valdo anche in nuovi mercati, nel Nord Europa ed in Giappone. Valdo continua ad essere leader di mercato nel Prosecco Docg, la terza azienda in Italia per quota di mercato a valore negli Spumanti ed è posizionata all’8° posto nella classifica inglese “Global Wine Brand Power Index Wine Intelligence”.
Si è rivelata vincente la strategia varata a fine anni ’90, quando Valdo ha fatto una scelta distributiva di multicanalità per i suoi prodotti. È grazie alla sua posizione consolidata all’interno della grande distribuzio- ne, in Italia e in Europa, che l’azienda ha potuto recuperare il fatturato perso nel 2020 nel canale horeca, penalizzato dai lunghi lock-down.
«Oggi è importante ampliare ulteriormente il concetto di multicanalità. La pandemia ha cambiato le regole del gioco» prosegue Pierluigi Bolla «per questo abbiamo previsto un piano di investimenti per potenziare le vendite attraverso l’e-commerce, diretto ed indiretto, che ci porterà anche una relazione più diretta con i consumatori e wine lovers nel mondo. Il progetto comprende l’Italia ma anche alcuni paesi in Europa. Da gennaio 2021 abbiamo iniziato da Italia e Germania, seguiranno Austria, Polonia e Francia e poi sui mercati internazionali».
Sono tanti gli apprezzamenti sulla qualità Valdo e i premi che si sono aggiunti al suo medagliere nel corso dell’ultimo anno; tra tutti spicca la nomina di Valdo Best Producer Sparkling Wine al Berliner Wine Trophy 2020. Il più recente invece è la medaglia d’oro attribuita a Valdo Prosecco Bio DOC dal pre- stigioso Gran Premio Internazionale del Vino Biologico MUNDUS VINI BIOFACH oltre al premio Best Organic Sparkling Wine.
«In futuro continueremo il programma di valorizzazione del territorio della Docg e della Doc, abbia- mo già stanziato un investimento (2018-2022) per circa 4,5 milioni di euro, concentrato sulla ristruttura- zione della cantina vecchia, sull’ampliamento della capacità di stoccaggio e spumantizzazione e sul pro- getto Casa Valdo, il podere immerso nel vigneto di proprietà della mia famiglia, futura sede del progetto di ospitalità ed enoturismo che sarà completato quest’anno. La sfida del futuro è poi la sostenibilità estesa a tutta la filiera, su cui Valdo lavora da oltre vent’anni, nel territorio e in cantina, con interventi volti all’ottimizzazione dei processi produttivi, al contenimento dei consumi, alla gestione dei rifiuti e degli scarichi verso un’economia circolare».