Di Luciano Pavesio
Conosco Armin Kobler da parecchi anni, dapprima come enologo presso il Centro di Sperimentazione di Laimburg (BZ), quindi come produttore, dal momento che nel 2006 ha deciso con la moglie Monika di mettersi in proprio e vinificare le uve degli appezzamenti acquistati anno dopo anno dal papà Erich attorno alla sua abitazione di Magrè, uno dei primi comuni della Bassa Atesina, dove inizia la famosa Strada del vino dell’Alto Adige.
Persona estremamente precisa e meticolosa, che non disdegna però di sperimentare nuove tecniche di coltivazione, di produzione o di affinamento, caratteristiche che si ritrovano nell’innovativa piccola sala di degustazione ma soprattutto nei suoi vini.
Questo Pinot Grigio “datato” ha mantenuto la fragranza e la freschezza della nascita fino ai giorni nostri, acquisendo mineralità e sapidità a dispetto degli iniziali sentori e aromi di frutta fresca, la tipica pera matura per intenderci.
Parte del merito è senz’altro da attribuirsi alla chiusura della bottiglia con il tappo a vite Stelvin al posto del tradizionale tappo di sughero, chiusura tecnica adottata fin dall’inizio proprio per preservare nel tempo l’operato in vigna e cantina.
Il Grauner Burgunder Klauser nasce dall’appezzamento più grande dell’azienda, circa un ettaro in pianura con suolo prettamente sabbioso, con le viti impiantate nel 1972.
Fermentazione e maturazione sulle fecce fini in acciaio, senza fermentazione malolattica e stabilizzazione tartarica, di queste bottiglie Armin ne produce circa 4.000 bottiglie.