Il 16 maggio 2023 si teneva, presso l’anfiteatro del Borro a San Giustino Valdarno, la prima edizione del “Valdarno di Sopra day”, manifestazione fortemente voluta e organizzata dal Consorzio Valdarno di Sopra Doc. Tra tutte le riflessioni proposte nel corso di quella giornata, sicuramente la più ambiziosa e di fatto non immediatamente realizzabile, riguardava l’obbligo di inserimento del biologico nel disciplinare per la produzione dei vini facenti parte della Doc Valdarno di Sopra. L’idea di riferimento è mutuata dalla DO Cava, dove il consorzio spagnolo ha inserito il biologico in disciplinare come obbligatorio per la fascia più alta della sua produzione.
Già in quella sede, la Dott.ssa Roberta Cafiero in rappresentanza del Ministero dell’Agricoltura sottolineava come a livello normativo la strada da percorrere sia abbastanza impervia, non perché l’idea non fosse condivisibile, anzi, assolutamente virtuosa, ma il punto cruciale è che la Denominazione di Origine è una denominazione di prodotto, mentre quella del biologico è una certificazione di metodo e metterle entrambe come condizioni obbligatorie non è normativamente semplice. Tuttavia Cafiero lasciava una porta aperta per un costruttivo confronto sul tema.
Oggi, a riprendere il filo del discorso e riaccendere una luce sull’ambizioso progetto del Consorzio Valdarno di Sopra Doc arriva un importante notizia. Dopo cinque anni si è concluso il 21 dicembre scorso con la valutazione positiva del Comitato Nazionale Vini l’iter delle modifiche al disciplinare della D.O. Valdarno di Sopra.
È stata allargata la zona di produzione alla parte fiorentina del Valdarno di Sopra e parallelamente abolite le sottozone, riportando così ad unicità un territorio storicamente, naturalmente e ampelograficamente unito.
È stata rafforzata la scelta di essere una denominazione di territorio e di monovitigno, con l’inclusione di diverse tipologie autoctone, accentuando in questo modo la caratteristica di valorizzazione del legame con il territorio, la sua storia, le sue tradizionali coltivazioni e professionalità.
Sono state meglio identificate le basi ampelografiche del Valdarno di Sopra rosso e bianco, dando in questo modo maggiori potenzialità ai produttori.
Infine è iniziato il processo di maggiore caratterizzazione e crescita dei vini con menzione “vigna” prevedendo per questi gli stessi valori analitici dei vini riserva. Una scelta in linea con la profonda convinzione dei produttori del Valdarno di Sopra che il futuro debba essere basato sulla qualità che si ritrova nei vigneti migliori, per quella loro composizione di terreno, posizione, base ampelografica, modalità di allevamento. Le vigne più pregiate che vengono iscritte e controllate, come previsto dalle norme, e che producono vini che solo al termine dei processi di cantina, anche questi controllati e certificati, possono fregiarsi della menzione “vigna”. Un primo passo per una caratterizzazione dei vini “vigna” che il Consorzio intende proseguire, Infatti sono state già presentate a Regione e Ministero le ulteriori modifiche, tra cui quella dell’obbligo per i vini con menzione “vigna” dell’utilizzo di uve biologiche, che andrebbe in parte nell’ottica della realizzazione dell’ambizioso progetto del Consorzio Valdarno di Sopra, ovvero dell’uso del biologico per i vini più pregiati della Doc Valdarno di Sopra. Non resta che rimanere sintonizzati in attesa di novità.