di Patrizia Vigolo
Oltrepò Pavese, una terra ricca che sa trasmettere la sua forza e la sua maestosità anche in una cupa giornata di pioggia. A circa 40 km da Milano, si trova una delle realtà più interessanti dell’Oltrepò Pavese, la cantina Oltrenero, a Zenevredo (Pv).
Zenevredo è un’ottima meta per una gita fuori porta ma è anche un must per chi vuole conoscere l’Oltrepò Pavese. E’ un delizioso comune nella provincia di Pavia, il cui nome deriva dal latino “ginepretum”, richiamando le affascinanti bacche di ginepro che già nel Medioevo adornavano le colline circostanti. Le origini della Tenuta Oltrenero risalgono a quel periodo, quando i monaci benedettini ripristinarono il terreno dopo un lungo periodo di abbandono, facendo rifiorire i vigneti.
Questa regione, nota anche come “Vecchio Piemonte”, ha visto la nascita della produzione di spumanti italiani alla fine del XIX secolo, grazie all’uso delle uve di Pinot Nero. Questo vitigno di alta qualità è particolarmente indicato per la vinificazione in bianco, dando vita a pregiati spumanti ottenuti con il metodo classico.
Gruppo Zonin 1821 e l’Oltrepò Pavese
La famiglia Zonin è proprietaria della Tenuta Oltrenero dal 1987 e, riconoscendo il valore di questo territorio, ha ampliato la superficie vitata dagli iniziali 30 ettari agli attuali 104 (di cui 84 vitati). Durante questa fase di espansione, la famiglia Zonin ha puntato sulla straordinaria ricchezza delle varietà autoctone, come la sorprendente Croatina e la Barbera, che qui raggiungono livelli qualitativi eccezionali. Tuttavia, il vero protagonista della tenuta e del territorio dell’Oltrepò è il Pinot Nero, vitigno nobile che da oltre due secoli esprime qui la sua classe e personalità. Non a caso, circa il 75% del Pinot Nero coltivato in Italia proviene dall’Oltrepò Pavese.
Dinamismo e miglioramento
Ciò che ci accoglie in tenuta è il simbolo di Oltrenero, un cerchio che rappresenta in sé la filosofia aziendale: Un movimento continuo ed armonico che si rigenera incessantemente, puntando costantemente alla perfezione. Il cerchio, da un lato, è una figura geometrica che richiama il simbolo della vita, espressione di completezza, uniformità e assenza di separazione. Dall’altro, il dinamismo che questo simbolo incarna riflette il desiderio costante di miglioramento e di crescita verso un ideale sempre più alto. Ne è prova il fatto che ogni anno l’azienda introduce novità e sperimentazioni, mirate a un perfezionamento continuo.
Il movimento verso il miglioramento è una delle caratteristiche che si percepiscono chiaramente nelle parole di Paolo Tealdi, direttore ed enologo della tenuta dal 2021. La costante ricerca di esprimere al meglio il territorio, unita al desiderio di tutto lo staff e della famiglia Zonin di accogliere gli ospiti in Tenuta e farli uscire con la consapevolezza di aver veramente conosciuto questo luogo, è centrale nella filosofia aziendale.
Sostenibilità e Ospitalità
Oltrenero è un’azienda che punta alla sostenibilità, e questa parola si lega a doppio filo con la parola ospitalità. Porte aperte ad Oltrenero, come in tutte le altre tenute del gruppo Zonin 1821, a tutti gli ospiti che vogliono conoscere l’azienda e i suoi prodotti.
Ed è proprio il fattore umano che diventa il fil rouge di questo incontro con Michele Zonin e Paolo Tealdi.
“La tenuta è una piccola comunità, composta da persone che vivono in zona e conoscono bene la cultura e la storia dell’Oltrepò Pavese. Va ricordato, e lo sottolineiamo in ogni occasione, che ciò che si produce qui a Oltrenero è unico e si trova solo qui. A soli 30 km di distanza, si ottengono risultati completamente diversi. La nostra bottiglia, magari non colpisce subito per l’estetica, ma racchiude il lavoro di tante persone unite da un forte legame. Vogliamo trasmettere che il vino è cultura, e tutto riporta alle persone e al territorio” afferma Michele Zonin.
Oltrenero Cuvée EMME – 2018
Il vino che ci ha colpito maggiormente?
Il nome è la prima iniziale di Meunier, il “Pinot del Mugnaio”, che deve il suo nome al fatto che la parte inferiore della foglia di vite è ricoperta da una setosità bianca che fa apparire come fosse ricoperta di farina.
Parliamo quindi di un balc de noirs. Un vino elegante, lineare. Intriga il sorso fresco ma al contempo profondo.
Nessun abbinamento per lui, ci piace pensarlo come vino che basta a sé stesso.