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Italian Wine Brands – risultati primo semestre 2025

IWB chiude il primo semestre 2025 con un leggero calo delle vendite (-3% a 185 milioni) ma un miglioramento degli utili, ottenuto grazie alla riduzione degli ammortamenti (alcune attività in Piemonte sono anche state deconsolidate in quanto destinate alla vendita) e, nei dati riportati, a minori oneri non ricorrenti. La strategia è incentrata sullo sviluppo del canale Ho.Re.Ca., sulla “gestione” del canale teleselling, in calo strutturale e ormai non più profittevole, e sulla diversificazione internazionale del canale all’ingrosso cercando di entrare in segmenti a prezzi più elevati. Nelle comunicazioni del management resta centrale la crescita esterna: è chiaro che se IWB è oggi una delle aziende più importanti del vino in Italia lo è per la visione ma soprattutto il coraggio del suo management di fare operazioni di trasformazione importanti (Giordano-Provinco nel 2015 e poi IWB-Enoitalia nel 2021).

Tornando ai dati, nel semestre l’utile netto cresce del 7% a 10 milioni, una cifra molto simile a quanto è stato distribuito ai soci tra dividendi e riacquisti di azioni proprie. Passiamo a un’analisi più dettagliata nel resto del post.

  • Le vendite calano del 3% a 185 milioni di euro, con una riduzione del canale wholesale del 4% a 131 milioni e del canale Distance Teleselling del 13% a 24 milioni, mentre il canale Ho.Re.Ca., nuovo focus del gruppo, cresce del 9% a 30 milioni. Il breakdown geografico non è facile da costruire ma si vede chiaramente il calo dell’Italia (esposta al teleselling) del 12% a 32 milioni, quello degli USA (-5%), mentre IWB sottolinea la positive performance dell’HoReCa in UK (+15%, dove viene realizzato oltre la metà del fatturato della divisione) e quella di Svinando nell’ecommerce (+4%).
  • I costi aiutano IWB bel primo semestre, sia a livello di materie prime (parzialmente “rigirati” ai clienti con prezzi in calo) che di risparmi sui costi di trasporto e di sinergie (grazie anche all’outsourcing). Il risultato è che i 6 milioni di ricavi persi non hanno impatto sull’EBITDA che resta stabile a circa 22 milioni, con un margine che passa dall’11.5% all’11.8%.
  • Il miglioramento degli utili viene dagli ammortamenti (-1.5 milioni circa) e dai minori oneri non ricorrenti (-0.7 milioni a 0.9 milioni), che portano a un utile operativo rettificato di 17 milioni, +9% e a un utile netto rettificato di 10.3 (+7%).
  • A livello finanziario il debito cala “anno su anno” di 15 milioni circa, dopo avere distribuito circa 12 milioni agli azionisti (comprendendo gli 1.2 milioni di acquisti di azioni proprie del secondo semestre 2024), quindi con una generazione di cassa di 27 milioni. Nel semestre il debito chiude a 78 milioni, erano 76 a fine anno, a causa della concentrazione dei dividendi nel semestre. Il rapporto debito su EBITDA, comprendendo anche la componente IFRS16 è 1.8 volte stabile rispetto a fine anno ma meglio del 2.2x segnato a giugno 2024.
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