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    La sostenibile leggerezza del Dolcetto G.D. Vajra

    G.D. Vajra sceglie di puntare sulla leggerezza del vetro per la produzione del Dolcetto Classico. La decisione di virare verso una bottiglia più leggera si inserisce nel percorso di sostenibilità di G.D. Vajra: azienda pioniera dell’agricoltura biologica in Piemonte, certificata Equalitas e SQNPI – Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata, nel 2024 aderisce a Sustainable Wine Round Table Initiative, piattaforma globale indipendente dedicata alla promozione della sostenibilità nel settore vinicolo, ed entra a far parte di The Old Vine Conference, associazione internazionale per la valorizzazione delle vigne storiche. ​​​La nuova bottiglia, dal peso di 390 grammi, rispetto ai 575 della precedente genera un’importante riduzione dell’impronta di carbonio. Già testata con il Langhe DOC Rosso, verrà utilizzata in futuro anche per la Barbera d’Alba DOC e il Langhe DOC Nebbiolo.​​“Guidati dal desiderio di tutelare questa Terra che ci è stata affidata, abbiamo abbracciato questo cambiamento in un’annata – la 2024 – che in Langa ha richiesto numerose attenzioni – spiega Giuseppe Vaira, seconda generazione della famiglia insieme ai fratelli Francesca e Isidoro –. Il risultato di questo nostro impegno, in un territorio dove le varietà tradizionali sanno restituire le cure ricevute, incontra le richieste del momento: un vino che presenta freschezza, croccantezza e facilità di beva”. ​ ​​​Tra le varietà che raccontano al meglio il territorio e le tradizioni piemontesi, il Dolcetto di G.D. Vajra – nelle due versioni Dolcetto d’Alba DOC e Coste&Fossati – rappresenta una scelta di identità che punta a valorizzare la ricchezza e l’unicità delle Langhe. Ideale per un pubblico ampio, dai consumatori locali agli esploratori più curiosi, con un profilo accessibile ma anche profondo e ricco al palato, è un vino in linea con i tempi, capace di abbracciare lo stile di vita moderno, fatto di cotture veloci e ingredienti leggeri, spesso vegani. Eclettico negli abbinamenti, accompagna la dieta italiana quotidiana ed è un compagno perfetto per i menu di Pasqua. Con sfumature violacee e un bouquet ricco di aromi, note di petali di rosa, mora, lampone, ribes e spezie dolci, in bocca il Dolcetto d’Alba DOC di G.D. Vajra si presenta fresco e vibrante, con un bell’equilibrio di tannini leggeri e sentori fruttati di lampone, violetta, ribes rosso e nero.​​Completa la gamma il Dolcetto d’Alba DOC Coste&Fossati, edizione limitata che nasce da una collezione di antichi biotipi di dolcetto. Queste piante “a raspo rosso” sono state identificate e raccolte da Aldo Vaira tra il 1979 e il 1985, che così lo racconta: “Da sempre mi sono domandato come avrei potuto produrre un Dolcetto che evolvesse nel tempo con freschezza e intensità. Nel tempo è nato Coste&Fossati: l’essenza delle nostre viti più preziose”. Di un porpora intenso, il Dolcetto d’Alba DOC Coste&Fossati presenta al naso note floreali, di piccoli frutti rossi, di liquirizia e accenni balsamici. Al palato è molto fine, con una spiccata acidità che ricorda il lampone e un tannino rotondo ed equilibrato. Sentori di more, prugne fresche e ribes nero completano il profilo aromatico. LEGGI TUTTO

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    Le Manzane, Springo Black: l’eleganza del Rive di Rua e l’impervia rinascita di un vigneto

    Intrigante, sofisticato e avvolto da un’aura di fascino misterioso. Nasce Springo Black Conegliano Prosecco Superiore Rive di Rua Docg, il nuovo brut della cantina Le Manzane (Treviso). Ernesto Balbinot insieme alla moglie Silvana Ceschin e ai figli Marco e Anna presentano in anteprima la novità al prossimo Vinitaly, dal 6 al 9 aprile.Springo, la linea più prestigiosa della tenuta di San Pietro di Feletto, si arricchisce così di un altro spumante, il quinto della collezione premium e il terzo della tipologia Rive. Le 11.930 bottiglie, accuratamente numerate, saranno vendute su prenotazione. Springo Black sarà disponibile a partire dal mese di aprile nel settore Ho.re.ca..
    Il packaging del nuovo Springo è elegante. Come ha fatto per tutti gli altri spumanti della linea, anche questa volta la famiglia Balbinot ha deciso di vestire la bottiglia con un abito raffinato: i toni e le diverse gradazioni di nero della velina gli conferiscono classe, stile e anche un tocco di mistero.
    Springo Black racchiude nel calice una storia di famiglia mai svelata fino ad oggi. Il nuovo brut della cantina Le Manzane è un tributo alla storia familiare di Silvana Ceschin, moglie di Ernesto Balbinot, e celebra le radici profonde con la comunità e la tradizione vitivinicola locale. Le uve di Springo Black provengono, infatti, da un terreno impervio che un tempo apparteneva ad Antonio Gio Maria Ceschin, il bisnonno di Silvana.
    «Antonio Gio Maria era il capostipite della nostra famiglia», racconta Silvana Ceschin. «Con il suo carisma era conosciuto da tutti come il “sindaco” del paese. Quando passo da quelle parti mi ricordo ancora le storie che mio nonno Taddeo mi raccontava sul bisnonno Antonio Gio Maria e di come quella terra avesse nutrito intere generazioni. Con il trascorrere del tempo, e dopo la morte del bisnonno, la proprietà è passata prima ai fratelli, poi ai nipoti e, infine, ai pronipoti rischiando di frammentare il fondo familiare».
    «Molti anni dopo – prosegue Silvana – io e mio fratello abbiamo deciso di non disperdere questo patrimonio e di portare avanti questa eredità fatta di fatica e di amore per la terra, rilevando dai parenti le quote del vigneto di famiglia con lo scopo di mantenere vivo il legame con il passato». Oggi, in questa “Riva”, ritroviamo l’anima autentica di quella tradizione: un vino dal carattere ricercato. Rispetto alle altre versioni, questa referenza Brut ha una struttura più intensa, una mineralità più spiccata e un profilo aromatico più deciso, oltre ad una profondità di gusto e ad una croccantezza che rappresentano due importanti caratteristiche del vino.
    L’ultimo nato in casa Le Manzane si presenta con un perlage fine e persistente. Al naso i sentori sono freschi e minerali, di fiori bianchi e leggere note di panificazione ottenute dalla lunga sosta sui lieviti. In bocca il sapore è pieno, intenso e minerale con note di salvia, oltre a sensazioni sapide e verticali dovute anche al basso residuo zuccherino. Springo Black si abbina bene ai crostacei, ai primi piatti a base di pesce e alla cucina di mare in generale. Ottimo da sorseggiare in compagnia per chi cerca un aperitivo elegante.
    Al Vinitaly la cantina sarà presente al Padiglione 5 – Stand F5 al posto del Padiglione 4 – Stand F7.
    Informazioni: LE MANZANE – SAN PIETRO DI FELETTO (TV) +39 0438 486606 – info@lemanzane.it – www.lemanzane.com.
    La cantina Le Manzane si trova a San Pietro di Feletto (Treviso), a metà strada tra le Dolomiti e Venezia, nella fascia collinare della provincia di Treviso, nel cuore delle Colline del Prosecco Superiore, proclamate il 7 luglio 2019 Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. L’azienda, a conduzione familiare, è fortemente radicata nel territorio trevigiano come produttrice da più di 40 anni. La cantina, tra le più dinamiche e interessanti nel panorama enologico del Conegliano Valdobbiadene, distribuisce sia in Italia che all’estero raggiungendo oltre 30 Paesi. LEGGI TUTTO

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    Rosato Rohesia Cantele: nuovo tappo a vite!

    Cantele Winery festeggia l’ingresso nella seconda decade di Negroamaro Rosato Rohesia, uno dei vini più rappresentativi e amati dell’azienda salentina, e regala a questo prodotto ormai iconico una nuova immagine e un nuovo stile introducendo una piccola rivoluzione: la chiusura a vite.
    Per realizzare questo progetto Cantele porta a compimento un percorso iniziato già nel 2020, quando durante la ristrutturazione dell’impianto di imbottigliamento aziendale era stata prevista l’adozione di un sistema di chiusura alternativo, che si è ora concretizzato con l’introduzione del tappo VinTop, sviluppato da Vinventions (leader globale nella fornitura di soluzioni complete per la chiusura di vini) in collaborazione con  Alplast (leader nella produzione di chiusure di alta qualità per vino e alimenti).
    “E’ una scelta che guarda al futuro, nonostante la tradizionale diffidenza del consumatore italiano verso questa tecnologia” spiega Gianni Cantele. “Siamo convinti che innovazione e qualità vadano di pari passo e con il Rohesia 2024 vogliamo dimostrare che tradizione e innovazione possono convivere; con l’introduzione della nuova chiusura proteggiamo al meglio la qualità e l’eleganza del nostro rosato e al contempo perseguiamo una sempre maggiore sostenibilità delle pratiche produttive”.
    I vantaggi garantiti da questa nuova soluzione sono indubbi e ormai noti:

    Qualità. La chiusura a vite è una consapevole scelta a favore dell’integrità del vino: la bassa permeabilità all’ossigeno – che supera di oltre dieci volte le performance della precedente chiusura – garantisce al prodotto una protezione costante nel tempo mantenendo il vino più stabile, consentendo ai vini giovani di esprimere al massimo la loro freschezza e fragranza, e a quelli con un potenziale di invecchiamento di mantenere una perfetta conservazione, evitando il rischio di  “sentori di tappo” e garantendo una sorprendente costanza qualitativa fra una bottiglia e l’altra.
    Sostenibilità. Non solo il tappo in alluminio è completamente riciclabile, senza perdita di qualità nel tempo, ma l’eliminazione della tradizionale capsula in materiale pluristrato riduce ulteriormente l’impronta aziendale di carbonio.
    Praticità. La sua capacità di preservare il vino anche dopo l’apertura, rende il tappo a vite ideale per chi vuole godersi il vino senza fretta, con la certezza di ritrovarne intatta la qualità.

    Con la nuova chiusura Rohesia presenta anche un restyling dell’eti­chetta eseguito dalla designer grafica pugliese Elisa Costa. La nuova immagine reinterpreta la rosa (a cui è ispirato il nome Rohesia, dal latino medievale), simbolo di bellezza ed eleganza, attraverso un pattern geometrico che non è solo un gioco di forme, ma una rappresentazione stilizzata del fiore. Ogni triangolo rappresenta il petalo di una rosa, simbolo di grazia e armonia, mentre le sfumature di rame e rosa evocano la luce calda del tramonto sulle vigne di Negroamaro, il cuore pulsante del Rohesia. I petali si intrecciano, come se danzassero al ritmo del vento che accarezza le pianure salentine, raccontando la storia di una terra ricca di tradizioni, passione e artigianalità. Il design moderno, fatto di linee nette e precise, rappresenta un nuovo modo di interpretare la tradizione: un equilibrio tra passato e presente, tra artigianalità e innovazione. Ed è una geometria viva che riflette la complessità e la struttura del vino, le sue note.
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    Cantele rappresenta una delle più importanti aziende vinicole della Puglia e si trova a Guagnano nel Salento. La storia dell’azienda ha inizio negli anni Cinquanta con una “emigrazione al contrario”, con Giovanni Battista Cantele e sua moglie Teresa Manara che da Imola si trasferiscono al Sud spostando la famiglia nel Salento. Negli anni Settanta i figli Augusto e Domenico danno una svolta decisiva all’impresa di famiglia con l’acquisto dei primi vigneti che oggi si compongono di 50 ettari di proprietà e 100 in conduzione. Nel 2001 entra in azienda la terza generazione composta dai quattro cugini Gianni e Paolo figli di Augusto, Umberto e Luisa figli di Domenico. LEGGI TUTTO

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    Germania, Canada, Regno Unito e Italia: il Soave ai nastri di partenza

    Gli attuali trend di mercato richiedono vini freschi, sapidi e dal moderato contenuto alcolico? Il Soave risponde e lo fa attraverso un fitto calendario di attività promozionali che vedranno nei prossimi mesi la denominazione veronese protagonista di azioni promozionali in Canada, Germania, Regno Unito e Italia.In collaborazione con la Camera di Commercio Italiana in Canada per il 2025 verranno attivate una serie di attività finalizzate all’incremento delle vendite, al miglioramento della notorietà del brand, all’inserimento di nuove referenze per quanto concerne il Monopolio del Quebec – SAQ (Societé des Alchools du Québec); per quanto concerne invece l’importazione privata si andrà a lavorare per spingere ulteriormente la presenza del Soave nella ristorazione e nell’hotellerie.
    Il Consorzio del Soave è impegnato con misure promozionali sul mercato canadese dal 2020, anno in cui sono state avviate attività di formazione per il mondo della sommelierie. Nei prossimi dodici mesi, forti delle competenze diffuse tra gli operatori in oltre quattro anni di attività con più di 500 sommelier e addetti alle vendite formati, si andrà così a lavorare su azioni a respiro più commerciale, volte a favorire la presenza del Soave nei wine shop e nelle carte vini dei ristoranti.
    La Germania si conferma un mercato chiave per il Soave nel 2025, con la partecipazione al Prowein di Dusseldorf a marzo. Questa fiera rappresenta una vetrina strategica per il vino Soave, un’occasione unica per presentare le diverse interpretazioni del bianco veronese e per incontrare operatori del settore provenienti da tutto il mondo.
    Mineralità, freschezza, sapidità e longevità sono gli elementi distintivi del Soave (Hall 15 stand C67) che il mercato tedesco dimostra da sempre di apprezzare.Quest’anno poi verrà data particolare enfasi alle potenzialità evolutive del Soave con una speciale masterclass dal titolo “Soave: the evolution from freshness to longevity”, organizzata in collaborazione con ICE e rivolta a operatori di settore e sommelier. Presso lo stand del Consorzio, inoltre, è prevista la visita di una selezione di sommelier tedeschi interessati a conoscere le diverse interpretazioni del Soave. L’obiettivo è di rafforzare la conoscenza del vino Soave nel mercato tedesco, sottolineando la sua unicità e la sua capacità di evolvere nel tempo. Di freschezza e longevità si tonerà nuovamente a parlare con una serie di masterclass coordinate dalla rivista Vinum, rivolte sempre alla ristorazione e agli operatori tedeschi.
    Nel Regno Unito in collaborazione con la Master of Wine Sarah Abbott prosegue l’attività di promozione della denominazione del Soave, forte di quanto portato a termine lo scorso anno. L’azione è supportata dal crescente interesse che questo vino bianco veronese sta suscitando tra i consumatori britannici, particolarmente attratti da vini bianchi in grado di evolvere nel tempo.  A giugno, inoltre, si terrà un incoming sulle colline del Soave che vedrà la partecipazione di una selezionata rosa di giornalisti, wine educator e operatori impegnati sulla piazza di Londra.
    Accanto alle piazze estere il mercato italiano conferma la sua primaria importanza.A tale riguardo Vinitaly ad aprile, rappresenta una tappa fondamentale. Qui il Consorzio (Pad 5 G6) tornerà a parlare di paesaggio e di GIAHS (Patrimonio Agricolo di Rilevanza Mondiale) con degustazioni mirate, volte a raccontare quanto un paesaggio possa influire sulla percezione di un vino.
    Strategica sarà poi la partnership con AIS, con l’organizzazione di diverse masterclass rivolte a sommelier e aspiranti sommelier interessati ad approfondire la conoscenza del Soave, della sua naturale freschezza e della sua predisposizione all’invecchiamento.
    «Abbiamo di fronte mesi di intensa attività – commenta Cristian Ridolfi, Presidente del Consorzio del Soave -. Abbiamo definito una strategia promozionale mirata, con un focus sui mercati esteri di Canada, Germania e Regno Unito, e una forte attenzione al mercato domestico e all’Italia. Il nostro obiettivo è di valorizzare il Soave, un vino unico per la sua freschezza, mineralità e longevità, e di promuoverlo a livello internazionale. Siamo convinti che il Soave abbia un grande potenziale di crescita soprattutto oggi che i consumatori sembrano prediligere vini freschi, sapidi e con un moderato contenuto alcolico». LEGGI TUTTO

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    Mille e Una Notte 2021 Special Edition per la serie Netflix Il Gattopardo

    Donnafugata annuncia la collaborazione con Netflix in occasione dell’uscita della serie Il Gattopardo che sarà rilasciata in tutti i paesi in cui il servizio è disponibile in 6 episodi il prossimo 5 marzo 2025. Una sinergia che dà vita all’esclusiva Mille e una Notte 2021 Special Edition.La serie Netflix Il Gattopardo è ispirata al capolavoro di Tomasi di Lampedusa, in cui Donnafugata è il nome dei possedimenti del protagonista. Non poteva quindi che essere Donnafugata il vino voluto da Netflix per rendere omaggio a questo racconto ambientato nel cuore della Sicilia occidentale, nelle “terre del Gattopardo”, proprio là dove sono i vigneti dell’azienda siciliana. Qui nascono piccole produzioni di pregio, quali Mille e una Notte, Tancredi, Angheli e Sedàra, vini che rendono omaggio ad un grande classico della letteratura italiana. Un ulteriore e importante traguardo nel dialogo tra vino e patrimonio culturale.
    Mille e Una Notte nasce dal sogno di Giacomo e Gabriella Rallo, fondatori di Donnafugata: inizia così la storia di un grande rosso che ridefinisce la percezione del vino siciliano a livello internazionale, incarnando l’approccio artigianale dell’azienda, che oggi simboleggia la sicilianità elegante che si ritrova nella serie Netflix Il Gattopardo. Come avviene nella trama della serie, ogni bottiglia racchiude un racconto che attraversa i paesaggi della Sicilia in un’atmosfera senza tempo, trasformando ogni sorso in un viaggio fra le radici più profonde dell’isola.
    “Questa sinergia è motivo di grande orgoglio per noi”, afferma José Rallo di Donnafugata. “Con Mille e Una Notte 2021 Special Edition vogliamo raccontare il cuore e l’anima della Sicilia, proprio come fa Netflix con la serie Il Gattopardo. La prova che il vino è un vero veicolo di cultura.”. Continua José Rallo: “Attraverso questa speciale partnership, Donnafugata intende rafforzare il proprio ruolo di azienda ambasciatrice del Made in Italy”.
    “L’annata 2021 di Mille e Una Notte si distingue per un’eleganza straordinaria – dichiara Antonio Rallo di Donnafugata-. Le condizioni favorevoli dell’annata, la cura che noi tutti investiamo nel lavoro in campo e nei meticolosi processi di vinificazione e affinamento, rendono Mille e una Notte Special Edition 2021 il vino perfetto per raccontare la Sicilia al mondo”.
    Fin dal principio, Donnafugata ha legato la sua identità aziendale all’arte. La Sicilia, con i colori del paesaggio mediterraneo, suggerisce una costante ricerca di bellezza in luoghi dove la storia e la letteratura si intrecciano in modo indissolubile. L’etichetta storica di Mille e una Notte si arricchisce di eleganti dettagli barocchi, per omaggiare una storia senza tempo che ha influenzato la cultura italiana e internazionale. la prova che questa partnership rafforza il dialogo tra arte e vino. Con la sua essenza unica, Mille e Una Notte 2021 Special Edition è un vino adatto al collezionista più raffinato e al giovane wine lover alla ricerca di un’autentica esperienza di gusto.
    Mille e Una Notte 2021 Special Edition non è solo un vino: è una dichiarazione d’amore per la Sicilia, capace di unire la narrazione visiva di Netflix con l’artigianalità e l’innovazione di Donnafugata. LEGGI TUTTO

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    Luce, il vino icona di Tenuta Luce compie 30 anni

    Tenuta Luce presenta Luce 2022, la vendemmia che segna un importante traguardo storico: il 30° anniversario dalla prima vendemmia prodotta, la 1993. Un percorso che, fin dall’origine, ha unito tradizione e innovazione, dando vita a un vino che, vendemmia dopo vendemmia, ha saputo divenire icona nel mondo.“Luce rappresenta per me molto più di una semplice bottiglia di vino” racconta Lamberto Frescobaldi, Presidente Marchesi Frescobaldi, che continua “È un’esperienza, un viaggio personale nella vinificazione, che mi ha permesso di esplorare nuove tecniche e metodi, sia in vigna che in cantina e durante l’affinamento, valorizzando un terroir unico. Ogni vendemmia è stata un’avventura e un’opportunità per approfondire le mie conoscenze e arricchire la mia passione. Luce ha segnato profondamente il mio percorso di vita e di lavoro: è stato il mezzo attraverso cui ho scoperto il mondo, incontrando persone accomunate dalla stessa attenzione per il vino, con cui ho condiviso anche storie e culture.”
    Per celebrare i 30 anni di Luce è stata coinvolta la Casa d’Aste Christie’s per la creazione di lotti unici da mettere all’incanto nel mondo e anche per tracciarne la storia evolutiva di ogni singola vendemmia. Per tale progetto, Tim Triptree, Master of wine & International Director, Wine & Spirits di Christie’s, ha assaggiato tutt’e 30 le vendemmie con Lamberto Frescobaldi e l’enologo Alessandro Marini aiutando nella stesura di The Anthology, un testo unico che racconta, attraverso le note di degustazione di ogni singola vendemmia (1993-2022), la storia di Luce e il suo percorso dall’origine a oggi.
    “Nel settembre 2024 sono stato entusiasta di partecipare su invito alla degustazione verticale della trentesima vendemmia di Luce, il vino icona di Tenuta Luce a Montalcino, in Toscana” racconta Tim Triptree, Master of wine & International Director, Wine & Spirits di Christie’s, che continua, “La degustazione ha compreso 30 vendemmie di Luce, da quella inaugurale del 1993 all’ultima del 2022. Come compagno di questa esperienza, ho avuto l’onore di avere il Marchese Lamberto Frescobaldi. La degustazione verticale è stata un’opportunità affascinante per studiare l’evoluzione dei vini della Tenuta sia negli stili enologici sia nella complessità aggiuntiva dell’affinamento in bottiglia. L’evento ha avuto inizio con un campione di vasca dell’annata 2022, un inizio promettente: questo vino, già emozionante e armonico, preannuncia un futuro estremamente brillante. La degustazione ha messo in evidenza molte annate straordinarie, dimostrando l’alta qualità e la freschezza di tutte le annate di Luce, oltre alla loro indubbia capacità di evolvere e affinarsi in bottiglia.”
    Alla base della filosofia produttiva di Luce c’è fin dal principio, l’idea che il vino debba essere la più naturale espressione del luogo dove viene prodotto, oltre che delle caratteristiche specifiche delle uve da cui è ottenuto: il risultato di un perfetto equilibrio tra vitigno e territorio. Ogni intervento dell’uomo avviene da sempre in forma minimale e non invasiva, con il principale obiettivo di proteggere questa armonia.
    Luce fu dunque concepito fin dalla prima vendemmia come l’armonico punto d’incontro tra l’eleganza e la struttura del Sangiovese, vitigno autoctono, con la rotondità e la pienezza del Merlot.
    Ne è conferma la trentesima vendemmia, Luce 2022: un vino che, grazie alla sua struttura e complessità, è adatto per un lungo affinamento in bottiglia, evolvendo ulteriormente con il trascorrere degli anni. Rappresenta l’essenza di ciò che Tenuta Luce ha sempre voluto offrire ai propri estimatori: un vino che racconta la passione per la terra e per il vino, la voglia di innovare e il rispetto per il territorio.
    LUCE 2022
    La stagione climatica 2022 è iniziata con un inverno rigido e secco. In seguito, il ciclo della vite è stato accompagnato da una primavera con poche piogge e da un rapido innalzamento delle temperature diurne a partire dal mese di maggio. Queste condizioni hanno favorito un’ottima fioritura tra la fine di maggio e l’inizio di giugno per entrambe le varietà. Durante l’estate il clima è rimasto caldo e secco, le piante in queste condizioni sono riuscite ad autoregolarsi al meglio, arrivando in ottime condizioni vegetative alla fase di invaiatura avvenuta agli inizi di agosto. Il 28 di luglio ed il 15 agosto si sono registrate due piogge molto importanti di 30mm ciascuna che hanno portato sollievo alle piante e avviato la fase di maturazione delle uve.
    La vendemmia è iniziata il 28 agosto, con grappoli piccoli in ottimo stato sanitario. La raccolta è stata leggermente anticipata, per preservare al massimo la freschezza delle uve e conservare il potenziale aromatico. Settembre è stato perfetto, le temperature si sono abbassate a partire dalla metà del mese, permettendo di avere delle belle escursioni termiche tra giorno e notte, ottime al completamento della maturazione del sangiovese.
    Luce 2022 si presenta di un colore rosso rubino brillante. Al naso esprime fresche sensazioni di frutti rossi, come ribes e melograno circondati da aromi delicati floreali. Al palato, l’ingresso è avvolgente, continua in un sorso fresco e vibrante che, accompagnato da tannini dolci, introduce un finale sapido di grande lunghezza.
    Tenuta Luce
    Sulle alte colline toscane di Montalcino sorgono i vigneti di Luce, immersi nella natura. A est, le antiche mura di Montalcino, paese legato alla civiltà etrusca, si ergono ancora maestose. Più a sud, l’antico vulcano Monte Amiata domina il paesaggio medievale della Val d’Orcia. La macchia mediterranea, un ecosistema di querce, pini e altre piante, con cespugli di ginepro, circonda Tenuta Luce, proteggendo le viti. Le fresche brezze provenienti dal Mar Tirreno, anche nelle ore più calde dell’estate, circondano i filari favorendo il raggiungimento, al momento della vendemmia, del giusto apporto di acidità delle uve. Boschi fitti, intensa luce solare e uve fresche e sane, sono indissolubilmente legati all’uvaggio di Luce, proprio come voluto dai fondatori. I ricchi tannini e la consistenza succosa del Merlot sono mitigati dalla tensione, dalla finezza e dalla luminosità del Sangiovese. Ciliegie, violette, scorze d’arancia, cioccolato, liquirizia: tutto sboccia vividamente dalla luce calda, dall’argilla umida e dallo scisto sassoso, con sorprendente chiarezza. I vigneti di Luce, situati nella parte più alta della Tenuta, sono esposti a sud-est e sud-ovest per catturare la mite luce del sole pomeridiano, beneficiando delle notti fresche.
    La luce brillante, l’aria fresca e ventilata favorita dalla particolare esposizione, unitamente alla varietà dei suoli e delle altitudini, fanno di Tenuta Luce un luogo d’elezione, dove l’equilibrio di tutti questi elementi viene custodito con profondo rispetto. Un rispetto che continua fino in cantina, dove ogni passaggio viene svolto con la massima cura, per la valorizzazione di quella preziosa armonia raggiunta in vigna tra Sangiovese e Merlot.
    Da questa filosofia e da questo terroir irripetibile nasce Luce, che con l’annata 2022 celebra 30 vendemmie. Un vino solare di grande equilibro e di eccezionale freschezza, che esprime con eleganza tutto il suo carattere mediterraneo.
    www.tenutaluce.com LEGGI TUTTO

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    Completato lo studio di zonazione dei vigneti di Tenuta di Artimino

    Il percorso di valorizzazione della Tenuta di Artimino ha preso avvio nel 2022 con l’importante studio di zonazione dell’intera tenuta viticola, un progetto strategico che ha visto la collaborazione del dott. Luca Toninato e dell’esperto di zonazioni Stefano Pinzauti, precursore della materia in Italia. Questo studio rappresenta il primo tassello di un ambizioso piano di sviluppo che punta alla crescita internazionale dei vini della Tenuta e alla valorizzazione dell’intero ecosistema agricolo, che si estende su oltre 700 ettari tra vigneti, oliveti, boschi e terreni coltivati.Parallelamente alla zonazione, la Tenuta ha avviato un percorso di certificazione della sostenibilità: dopo aver ottenuto la certificazione di processo SQNPI per la produzione viticola e olivicola, è ormai in fase conclusiva il processo di certificazione EQUALITAS, a conferma dell’impegno della famiglia Olmo per una gestione agricola responsabile e innovativa.
    La Tenuta di Artimino, con la sua storica Villa Medicea del 1596, rappresenta un patrimonio unico nel panorama vitivinicolo toscano. Oggi, sotto la guida della terza generazione della famiglia Olmo, si apre un nuovo capitolo, improntato su innovazione, sostenibilità e qualità. Annabella Pascale e Francesco Spotorno Olmo hanno scelto di investire su un progetto strutturato, avvalendosi di esperti di fama internazionale come il Prof. Attilio Scienza dell’Università di Milano, responsabile della ricerca vitivinicola, Riccardo Cotarella, enologo di fama mondiale e Presidente di Assoenologi, e Vincenzo Ercolino, manager con una consolidata esperienza nel mondo del vino.
    “Sono orgoglioso di far parte di questa squadra” ha dichiarato Riccardo Cotarella “la Tenuta di Artimino rappresenta un patrimonio straordinario, dove la storia del vino affonda le radici in epoca etrusca e si intreccia con la visione illuminata della famiglia Medici. La famiglia Olmo ha saputo raccogliere questa eredità con rispetto e lungimiranza, coniugando tradizione e innovazione attraverso una viticoltura responsabile e sostenibile”.
    Le prove di vinificazione effe uate, per tre anni di fila, dal team di Riccardo Cotarella hanno consen to di accoppiare i da rileva dalle indagini pedologiche con i risulta in can na così da determinare una vera e propria mappa delle potenzialità delle vigne di Armino.
    Un progetto innovativo per esaltare il terroir
    Lo studio di zonazione, durato quasi due anni, è stato condotto con metodologie avanzate, tra cui analisi tradizionali e strumenti satellitari di ultima generazione. Questo lavoro ha permesso di approfondire la conoscenza delle caratteristiche pedoclimatiche della Tenuta di Artimino, situata all’interno del Barco Reale, l’antica riserva di caccia dei Medici. Ne è emersa una grande ricchezza di suoli e microclimi, con una straordinaria biodiversità che comprende oltre 26 varietà di vitigni. Anche il comparto olivicolo è stato oggetto di analisi e valorizzazione, con l’obiettivo di sviluppare una nuova linea di oli di altissima qualità fortemente legati alla tradizione agricola della Tenuta.
    Su queste basi è nato “CENTO OLIVI” l’Olio Extravergine di Oliva IGP che riprende la passione e la conoscenza della contessa Carolina Sommaruga Maraini, che nel 1911, quando era proprietaria di Artimino, riconobbe il valore delle 318 piante di olivo, varietà Mignola, disposte nella Tenuta tra la località Poggilarca e il borgo di Poggio alla Malva. Oggi come allora, le olive di queste maestose piante centenarie danno vita a un olio straordinario caratterizzato dalla raccolta manuale e dalla spremitura a freddo per preservare la qualità eccezionale del prodotto. Al naso porta i profumi della campagna di Artimino, si distingue per i suoi intensi sentori erbacei e le note di carciofo mentre al palato offre un equilibrio armonico tra amaro e piccante, con un finale elegante e persistente.
    “Vogliamo che Artimino cresca insieme al suo territorio” afferma Annabella Pascale “abbiamo un grande passato alle spalle e guardiamo al futuro con ambizione. Nella tarda primavera presenteremo la nostra nuova linea premium di vini monovarietali e al prossimo Vinitaly Riccardo Cotarella svelerà alcune delle nuove etichette in anteprima.”

    La ricerca in ambito agrario e vitivinicolo continuerà a essere un punto cardine della strategia della Tenuta, supportata anche dagli studi della Fondazione Giuseppe Olmo, nata a fine 2024 e dedicata alla memoria del grande campione di ciclismo e imprenditore Giuseppe Olmo, che acquistò la tenuta nel 1980. Con 78 ettari vitati, la Tenuta di Artimino rappresenta una realtà di primo piano nelle denominazioni DOCG Carmignano e DOC Chianti Montalbano. I vitigni storici della Tenuta includono il Sangiovese, presente fin dal XVII secolo come attestano fonti storiche medicee, il Syrah, il Merlot e il Cabernet Sauvignon (noto come “uva francesca”, introdotta in Toscana da Caterina de’ Medici).
    Recentemente, la ricerca ha portato alla riscoperta di vitigni rari come il Petit Manseng, che, grazie all’intuizione di Riccardo Cotarella, è stato inserito nel blend del nuovo Artumes 2023, un bianco a base di Trebbiano, caratterizzato da una freschezza e complessità aromatica senza precedenti. Molti altri i vitigni di origine francese presen ad Armino tra cui lo Chardonnay ed il Sauvignon per i bianchi ed il Pe t Verdot ed il raro Carmenere per i rossi.
    “Questo progetto nasce dalla volontà di elevare l’intera Tenuta” conclude Annabella Pascale “abbiamo già rinnovato e riposizionato la nostra hotellerie di alto profilo, affidandone la gestione al gruppo Meliá. Ora lavoriamo per far emergere tutta la ricchezza di questa terra straordinaria.” LEGGI TUTTO

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    Vincitori dei Blues & Wine Awards 2024

    Vincono la grande Musica ed il migliore Vino, ma vince fortemente anche la “Bellezza” che ci parla di appuntamenti ammalianti nelle due giornate del Festival e dai diversi appuntamenti.Il Gala del Vino e della Musica, vissuto al Castello Ducale Colonna di Joppolo (vicino ad Agrigento) sabato 22 Febbraio, qualcosa che si ricorderà per tanto tempo e che fa vivere il Blues & Wine come appuntamento più elegante ed importante in tutto il Centro Sud ed in tantissimi Paesi europei.
    Per il Vino vincono rispettivamente i XVIII Blues & Wine Awards:
    Selezione Spumanti
    1° Class. MILAZZO VINI – V38AG Metodo Classico 2021 (Inzolia e Chardonnay) – Campobello di Licata (Agrigento – Sicilia)
    Punti dei Giurati Tecnici : 192,30* – 2° Class. Punti 184,50 – Fascia finale 5B (da 5BWS)
    (*Sconta 7 punti di penalizzazione per mancanza della disponibilità delle bottiglie per la finale degli Awards e per avere dovuto condurre altra etichetta – seppure ottima come il “Nature” di Milazzo – con diverso uvaggio)
    Selezione Bianchi
    1° Class. TENUTE PRINCIPI DI SPADAFORA – PRINCIPE G 2021 (Grillo) – Camporeale (Palermo – Sicilia)
    Punti dei Giurati Tecnici : 184,52 – 2° Class. Punti 174,59* – Fascia finale 5B
    Selezione Rossi
    1° Class. MORGANTE VINI – DON ANTONIO 2020 (Nero d’Avola) – Grotte (Agrigento – Sicilia)
    Punti dei Giurati Tecnici : 198,57 – 2° Class. Punti 196,17 – Fascia finale 5BWS
    Selezione da Dessert
    1° Class. FEUDO DISISA – KRYSOS 2023 (Grillo) – Monreale (Palermo – Sicilia)
    Punti dei Giurati Tecnici : 187,20 – 2° Class. Punti 186,35 – Fascia Finale 5B
    Il famoso V38AG abbassa le 5BWS per 7 punti di penalità ma consegue lo stesso le 5B con stessa bottiglia di eccellenza di gamma come il “Nature”.
    Da notare come i due rossi, per la prima volta nella storia degli Awards ottengono entrambe le 5BWS, nonostante vincitore sia il Nero d’Avola “Don Antonio” Riserva di Morgante.
    Vini veramente apprezzati e di pregio, che si sono confrontati con altrettanti elevati sfidanti, come lo Spumante Gran Cuvèe Marianna di Arunda Vivaldi ; il bianco di Tenute Lombardo con il suo “Unanime”; il “Rancia” Chianti Classico Riserva di Cantine Felsina per i rossi, ed il sempre apprezzatissimo “Maeli Moscato Spumante Fiori d’Arancio” dei Colli Euganei, per i vini da dessert.
    Splendidi i connubi con i piatti proposti dagli Chef del Castello Ducale ed apprezzatissimi i partecipanti a questo appuntamento mondano, arricchito ulteriormente da tanta Musica live, proposta da amici di Joe Castellano come : Joe Gagliardo (piano), la vocalist Flora Faja, il celebrato bassista Riccardo Lo Bue ed talentuoso batterista Fabrizio Francoforte.
    Viene premiato con il BOP stavolta non la Musica, ma l’Olio d’eccellenza. L’Azienda Francesco Di Mino di Grotte (AG), infatti stavolta si staglia al primo posto delle 3 eccellenze olivicole proposte, come Serrone di Racalmuto (AG) e Principe di Aragona, dell’omonima cittadina in provincia di Agrigento.
    Premiata come ospite d’onore una assai commossa Melanie Burke, figlia del grandissimo Re del Soul Solomon Burke (compositore di brani leggendari come “Everybody needs somebody to love” e tanti altri) e che tanti anni fa in tanti momenti in Italia, si affiancava all’altra grande Band di Joe Castellano. Un momento veramente speciale per onorare due grandi amici che per un soffio a fine 2010, non videro consegnare la prestigiosa targa dei “Blues & Wine Awards”, oggi finalmente consegnata. Inoltrato, sempre per la Musica, il Premio ai F.lli La Bionda, grandissimi esponenti della Disco Music italiana ed internazionale.
    Ma anche grandi altri Awards nella serata, come quella di “Cantina Blues & Wine dell’Anno” assegnata alla Cantina “Tenute Lombardo” di Serradifalco (CL). Incetta di targhe per Milazzo Vini, che si vedono titolari anche del miglior Enologo Blues & Wine 2024 – per il Dott. Giuseppe Notarbartolo – e delle targhe delle “Bollicine Blues & Wine d’Eccellenza”, unitamente agli alto atesini amici di Arunda Vivaldi.
    Award per “Giornalismo e Comunicazione” per il talentuoso giornalista de “L’Espresso” Alan David Scifo, mentre diversi sono gli assegnatari per le etichette “Eleganza del Vino” e “Topazia e Duca Enrico”. Rispettivamente tra esse annotiamo : Planeta, Carlo Hauner, Alessandro di Camporeale, Principe di Corleone, Ca’Avignone, Maeli, Castellucci Miano, Tenute Gigliotto ed Enza La Fauci.
    Premio Blues & Wine Award per “Food & Restaurant” per il re del catering in Sicilia, quale è l’amico Pietro La Torre di Canicattì, mentre il Castello Ducale Colonna di Joppolo – ospitante l’evento di Gala – vede imporsi per la targa “Best Blues & Wine Hotel and Resort of the year”, assai gradita da tutti i commensali.
    Ma il premio più importante stavolta va allo stesso Joe Castellano ed al neonato libro “Per una vera Storia del Nero d’Avola” dell’Editore Sime Books. Un’opera attesissima e narrata con dovizia dallo stesso autore, che rivoluzione totalmente e finalmente fissa una vera scientifica origine su questo vitigno, dopo che da sempre e tutt’oggi tutto è stato affidato da tramandate e totalmente errate notizie, che non hanno mai fatto considerare ciò che invece era già stato perfettamente individuato dai maggiori studiosi della vite circa 150 anni prima.
    Si trattava di due diversi vitigni. Uno il Calabrese Comune (che veniva da un padre chiamato Mantonico Bianco di Calabria) ed uno il Calabrese Nero di Avola (detto anche Nero d’Avola) che veniva invece dal Sangiovese.
    Ma intorno al 1983, per una sorta di precipitosa ed errata comunicazione, si stabili di cancellare il nome di “Calabrese” (ancora oggi esistente) e di indicare come Calabrese Comune, ciò che invece di Avola non era assolutamente …..
    “Un’edizione fantastica che chiude la XXII Edizione del Blues & Wine – ci dice il creatore del Festival, Joe Castellano. Eleganza, grandissima Cultura e appuntamenti speciali anche già per il Symposio di qualità che ospita le Osterie di qualità nella prima serata. Il più grande Wine Music Festival del mondo ha consacrato ulteriormente i suoi 22 anni di eventi incredibili.
    Adesso toccherà a chi di competenza rivoluzionare a poco a poco la VERA STORIA DEL NERO D’AVOLA, visto che quanto si trova in libri, web e comunicazione, a tutt’oggi …. è solo frutto in gran parte di gigantesche fake news..
    Auspichiamo che il coraggio della verità governi una volta tanto le risultanze scientifiche del vino … Diversamente sarebbe orribile ….
    Un grazie speciale a tutti gli Amici del Festival ed un plauso speciale una volta tanto a me stesso… Non è stato facile per mille motivi, creare un libro cosi importante ed organizzare un’edizione degli Awards che ha veramente stregato tutti ! …
    Pochi giorni e si dovrà ripartire con i grandi eventi estivi della nostra XXIII Edizione … e diverse idee sono già sulla rampa di lancio per delle cose assolutamente di qualità.
    Il lavoro sarà sempre enorme …. Ma anche la soddisfazione in questo caso è stata veramente importante. La nostra Rubrica TV “Viaggiando nel Vino” ne darà ampi riflessi e curiosità …
    Un sentito grazie a Fondazione Sciascia di Racalmuto ed un grazie ai Comuni di Racalmuto e Joppolo, che hanno patrocinato moralmente gli eventi.
    Siamo stati fortunati ad essere stati totalmente ignorati da “Agrigento Capitale della Cultura 2025” … Il caso ha voluto in questo caso darci un importante aiuto, senza assolutamente volerlo…. Grazie a Tutti.”
    Per info, contatti e prenotazioni : acjoecastellano@gmail.com – 392.2590022
    www.bluesandwine.com LEGGI TUTTO