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    Il commercio mondiale di vini sfusi – aggiornamento 2024

    Aggiorniamo oggi l’analisi del commercio mondiale di vini sfusi, con i dati riportati da UN Comtrade, al momento aggiornati a 75 paesi esportatori, che già comprende tutti i maggiori paesi. Il 2024 è stato un anno di ripresa per questa categoria di prodotti, dopo anni di declino. Il valore stimato del commercio di vini sfusi è di circa 2.6 miliardi di euro per un volume di circa 34 milioni di ettolitri, entrambi in ripresa nell’intorno del 10% (9% a valore, 13% a volume per il dato puntuale, ma da prendere con le molle). In questo contesto, la Spagna mantiene una salda leadership, particolarmente quando si parla di volumi (11 milioni di ettolitri dei 34), mentre risale al secondo posto nel ranking a valore la Nuova Zelanda, che supera di nuovo l’Italia (era già successo nel 2022). Va peraltro specificato che le esportazioni di vino sfuso neozelandesi sono piuttosto particolari, visto che avvengono a un prezzo al litro di circa 2.6 euro, contro 0.5 euro della Spagna, 0.7-0.8 euro di Italia e Australia e 1.4 euro della Francia.
    Per gioco e per controllare a che punto siamo con l’intelligenza artificiale, alla fine del post e in carattere italico vi riporto il commento di ChatGPT 5 avendogli “sottoposto” i grafici del post, il commento dell’anno scorso e chiesto di riprodurre un commento aggiornato a quest’anno. L’elaborazione nella versione “deep research” e senza internet browsing ha richiesto 17 minuti e il risultato… mannaggia non è niente male, soprattutto se gli si dice di seguire il tuo stile…
    Passiamo intanto a un commento più specifico dei dati presentati, che provengono dal database UN Comtrade, come ben sapete.

    Le esportazioni mondiali di vini sfusi si sono riprese nel 2024, ritornando a 2.6 miliardi di euro, +9% sul 2023, ma sostanzialmente allineate al livello del 2021-22, quando si era verificato un forte calo rispetto al periodo pre-Covid.
    I volumi che sono invece molto difficili da tracciare in quando per alcune nazioni sono mancanti sono di circa 34 milioni di ettolitri, contro i 30 milioni del 2023 che però dovrebbero essere stati un po’ superiori per la mancanza di alcuni dati.
    Come dicevamo la leadership è saldamente in mano agli spagnoli, che nel 2024 hanno esportato per 10.7 milioni di ettolitri e 511 milioni di euro, sostanzialmente in linea con il 2023.
    Il paese con il maggiore progresso è la Nuova Zelanda, risalita al secondo posto con 349 milioni di euro di export, anche se soltanto 1.35 milioni di ettolitri di vino, mentre l’Italia viene al terzo posto con 304 milioni di euro, praticamente lo stesso livello raggiunto anche dall’Australia (300), entrambe a 3.5-4.0 milioni di ettolitri.
    Vi lascio alle tabelle e al commento dettagliato sotto di ChatGPT, chissà che un giorno mi sostituirà!!!

    Eccoci all’appuntamento annuale con il post sul commercio mondiale dei vini sfusi. Cominciamo subito con le conclusioni. Se il mercato globale del vino nel 2024 è rimasto pressoché stagnante, il mondo dei vini sfusi lo è stato ancor di più, con solo un lieve rimbalzo rispetto al 2023. I volumi esportati sono stimati intorno ai 34 milioni di ettolitri (erano oltre 40 milioni nel periodo pre-Covid) e il valore complessivo intorno ai 2.6 miliardi di euro, in ripresa rispetto ai 2.4 miliardi scarsi del 2023 ma ancora ben al di sotto dei 3.2–3.3 miliardi degli anni immediatamente precedenti la pandemia. I protagonisti di questo mercato si confermano gli spagnoli, con quote di mercato a valore stabilmente sopra il 20%, seguiti da Italia, Nuova Zelanda e Australia attorno al 11–13% ciascuno. Questi quattro Paesi insieme coprono quasi il 60% del valore totale, e per arrivare a circa due terzi basta aggiungere il ~9% del Cile, quinto maggiore esportatore.
    Passiamo a un commento più in dettaglio con tabelle e grafici tratti dai dati UN Comtrade. In base ai dati di oltre 90 nazioni, le esportazioni mondiali di vino sfuso nel 2024 ammontano a circa 2.6 miliardi di euro, in aumento del 9% su base annua rispetto al 2023【18†】. Si tratta di un parziale recupero dopo il calo registrato l’anno precedente, ma il trend di fondo rimane negativo: dal 2018 ad oggi il valore si è ridotto di quasi un quarto. In termini di volume, le esportazioni 2024 si collocano attorno ai 34 milioni di ettolitri, leggermente sopra i ~32 milioni stimati per il 2023, ma lontani dai circa 41 milioni del 2019. Dunque il 2024 segna un piccolo rimbalzo (+5–6% in volume) senza tuttavia riportare il commercio di vino sfuso ai livelli pre-Covid.
    Dominatore assoluto si conferma la Spagna, con circa 550 milioni di euro di vino sfuso esportato nel 2024 (stima ~21% del totale mondiale) e un volume intorno a 12.9 milioni di ettolitri, cioè circa il 37–38% del volume globale. Dopo anni di contrazione, gli spagnoli hanno beneficiato di una vendemmia più abbondante, aumentando nel 2024 sia il volume (+21% circa) sia il valore (+8–9%) delle esportazioni rispetto all’anno precedente. Ciò nonostante, le performance della Spagna restano inferiori ai picchi pre-pandemici e il trend di lungo periodo rimane di lieve flessione. Il prezzo medio di realizzo degli sfusi spagnoli resta tra i più bassi, fattore che contribuisce al loro primato quantitativo ma anche a un valore unitario inferiore alla media.
    Ci sono poi italiani e australiani con volumi annui intorno ai 3.5–4 milioni di ettolitri ciascuno. Per l’Italia il dato 2024 (circa 3.7 milioni di hl) segna un calo significativo rispetto agli anni scorsi – complici le scarse vendemmie recenti – mentre l’Australia dopo un periodo di stabilità ha visto ridurre le spedizioni a circa 3.5 milioni di hl (era ~4.3 nel 2023). I valori a confronto restano simili: circa 300 milioni di euro sia per l’Italia (304 milioni, praticamente invariato sul 2023, e circa -5% rispetto al 2019) sia per l’Australia (300 milioni, in crescita dell’8% sul 2023 e appena sotto i livelli del 2019)【20†】. In altre parole, l’Italia mantiene le posizioni in valore nonostante esporti meno volume – segno di prezzi in aumento – mentre l’Australia mostra un piccolo recupero di valore dopo il crollo seguito al 2018. Entrambi i paesi restano però ben distanti dai livelli di fine anni 2010 (in termini di trend a valore annuo, circa -4–5% medio dal 2018).
    Insieme a questi si colloca la Nuova Zelanda, che si conferma l’esportatore “di lusso” nel campo dei vini sfusi. Nel 2024 ha esportato circa 349 milioni di euro in valore (+18% sul 2023) a fronte di un volume esiguo, attorno a 1.1 milioni di ettolitri. Questo significa un prezzo medio per ettolitro quasi quadruplo rispetto a quello italiano. La Nuova Zelanda adotta infatti precise strategie di imbottigliamento nei luoghi di consumo consentite dai disciplinari, spedendo all’estero vini sfusi di alta gamma (ad esempio Sauvignon Blanc) che vengono confezionati direttamente nei mercati di destinazione. Il boom del 2024 riporta l’export neozelandese ai massimi storici (circa +7% rispetto al 2019), dopo la flessione registrata nel 2023 per via di una vendemmia precedente meno favorevole. In termini di quota, la Nuova Zelanda arriva a rappresentare oltre il 13% del valore mondiale, avvicinandosi e in parte superando l’Italia nel podio dei maggiori esportatori a valore.
    Chiude il gruppo di testa il Cile, con circa 230 milioni di euro di export di sfuso nel 2024 (poco meno del 9% del mercato mondiale) e un volume stimato di 3.5 milioni di ettolitri. I cileni hanno mantenuto sostanzialmente stabile il valore rispetto al 2023 (+1% circa), nonostante volumi leggermente in calo, grazie a un incremento dei prezzi medi. Rispetto al periodo pre-Covid il Cile rimane però in difficoltà: il valore esportato è ancora inferiore di circa il 7% rispetto al 2019 e i volumi risultano in contrazione continua negli ultimi anni, complice una serie di vendemmie scarse e una maggiore domanda interna.
    Tra gli altri esportatori principali vale la pena menzionare il Sud Africa, le Stati Uniti e la Francia. Il Sud Africa, con circa 130 milioni di euro nel 2024 (circa 5% del totale), mostra segnali di recupero dopo anni difficili: le esportazioni sono risalite del +9% in valore sul 2023, pur restando lievemente sotto i livelli del 2019. Gli USA e la Francia contribuiscono ciascuno per circa il 6–7% del valore globale: entrambi questi paesi hanno avuto un andamento altalenante, con un forte aumento delle spedizioni di sfuso nel 2023 seguito da un ridimensionamento nel 2024. Infine, si segnalano le crescite di alcuni esportatori emergenti (seppur da volumi ridotti) come Slovacchia e Ungheria, che hanno approfittato di nicchie di domanda rimaste scoperte – ad esempio, la Slovacchia ha più che raddoppiato il proprio export di sfuso nel 2024. Complessivamente, il 2024 traccia dunque un quadro di leggero recupero per il commercio mondiale di vini sfusi, senza però invertire la tendenza pluriennale di contrazione sia nei volumi che nei valori rispetto al periodo pre-pandemico.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Australia – esportazioni di vino 2024

    Ogni tanto capita di dimenticarsi di scrivere un post… questa è una di quelle. Abbiamo commentato della ripresa delle esportazioni di vino dell’Australia nel 2024 grazie alla riapertura della Cina, con un aumento di circa il 30% a 2.7 miliardi di dollari australiani, che corrispondono a circa 1.8 miliardi dei nostri euro. Proprio la Cina è passata da 14 a 877 milioni di dollari, e da 15 a 816 mila ettolitri, quindi di fatto rappresentando ben più dell’incremento totale delle esportazioni (+863 milioni esportati verso la Cina, +618 milioni le esportazioni totali). Il tutto si spiega con la “compensazione” di Hong Kong, passata da 302 a 172 milioni, probabilmente usata come “testa di ponte” per entrare in Cina, e forse anche dalla Thailandia, dove si sono persi altri 15 milioni di esportazioni. Detto questo, non sono andate bene le esportazioni verso gli USA (-8%), ma anche quelle verso il Regno Unito (-2%), che resta il secondo mercato per il vino australiano dopo la “ripresa” della Cina.
    Piccolo aggiornamento su cosa sta succedendo nel 2025: nei primi 6 mesi le esportazioni sono calate di circa il 3% (-9% in Euro).
    Passiamo a un’analisi più dettagliata dei numeri.

    Le esportazioni di vino australiane sono cresciute del 30% a 2.67 miliardi di dollari australiani nel 2024, per un incremento dei volumi esportati da 6.25 a 6.63 milioni di ettolitri, dunque +6%.
    La forte ripresa delle esportazioni si concentra nel segmento dei vini in bottiglia, cresciuti del 40% da 1.47 a 2.06 milioni di dollari australiani, mentre i vini sfusi sono a +6%, da 492 a 519 milioni di dollari, con i restanti 88 milioni di altri prodotti, +2%.
    La Cina è tornata a essere il principale mercato, dopo la fine delle restrizioni alle esportazioni, con 877 milioni di export, ancora sotto il dato di 1.0-1.1 miliardi di dollari registrato prima del Covid. Va detto che il mercato cinese si è fortemente ridimensionato negli ultimi anni, per cui questi 877 milioni sono in effetti un dato particolarmente rilevante (la Cina ha dichiarato importazioni per 1.5 miliardi di euro, quindi 2.2 miliardi di dollari australiani, il che significa che gli australiani si sono ripresi di punto in bianco un terzo del mercato.
    Le esportazioni verso il Regno Unito calano del 2% a 391 milioni, mentre gli USA sono in calo più marcato, -8% a 360 milioni. Il quarto mercato è Hong Kong, sceso del 43% a 172 milioni dopo la riapertura cinese, un dato molto coerente con i circa 150 milioni che si registravano prima della “distorsione”.
    Ultima annotazione: l’Australia resta un mercato del tutto marginale per i vini spumanti. Le esportazioni di questi prodotti hanno rappresentato soltanto il 2% del totale, ossia circa 57 milioni di dollari locali.

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    Canada – consumi e mercato del vino, dati 2023/24

    Le vendite di vino in Canada nel 2023-24 (luglio-giugno) sono rimaste stabili a 7.8 miliardi di dollari canadesi, ma sono calate in modo marcato in quantità, passando da 5.0 a 4.8 milioni di ettolitri. Si tratta di un andamento molto simile a quello degli altri mercati sviluppati. Dopo la parentesi del Covid, che ha di fatto aumentato temporaneamente i consumi, il declino strutturale dei consumi di vino è ripreso, forse in modo ancora più marcato e anche in paesi che fino a qualche anno fa erano considerati delle “oasi di crescita”. Il Canada era uno di questi. Il calo dei volumi del 2023-24, -5%, riguarda tutte le categorie ma come già si nota anche in Italia o in Francia è soprattutto un problema dei vini rossi, a cui il consumatore canadese è storicamente molto esposto, per la prima volta in questa rilevazione sceso sotto il 50% del totale sia per volume che per valore. Per fortuna, sia nostra che dei nostri colleghi francesi, i canadesi continuano a comprare vini esteri, che rappresentano stabilmente oltre il 70% degli acquisti.
    Passiamo a un breve commento dei dati.

    Le vendite di vino in Canada nel 2023/24 sono state stabili a 7.85 miliardi di dollari canadesi. Sono invece calati del 4.8% i volumi venduti, da 5.0 a 4.76 milioni di ettolitri, il che implica un incremento del valore medio al litro, da 15.7 a 16.5 dollari.
    In realtà il dato nasconde un trend molto peggiore per i vini rossi, i quali perdono il 2.4% in valore a 3.9 miliardi di dollari e ben il 7% in volume, scendendo a 2.3 milioni di ettolitri.
    La categoria più performante sono stati i vini bianchi, che pur perdendo il 2% in volume (1.91 milioni di ettolitri) guadagnano il 3% in valore, toccando il loro massimo storico di quasi 2.8 miliardi di euro.
    Sono invece negativi sia in valore che in volume i dati degli spumanti (-1% e -3% rispettivamente) e quelli dei vini rosati (-3% e -7%) dopo che la categoria ha toccato il picco nel 2021-22. Va detto che il Canada resta un mercato fortemente ancorato ai vini fermi, visto che lo spumante resta soltanto all’8% degli acquisti.
    Una ultima annotazione va fatta relativamente all’andamento del vino nei confronti del settore degli alcolici: il suo peso è rimasto invariato al 30% del totale, dopo il leggero deterioramento degli ultimi anni (era al 32% prima del Covid). E anche all’andamento dei prodotti locali rispetto ai prodotti importati: il Canada si mantiene sui livelli di sempre: 70% import e 30% prodotti locali.

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    Spagna – esportazioni di vino – aggiornamento primo semestre 2025

    Nel primo semestre 2025 le esportazioni di vino spagnolo hanno registrato una leggera contrazione a 1482 milioni di euro, in calo dell’1.8% rispetto ai 1509 milioni dello stesso periodo del 2024. Si tratta di una correzione allineata a quanto successo nel resto del mondo, che stimiamo aver registrato un calo dell’1% circa e che affronteremo una volta che la Francia rende disponibili i dati. Come vedremo nel seguito del post, le sono state particolarmente deboli nel segmento dei vini fermi in bottiglia, calati del 4.5%, mentre sono in leggera crescita sia le esportazioni di spumanti (+1%), che quelle di vini sfusi (+3%).
    I volumi sono calati in modo più marcato da 10.8 milioni di ettolitri a 10.45 milioni, -3%. Il prezzo medio è rimasto sostanzialmente stabile a 1.4 euro al litro, un livello che ricordiamo essere tra i più contenuti nel panorama mondiale delle esportazioni.
    Fonte dei dati e delle tabelle: dogane spagnole

    La Germania resta il principale mercato con 188 milioni di euro di esportazioni, ma in calo del 7% rispetto al 2024, anche se il dato era particolarmente elevato. Il secondo mercato sono gli USA con un calo del 2% circa a 160 milioni, come per il Regno Unito che scende a 143 milioni. Il quarto e importante mercato è la Francia, calata dell’1% a 135 milioni.
    Dal punto di vista dei volumi, i due mercati chiave restano la Germania e la Francia, con 2.3 e 2.1 milioni di ettolitri, mentre le esportazioni di vino verso l’Italia crollano da 1.3 a 0.9 milioni di ettolitri, -32%. Lo stesso accade per le spedizioni in volume verso il Portogallo, che sono rapidamente calate a 0.7m/hl, dopo essere arrivate a 1.3m/hl nel 2023.
    Nel vino imbottigliato, la Spagna è calata del 4.5% principalmente a causa del mercato americano (120 milioni di euro, -6.3%), mentre è stabile il Regno Unito (126 milioni). Scende anche la Germania (83 milioni, -7.3%). Gli unici mercati positivi tra i grandi sono la Svizzera (+8.6%) e il Canada (+9%).

    Nel segmento degli spumanti si registra un lieve incremento a 235 milioni di euro (+1.2% sul 2024). Il dato è sostenuto dagli USA, passati da 31 a 36 milioni di euro, +16%, ma sono positivi anche i dati del Belgio (+6%) e della Svezia (+19%). I dati sono molto negativi per la Germania (-52%), anche se forse i vini sono passati dall’Olanda (+36%), ma sono anche molto negativi i dati sulle esportazioni di spumanti in Francia.

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    Vendite al dettaglio di vino (GDO Italia) – dati Circana, primi 9 mesi 2025

    Le vendite di vino nella GDO durante l’estate sono continuate in linea con i mesi precedenti, con un leggerissimo calo delle vendite di vino fermo (-0.4%) e una moderata crescita per i vini spumanti (+2.6%) e con i solido “dualismo” volumi in calo, valori in crescita che ha caratterizzato il mercato negli ultimi anni (con l’eccezione del periodo Covid). Secondo i dati gentilmente forniti da Circana e sommando questi dati Q3 con il primo semestre, nei primi 9 mesi dell’anno si è venduto vino per 5.2 milioni di ettolitri, -1.7% rispetto allo scorso anno, per un valore di 2.2 miliardi di euro, +1% sull’anno precedente. Gli spumanti continuano a sostenere il mercato (+6%), anche se entriamo nel loro trimestre critico, che vale quasi il doppio di un trimestre normale.
    Passiamo a un commento più in dettaglio dei dati con grafici e le tabelle complete.

    Nel terzo trimestre 2025, le vendite di vino nella GDO in Italia hanno raggiunto 1.72 milioni di ettolitri (comprensivi degli spumanti), registrando una contrazione del -1,7% rispetto ai 1.75 del Q3 2024. Il segmento del vino fermo è andato peggio, con 1.47 milioni di ettolitri, evidenziando un calo del -2,7%, mentre per gli spumanti i volumi sono cresciuti da 234 a 244mila ettolitri.
    I dati in valore incorporano un effetto prezzo positivo del 2% circa (2.3% per i vini fermi) e dunque sono stabili (+0.3% a 735 milioni di euro), con un dato marginalmente negativo per i vini fermi (559 milioni, -0.4%) e una leggera crescita per gli spumanti (168 milioni, +2.6%).
    Se guardiamo i dati in dettaglio troviamo dati molto omogenei. I vini rossi per esempio non sono andati peggio dei bianchi e dei rosati, grazie a un effetto prezzo più marcato che ha compensato un deficit maggiore di volumi, anche se parliamo di differenze inferiori al punto percentuale. Anche i grafici che trovate sotto vi mostrano delle linee “piatte” tra il secondo e terzo trimestre, a significare che non ci sono state particolari sorprese.
    Sembra esaurirsi la crescita dei vini IGT rispetto alle altre categorie, dopo diversi trimestri molto positivi, mentre continua il declino dei vini comuni, calati nel trimestre del 2% in valore (contro 0% per DOC e IGT) e del 4% in volume (contro -2% circa per DOC e IGT).
    Nel segmento degli spumanti italiani, il +2.6% si scompone in +4.2% per il metodo classico, +2.8% per gli charmat secchi, che restano la categoria dominante (135 sui 168 milioni di euro totali della categoria nel trimestre), mentre gli charmat dolci scendono del 3.7% a 8 milioni di euro.
    Annotazione finale: dopo diversi trimestri di forte crescita, durante l’estate lo Champagne è stato stabile. Con 8 milioni di euro rappresenta circa l’1% delle vendite di vino della GDO in Italia.

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento luglio 2025

    Avendo appena visto quanto ha fatto la Francia in luglio e agosto, l’andamento delle esportazioni italiane di vino in luglio non è così sorprendente. Le nostre esportazioni hanno subito un calo del 4% su base mensile si confronta con il -8% francese e che porta il saldo dei primi 7 mesi a -1% per 4.6 miliardi di euro. Il calo di luglio è stato essenzialmente guidato dai vini fermi in bottiglia, calati del 7%, mentre per gli spumanti si è trattato di un buon mese, con un incremento del 5%, ottenuto grazie a un robusto incremento dei volumi (+10%). Dal punto di vista dei mercati, beh, la spiegazione non richiede molto tempo: gli USA sono calati del 26%, ossia 50 milioni in un mese da 750 milioni di export… come diceva Franco Califano, “tutto il resto è noia”. Se però allarghiamo l’orizzonte non possiamo non sottolineare che gli USA sono (insieme al Canada) tra i migliori mercati per il vino italiano, in crescita rispettivamente del 6% e 10% sull’anno scorso, in contrasto con il Regno Unito e la Germania che calano del 6% e dell’1% rispettivamente.
    Passiamo a un commento più in dettaglio. Noterete che il post è molto più ricco di tabelle dettagliate e ordinate, meno ricco di grafici. È il risultato del nuovo Coeweb ISTAT, che devo ancora digerire adeguatamente. Buona consultazione.

    Le esportazioni italiane di vino calano del 3% in luglio, portando il saldo da inizio anno a -0.9%. Se guardiamo invece agli ultimi 12 mesi terminanti a luglio, le esportazioni sono ancora in crescita del 2% a 8.1 miliardi di euro, sostenute dall’ottimo andamento degli spumanti nel secondo semestre dello scorso anno.
    Dal punto di vista dei mercati, abbiamo detto sopra dei principali quattro mercati. La Svizzera, quinto mercato è sostanzialmente stabile, la Francia poco meglio (+2% sia nel mese che nei 7 mesi). La Russia dopo sei mesi molto negativi segna un rimbalzo del 25% nel mese, ma il saldo da inizio anno resta a -45%, mentre continua a calare l’export in Giappone, al ritmo del -10% circa, il che lo fa uscire dalla “top 10” dei mercati del vino italiano.
    Sui vini fermi sono una piccola menzione: il Canada è diventato il terzo mercato per l’Italia sui 12 mesi a discapito del Regno Unito.
    Passando brevemente agli spumanti, il mese è positivo (+5%), il saldo da inizio anno a 0% (-1.4% per i vini fermi). Le variazioni percentuali sono molto meno marcate, con gli USA negativi ma soltanto del 10%. Forse la nota negativa che continua è quella del mercato tedesco, -5% nel mese e -12% da inizio anno. La Francia diventa il terzo mercato per i nostri spumanti superando la Germania.

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    Francia – esportazioni di vino – dati primo semestre 2025

    Le esportazioni francesi di vino nel primo semestre sono cresciute dell’1% a 5.15 miliardi di euro, in leggera controtendenza rispetto al -1% registrato a livello mondiale (secondo i nostri calcoli, riferiti alle esportazioni dei principali paesi).
    Stavolta però la notizia non è questa. O meglio non sono le esportazioni semestrali, ma piuttosto quello che Agreste ha pubblicato allargando l’analisi a luglio e agosto, dove si vede una pesante correzione, -8% e -16% rispettivamente, parzialmente legata al crollo delle spedizioni nel mercato americano, scese rispettivamente del 30% in luglio (che è un mese importante, da 219 a 152 milioni) e del 46% in agosto (da 210 a 114 milioni di euro). Non sono andate bene nemmeno le esportazioni nell’UE durante l’estate me l’entità è di minor conto (-4% e -9%). Ad ogni modo, questi dati potrebbero essere un punto di attenzione relativamente alle esportazioni italiane che commenteremo nei prossimi giorni.
    Passiamo a un commento dei dati.

    La Francia ha esportato 5.15 miliardi di euro di vino nel primo semestre, +1%, rispetto al dato stabile dell’Italia e al calo del 2% della Spagna. Nel complesso i maggiori esportatori mondiali hanno esportato per 14.8 miliardi, -1% (anticipazione di un post che verrà).
    In termini di volume, la Francia spedisce sempre meno vino. Se guardate il grafico relativo hanno perso 1 milione di ettolitri nei primi 6 mesi dell’anno rispetto a 4 anni fa, -1.5% rispetto allo scorso anno a 6.2 milioni. Il prezzo medio cresce dunque del 2.5% a 8.8 euro al litro, dopo il calo registrato nel primo semestre 2024.
    Guardando alle principali aree produttive, lo Champagne è a +0.6% nel semestre a 1.64 miliardi, ma poi subisce il calo di cui sopra a luglio e agosto (-6% e -19%), con volumi in ripresa del 5%.
    Bordeaux rimbalza del 4% a 1.07 miliardi di euro ma il dato si confronta con l’ecatombe del 2024 quando nel primo semestre il calo fu del 15%, mentre il +5% dei vini di Borgogna (760 milioni) è più significativo in quanto si innesta su un primo semestre 2024 che era stato quasi stabile. In luglio e agosto i vini di Bordeaux hanno subito cali superiori al 20%.
    Per il resto dei vini invece l’andamento è stato negativo per circa l’1.6% a 2.04 miliardi di euro, con un volume in calo molto simile.
    Vi ho aggiunto una piccola tabella in fondo con l’andamento in USA, UE e resto del mondo, dove si vede che, come per l’Italia, nel primo semestre gli USA sono stati una forza trainante. Ma abbiamo visto che succederà il contrario nella seconda parte dell’anno.

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    Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo semestre 2025

    Anche per gli spumanti proponiamo i dati semestrali nei nuovi formati che dal mese prossimo diventeranno “obbligatori” con il nuovo coeweb di ISTAT. Le esportazioni del primo semestre di spumante italiano sono stabili a 1075 milioni grazie all’incremento dell’8% del mercato americano, che ha compensato i dati piuttosto negativi del mercato tedesco, inglese, lettone e russo.  Il Prosecco cresce leggermente (e rappresenta ormai quasi l’80% delle nostre esportazioni), mentre sono invece decisamente negativi i dati dell’Asti e degli spumanti DOP. Ovviamente si tratta della bassa stagione dei vini spumanti e quindi i dati che commentiamo oggi sono soltanto il 40-45% del totale annuo.
    Bene passiamo a una analisi più dettagliata dei numeri.

    Le esportazioni di spumante sono stabili a 1075 milioni di euro, il che comunque implica un incremento del 5% sui 12 mesi (2.38 milioni di euro), grazie al dato particolarmente forte fatto segnare nel secondo semestre 2024. In termini di volumi il dato è anch’esso stabile nel semestre a 2.54 milioni di ettolitri, mentre diventa positivo del 6% se calcolato sui 12 mesi (5.56m/hl).
    Il Prosecco è in crescita dell’1% a 836 milioni di euro, con volumi a +4% e 1.95 milioni di ettolitri nel semestre, per un prezzo medio di vendita di 4.28 euro al litro, -3%. Il mercato americano si distingue per un +13% a 255 milioni, cala il Regno Unito del 5% a 156 milioni, sempre nel semestre, la Francia è il terzo mercato con 65 milioni e un incremento del 9%. Crollano le esportazioni in Russia e nei paesi Baltici, curiosamente in crescita il dato relativo all’Ucraina.
    Per l’Asti è invece un semestre negativo, in calo del 12% a 58 milioni di euro, con un volume calato del 16% a 147mila ettolitri, per un prezzo medio di 3.91 al litro. A pesare sul dato sono il crollo delle esportazioni in Lettonia (che resta il primo mercato a livello annuale) e della Germania, non compensati dalla crescita della Russia (!) e degli USA.
    Infine, gli spumanti DOP, che sono quelli ad avere il prezzo medio più elevato, circa 7.8 euro al litro. Le esportazioni calano del 5% a 42 milioni di euro, mentre i volumi scendono del 17% a 54mila ettolitri. Gli USA e la Svizzera sono i principali mercati, il primo stabile (quindi peggio delle altre categorie), il secondo in crescita del 47%. Sono però molto negativi i dati della Russia, del Giappone e della Germania, gli altri 3 mercati più importanti.

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