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    Portogallo – esportazioni di vino 2024

    Le esportazioni di vino portoghese sono tra le più stabili nel panorama europeo e anche nel 2024 è stato così. Se il totale è cresciuto del 4% per un valore totale di 966 milioni di euro, in nessuno dei principali 10 mercati si sono viste oscillazioni superiori al 10% (in realtà, 7%). L’unico dato fuori dal normale è il forte incremento delle esportazioni verso la Russia che è quasi triplicato, anche se su valori assoluti limitati, da 12 a 34 milioni di euro nel 2024, a rappresentare poco più del 3% del totale. Due altre considerazioni introduttive (e conclusive) prima di addentrarci nei dati: primo, il principale mercato, la Francia, ha un andamento leggermente negativo da ormai tre anni a questa parte; secondo, il mercato brasiliano sta diventando sempre più importante per il vino portoghese, ora subito dopo Francia e USA, e questo lo abbiamo visto anche nelle esportazioni di vino cileno.
    Passiamo ai dati con grafici e tabelle allegati.

    Il Portogallo ha esportato vino per 966 milioni di euro nel 2024, in crescita del 4% rispetto al 2023 e del 3% medio annuo dal 2019 a questa parte.
    Il Portogallo esporta sostanzialmente vino in bottiglia, 865 milioni di euro nel 2024, anche se negli ultimi anni il vino sfuso e i mosti sono cresciuti molto, toccando 47 milioni di euro, per una crescita del 15% annuo sugli ultimi 5 anni. Le esportazioni di spumante sono marginali, circa 12 milioni di euro.
    In termini di volume, il 2024 è stato un anno piuttosto importante, con 3.5 milioni di ettolitri spediti, il 9% in più del 2023.
    La Francia resta il primo mercato con 103 milioni, uno meno del 2023 e un calo del 2% annuo sui 5 anni. Gli USA crescono del 2% a 102 milioni in linea con il trend medio degli ultimi anni (+2/3%), mentre come dicevamo sopra è il Brasile il mercato che si sta “muovendo”. È cresciuto del 7% anche nel 2024 passando da 80 a 86 milioni di euro, mentre se ci guardiamo indietro la crescita annua 2019-24 è del 10%. Quarto mercato diventa il Regno Unito, che nel 2024 è calato del 5% a 84 milioni.
    In termini di volume il principale mercato è l’Angola con 360mila ettolitri, poi la Francia con 331mila, il Brasile con 286mila, la Spagna con 248mila (più che raddoppiati), seguita da USA e Regno Unito con 235mila e 226mila rispettivamente.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Vendite al dettaglio di vino (GDO Italia) – dati Circana, primo semestre 2025

    La tempistica delle festività Pasquali aiuta le vendite di vino nel secondo trimestre del 2025: secondo i dati forniti da Circana il fatturato è salito del 3% a 724 milioni di euro, portando il saldo da inizio anno a 1.4 miliardi, +1.2%. La “ripresa” è essenzialmente guidata dai vini spumanti, i più sensibili alle festività. Parliamo di un incremento nel trimestre del 13% a 166 milioni di euro, che porta il saldo della categoria (italiana) a un solido +8%. Il mercato dei vini fermi resta invece al palo: il secondo trimestre è stabile a 550 milioni, il che significa niente recupero sui dati negativi del primo trimestre e una chiusura del semestre a -0.7%. Le tendenze di fondo non sembrano cambiare di molto: abbiamo visto negli ultimi due anni un incremento dei vini IGT rispetto ai vini DOC (cattivo segno…), nel secondo trimestre le due categorie sono praticamente allineate (+0.9% per i DOC, +0.3% per gli IGT), mentre continua ad allargarsi la forbice tra vini bianchi e rosati da una parte e vini rossi dall’altra.
    Il prossimo trimestre è un banco di prova per i vini rosati e bianchi, mentre sarà un periodo interlocutorio per i vini rossi, che invece sono molto pesanti nel quarto e primo trimestre dell’anno. Ma per ora passiamo ad analizzare i dati in dettaglio.

    Le vendite di vino e spumanti nella GDO sono cresciute dell’1.2% a 1429 milioni di euro nel primo semestre dell’anno, con un primo trimestre di 704 milioni, -0.6% e un secondo trimestre di 724, +3%. Come dicevamo a fare la differenza sono state le feste pasquali, che hanno spostato una quota piuttosto importante di vendite di spumante dal primo trimestre (nel 2024) al secondo (nel 2025).
    I volumi venduti sono calati dello 0.7% nel secondo trimestre dopo il -3.2% del primo trimestre, da cui deriva una chiusura del semestre a -2% per 3.48 milioni di ettolitri. Il dato si compone di un -3.3% per i vini fermi e di un +8% per i vini spumanti.
    Entrando nelle categorie, i vini fermi sono stabili nel secondo trimestre, 551 milioni, con un -2% per i vini rossi, +5% per i vini rosati e +2% per i vini bianchi. I vini DOC sono a +1%, i vini IGT a +0.3% mentre i vini da tavola calano di quasi il 2%. In termini di volume, invece tutte le categorie e colori sono in calo, fatta eccezione per i vini rosati e bianchi che sono largo circa stabili.
    Nel segmento degli spumanti, ormai dominati dalla categoria degli Charmat secchi (Prosecco), la crescita del 13% del secondo trimestre che trovate qui sotto nelle tabelle è essenzialmente legata ai volumi, che sono cresciuti del 16%.
    Vi lascio alle tabelle e ai grafici.

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    Esportazioni di vino Italia – aggiornamento aprile 2025

    Per chi è abituato a leggere questo post, sappiate che da settembre (dati del primo semestre) i grafici cambieranno radicalmente e sarà molto più complicato a mio avviso produrre in tempi rapidi un’analisi delle esportazioni. È già, dopo oltre 20 anni di onorato servizio la piattaforma Coeweb va in pensione e lascia spazio alla modernissima nuova interfaccia che può essere consultata via API e altri strumenti “innovativi”. Purtroppo per i peones dell’analisi (come me), per esempio il dato “YTD”, da inizio anno, sarà tutto da calcolare con complesse strutture di pivot table e via dicendo. Vedremo come ce la caviamo.
    Passando ai dati di aprile, beh sono molto brutti, ma visto il contesto dei dazi/non-dazi non ci si poteva aspettare di meglio. Il mese di aprile ha chiuso con un calo del 6%, a ben vedere confrontandosi con un aprile 2024 eccellente (e supportato dall’assenza delle festività pasquali, che invece sono cadute in mezzo ad aprile 2025), che ha portato il saldo da inizio anno a -1%, ossia 2.5 miliardi. Dando un’occhiata in giro, i francesi erano a +2% (+1.7% a fine maggio, non si capisce il motivo che loro sono sempre un mese più avanti) e gli spagnoli sono a -4.5%. Quindi stiamo a metà strada, il che non è male considerando che l’anno scorso siamo andati un po’ meglio degli altri.
    Tabelle (old style) e grafici (old style) nel resto del post oltre a un commento più dettagliato.

    Le esportazioni di aprile calano del 6% a 651 milioni di euro, per un dato sui primi 4 mesi di 2.508 miliardi di euro, ossia -1%. Il calo deriva essenzialmente dall’indebolimento dei volumi, scesi del 6% nel mese ma del 4% da inizio anno, parzialmente compensato (sui 4 mesi) da un aumento del prezzo medio del 3%.
    In aprile tutte le categorie calano: -5% per i vini fermi in bottiglia, -8% per sfusi e mosti, -6% per i vini spumanti. Da ciò deriva il saldo negativo dell’1% sia per vini in bottiglia che per spumanti sui primi 4 mesi.
    Ovviamente sono gli USA a metterci il bastone tra le ruote (-9% in aprile) ma non solo. In Aprile sono negativi anche i dati della Germania (-4%) e soprattutto del Regno Unito (-18%). Abbiamo poi sempre il problema Russia, a cui abbiamo spedito l’impossibile nel 2024: risultato -23% in aprile e -55% da inizio anno.
    Il copione si replica con numeri simili nei dati di dettaglio degli spumanti (USA -7%, Regno Unito -22%) e dei vini in bottiglia (USA -10% e Regno Unito -15%).
    Il dato da inizio anno sugli USA resta positivo (+7% totale, +4% per i vini in bottiglia, +13% per gli spumanti), mentre gira in pesante rosso per il Regno Unito (-6% totale, più o meno allineato tra spumanti e vini in bottiglia).
    Appuntamento a Ferragosto con i dati a fine maggio (che per la Francia ha visto un indebolimento).

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    Champagne – dati di mercato ed esportazioni 2024

    Nel 2024 lo Champagne ha vissuto il suo peggior anno da molto tempo a questa parte, se escludiamo il 2020 anno del Covid. Mai le spedizioni erano scese del 9% e il fatturato dell’8% rispetto all’anno precedente dopo la grande crisi del 2009. Ovviamente il lavoro fatto in questi anni ha dato i suoi frutti: se le 271 milioni di bottiglie spedite sono “pochissime”, il fatturato è comunque stato di 5.8 miliardi di euro, includendo Francia ed esportazioni, e quindi “si torna al 2021” ma restiamo comunque ben sopra i 5 miliardi mediamente fatturati nel periodo antecedente al Covid. Il calo più significativo è quello dei paesi europei, mentre la Francia, che aveva rappresentato un forte freno negli anni scorsi è invece calata un pochino meno della media e gli USA diventano sempre più importanti con un altro anno dal segno positivo.
    Non ho trovato il rapporto (non l’hanno pubblicato?) ma sono riuscito a raccattare i numeri necessari qua e là (grazie Perplexity). Tabelle e grafici e un ulteriore commento sono nel post.

    Le spedizioni di Champagne sono scese del 9% a 271 milioni di bottiglie, dopo il calo dell’8% registrato nel 2023. Le 320-325 milioni di bottiglie del 2021-22 sono ormai lontane, anche se non lo è il fatturato, che a 5.8 miliardi non è distante dai 5.7 miliardi del 2021.
    Dopo la Francia (2.1 miliardi per 118 milioni di bottiglie), gli USA sono il principale mercato con 820 milioni di euro (+1%) e 27.4 milioni di bottiglie (+2%). Il Regno Unito è invece calato del 6% a 519 milioni di euro, con un calo del 13% delle spedizioni a 22.6 milioni di bottiglie. Il terzo mercato resta il Giappone, con 386 milioni di euro e un calo del 14%, a causa del -19% registrato nei volumi, 12.4 milioni di bottiglie.
    L’Italia è il quarto mercato in valore con 235 milioni di euro (-12%) e 8.4 milioni di bottiglie (-15%). Seguono Germania, Belgio e Australia.
    Quando le cose vanno male sono i “vigneron” a perdere di meno e così è stato nel 2024: hanno spedito 54 milioni di bottiglie, -5%, contro il -9/10% delle maison e delle cooperative. Ovviamente nel passato erano molto più rappresentativi di oggi: la loro quota è attualmente il 20% del totale dopo che era scesa al minimo storico del 18% negli anni d’oro, ma 15 anni fa erano oltre il 25% del mercato.
    Vi lascio ai grafici e alle tabelle.

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    Argentina – esportazioni di vino – aggiornamento 2024

    Per questo commento sulle esportazioni di vino dell’Argentina mi sono detto: proviamo a dare il file Excel aggiornato e il commento in Word dello scorso anno a ChatGPT e vediamo se riesce a scrivere un buon pezzo… ebbene, gli errori che ha fatto sono incredibili, con mio stupore (si tratta della versione PRO, che costa 229 euro al mese). Per cui al di là dei commenti su ChatGPT (e soci), quello che trovate immediatamente di seguito è il mio commento, mentre alla fine trovate quello di ChatGPT.
    Le esportazioni dell’Argentina si stabilizzano a 632 milioni di euro nel 2024, dopo la forte discesa sofferta nel 2023 (-19%). È sempre difficile avere dei buoni parametri di confronto guardando a un anno soltanto, ma possiamo dire che siamo un buon 10-15% sotto le medie storiche. I volumi esportati hanno seguito la stessa strada: stabili sul 2024 ma ovviamente molto sotto il 2023. In realtà questa stabilità nasconde trend molto differenti. I paesi chiave per il vino argentino, Regno Unito e USA sono entrambi in crescita, +3% e +9% rispettivamente, e lo sono anche il terzo e il quarto mercato, Brasile e Canada. La conclusione è che il vino argentino non riesce a “sfondare” in nuovi mercati…
    Passiamo a un commento più in dettaglio con grafici e tabelle.

    Le esportazioni 2024 dell’Argentina sono cresciute dell’1% a 632 milioni di euro. Il conto in peso argentini non lo facciamo più vista la svalutazione del 200%… La categoria dei vini in bottiglia cresce dell’1% a 576 milioni, i vini sfusi sono ormai marginali, soltanto 44 milioni di euro, +5% comunque nell’anno.
    I volumi sono sulla stessa linea, 1.96 milioni di ettolitri. Vi ricordo che la produzione di vino in Argentina nel 2023 (qui il nostro post) è scesa a 9 milioni di ettolitri, mentre quella del 2024 (che dovrebbe influenzare le esportazioni del 2025) è risalita a 11 milioni di ettlitri (qui il nostro post).
    Se guardiamo ai principali mercati, gli USA crescono del 9% a 182 milioni di euro e dell’8% in volume a 461mila ettolitri, restando comunque sotto i livelli storici (270 milioni nel 2015). Il Regno Unito è il secondo mercato a quasi 100 milioni e un incremento del 3% sul 2023. È invece più elevato il volume importato rispetto agli USA, 521mila ettolitri, ed è anche più vicino il record storico di esportazioni che è stato di 110 milioni di euro.
    Il Brasile diventa un partner sempre più importante, terzo mercato con una crescita del 12% a 92 milioni e una decisa progressione. Più lontano il Canada, che comunque ha avuto un buon anno (47 milioni, +16%).
    Dopo questi 4 mercati cominciano le brutte sorprese: -16% in Messico, -25% in Francia, -40% in Cina… e così si arriva al fatidico +1%…

    Ecco il commento incredibilmente errato che ha scritto ChatGPT

    L’Argentina si aggrappa alla stabilità, ma non decolla: il vino argentino nel 2024
    Dopo il brusco rallentamento del 2023, il settore vinicolo argentino tenta di ritrovare un equilibrio. Le esportazioni di vino nel 2024 hanno raggiunto i 684 milioni di euro, registrando un modesto +1% rispetto all’anno precedente, un segnale positivo ma insufficiente per parlare di vera ripresa. Anche sul fronte dei volumi esportati si registra una crescita appena accennata: 785 milioni di litri contro i 776 milioni del 2023 (+1,2%). Il mercato resta in una fase di assestamento dopo la crisi profonda causata dalla vendemmia 2023 (la peggiore degli ultimi decenni), dal calo globale della domanda e dal difficile contesto macroeconomico interno.
    Il cambio svalutatissimo e l’iperinflazione galoppante distorcono ogni analisi in valuta locale: per quanto i ricavi possano sembrare in crescita in peso argentino, la realtà è che il valore reale delle esportazioni è praticamente stagnante.
    Stati Uniti: ancora primo mercato, ma i segnali restano contrastanti
    Gli USA si confermano primo mercato per valore, con 197 milioni di euro (+9% rispetto al 2023). Una ripresa che tuttavia appare più come un rimbalzo tecnico che l’inizio di una nuova fase di crescita strutturale. I volumi non sono disponibili nel dettaglio, ma l’andamento riflette una fase di consolidamento dopo anni di erosione.
    Regno Unito e Brasile: due storie diverse, stessa fine
    Il Regno Unito, secondo mercato per l’Argentina fino al 2023, subisce un drastico ridimensionamento: -44% a 27,6 milioni di euro, un dato che interrompe un percorso di relativa stabilità. Ancora più drammatico il crollo del Brasile, che dopo anni di crescita si ferma bruscamente: dalle esportazioni per 243 milioni di euro nel 2023 si passa ad appena 20 milioni nel 2024, -92%, un arretramento che riporta il paese ai margini della geografia commerciale argentina.
    Gli altri mercati: tra stagnazione e piccoli segnali positivi
    Tra i mercati minori, il Canada torna a farsi vedere con 19,4 milioni, mentre il Messico scende a 18,6 milioni (-40%). In Europa, l’Olanda sorprende in positivo con una crescita dell’8% a 5,8 milioni, mentre la Francia cala del 14% a 2,8 milioni. La Cina dimezza le importazioni a 8,7 milioni, confermando le difficoltà strutturali dell’export argentino verso l’Asia. Il Perù è tra i pochi paesi in crescita (+6% a 3,5 milioni), ma resta un mercato marginale.

    Conclusione:Il 2024 si chiude con un leggero miglioramento rispetto al disastroso 2023, ma i segnali restano deboli e frammentati. L’Argentina ha bisogno di una strategia commerciale più solida, una valorizzazione dei vini a maggior valore aggiunto e, soprattutto, stabilità macroeconomica interna per poter tornare protagonista nel commercio mondiale del vino.
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    Cile – esportazioni di vino 2024

    I dati di esportazione del vino cileno nel mondo sono sempre stati fonte di sorprese e considerazioni interessanti e quest’anno non è da meno. Fino al 2008 il principale mercato del Cile era il Regno Unito, dal 2009 al 2015 sono stati gli USA a trainare le esportazioni, poi dal 2016 la Cina è passata al comando e, dal 2024, è diventato il Brasile il primo mercato. Il dato totale parla di una ripresa dell’export del 6% a 1.5 miliardi di euro, però dopo il crollo subito nel 2023 (-22%) e quindi restiamo ben sotto alla media 2015-22 di 1.7 miliardi di euro. I volumi di esportazione restano piuttosto elevati, 7.8 milioni di ettolitri, anche se anch’essi sotto la media storica di 8.7m/hl. Va detto che si confrontano con una produzione di vino che negli anni (anche per motivi climatici) è scesa sotto la media storica di 10m/hl, attestandosi a 9.2m/hl nel 2023 e 8m/hl nel 2024.

    Passiamo a commentare qualche dato insieme, con tutti i grafici e le tabelle incluse.

    Le esportazioni cilene di vino sono rimbalzate del 6% a 1498 milioni di euro, per un volume di 7.8 milioni di ettolitri (2023 non disponibile). La suddivisione per categorie vede i vini in bottiglia crescere del 7% a 1.22 miliardi di euro e i vini sfusi del 3% a 261 milioni di euro.
    Come accennavamo sopra, grande stravolgimento con i dati per mercato, essenzialmente derivante dal crollo delle esportazioni verso la Cina, che dopo essere passate da 287 milioni a 191 milioni tra il 2022 e il 2023 hanno perso ulteriormente scendendo a 148 milioni nel 2024 (-22%).
    Il principale mercato diventa il Brasile, forte di un rimbalzo del 17% che riporta il dato 2024, 188 milioni, al massimo storico nel paese. Sono in recupero anche le esportazioni verso il Regno Unito, +17% a 182 milioni, anche se nel passato si erano raggiunti valori più elevati. Il terzo mercato con una crescita del 5% sono gli USA a 149 milioni, poco davanti alla Cina, mentre il sesto mercato è il Giappone, +6% a 128 milioni.
    Visto anche il dato positivo del Messico, in progressione da diversi anni, i mercati di prossimità sembrano essere il nuovo principale sbocco del vino cileno.
    I volumi mostrano una suddivisione geografica diversa, con il Regno Unito a 1.1 milioni di ettolitri, la Cina e gli USA a 0.9m/hl, il Brasile a 0.7 e il Giappone a 0.6.

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    Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo trimestre 2025

    Sebbene il periodo sia poco significativo, nel primo trimestre le esportazioni di spumante si sono quasi fermate (+1%), facendo venir meno la spinta che negli ultimi anni avevano dato al nostro export di vino. Il periodo si è caratterizzato per forti oscillazioni tra i diversi mercati, con dati fortissimi per USA, Svizzera e Francia, compensati dal crollo della Russia (-59%), in misura minore, della Germania (-19%). Come dicevo sopra, il primo trimestre è un periodo anomalo, normalmente soltanto il 20% dell’anno, ma occorrerà capire che cosa succede nel mercato americano, visto che per il momento l’andamento non positivo delle esportazioni deriva più da una “normalizzazione” delle spedizioni in Russia che non da una crisi vera. Tra le categorie, resta positivo il Prosecco, calano tutti le altre tipologie.

    Tabelle complete, ulteriori grafici e commento dettagliato nel resto del post.

    Le esportazioni di spumante in marzo sono calate del 6% a 173 milioni di euro, portando quindi il primo trimestre a chiudere a 496 milioni, +1%. Il dato è essenzialmente allineato per quanto riguarda volumi (-1%) e prezzi (+1%).
    Dal punto di vista delle categorie, il Prosecco continua a crescere, +5% a 387 milioni nel trimestre (stabile in marzo), mentre sono molto negativi i dati dell’Asti (-21% a 25 milioni) chiaramente influenzato dalla sovraesposizione a Russia e Lettonia. Gli spumanti DOP e tutti gli altri spumanti sono in calo del 9-10% nel primo trimestre.
    Dal punto di vista dei mercati gli USA sono cresciuti del 6% anche in marzo e il trimestre si è chiuso con un incremento del 21% a 144 milioni di euro. Il Regno Unito è stabile a 77 milioni (la metà degli USA… prima del Covid erano sul medesimo livello…), la Germania cala del 19% a 29 milioni e teoricamente sarebbe superata dalla Francia, +13% a 31 milioni, anche se tirare delle conclusioni sul primo trimestre è molto prematuro (la Germania è ancora avanti sugli ultimi 12 mesi). Sono invece più che dimezzate le esportazioni verso la Russia, 16 milioni, mentre è stabile il Belgio a 24 milioni e la Svizzera recupera (+17%) a 18 milioni dopo un anno negativo.
    Nel segmento del Prosecco, le esportazioni verso gli USA sono ancora più forti, +32% a 132 milioni di euro, ed è ancora più forte il crollo russo, -65%. Curiosamente sono invece negativi i dati dei nostri spumanti DOP in USA, -23%, compensati da una forte crescita nel mercato svizzero. Vedremo se questi trend si stabilizzeranno.

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    Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo trimestre 2025

    Sebbene il periodo sia poco significativo, nel primo trimestre le esportazioni di spumante si sono quasi fermate (+1%), facendo venir meno la spinta che negli ultimi anni avevano dato al nostro export di vino. Il periodo si è caratterizzato per forti oscillazioni tra i diversi mercati, con dati fortissimi per USA, Svizzera e Francia, compensati dal crollo della Russia (-59%), in misura minore, della Germania (-19%). Come dicevo sopra, il primo trimestre è un periodo anomalo, normalmente soltanto il 20% dell’anno, ma occorrerà capire che cosa succede nel mercato americano, visto che per il momento l’andamento non positivo delle esportazioni deriva più da una “normalizzazione” delle spedizioni in Russia che non da una crisi vera. Tra le categorie, resta positivo il Prosecco, calano tutti le altre tipologie.

    Tabelle complete, ulteriori grafici e commento dettagliato nel resto del post.

    Le esportazioni di spumante in marzo sono calate del 6% a 173 milioni di euro, portando quindi il primo trimestre a chiudere a 496 milioni, +1%. Il dato è essenzialmente allineato per quanto riguarda volumi (-1%) e prezzi (+1%).
    Dal punto di vista delle categorie, il Prosecco continua a crescere, +5% a 387 milioni nel trimestre (stabile in marzo), mentre sono molto negativi i dati dell’Asti (-21% a 25 milioni) chiaramente influenzato dalla sovraesposizione a Russia e Lettonia. Gli spumanti DOP e tutti gli altri spumanti sono in calo del 9-10% nel primo trimestre.
    Dal punto di vista dei mercati gli USA sono cresciuti del 6% anche in marzo e il trimestre si è chiuso con un incremento del 21% a 144 milioni di euro. Il Regno Unito è stabile a 77 milioni (la metà degli USA… prima del Covid erano sul medesimo livello…), la Germania cala del 19% a 29 milioni e teoricamente sarebbe superata dalla Francia, +13% a 31 milioni, anche se tirare delle conclusioni sul primo trimestre è molto prematuro (la Germania è ancora avanti sugli ultimi 12 mesi). Sono invece più che dimezzate le esportazioni verso la Russia, 16 milioni, mentre è stabile il Belgio a 24 milioni e la Svizzera recupera (+17%) a 18 milioni dopo un anno negativo.
    Nel segmento del Prosecco, le esportazioni verso gli USA sono ancora più forti, +32% a 132 milioni di euro, ed è ancora più forte il crollo russo, -65%. Curiosamente sono invece negativi i dati dei nostri spumanti DOP in USA, -23%, compensati da una forte crescita nel mercato svizzero. Vedremo se questi trend si stabilizzeranno.

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