Alla fine poteva andare meglio… i dati di giugno sono piuttosto negativi per le esportazioni di vino, -8%, dopo due mesi eccellenti, e quindi il saldo finale del semestre si ferma a 3.01 miliardi di euro, +3.1%. Dai dati preliminari visti qua e là ma non ancora disponibili alle mie fonti, l’Italia ha fatto meglio della Spagna (circa -3% nei sei mesi), ma peggio della Francia, che dovrebbe invece essere cresciuta del 5-6%. Non c’è una specifica determinante del calo di giugno: quando si scende dell’8% è difficile che ci siano eccezioni eclatanti. Certamente siamo di fronte a una normalizzazione del principale fattore di crescita del nostro export, gli spumanti. A giugno sono calati del 5% ma nel semestre sono cresciuti soltanto del 5%. Siamo nel periodo meno importante dell’anno per la categoria, sembra essersi effettivamente inceppato il principale mercato, il Regno Unito. Sempre nel Regno Unito in giugno sono andate particolarmente male le esportazioni di vino fermo in bottiglia, calate del 27%, il che ha portato a un saldo negativo sul semestre del 2%. Ci prepariamo dunque ad affrontare una parte finale dell’anno con qualche preoccupazione in più, tra l’impatto potenziale della Brexit e il rischio che i prodotti italiani siano sottoposti a dazi. Passiamo all’analisi dei dati.
- Le esportazioni del primo semestre sono cresciute del 3.1% a 3015 milioni di euro, a fronte di un volume di 10.3 milioni di ettolitri, in crescita del 9% sull’anno precedente. La categoria più performante resta quella degli spumanti, cresciuti del 4.9% a 683 milioni di euro, mentre i vini fermi in bottiglia chiudono comunque un buon semestre a +4% e 2113 milioni di euro. Il calo dei vini sfusi del 9% a 219 milioni di euro è invece determinato essenzialmente dal crollo dei prezzi di vendita del 25% circa.
- L’andamento per mercato è abbastanza omogeneo nel semestre: gli USA crescono del 2%, la Germania del 3.7%, il Regno Unito cala del 2% (sarà importante vedere come prosegue nei mesi estivi l’export dopo il crollo di giugno), la Svizzera è giù dell’1% e il Canada cresce del 2%. Ci sono poi tre mercati in cui le cose vanno particolarmente bene: Francia, +9%, Giappone e Paesi Bassi, +14/15% entrambi. In entrambi i casi la spinta più importante viene dai vini spumanti, che nel semestre sono cresciuti del 27% in Francia e del 21% in Giappone.
- Nel segmento dei vini fermi, va annotato che l’Italia riesce a tenere le posizioni nel mercato cinese, stabile a 50 milioni di euro nel semestre. La crescita del 4% è invece decisamente sostenuta dal mercato tedesco, +8% a 400 milioni di euro e dai dati positivi di Paesi Bassi e Giappone, che come per gli spumanti sono in crescita del 14-15% anche in questa categoria.
- Vi lascio alle tabelle.
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