Come accennavamo un paio di giorni fa, la combinazione di esposizione geografica (Regno Unito) e tipologia di consumo/posizionamento (ristorazione e bar più importanti nel mix di vendite) hanno creato delle condizioni difficili per i nostri spumanti, che sono calati dell’8% a 631 milioni di euro. Anche se i dati negativi sono negativi e basta, bisogna però considerare il contesto e anche cosa hanno fatto gli altri grandi paesi esportatori di spumanti: la Spagna è calata del 15% (rispetto a dati non eccitanti come lo sono stati i nostri nel recente passato), mentre in Francia lo Champagne ha subito un calo a dir poco fragoroso (-30%) e gli altri vini spumanti sono comunque calati dell’11%. Il nostro cavallo di battaglia, il Prosecco, resta in crescita nella maggior parte dei mercati. Il -4% del primo semestre sconta la debolezza nel Regno Unito. Passiamo ai dati.
- Le esportazioni di spumante calano del 12% in giugno a 102 milioni, il che porta il saldo del primo semestre a -8% (631 milioni) e quello degli ultimi 12 mesi a 1531 milioni (-1%).
- I volumi cominciano a dare qualche segnale di cedimento (-7% in giugno) in un contesto di eccezionale positività nonostante il virus. Nei 6 mesi abbiamo esportato 1.8 milioni di ettolitri di spumante, il 3% in più dello scorso anno. Ne consegue che nel primo semestre il nostro prezzo medio di esportazione è calato del 10% a 3.45 euro.
- Dal punto di vista geografico, i nostri mercati chiave restano gli USA e il Regno Unito, che cubano il 50% delle esportazioni del primo semestre, con andamenti molto diversi: ancora in leggera crescita in America, +2%, in calo del 20% nel Regno Unito. Abbiamo poi una serie di mercati piuttosto importanti, i principali europei (Germania, Francia, Svizzera, paesi nordici, Russia) e il Giappone, dove il saldo del semestre è circa -2% (tutti insieme 197 milioni contro 201 del primo semestre 2019. Il diavolo si nasconde poi nella “coda lunga” di tutto il resto del mondo (quindi tutti quelli fuori dalla “top 10”), dove le esportazioni sono calate del 13%, da 154 a 134 milioni di euro.
- Passando alle categorie, il Prosecco cala del 4% da 458 a 440 milioni di euro nel semestre. Di questi 18 milioni, 14 milioni sono persi nel Regno Unito, da 130 a 114 milioni, dunque -11%. Il repentino indebolimento in giugno del mercato americano ha portato però anche a un -2% a fine semestre in USA, mentre restano stupefacenti i dati di vendita nel mercato francese (terzo mercato per importanza). Sono stabili le esportazioni in Germania, quarto mercato per il Prosecco.
- In chiusura una nota sui dati molto positivi dell’Asti, cresciuto dell’8% a 46 milioni di euro nel semestre, come sempre con una forte volatilità tra mercati. A questo giro, è il +150% in USA a determinare l’incremento del dato totale. “tutti gli altri spumanti DOP” sembrano ormai una categoria in via di estinzione (nel senso che resteranno Trento e Franciacorta probabilmente), con un calo del 38% nel semestre, presumibilmente assorbito dalle altre categorie.
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