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    La Bottega del Dogliani apre la stagione con “Bollicine e Patatine 2024”

    Festa e allegria, sapori di territori diversi e scoperta di etichette esclusive e dal grande valore. Venerdì 8 marzo, in occasione della Festa delle Donna, la Bottega del Dogliani (Piazza San Paolo 9 a Dogliani) riapre i battenti dopo la pausa invernale con “Bollicine e Patatine 2024”, una serata tutta al femminile dedicata ai vini […] LEGGI TUTTO

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    Tappi solidali, le Donne del vino contro la violenza di genere

    Sono oltre quattro quintali di tappi usati pari a circa 70mila turaccioli: è la donazione che le Donne del Vino della Toscana guidate da Donatella Cinelli Colombini hanno portato oggi all’Associazione Donne Insieme Valdelsa a sostegno delle donne vittime di violenza.La consegna è avvenuta in Palazzo Strozzi Sacrati dove, la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania […] LEGGI TUTTO

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    Slow Wine Fair: la sinfonia perfetta per un grande vino

    A Slow Wine Fair dicono che un buon vino è come un concerto, dove il terroir è la partitura, la vigna e i vitigni lo strumento e il vignaiolo l’interprete o il direttore d’orchestra.

    Per entrare maggiormente nel dettaglio della metafora «Il suolo – puntualizzano i microbiologi Lydia e Claude Bourguignon – è il primo strumento del viticoltore, che deve innanzitutto capirne la vocazionalità e non farsi guidare dal marketing quando sceglie le varietà da coltivare. Bisogna ascoltare il suolo, rispettarne le leggi, l’equilibrio, l’impressionante ricchezza biologica, la capacità di rigenerarsi. Un solo grammo di suolo vivo contiene miliardi di batteri, funghi, microbi. È la più grande energia che a livello chimico si possa trovare nel pianeta».

    Queste parole sintetizzano lo spirito che ha animato la Slow Wine Fair, la manifestazione organizzata da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food. L’obiettivo principale della fiera bolognese, che per la terza edizione ha riunito oltre 1000 produttori, per oltre 5000 etichette presenti in degustazione è cambiare l’approccio all’agricoltura, partendo da un fronte cruciale – la viticoltura – e mettendo al centro la fertilità del suolo. L’industrializzazione dell’agricoltura ha compromesso la salute dei suoli attraverso un uso eccessivo di sostanze chimiche di sintesi e lavorazioni profonde. A questo si aggiunge la cementificazione, che procede senza tregua. Ogni 5 secondi perdiamo una porzione di suolo fertile, equivalente a un campo di calcio. Continuando a questo ritmo, si calcola che il 90% dei suoli del mondo sarà a rischio entro il 2050. Ma senza terreno fertile non c’è agricoltura e senza agricoltura non c’è cibo. La terra è anche fondamentale per mitigare la crisi climatica: costituisce il più grande serbatoio naturale di carbonio del pianeta e la sua capacità di stoccaggio è direttamente proporzionale alla sua fertilità.

    A tale riguardo, Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia ha sottolineato che  «Sono tanti i contadini che hanno scelto la strada di lavorare con e non contro la natura, adottando pratiche rispettose e dimostrando che un’altra agricoltura è possibile oltre che urgente. Il 50% delle aziende vitivinicole presenti a Slow Wine Fair sono certificate biologiche e biodinamiche o in conversione e questo dimostra che sostenibilità ambientale, economica e sociale sono compatibili ed è quello per noi il modello di riferimento. Il loro lavoro è a beneficio degli ecosistemi e dei cittadini, con la prospettiva di conservare la biodiversità e la fertilità del suolo per il futuro di tutti noi e delle prossime generazioni».

    Il vino, grazie al suo radicamento territoriale, la sua storia e presenza in molte nazioni, può essere un testimonial importante di questa nuova agricoltura, e i dati di crescita degli ettari vitati a biologico lo dimostrano. In Italia, il biologico certificato ha raggiunto il 19% della superficie destinata alla viticoltura, e negli ultimi 10 anni le superfici di vite coltivate a bio sono aumentate di oltre il 145%.

    Ma nonostante questo dato positivo, in agricoltura si usa ancora troppa chimica di sintesi. L’Italia è tra i maggiori consumatori di pesticidi a livello europeo: dall’ultimo report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA, 2020) risulta che nella Ue il consumo di prodotti chimici di sintesi in agricoltura sia complessivamente di 340.000 tonnellate, pari a una media di 1.57 Kg per ettaro, mentre in Italia il consumo medio si attesta a 5,2 Kg per ettaro. L’uso dei pesticidi inquina le falde acquifere, riduce la fertilità del suolo, minaccia gli insetti impollinatori, compromette la crescita e la riproduzione naturale delle piante e mette a rischio la nostra salute. 

    I viticoltori presenti a Slow Wine Fair hanno dimostrato che un modello alternativo è possibile, e che c’è chi lavora il suolo con rispetto, seguendone la naturale vocazione. «Questi vignaioli hanno fatto da tempo una scelta precisa – ha sottolineato Giancarlo Gariglio, coordinatore della Slow Wine Coalition e curatore della guida Slow Wine – che va nel senso della drastica riduzione o totale cancellazione della chimica di sintesi. Inoltre, utilizzano le risorse ambientali in maniera cosciente e sostenibile, sono lo specchio del terroir di provenienza, di cui preservano la biodiversità, e sono motori di crescita sociale delle rispettive comunità di appartenenza».

    Da Slow Wine Fair arriva anche un’altra richiesta precisa: investire in una ricerca scientifica indipendente che aiuti chi vuole fare un’agricoltura sostenibile, così come sottolineato da Francesco Sottile, professore all’Università di Palermo e referente scientifico biodiversità di Slow Food: «In questi giorni-, parlare di sostenibilità e di riduzione dei pesticidi è quanto mai complesso, in un quadro generale inquinato da una strumentalizzazione che ha posto agricoltura e ambiente in contrapposizione. Una strada sbagliata, perché se la tutela dell’ambiente e la produzione agricola non diventano alleate non si può innescare quella conversione ecologica che è oggi inderogabile. Se vogliamo davvero riconoscere e sostenere la fragilità dei nostri vignaioli dobbiamo dare loro gli strumenti per mettersi dalla parte giusta, contrastando la crisi climatica con modelli di vera agroecologia». LEGGI TUTTO

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    Mixology Experience: al via la terza edizione con importanti novità  

    Conto alla rovescia per la terza edizione di MIxology Experience, la fiera italiana specializzata nel settore beverage dedicato al mondo del Bar Industry, dei cocktail e della miscelazione. L’evento più apprezzato in termini di qualità nel settore beverage è in programma domenica 17, lunedì 18 e martedì 19 marzo presso il Superstudio Maxi di Milano (via Moncucco 35, a 200 mt. dalla fermata della metropolitana M2 Famagosta). Una manifestazione che raccoglie l’interesse di importatori e distributori, oltre che di tutti gli addetti al settore dell’ospitalità, professionisti della miscelazione e imprenditori di locali, bar e ristoranti, ma che inoltre si apre al pubblico di privati ed appassionati accogliendoli in un ambiente professionale.

    Organizzata dal gruppo Bartender.it, la tre giorni di MIxology Experience 2024 presenterà le novità di maggiore tendenza del settore. Tra le novità 2024 ci sono gli Awards dedicati a tre categorie in esame, di tradizione prevalentemente italiana: Grappa, Vermouth e Amaro. Sarà un vero e proprio concorso per i produttori nazionali e internazionali che ne prevede l’assaggio secondo un severissimo blind tasting: una “degustazione alla cieca” da parte di giudici professionisti, accuratamente selezionati tra Italia ed estero.

    Per la prima volta una fiera dedicata al mondo beverage esplorerà nuove tendenze anche incrociando altri mondi come quello dell’alta pasticceria. Sarà presente, infatti, una delegazione APEI, l’associazione degli Ambasciatori Pasticceri dell’Eccellenza Italiana presieduta da Iginio Massari. Sette maestri italiani pluridecorati e provenienti da ogni zona d’Italia presenteranno creazioni di pasticceria, cioccolateria e gelateria a tema “mixology”, approfondendo il rapporto tra spirits e dolci d’eccellenza.

    Di particolare importanza sarà la tappa italiana di Bartender’s edit, la guida di origine londinese che decreta i migliori Cocktail Bar delle città attraverso il voto dei colleghi bartender professionisti. Dopo Londra e Singapore, Milano sarà la nuova città selezionata dal gruppo che presenterà a MIxology Experience i locali top del capoluogo meneghino.

    Anche Spirito Autoctono, uno dei mediapartner della manifestazione, ha scelto MIxology Experience per annunciare le Ampolle d’Oro 2024, progetto dedicato agli spirits italiani che raccontano il territorio.

    Ci sarà anche la nuovissima Craft Zone, un’area dedicata ai produttori artigianali e alle loro creazioni “sartoriali” messe a disposizione del mercato e quindi della mixology: distillati che si contraddistinguono per criteri di territorialità, materie prime ricercate e certificate, metodi di produzione non industriale.

    Nello Shop di MIxology Experience 2024 sarà possibile acquistare tutti i prodotti degli espositori presenti all’interno della manifestazione, ma soprattutto avere la possibilità di trovare limited edition e rarità.

    Orari e informazioni per l’ingresso Domenica 17 marzo dalle 11.00 alle 20.00

    Lunedì 18 marzo dalle 10.00 alle 19.00

    Martedì 19 marzo dalle 10.00 alle 19.00

    L’ingresso è vietato ai minori di 18 anni, anche se accompagnati.

    Biglietti e informazioni su mixologyexperience.it LEGGI TUTTO

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    Piacenza Expo, annunciate le date della Fiera dei Vini 2024

    #PiacenzaExpo annuncia la seconda edizione della Fiera dei Vini, che si svolgerà da sabato 16 a lunedì 18 novembre 2024, promuovendo l’idea di un vino emozionale, conviviale e originale. Questi tre aggettivi costituiranno infatti il concept della seconda edizione della rassegna, scelti tra le preferenze dei circa 1000 #winelovers che nel 2023 hanno partecipato all’attività […] LEGGI TUTTO

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    Il Nebbione: un’intuizione, un’idea

    Da una stessa vigna e da una stessa annata si possono assaggiare due vini completamente diversi per tipologia e colore: la bolla bianca e il rosso. E’ una reale possibilità a partire dalla vendemmia 2010, anno di partenza del progetto “Nebbione”, ideato dall’Enologo Sergio Molino, che ha deciso di chiamare in questo modo il procedimento […] LEGGI TUTTO

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    Pietro Russo è il terzo Master of Wine italiano

    Pietro Russo è il terzo Master of Wine italiano: dopo Gabriele Gorelli e Andrea Lonardi, con i quali ha condiviso il percorso di studi, è il primo enologo del Paese ad aver ottenuto il prestigioso titolo dall’Institute of Masters of Wine, la più autorevole e antica organizzazione del vino al mondo. “Ho avuto le idee […] LEGGI TUTTO

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    L’Italia ha il suo terzo Master Of Wine, è il marsalese Pietro Russo

    Pietro Russo è il terzo Master of Wine italiano: dopo Gabriele Gorelli e Andrea Lonardi, con i quali ha condiviso il percorso di studi, è il primo enologo del Paese ad aver ottenuto il prestigioso titolo dall’Institute of Masters of Wine, la più autorevole e antica organizzazione del vino al mondo.“Ho avuto le idee chiare sin da piccolo su quello che avrei voluto fare da grande, ma non mi sarei mai immaginato di arrivare a questo traguardo – dichiara il neoproclamato Master of Wine –. È stato un percorso di studi difficilissimo e al contempo ricco di soddisfazioni: mi piace pensare che questo sia solo il punto di partenza per numerose altre sfide professionali”.Pietro Russo ha iniziato il suo percorso di studente Master of Wine nel 2014: superati brillantemente i primi due Stage, come prova finale ha presentato un Research Paper dal titolo Comparative analysis of different tartaric stabilisation techniques, including the impact of new ingredient labelling rules, for Grillo and Nero d’Avola wines from Sicily, uno studio complesso e attuale in cui ha confrontato i principali metodi di stabilizzazione tartarica, l’impatto sul profilo chimico-fisico dei vini e sui costi di produzione. All’interno del documento viene inoltre discusso il possibile impatto sulla produzione siciliana delle nuove norme di etichettatura.

    “Il corso di studi – continua Pietro Russo – mi ha arricchito non solo dal punto di vista delle conoscenze acquisite e del network, ma mi ha anche dato la possibilità di apprendere un metodo di lavoro rigoroso ed efficace, fondamentale per fare una sintesi delle mie competenze e per comprendere e comunicare un vino con lo scopo di posizionarlo in un contesto qualitativo e commerciale”. Pietro Russo è l’unico enologo Master of Wine italiano: da oggi la filiera produttiva potrà contare su di un rappresentante tecnico che potrà dare ulteriore visibilità al vino italiano in ambito internazionale. “Assieme a Gabriele Gorelli e Andrea Lonardi – prosegue –, costituiamo un team di connazionali che, con competenza, diversità e complementarità, si fa ambasciatore autorevole dell’eccellenza enoica nazionale nel mondo. Insieme abbiamo inoltre redatto il capitolo italiano della Sotheby’s Wine Encyclopedia, riconosciuta come la Bibbia del vino mondiale”.Pietro Russo è nato nel 1985 a Marsala (Trapani), dove fin da piccolo ha avuto l’occasione di conoscere il mondo del vino da vicino grazie al nonno viticoltore e al padre ispettore agroalimentare. Dopo la maturità scientifica si trasferisce a Conegliano Veneto (Treviso) dove consegue la laurea triennale in Enologia e Viticoltura. Si sposta poi ad Asti per la specialistica e continua la sua formazione internazionale con studi a Montpellier e Bordeaux, dove conduce una tesi sui terroirs di Pomerol.

    Dopo alcune esperienze lavorative in Languedoc, Sicilia, Spagna, Bordeaux, Toscana, Nuova Zelanda, nel 2010 torna nella terra natia per iniziare il suo percorso come enologo di Donnafugata, tra le aziende più importanti e note nel panorama enologico italiano e internazionale: “Donnafugata è una palestra incredibile, dove quotidianamente ci si confronta con stimoli ed esigenze sempre nuove e dove una vendemmia vale per quattro. Sono felice di aver contribuito al consolidamento qualitativo dei vini aziendali e di aver partecipato attivamente alla nascita e allo sviluppo stilistico dei vini delle tenute dell’Etna e di Vittoria. La famiglia Rallo, alla quale sono riconoscente, mi ha dato la possibilità di continuare il percorso di studi e di lavorare quotidianamente a progetti ambiziosi e innovativi. Ritengo di avere una spiccata sensibilità nel percepire le potenzialità qualitative di un territorio e di adottare un approccio tecnico coerente e rispettoso per poterne rivelare le caratteristiche peculiari. Continuerò a collaborare con il team tecnico a progetti di rilievo per portare alla luce le ancora enormi potenzialità di crescita della Sicilia vinicola e dei suoi territori. Guardando al futuro, metterò a disposizione le mie competenze multidisciplinari per abbracciare nuovi progetti e sfide nel campo vitivinicolo”.Oltre al suo percorso all’interno di Donnafugata, Pietro Russo è anche giudice in numerosi concorsi enologici internazionali.

    Il percorso da Master of WineNel 2014 Pietro Russo prende parte alla residential masterclass organizzata dall’Institute Masters of Wine e supportata dall’Istituto Grandi Marchi nell’azienda Masi in Valpolicella. Una volta superato il test d’ingresso, inizia il percorso dallo Stage 1. Nel 2015 il primo seminario a Rust, in Austria, e l’esame di giugno superato brillantemente gli aprono le porte dello Stage 2, la fase più difficile. Tre lunghi anni tra viaggi, bootcamp di studio e approfondimento delle innumerevoli tematiche del mondo del vino, ma anche di crescita relazionale e professionale, gli permettono di superare con successo la prova pratica di degustazione nel 2019. Nel 2020 gli esami vengono sospesi a causa della pandemia, ma nell’ottobre 2022 arrivano i risultati della parte teorica: Pietro Russo entra ufficialmente nell’ultima fase del percorso, lo Stage 3, che prevede la stesura di un research paper. Il titolo della tesi è Comparative analysis of different tartaric stabilisation techniques, including the impact of new ingredient labelling rules, for Grillo and Nero d’Avola wines from Sicily.

    L’Institute of Masters of WineL’Institute of Masters of Wine è un’organizzazione fondata nel 1953, i cui membri sono i Masters of Wine. La missione è promuovere l’eccellenza, la condivisione e la conoscenza tra i diversi settori della comunità globale del vino. I Masters of Wine dimostrano la loro conoscenza di tutti gli aspetti del vino superando l’esame finale, riconosciuto a livello mondiale per il rigore e gli standard esigenti. La prova prevede una serie di papers teorici e degustazioni alla cieca, oltre a un progetto di ricerca individuale che possa contribuire alla comprensione del mondo del vino. Dopo aver superato l’esame, i Masters of Wine sono tenuti a firmare un codice di condotta prima di potersi fregiare del titolo e di utilizzare le iniziali MW. Il codice richiede di agire con onestà e integrità e di utilizzare ogni opportunità per condividere la propria conoscenza del vino con gli altri. Sono attualmente 414, ad oggi, i Masters of Wine, che provengono da 31 diversi Paesi del mondo. L’Institute of Masters of Wine rappresenta ancora l’ambizione più alta per i professionisti del vino di tutto il mondo. LEGGI TUTTO