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    La produzione di vino nel mondo 2024 – aggiornamento OIV

    OIV ha ridisegnato al ribasso la nuova stima della produzione mondiale di vino 2024. A ottobre aveva detto 231milioni di ettolitri, il nuovo dato indica 226m/hl. Si tratta di una revisione del 2% circa al ribasso, guidata principalmente dalla produzione USA di vino, ora vista a 21m/hl contro i precedenti 23.6m/hl, il che significa una produzione del 10-11% sotto la media storica per il paese, e dall Spagna, ora inserita nel database con 31m/hl contro i 33.6m/hl precedenti. Per converso la produzione italiana è stata rivista al rialzo da 41 a 44 milioni di ettolitri (ISTAT dice 48 ma sappiamo che OIV prende il dato del MIPAAF basato sulle dichiarazioni di produzione).
    La produzione mondiale di 226m/hl pone il 2024 come l’annata più scarsa della storia, -5% sul 2023. Ciò si accompagna alla costante riduzione della superficie vitata, che scende al ritmo di 40-50mila ettari all’anno (nel 2024 OIV calcola 7.1 milioni di ettari, -0.6%). Ovviamente il tutto si richiama al calo del consumo. Come abbiamo visto qualche giorno fa è sceso nel 2024 del 3% circa a 214m/hl, seguendo una linea immaginaria dal 2017 a questa parte di 4 milioni di ettolitri di riduzione ogni anno. Tornando alla produzione, l’Italia torna a essere il maggiore produttore mondiale, seguito dalla Francia e dalla Spagna.
    Continuiamo il commento con tutti i dati e ulteriori grafici nel resto del post.
    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.

    La produzione mondiale di 226m/hl si suddivide in circa 138 m/hl nell’Unione Europea, in calo del 4% rispetto al 2023 e del 12% circa al di sotto della media decennale; e 88 milioni di ettolitri nel resto del mondo, -6% sul 2023 e il 15% sotto la media degli ultimi 10 anni.
    Pur restando circa l’8% sotto la media storica, l’Italia con 44m/hl tornano in cima alla lista, oltretutto con una superficie vitata che cresce costantemente invece che calare come in quasi tutto il resto del mondo.
    Secondo OIV in Francia si è prodotto solo 36m/hl di vino nel 2023, un po’ lo specchio dell’Italia tra 2023 e 2024, con un calo del 24% (+15% sul 2023 per l’Italia).
    Sia per Francia che per Spagna (31m/hl nel 2024) la vendemmia 2024 è stata il 16-17% sotto la media storica.
    Fuori dall’Unione Europea, va segnalato il dato americano, 11% sotto la media storica a 21m/hl e un ulteriore ribasso stimato per la produzione cinese (a ottobre la casellina era vuota) a 2.6m/hl. Soffermandoci per un attimo sul dato cinese è ovvio che i 753mila ettari di vigneto sono ormai sempre più dedicati a produzioni alternative, anche se è stupefacente notare come la produzione di vino sia passata nel giro di qualche anno da 12 milioni di ettolitri a meno di tre…
    Bene, vi lascio alla tabella, ricordandovi che i dati completi (ossia con molte altre nazioni) sono disponibili nella sezione Solonumeri.

    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Il consumo di alcolici nell’Unione Europea – dati 2019 Eurostat/FranceAgriMer

    Oggi non parliamo specificatamente di vino ma di consumo di bevande alcoliche. La particolarità del post di oggi è il confronto europeo, redatto da Eurostat nel 2019 (quindi pre-Covid) e rielaborato da FranceAgriMer in un bellissimo studio che parla del consumo di bevande in Francia. Nel primo capitolo, viene messa la Francia in un contesto europeo per poi analizzare i consumi domestici, non solo di bevande alcoliche ma anche di bevande analcoliche sia fredde che calde (vedi caffè).
    Dunque, il quadro per l’Italia è in chiaro-scuro, forse più chiaro che scuro. La parte scura è che risultiamo ancora tra i paesi in cui il consumo giornaliero di bevande alcoliche riguarda il 12% della popolazione, contro il 10% della Francia per esempio e una media europea dell’8%. Se però aggiungiamo il consumo settimanale a quello giornaliero, già viaggiamo con il nostro 41% meno distanti dalla media europea del 37% e sotto la Francia, al 44%. Se poi guardiamo all’altra riva del fiume, coloro che non hanno assunto bevande alcoliche negli ultimi 12 mesi (o mai), in quel caso siamo messi meglio di quasi tutti, al 35% contro la media europea del 26% (Francia 23%). Questo delineerebbe un “rischio al ribasso” riguardo all’andamento del consumo di bevande alcoliche un po’ meno negativo che in altri mercati.
    Bene, nel resto del grafico trovate la tabella riassuntiva, i grafici di cui sopra e un ulteriore commento.

    Secondo questa elaborazione di FranceAgriMer sono i paesi scandinavi e la Turchia i paesi con le maggiori percentuali di penetrazione del consumo di bevande alcoliche: solo il 9% dei danesi, il 14% dei turchi, il 16% dei norvegesi e il 18% degli svedesi a non assumere alcol.
    Dall’altro lato, i portoghesi (21%), spagnoli (13%) e gli italiani (12%) sono i cittadini europei che ancora consumano bevande alcoliche tutti i giorni.
    Il consumo settimanale + giornaliero è forse quello più interessante, e vede invece gli olandesi al 55% e i belgi al 51% con di mezzo il Lussemburgo (leggi birra…) in cima alla lista, con la Francia e la Danimarca poco sotto.
    Secondo il rapporto in Italia ci sono il 29% di consumatori di alcol settimanali, mentre il 16% consuma una volta al mese e un altro 8% meno di una volta al mese.
    In confronto in Europa i bevitori giornalieri di bevande alcoliche erano nel 2019 l’8% della popolazione, quelli settimanali il 28%, gli sporadici mensili il 23%, quelli ancora più rari il 14%, gli astemi il 26%.
    Questo tipo di consumo più sporadico ancora (una volta al mese o meno) vede l’Italia sui valori più bassi di tutti insieme all’Olanda (24% e 22% rispettivamente) a segnalare che la tradizione (vino in Italia, birra in Olanda) sono comunque molto radicate. In questo senso la media europea è del 37%.
    Buona consultazione. Di nuovo, il rapporto completo redatto in francese lo trovate qui.

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    La produzione di vino nel mondo 2024 – prima stima OIV

    Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.
    La produzione mondiale di vino 2024 scende tra l’1% e il 4% secondo i dati pubblicati da OIV a un livello di 227-235 milioni di ettolitri. Se i dati saranno confermati (mi pare non ci possano essere grandi sorprese a questo punto), si tratterebbe dell’annata meno produttiva probabilmente di sempre, o almeno dal 2001 a questa parte, ossia la serie di dati che ho a disposizione. Sulla media degli ultimi 10 anni significa l’11% in meno. I paesi che più contribuiscono a questo calo sono certamente la Francia, l’Italia e, in misura leggermente minore l’Italia, tutti tra il 10% e il 15% sotto la media storica, mentre nell’emisfero sud vanno segnalati i dati molto negativi del Cile e dell’Australia.
    Non è tutto negativo: visto l’andamento discendente dei consumi di vino una produzione di vino gradualmente calante dovrebbe consentire di mantenere l’equilibrio del mercato, soprattutto nella fascia dei vini di più bassa qualità. Purtroppo i dati di OIV sul consumo di vino sono aggiornati soltanto nella sessione di Aprile, dobbiamo quindi aspettare. Per ora occupiamoci dei dati che abbiamo a disposizione, con tabelle e grafici nel resto del post.

    OIV stima una produzione di vino 2024 tra 227 e 235 milioni di ettolitri (abbreviato a 231 nei nostri grafici), con un calo dell’1-4% sul 2023, già sotto media. La media produzione degli ultimi 10 anni (2024 compreso) è stata di circa 260 milioni di ettolitri e siamo quindi l’11% sotto.
    L’Europa a 27 ha prodotto second OIV 139 milioni di ettolitri, in calo del 3% e del 12% sotto la media storica. Spiccano i dati di Francia e Italia. In Francia la vendemmia è prevista a 37 milioni di ettolitri, il 23% in meno del 2023 e il 15% sotto la media.
    Per l’Italia OIV usa i dati previsti da Assoenologi che a sua volta fa riferimento alle dichiarazioni di produzione raccolte da Agea (ma dichiareranno tutti tutto? ISTAT ha delle stime molto più elevate…). Per l’Italia si prevedono 41 milioni di ettolitri, +7% sul 2023 ma il 14% sotto media. Un po’ meglio in Spagna dove i 33.6 milioni di ettolitri previsti sono il 18% sopra il terribile 2023 e il 10% sotto la media storica.
    Il resto del mondo vede gli USA in leggero calo ma in linea con la media storica e dei dati piuttosto negativi per tutto l’emisfero australe, dove i dati sono invece molto più “stabili”, avendo vendemmiato durante la nostra primavera. Il resto del mondo è a -1% sul 2023 e il 10% sotto la media storica. Sono molto negativi i dati dell’Australia a 10 milioni di ettolitri per il secondo anno del 16% sotto la media storica, mentre il Cile scende a 9.3 milioni di ettolitri, -15% e il 19% sotto la media storica.
    Vi lascio alle tabelle mentre vi ricordo che i dati finali del 2024 sono previsti ad aprile 2025.

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    Il valore della produzione di vino nel mondo – stima INDV 2023

    Oggi ci occupiamo della stima del valore della produzione mondiale di vino. Il calcolo che ormai faccio da diversi anni è semplice: calcolare quanto vale la produzione di vino di un paese utilizzando il suo prezzo medio di esportazione applicato alla produzione annua. Ovviamente ci sono delle “storture” nel calcolo, derivanti dalle possibili discrepanze tra il valore medio del vino esportato rispetto a quello consumato in casa, ma ho la sensazione che non siamo molto distanti dalla verità soprattutto per quei paesi in cui le esportazioni sono molto importanti, come Francia, Italia, i paesi sudamericani. Forse un dubbio potrebbe venire per i paesi come Germania o USA per i quali l’export è “residuale”.
    Comunque, nel 2023 siamo di fronte a un anno di scarsa produzione mondiale, calata come sapete da 263 a 237 milioni di ettolitri, mentre il prezzo medio di esportazione mondiale stimiamo sia cresciuto del 10% da circa 390 a 430 euro per ettolitro (mentre per la media dei prezzi degli ultimi 3 anni siamo più intorno a +15%). Da ciò deriviamo, mediando i prezzi sugli ultimi 3 anni appunto, che il valore mondiale della produzione di vino sia vicino ai 95 miliardi di euro, mostrando negli ultimi 10 anni una crescita annua media di 2.5-3 miliardi di euro, ossia intorno al 3-4%.
    Viste le dinamiche produttive recenti, l’Italia fa una passo indietro (13 miliardi verso 16 miliardi), mentre la Francia passa da 35 a 41 miliardi, quindi 3 volte il valore della produzione italiana (in un anno particolare). L’altro paese in forte crescita sono gli USA, forti di un sostenuto incremento del prezzo di esportazione e di produzioni elevate e stabili. Per tutti gli altri paesi salvo che per il Portogallo i dati sono in calo, come potete apprezzare nel resto del post, corredato di grafici e tabelle.

    Stimiamo un valore della produzione mondiale di vino 2023 sulla base dei prezzi medi di esportazione 2021-23 di 95 miliardi di euro circa. Il dato puntuale 2023 è di 237 milioni di ettolitri di produzione, mentre i prezzi medi di esportazioni stimati sono 319 per il 2021, 392 per il 2022 e 430 euro per ettolitro nel 2023.
    La Francia con una buona produzione e un ulteriore balzo del prezzo medio di export (2023=940 euro per ettolitro) ha un valore della produzione stimato a quasi 42 miliardi di euro, mentre l’Italia con una produzione di soli 38 milioni di ettolitri e un prezzo di esportazione che nel 2023 non si è mosso (362 euro contro 360 del 2022, come vedete dal grafico animato), resta al secondo posto nel mondo ma perde da 16 a 13 miliardi di euro.
    Sono positivi i dati americani, forti di una dinamica molto forte dei prezzi di esportazione passati rapidamente da 300-350 euro per ettolitro ai 550 del 2023, per cui si può stimare un valore della produzione superiore a 11 milardi. Come vedete oltre all’Italia cala in modo marcato la Spagna, ma anche Argentina e Australia.
    In conclusione prendendo una ulteriore “media delle medie” quindi la media triennale anche del valore, la Francia rappresenta quasi il 40% del valore mondiale della produzione vinicola, contro il 17% dell’Italia, l’11% degli USA e il 5% della Spagna.

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    La produzione di vino nel mondo nel 2023 – aggiornamento OIV

    Con il forte calo dei consumi in essere e che abbiamo analizzato qualche giorno fa, il calo della produzione mondiale di vino nel 2023, rivista da OIV al ribasso a 237 milioni di ettolitri (il 10% sotto sia il 2022 che la media degli ultimi anni di 264 milioni) non è così drammatico. Certamente il primo dato che salta all’occhio è che l’Italia ha perso il primato produttivo a favore della Francia, almeno per il 2023, con 38 milioni di ettolitri contro 48 milioni, noi in discesa del 23%, la Francia in ripresa del 9% sull’anno precedente. A dire il vero l’Italia è un buona compagnia visto il forte calo a livello mondiale: la Spagna cala solo poco meno di di noi, -21% e Australia, Argentina e soprattutto Cina calano come o più dell’Italia. Dunque, un quadro a tinte fosche con l’Europa che scende a 144 milioni di ettolitri, -9/10% e il resto del mondo a 93 milioni di ettolitri e un andamento egualmente negativo. Passiamo a un breve commento dei dati che trovate anche nella sezione Solonumeri qui sopra.

    La produzione di vino mondiale nel 2023 si è attestata a 237.3 milioni di ettolitri, in calo del 10% e del 10% sotto la media storica. L’Europa scende da 161 a 144.5 milioni di ettolitri, -10%, mentre il resto del mondo passa da 102 a 93, -9%. Il calo è molto simile anche rispetto alle medie storiche visto che il 2022 era stato un anno “nella media”.
    Per l’Italia OIV prende il dato del Ministero (che i meglio informati dicono di essere) di 38.3 milioni d ettolitri, -23% sul 2022 e -20% sulla media storica, mentre la Francia dopo i pessimi dati del 2022 si è ripresa (+5% e +9% sulla media storica) e chiude a 48 milioni di ettolitri.
    Gli altri paesi in cui la produzione è stata sopra media sono il Portogallo, con 7.5 milioni di ettolitri il 14% sopra la media storica, la Romania (4.6m/hl, +13%) e gli USA, che con 24.3 milioni di ettolitri sono a +2%.
    Il resto mostra cali da moderati a forti contro le loro medie storiche. Tra i più marcati, la produzione presunta cinese di 3.2 milioni di ettolitri è il 64% sotto la media storica, quella dell’Argentina di 8.8 milioni di ettolitri è il 28% sotto e quella spagnola è il 24% sotto.
    In termini relativi, nel 2023 la Francia dunque copre il 18% della produzione mondiale, l’Italia il 15% e la Spagna l’11%. I tre paesi insieme sono dunque sotto il 50% della produzione mondiale, livello a cui storicamente si ponevano.
    L’equilibrio produzione consumo sembra dunque mantenersi e secondo OIV anche la superficie vitata continua a calare. Nell’ultima stima 2023 si parla di 7202 milioni di ettari, ossia 35mila in meno dei 7537 del 2022.

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    Portogallo – esportazioni di vino 2023

    Il Portogallo ottiene un nuovo ottimo risultato nel 2023 per quanto riguarda le esportazioni. In uno scenario chiaramente in calo il dato è quasi stabile a 928 milioni di euro e, confrontato con cinque anni fa, si posiziona su una crescita annua del 3% circa, con volumi stabili (non abbiamo peraltro il dato 2022 di confronto). Due mercati stanno sostenendo il Portogallo: Brasile e Polonia. Il primo è ormai diventato il quarto mercato, dopo Francia (in calo), USA (in calo) e Regno Unito (in leggera ripresa ma decisamente sotto i picchi del passato). La Polonia, come il Brasile cresce di oltre il 10% nel 2023 e ha un ritmo di crescita vicino al 10% sugli ultimi anni. La stragrande maggioranza del vino portoghese è esportato in bottiglia, il che supporta anche un buon prezzo medio (quasi 3  euro al litro), a differenza degli amici spagnoli (che viaggiano sotto 1.5 euro). Per chi è interessato il commento prosegue con grafici e tabelle.

    Il Portogallo ha esportato vino per 928 milioni di euro nel 2023, con un calo dell’1% sul 2022, quando aveva raggiunto il suo massimo storico. In termini di volume, il dato 2023 è di 3.2 milioni di ettolitri, che si confronta con i 3.3 del 2021 (non abbiamo il dato 2022).
    Le esportazioni sono principalmente di vino in bottiglia, 833 milioni di euro dei 928 totali, in calo dell’1%, mentre sono stabili le esportazioni di vino sfuso a 85 milioni.
    Dal punto di vista dei mercati, la Francia resta il primo mercato, con 104 milioni di euro (-6% sul 2022, -2% annuo sul 2018) e un volume di 343mila ettolitri. Il secondo mercato sono gli USA, anch’essi giù del 6% a 100 milioni (ma con un passato molto più brillante, sui 5 anni siamo a +4% medio) e poi il Regno Unito con 89 milioni e un leggero rimbalzo (+4%) dopo un anno negativo e in ogni caso con una serie di dati passati in crescita.
    Il Brasile è la vera forza trainante. Nel 2023 le esportazioni toccano il massimo storico di 80 milioni, +13%, con un volume di 260mila ettolitri. Il ritmo di crescita dal 2018 a questa parte è un promettente +9%.
    Nel post vi aggiungo un breve punto di vista sulla suddivisione delle esportazioni. Il 40% del totale è concentrato in questi 4 mercati.

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    Produzione e consumo di vini bianchi (dati 2000-2021) – rapporto OIV

    Il segmento del vino bianco sta prendendo sempre più spazio col passare degli anni, insieme ai vini rosati. OIV calcola che il suo consumo sia passato dal 40% al 42% tra il 2000-2004 e il 2017-2021 su un totale a sua volta passato da 232 a 239 milioni di ettolitri. Il che significa da 93 a 101 milioni di ettolitri nel giro di… 17 anni diciamo. La produzione si è mossa di conseguenza, passando dal 46% al 49% del totale mondiale, ossia da 124 a 131 milioni di ettolitri (qui bisogna ricordare che parte del vino bianco viene utilizzato per produrre brandy, cognac e via dicendo e nel totale prodotto c’è questo contributo di circa 30 milioni di ettolitri, mentre non viene giustamente incluso nella parte dei consumi). La seconda cosa da ricordare quando si guardano questi numeri è che il vino spumante fa parte della categoria del vino bianco e quindi viste le abitudini di consumo degli ultimi anni… aiuta. Essendo l’Italia il maggior produttore mondiale di vino anche nel segmento del vino bianco siamo in cima alla classifica per quanto riguarda la produzione, 29 milioni di ettolitri nel 2021 puntuale e il 21% circa della produzione media mondiale 2014-2021, davanti a Francia, Spagna e USA. Nel segmento del consumo sono proprio gli americani a essere cresciuti nel corso degli anni, seguiti da noi italiani, dai tedeschi e poi dai francesi. Bene, passiamo a una breve analisi dei dati.

    La fotografia della produzione 2021 di vini bianchi vede l’Italia al vertice con 29 milioni di ettolitri, seguita dalla Francia con 18, Spagna 17 e poi USA a 13. Vengono poi Sud Africa, Argentina e Germania nell’intorno dei 6m/hl. Questa gerarchia si ripresenta immutata anche guardando le % medie 2014-2021 (su un totale non dichiarato), con Italia al 21%, Francia al 15%, Spagna al 14% e USA all’11%.
    Nei consumi è evidente invece la “scalata” americana, dove sono passati dal 13% del consumato mondiale nel 2000-2006 al 19% nel 2014-2021, con l’Italia che ha perso quota negli anni centrali del 2007-13 per poi stabilizzarsi al 13% del consumo mondiale, la Germania stabilmente all’8% del totale e poi la Francia che perde gradualmente quota nel tempo scendendo al 7% del totale mondiale. Il dato in ettolitri relativo al 2021 dice USA 18 milioni, Italia 14, Germania 8 e Francia 6.6, stesso livello del Regno Unito all’incirca.
    Mettendo tutto insieme si ripresenta il “surplus” produttivo italiano (21% della produzione, 13% dei consumi 2014-21), ma anche Francese (15% contro 7%) e soprattutto spagnolo (14% contro 4%). In questo caso, e a differenza di quanto commentato per i vini rossi, la situazione appare meno preoccupante, proprio per la presenza nel totale del vino spumante, una categoria che segue logiche parzialmente differenti da quelle del vino fermo.

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    Produzione e consumo di vini rossi (dati 2000-2021) – rapporto OIV

    Proseguiamo l’analisi numerica dai dati forniti da OIV nel suo interessante rapporto in prospettiva storica sulla produzione e consumo di vino nel mondo, con un’analisi più dettagliata relativa ai vini rossi. Come sapete la categoria è “in declino”, nel senso che tra il 2000-2004 e il 2017-21 la produzione è passata dal 48% al 43% del totale mondiale, ossia da 129 a 113 milioni di ettolitri. I dati di consumo “mimano” questa trasformazione, con un consumo sceso, secondo le statistiche OIV da 119 a 115 milioni di ettolitri annui (i numeri non si parlano ma… così è). L’Italia resta il maggior produttore mondiale di vini rossi sia in percentuale media degli ultimi anni (17% del totale) che in valore assoluto per il 2021, circa 20 milioni di ettolitri. Per nostra fortuna, gli USA restano il maggior consumatore mondiale della categoria, con 11.5 milioni di ettolitri e questo ci protegge per certi versi. Però se guardate il grafico vi accorgerete quanto la Francia sia riuscita a “ridirigere” la sua produzione dai rossi alle altre categorie, essendo passata dal 22% del totale mondiale al 14% (Italia dal 19% al 17%). La Spagna forse è messa peggio di tutti essendo cresciuta dal 12% al 14% del totale, anche se il contesto è quello di un calo della produzione nel tempo. Essendo poi l’Italia soltanto il 7% del consumo mondiale, il nostro export copre il 10% circa della produzione 2021 di vini rossi. Bene, tanti dati, vi invito a proseguire nella lettura!

    Il consumo mondiale di vini rossi è stimato da OIV nel periodo 2017-21 a 115 milioni di ettolitri. Se prendiamo la suddivisione del consumo sul periodo la Cina primeggia (13% dei consumi), superando la Francia (10%) e gli USA (9%). In realtà visto quanto successo di recente, gli USA nel 2021 sono il primo consumatore a 11.5 milioni di ettolitri (niente %… OIV…), la Cina è seconda con 9.8m e la Francia scende a 9.1, preceduta dalla Germania.
    In termini di penetrazione del consumo, la Cina segnava nel 2021 il 92% dei consumi nel vino rosso, seguita dall’81% del Cile e dal 70% circa degli altri paesi chiave dell’America latina, Argentina e Brasile. Poi il 67% del Giappone.
    Passando alla produzione, i dati medi indicano il 17% della produzione mondiale 2014-21 in Italia, il 14% in Francia e Spagna, l’8% in Cina, il 6-7% ciascuno in Argentina e Cile. Se prendiamo il 2021 in modo isolato, l’Italia sembrerebbe avere un ruolo ancora più rilevante, con 20 milioni di ettolitri, contro i 14 della Spagna e i “soli” 12 della Francia, che sembra dunque essersi maggiormente adattata a questa tendenza.
    Questo ci porta agli “sbilanci” tra consumi e produzione: l’Italia deve esportare 10 milioni di ettolitri o più, fonte di uno sbilancio 2021 tra 19.8 prodotti e 9 consumati. Se c’è un problema ce l’hanno anche gli spagnoli, bevono 5.6 e producono 14.4, quindi non sono distanti, mentre la Francia che produce 12 e beve 9 è molto meglio messa. Se volete, i dati sono anche in percentuale nel grafico qui allegato.
    Buona consultazione!

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