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    Brunello di Montalcino: Giacomo Bartolommei è il nuovo presidente del Consorzio

    Cambio generazionale alla guida del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino: Giacomo Bartolommei, classe 1991, è stato nominato nuovo presidente dall’assemblea dei soci, riunita per il rinnovo del consiglio di amministrazione. Con i suoi 33 anni, Bartolommei è il più giovane presidente nella storia del Consorzio e uno dei più giovani in Italia in questo ruolo. Subentra a Fabrizio Bindocci, che ha guidato l’ente per due mandati consecutivi.

    Accanto a Bartolommei, sono stati eletti anche i vicepresidenti che coordineranno le principali commissioni del Consorzio: Andrea Cortonesi (Uccelliera) per la Commissione tecnica, Fabio Ratto (Antinori) per quella istituzionale e Bernardino Sani (Argiano) per la promozione.

    “Ringrazio i soci per la fiducia accordata a me e alla nuova squadra – ha commentato Bartolommei –. L’ampia partecipazione alle elezioni è un segnale importante di attaccamento al Consorzio. L’obiettivo è rafforzare la coesione interna e lavorare insieme per far crescere il nostro territorio. In un contesto economico complesso come quello attuale, è fondamentale investire con decisione su promozione e comunicazione, per valorizzare al meglio l’identità e il posizionamento dei nostri vini sui mercati internazionali”.

    Nel passaggio di testimone, Bindocci ha sottolineato i buoni risultati raggiunti: “Lascio un Consorzio in salute, con un bilancio 2024 che ha sfiorato i 4,5 milioni di euro, in crescita del 4,3% rispetto all’anno precedente, e un utile di quasi 627 mila euro destinato a riserva. Sono certo che la nuova governance saprà affrontare con visione le sfide future, puntando ancora sulla promozione e sulla valorizzazione dell’intera piramide qualitativa dei vini di Montalcino”.

    Bartolommei è enologo e responsabile export dell’azienda di famiglia, Caprili, fondata nel 1965 nella zona sud-occidentale di Montalcino. Dopo gli studi in Enologia e un percorso universitario in Economia e commercio, è entrato ufficialmente in azienda nel 2016, anno della sua prima vendemmia. Già vicepresidente del Consorzio nel triennio precedente, rappresenta una nuova generazione pronta a raccogliere il testimone della tradizione con uno sguardo proiettato al futuro.

    Nel nuovo consiglio è entrata anche Violante Gardini Cinelli Colombini (Casato Prime Donne), che ha preso il posto di Andrea Costanti, dimessosi per motivi personali dopo le recenti elezioni del 14 maggio.

    Il Consorzio del vino Brunello di Montalcino rappresenta oggi 214 soci e tutela un patrimonio viticolo di oltre 4.300 ettari nel territorio comunale di Montalcino, di cui circa 2.100 destinati alla produzione del Brunello, a denominazione contingentata dal 1997. Le denominazioni tutelate sono quattro: Brunello di Montalcino, Rosso di Montalcino, Moscadello e Sant’Antimo. LEGGI TUTTO

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    Zaccagnini lancia il primo vino spumante dealcolato della linea Tralcetto

    Zaccagnini amplia la linea Tralcetto con una novità: Tralcetto Vino Spumante Dealcolato, il primo spumante no alcol firmato dalla cantina. Presentato in anteprima a Vinitaly 2025, il nuovo prodotto nasce per rispondere all’evoluzione dei consumi, offrendo un’alternativa contemporanea, inclusiva e consapevole.
    Dopo il successo di Tralcetto Vino Dealcolato Bianco e Tralcetto Vino Dealcolato Rosso, lanciati nel 2024, la linea si arricchisce con una bollicina alcohol-free. Un passo naturale per una realtà che, oggi parte del Gruppo Argea, continua a distinguersi per lo spirito innovativo e la capacità di coniugare radici territoriali e tecnologie d’avanguardia. Il nuovo vino spumante dealcolato della cantina Zaccagnini  viene prodotto da un’attenta selezione di uve bianche, vinificate e poi sottoposte a un processo di dealcolazione sottovuoto. Il metodo, articolato in due fasi, consente di preservare gli aromi più volatili e restituirli integri al vino. Il risultato è una bollicina no alcol, capace di preservare il profilo organolettico del vino di partenza.
    Tralcetto Vino Spumante Dealcolato: fresco, elegante, inclusivoPaglierino brillante, dal bouquet fragrante con note di frutta a polpa gialla e sfumature floreali, questo vino dealcolato sorprende per la sua armonia e vivacità. Ideale per l’aperitivo o da condividere in ogni momento, è pensato per chi desidera un’alternativa alcohol-free senza rinunciare al piacere di un brindisi conviviale.
    Dal 1978 Zaccagnini racconta l’Abruzzo intrecciando arte, territorio e vino. Con questo nuovo spumante, la cantina riafferma il proprio spirito pionieristico e il desiderio di innovare la cultura del bere, portando sul mercato un prodotto contemporaneo, responsabile e capace di parlare a nuove generazioni di consumatori. LEGGI TUTTO

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    Consorzio Italia del Vino: al via le iscrizioni per il Wine Business Program 2025

    È ufficialmente aperto il bando di selezione per il Wine Business Program 2025, il percorso formativo promosso dal Consorzio Italia del Vino in collaborazione con Luiss Business School e dedicato a giovani talenti interessati a intraprendere una carriera nel settore vitivinicolo. ​​​Il programma è destinato a laureati e laureandi (triennali o magistrali) con una forte motivazione verso il comparto agroalimentare e vitivinicolo. L’obiettivo è quello di formare la nuova generazione di professionisti attraverso un’esperienza intensiva, multidisciplinare e completamente finanziata. Il percorso, interamente in lingua inglese, è riservato a un massimo di 20 partecipanti e mira a facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro grazie al sostegno di una solida rete di aziende del settore. Tutte le attività didattiche e il tirocinio, nonché le spese di alloggio, sono totalmente finanziate dal Consorzio Italia del Vino.Le candidature devono essere presentate esclusivamente online entro e non oltre l’11 giugno 2025 attraverso il link disponibile qui https://businessschool.luiss.it/news/wine-business​-prog​ram-l​uiss-​busin​ess-s​chool​-e-co​nsorz​io-it​alia-​del-v​ino-i​nsiem​e-per​-i-fu​turi-​manag​er-de​l-vin​o-pub​blica​to-il​-band​o-di-​selez​ione/. Il candidato dovrà inoltre allegare il curriculum vitae aggiornato, copia di un documento d’identità, copia (o autocertificazione) del titolo di studio ed eventuali certificazioni o attestati rilevanti.
    Le selezioni saranno curate da una Commissione Tecnico-Scientifica composta da docenti e professionisti del settore che valuteranno i profili sulla base del curriculum, dell’attinenza degli studi, di eventuali esperienze pregresse nel comparto e di un colloquio motivazionale (anche in inglese).
    “Il Wine Business Program 2025 è un programma intensivo, fortemente voluto e finanziato dalle aziende del nostro Consorzio, che si propone di formare figure professionali altamente qualificate, capaci di affrontare le sfide dell’industria del vino con competenze manageriali, tecniche e strategiche – dichiara Roberta Corrà, Presidente di Italia del Vino –. Il progetto nasce con l’obiettivo di arricchire il bagaglio formativo di laureati e laureandi, offrendo un’esperienza immersiva e concreta a stretto contatto con il mondo delle imprese”.
    Il Wine Business Program 2025 avrà una durata di circa nove mesi, articolati in tre fasi principali. Da settembre a dicembre 2025 la formazione in aula: 37 giornate full immersion nella prestigiosa sede Luiss Business School di Villa Blanc, a Roma. Tra i temi affrontati: economia del vino, marketing ed export, digitalizzazione, sostenibilità, leadership e project management. Il percorso prevede inoltre esercitazioni pratiche, degustazioni guidate e attività laboratoriali.
    Alle lezioni seguirà un tirocinio curriculare tra gennaio e marzo 2026. Un’esperienza sul campo, in una delle aziende aderenti al Consorzio Italia del Vino, con l’obiettivo di tradurre le competenze acquisite in contesti reali e professionali. ​​Il percorso si concluderà con un project work: ogni partecipante sarà chiamato a sviluppare un progetto applicato, da presentare alla Commissione Tecnico-Scientifica in occasione del Graduation Day (aprile 2026).
    Al termine, previo completamento del percorso formativo e del project work finale, verrà rilasciato un attestato di partecipazione ufficiale dalla Luiss Business School. I candidati più meritevoli potranno ricevere una proposta di contratto a tempo determinato in una delle aziende partner del Consorzio. LEGGI TUTTO

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    Wine Business Program 2025: aperte le candidature per il corso dedicato ai futuri manager del vino

    Un’opportunità concreta per entrare da protagonisti nel mondo del vino. Il Consorzio Italia del Vino, in collaborazione con la Luiss Business School, ha aperto le candidature per il Wine Business Program 2025, un percorso formativo di alto livello rivolto a giovani talenti interessati a costruire una carriera nel settore vitivinicolo.

    C’è tempo fino all’11 giugno per inviare la propria candidatura, esclusivamente online, tramite il link ufficiale:👉 https://businessschool.luiss.it/news/wine-business-program-luiss-business-school-e-consorzio-italia-del-vino-insieme-per-i-futuri-manager-del-vino-pubblicato-il-bando-di-selezione

    Villino centrale – Luiss

    Un percorso intensivo e interamente finanziato

    Il programma, erogato in lingua inglese, è aperto a un massimo di 20 partecipanti tra laureati e laureandi (triennali o magistrali), selezionati in base al curriculum, alla motivazione e, se necessario, a un colloquio individuale. Tutte le spese – incluse formazione, alloggio e tirocinio – sono totalmente coperte dal Consorzio Italia del Vino, a testimonianza dell’impegno concreto delle aziende aderenti nel formare le nuove professionalità del settore.

    “Vogliamo contribuire a far crescere competenze strategiche e visione internazionale, indispensabili per affrontare le sfide dell’industria del vino di oggi e di domani”, spiega Roberta Corrà, presidente del Consorzio.

    Roberta Corrà – Presidente Consorzio Italia del vino

    Formazione, tirocinio, project work

    Il programma si articola in tre fasi distribuite su circa nove mesi:

    Formazione in aula (settembre–dicembre 2025), presso la sede Luiss Business School di Villa Blanc, con 37 giornate full immersion dedicate a economia del vino, marketing, export, sostenibilità, digitalizzazione e leadership.

    Tirocinio curriculare (gennaio–marzo 2026) in una delle aziende del Consorzio, per mettere subito in pratica quanto appreso.

    Project work finale, da presentare alla Commissione in occasione del Graduation Day ad aprile 2026.

    Villa Blanc – Luiss

    A chi completerà con successo il percorso verrà rilasciato un attestato ufficiale della Luiss Business School. I profili più promettenti potranno ricevere un’offerta di lavoro a tempo determinato da una delle aziende partner.

    Consorzio Italia del Vino​Il Consorzio raggruppa 23 prestigiose realtà leader del vino italiano, con un fatturato complessivo che supera il miliardo e mezzo di euro e una quota export pari a circa il 15% dell’export nazionale di settore. Dal 2009 lavora sui mercati internazionali con lo scopo di incrementare la conoscenza e la cultura del vino italiano, di aumentarne la diffusione nel mondo e di sviluppare la conoscenza complessiva dell’Italian lifestyle. ​​Le 23 realtà consorziate operano in 17 regioni vinicole italiane, coprendo una proprietà complessiva di 15mila ettari vitati e muovendo una forza lavoro totale di oltre 3.500 unità dirette. Sono: Angelini Estates, Banfi, Bisol, Cà Maiol, Collis Heritage, Di Majo Norante, Diesel Farm, Drei Donà, Duca di Salaparuta, Ferrari F.lli Lunelli, Gruppo Italiano Vini, Gruppo Mezzacorona, Le Monde, Librandi Antonio e Nicodemo, Lunae Bosoni, Marchesi di Barolo, Medici Ermete & Figli, Mesa, Herita Marzotto Wine Estates, Tenimenti Leone, Terre de La Custodia, Torrevento e Zonin1821.

    Luiss Business School​Fondata nel 1987 come Scuola di management dell’Università Luiss, prende il naming di Luiss Business School nel 2006 e dal 2017 ha sede nella prestigiosa cornice di Villa Blanc a Roma. ​ Nel panorama nazionale ha acquisito una posizione di indiscussa leadership nell’higher education, con focus sullo sviluppo delle competenze manageriali. Grazie agli accreditamenti internazionali ottenuti – AACSB, EQUIS e AMBA – si posiziona nell’élite mondiale delle business school e, attraverso il modello multi-hub, persegue una strategia che consente di arricchire l’esperienza formativa con programmi erogati in diverse sedi, sia in Italia (Roma, Milano, Belluno), sia all’estero (Amsterdam, Dubai).​La Faculty rappresenta uno dei fattori distintivi della Luiss Business School grazie alla sua capacità di implementare il modello educativo, rafforzare i legami con il mondo aziendale e aumentare il livello di internazionalizzazione della Scuola.​L’offerta formativa comprende: MBA, Master, Executive Programmes, Programmi Custom e Consulenza, Digital Programmes. LEGGI TUTTO

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    Carpineto entra a far parte di The Grand Wine Tour

    The Grand Wine Tour – associazione che riunisce le migliori cantine italiane con l’obiettivo di valorizzare il potenziale del settore enoturistico d’eccellenza – amplia il proprio network di aziende socie. L’ingresso di Carpineto, protagonista della storia enologica del Chianti Classico e tra i principali interpreti della viticoltura toscana con le denominazioni più iconiche, arricchisce la compagine associativa, portando a 14 il numero complessivo delle cantine associate in Italia.Fondata nel 1967 dalla visione lungimirante delle famiglie Zaccheo e Sacchet, Carpineto nasce con l’obiettivo di produrre grandi vini rossi capaci di conquistare il palato internazionale. Oggi l’azienda è una delle realtà più rappresentative della Toscana enologica, con cinque tenute distribuite nei principali territori della regione – Chianti Classico, Montepulciano, Montalcino, Maremma e Alto Valdarno – per un’estensione complessiva di 500 ettari coltivati in modo sostenibile. Da diversi anni l’azienda investe nello sviluppo del suo potenziale enoturistico e oggi la tenuta di Montepulciano e quella di Montalcino sono meta di wine retreat con una ricca offerta di degustazioni, passeggiate in vigna, picnic e pranzi all’aperto. Nella tenuta di Montepulciano è stato recentemente aperto al pubblico anche il museo aziendale Le macchine del Vino, un piccolo spaccato di storia enologica con oltre 180 oggetti e documenti.
    L’ingresso di Carpineto consolida il progetto culturale di The Grand Wine Tour, la prima Associazione in Italia a unire cantine che condividono standard oggettivi di accoglienza e qualità del vino.
    «Siamo entusiasti di dare il benvenuto a una realtà che ha fatto la storia del vino italiano e che oggi rappresenta un modello di ospitalità attenta, competente e sostenibile» – afferma Giovanni Minetti, Presidente dell’Associazione. «Con Carpineto il nostro racconto del vino si arricchisce di un nuovo capitolo territoriale fondamentale: le colline toscane».
    Con questo ingresso, The Grand Wine Tour continua il suo percorso di crescita verso l’obiettivo strategico di 40 cantine associate entro il 2027, al fine di raggiungere una presenza sempre più capillare nei distretti vitivinicoli di riferimento.
    About The Grand Wine Tour
    L’associazione nasce nel 2017 da un’intuizione: reinventare l’enoturismo in Italia attraverso la filosofia del Grand Tour, che a cavallo tra Settecento e Ottocento accompagnò nobili e intellettuali europei alla scoperta del patrimonio artistico-culturale del Bel Paese. Oggi l’associazione comprende 14 prestigiose cantine localizzate in sette regioni italiane: Ceretto, Coppo, Michele Chiarlo, Tenuta Carretta e Villa Sparina in Piemonte; Torre Rosazza in Friuli-Venezia Giulia; Bortolomiol, Costa Arènte e Zenato in Veneto; Castello di Fonterutoli e Carpineto in Toscana, Umberto Cesari in Emilia-Romagna e Casale del Giglio in Lazio; Zisola in Sicilia. Una sinergia tra realtà d’eccellenza volte a promuoverne l’accoglienza tra i filari dedicata agli appassionati del mondo del vino e ad una clientela esigente sia in termini di prodotto sia di standard di servizio. Per perseguire tale obiettivo, il Marchio di Qualità di The Grand Wine Tour – unico in Italia nella sua categoria – certifica gli standard di accoglienza richiesti ai soci secondo precisi parametri di valutazione, vagliati da un Organo Tecnico esterno. The Grand Wine Tour è anche un Tour Operator di proprietà dell’Associazione stessa attivo in Italia e all’estero nella proposta di tour enogastronomici esclusivi e personalizzati presso i territori delle cantine associate. Corsi di formazione e aggiornamento sul tema dell’enoturismo sono inoltre proposti al personale delle cantine associate, per stare al passo con un mercato in continua ascesa ed evoluzione. LEGGI TUTTO

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    Vini d’Abbazia 2025: l’eredità del vino monastico si racconta a Fossanova

    Dal 6 all’8 giugno l’Abbazia di Fossanova, nel comune di Priverno, tornerà a essere teatro di un incontro raro tra spiritualità, cultura e vino. Giunta alla sua quarta edizione, la manifestazione Vini d’Abbazia si conferma come un appuntamento unico nel panorama nazionale, capace di mettere in dialogo la tradizione enologica custodita nei monasteri con le nuove sensibilità del pubblico contemporaneo.

    L’iniziativa è nata da un’idea di Rocco Tolfa, giornalista, autore e appassionato divulgatore delle culture del vino, che ha saputo costruire attorno al concetto di “vino d’abbazia” un racconto corale e identitario. Tolfa è anche curatore del programma culturale, affiancato da un comitato scientifico e da un gruppo di lavoro che coinvolge giornalisti, sommelier, storici e professionisti del settore.

    Rocco Tolfa, Giancarlo Righini, Giovanni Acampora e Massimiliano Raffa

    Protagonisti d’eccezione da tutta Europa

    Trai partecipanti alla quarta edizione di Vini d’Abbazia figurano Abbazia di Novacella, Abbazia di Praglia, Abbazia di Santa Maria di Propezzano, Abbazia di Busco – Liasora, Arnaldo Caprai – Viticoltore in Montefalco, Badia a Passignano – Marchesi Antinori, Cantina dei Monaci, Cascina del Monastero – Opera Pia Barolo, Castello di Magione, Abbazia del Goleto – Feudi di San Gregorio, Monastero dei Frati Bianchi di Fivizzano, Monastero di Bose Fraternità di Assisi San Masseo, Monastero dei Santi Gervasio e Protasio, Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, Cantina Convento Muri-Gries, Abbazia di Rosazzo – Livio Felluga, San Francesco della Vigna, Abbazia di Santa Maria della Matina, Convento dell’Annunciata di Rovato – Bellavista, Monastero di Santo Stefano Belbo – Beppe Marino, Tenuta Santa Cecilia Croara, Monastero delle Suore Trappiste di Vitorchiano e Monastero di Sabiona – Cantina Valle Isarco. A questi si aggiunge il Monastero di Alaverdi – Badagoni, cuore della cristianità ortodossa in Georgia, custode di una delle più antiche tradizioni vitivinicole del mondo.

    Abbazzia di Novacella

    A rappresentare la Rete delle Abbazie Francesi Les Vins d’Abbayes: Abbaye de Cîteaux – Borgogna, Abbaye de Fontfroide – Linguadoca-Rossiglione, Abbaye de Lérins – Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Abbaye de Morgeot – Borgogna, Abbaye de Valmagne – Linguadoca-Rossiglione, Abbaye des Monges – Linguadoca-Rossiglione, Abbaye du Barroux – Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Abbaye Notre-Dame de Fidélité de Jouques – Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Abbaye de Vallières – Valle della Loira, Abbaye de Villers – Vallonia, Belgio, Cellier aux Moines – Champagne-Ardenne, Château de la Tour – Clos de Vougeot – Borgogna, Château des Antonins – Bordeaux, Chartreuse de Valbonne – Rodano-Alpi, Domaine de l’Abbaye du Petit Quincy – Borgogna, Domaine de Bon Augure – Abbaye de Joncels – Linguadoca-Rossiglione e Domaine des Palais – Alvernia-Rodano-Alpi.

    Completano il quadro i consorzi e le realtà territoriali del Lazio:  la Strada del Vino della provincia di Latina, la Strada del Vino del Cesanese, il Consorzio Cori DOC, il Consorzio Cesanese del Piglio DOCG e il Consorzio del Cabernet di Atina DOC.

    Un viaggio tra fede, gusto e racconto del territorio

    Vini d’Abbazia si inserisce quest’anno nel progetto regionale “Le Vie del Giubileo”, promosso da Regione Lazio e ARSIAL in vista dell’Anno Santo 2025. L’iniziativa intende valorizzare i luoghi della spiritualità attraverso percorsi di accoglienza e promozione agroalimentare, con l’obiettivo di far emergere un Lazio autentico, ricco di storie e di sapori.

    In quest’ottica, l’Abbazia di Fossanova si fa nodo di una rete che unisce cultura, imprese e istituzioni, con il vino come simbolo di coesione e di appartenenza.

    Degustazioni, incontri e masterclass

    Il programma, già disponibile online, si sviluppa su tre giornate con un calendario ricco di appuntamenti aperti al pubblico. Le degustazioni, attive ogni giorno dalle 16.30 alle 22.00, saranno accompagnate dal Villaggio Food&Wine, con proposte gastronomiche del territorio.

    Tra gli appuntamenti più attesi, sei masterclass tematiche guidate da voci autorevoli del mondo del vino come Andrea Amadei, Chiara Giovoni, Cristina Mercuri, Chiara Giorleo, Manuela Zennaro e Helmuth Köcher. Nel Refettorio dell’Abbazia e nell’Infermeria del Borgo si alterneranno inoltre incontri e talk su identità, spiritualità, paesaggio e nuove forme di racconto enoturistico.

    Venerdì l’apertura sarà affidata al convegno “Custodi della vite: i monaci e la cultura del vino”, condotto da Marcello Masi, mentre sabato si discuterà di Giubileo e turismo rigenerativo. Domenica spazio al punto di vista femminile nel vino, con il talk “Radici antiche e idee innovative: il vino secondo le donne”, che vedrà protagoniste imprenditrici e professioniste del settore.

    Un modello di sinergia territoriale

    Vini d’Abbazia è frutto di un lavoro corale che coinvolge enti pubblici, associazioni di categoria, realtà imprenditoriali e operatori culturali. Tra i promotori figurano Regione Lazio, ARSIAL, Camera di Commercio Frosinone-Latina e Comune di Priverno, con l’organizzazione affidata alla Strada del Vino, dell’Olio e dei Sapori della provincia di Latina, Taste Roots, UpWell Development Consulting e Associazione Polygonal.

    “L’Abbazia di Fossanova – ha dichiarato l’Assessore regionale Giancarlo Righini – è il luogo ideale per testimoniare il valore di questi vini, frutto di un sapere antico, che oggi torna protagonista con qualità e passione”.

    Un’occasione da vivere con lentezza

    Più che un evento, Vini d’Abbazia si propone come un’esperienza. Tra antiche architetture, storie di spiritualità e vini che parlano di memoria e dedizione, la manifestazione invita a rallentare, a ritrovare il senso del tempo e del gusto, a lasciarsi guidare dalla curiosità.

    Nel cuore del basso Lazio, un’occasione per scoprire che il vino non è solo prodotto, ma racconto: di luoghi, di comunità e di un sapere che, ancora oggi, continua a fermentare.

    Ulteriori approfondimenti su https://vinidabbazia.com/ e https://www.smstudiopr.it/it/news/dettagli/dal-6-all8-giugno-torna-vini-dabbazia-la-4edizione-dellevento-che-celebra-la-tradizione-enologi.html LEGGI TUTTO

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    Nel segno del tempo: Aquileia e i vini che raccontano la storia

    Pochi vini al mondo possono vantare un legame tanto profondo con la storia quanto quelli della DOC Friuli Aquileia. In nessun altro luogo la viticoltura affonda le radici nel cuore di una civiltà millenaria come quella dell’antica Aquileia, snodo commerciale dell’Impero romano, crocevia di culture e custode di saperi. Qui, il vino non è solo prodotto agricolo, ma simbolo di continuità: testimone silenzioso di epoche lontane, oggi capace di raccontare con autenticità l’identità di un territorio che si rinnova senza perdere sé stesso.

    Nel 2025, l’appuntamento con Esplorâ — giunto alla quarta edizione — diventa l’occasione per svelare la vitalità contemporanea di questa denominazione. La Selezione dei vini, giunta alla 62ª edizione, premia le etichette più rappresentative e introduce il nuovo Sigillo d’Argento, riconoscendo la costante crescita qualitativa delle aziende. Ma Esplorâ è soprattutto un invito a guardare da vicino un mosaico fatto di vigne, paesaggi, storie e persone. Un’esperienza che, come la città da cui prende nome, coniuga passato e futuro in un racconto che non smette di sorprendere.

    Una storia millenaria tra viti e pietre

    Aquileia fu fondata nel 181 a.C. come colonia romana e divenne ben presto uno dei centri nevralgici dell’Impero. Crocevia di traffici tra Adriatico, Alpi e Danubio, la città vide nella vite una delle colture simbolo della sua prosperità. A testimoniarlo sono le numerose raffigurazioni musive e i reperti archeologici che collegano la viticoltura all’economia, alla religione e alla vita quotidiana di Aquileia romana.

    La Basilica di Aquileia

    È un’eredità tangibile, che non si è mai spezzata. La presenza continua della vite sul territorio — dalle bonifiche medievali alle sistemazioni ottocentesche — racconta una cultura agricola che ha saputo attraversare i secoli. E oggi, in un contesto di rinnovata attenzione al paesaggio e alla qualità, diventa valore fondante della DOC Friuli Aquileia.

    Roberto Marcolini (Presidente Consorzio Friuli Aquleia) con Giovanni Donda

    I vitigni: autoctoni e internazionali in dialogo

    Il patrimonio ampelografico della denominazione si fonda su un equilibrio tra vitigni storici e varietà introdotte nel Novecento. Accanto ai classici friulano, refosco dal peduncolo rosso, verduzzo friulano e malvasia istriana, si distinguono interpretazioni raffinate di merlot, cabernet franc, sauvignon blanc, chardonnay e pinot grigio. Una compresenza che non è contraddizione, ma cifra stilistica: la DOC Friuli Aquileia rivendica con naturalezza la propria vocazione internazionale, alimentata da secoli di scambi, ma sempre ancorata a un’identità chiara.

    Gli stili produttivi si muovono nel segno dell’equilibrio: vini freschi, nitidi, con una lettura moderna della maturità del frutto, capaci di raccontare la varietà dei suoli e la cura dei vignaioli.

    Terre antiche, clima gentile

    La DOC Aquileia si estende tra il corso dell’Isonzo e quello del Tagliamento, in una pianura disegnata dal tempo e dal lavoro dell’uomo, dove le bonifiche romane e moderne hanno restituito spazio alla vite. I terreni affondano le loro origini in millenni di depositi alluvionali, alternando strati sabbiosi, argillosi e marno-arenacei: una ricchezza geologica che si manifesta anche all’interno dello stesso appezzamento, dando vita a un mosaico di suoli dalle caratteristiche uniche.

    Il clima è mite, dolce per buona parte dell’anno, e sostenuto da una costante ventilazione. Le brezze che risalgono dalla Laguna di Grado portano umidità moderata e un benefico influsso marino, contribuendo a estati calde ma mai torride. Le primavere piovose e l’escursione termica tra giorno e notte favoriscono una maturazione lenta e completa delle uve, intensificando il profilo aromatico nei bianchi e l’equilibrio tra tannini e freschezza nei rossi.

    È questo connubio – tra luce, acqua, vento e terra – a rendere la DOC Friuli Aquileia un luogo naturalmente predisposto alla coltivazione della vite, come già intuivano i Romani. E come confermano oggi i vini che da qui continuano a nascere, espressioni sincere di una terra generosa.

    I riconoscimenti 2025 e il racconto corale di un territorio

    Nel cuore di Esplorâ 2025, la 62ª Selezione dei Vini DOC Friuli Aquileia diventa il momento in cui il territorio si fa voce, memoria e slancio. Otto etichette hanno ottenuto il Sigillo d’Oro, simbolo di un’espressione enologica che, tra coerenza e ricerca, racconta l’identità di una denominazione viva:

    Friulano DOC Friuli Aquileia 2024 – Ca’ Bolani

    Bianco Tamanis DOC Friuli Aquileia 2022 – Ca’ Bolani

    Malvasia DOC Friuli Aquileia 2023 – Mulino delle Tolle

    Traminer Aromatico DOC Friuli Aquileia 2024 – Valpanera

    Merlot DOC Friuli Aquileia 2023 – Cantine Rigonat

    Refosco dal Peduncolo Rosso DOC Friuli Aquileia 2022 – Mulino delle Tolle

    Refosco dal Peduncolo Rosso Riserva “Campo della Stafula” DOC Friuli Aquileia 2021 – Vini Brojli

    Rosso Tamanis DOC Friuli Aquileia 2020 – Ca’ Bolani

    Tra le novità di quest’anno, il Sigillo d’Argento si affianca ai riconoscimenti principali per valorizzare quelle etichette che, con costanza e passione, hanno compiuto un salto qualitativo notevole. Un segno di attenzione verso chi costruisce ogni giorno il carattere contemporaneo della denominazione, vendemmia dopo vendemmia.

    A Ca’ Bolani va anche il Premio Marco Gottardo, riconoscimento speciale dedicato allo storico viticoltore della DOC, scomparso prematuramente. Un premio che va oltre i numeri, parlando di visione, coerenza e legame profondo con la terra.

    Ed è proprio da questo intreccio di storie, persone e vini che nasce lo spirito di Esplorâ 2025. Un invito rivolto alla stampa internazionale – quest’anno con focus su Austria e Germania – a lasciarsi condurre in un racconto fatto di paesaggi e saperi, di accoglienza e autenticità. Dalle vigne ai nuovi wine bar consorziati, dalla laguna di Grado alla Basilica di Aquileia, fino a Palmanova: un viaggio che apre il territorio al mondo, mostrando con orgoglio ogni sua tessera, nella bellezza di un mosaico che continua a prendere forma.

    Come amavano dire gli antichi romani,“Ubi vinum, ibi patria” — dove c’è il vino, lì c’è la patria.

    Un motto che risuona perfettamente nel cuore della DOC Friuli Aquileia, dove ogni bottiglia è un frammento di storia e un legame indissolubile con la propria terra.

    la foto di copertina è di Isabella Bernardin LEGGI TUTTO

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    Bollicine con vista: nei Colli Berici la bella stagione riparte dalla terrazza di Cà Rovere

    Fondata negli anni ’80 da Bruno Biasin tra le colline di Alonte, in provincia di Vicenza, Cà Rovere è stata la prima cantina a produrre spumanti Metodo Classico nei Colli Berici, diventando oggi una realtà di riferimento. Oggi alla guida c’è la terza generazione della famiglia, che racconta il territorio attraverso bollicine eleganti e piene di personalità, nate dalla Garganega autoctona e dallo Chardonnay.Con circa 35.000 bottiglie prodotte ogni anno e sette spumanti metodo classico in gamma – tra cui spiccano il Brut Blanc de Blanc, il Brut Nature e il Rosé – Cà Rovere continua a distinguersi per uno stile fresco, preciso e sempre più attento alla sostenibilità. Al centro del progetto, la volontà di coniugare avanguardia e radici, valorizzando il sapere familiare con una gestione consapevole delle viti, dei vini e del paesaggio che li circonda.
    Un luogo dove il lavoro in vigna si intreccia all’accoglienza, tra esperienze da vivere e il piacere di sentirsi a casa con un calice in mano. Esperienze che si svolgono sulla Terrazza Panoramica di Cà Rovere, palcoscenico naturale da maggio a settembre di una stagione ricca di appuntamenti enogastronomici, culturali e conviviali.
    EVENTI IN TERRAZZA: LA BELLEZZA DEL VINO, TRA CIELO E VIGNE
    Da maggio a settembre, le serate si accendono sulla Terrazza Panoramica di Cà Rovere, un luogo sospeso tra cielo e vigneti dove il vino incontra il piacere di stare insieme, in un’atmosfera rilassata e vibrante. Ogni appuntamento è un invito a vivere il gusto con leggerezza, tra tramonti spettacolari, musica, sapori autentici e buona compagnia. Tutti i mercoledì e venerdì, dal 16 maggio al 19 settembre, torna Il Classico in Terrazza, evento giunto alla quarta edizione dopo il successo degli anni precedenti. La terrazza si apre alle degustazioni libere: bollicine di casa, cicchetti, taglieri con formaggi e salumi locali.
    Non c’è un menu fisso né un prezzo prestabilito: si sceglie, si assaggia, si condivide. È l’occasione perfetta per lasciarsi guidare dal momento e godersi il vino nel suo habitat più naturale. Novità del 2025 è l’AperiYoga: da giugno a settembre, ogni primo giovedì del mese una lezione al tramonto con Roberta di Beyond Asana, seguita da un calice di spumante Brut, un calice di Sisto Bianco e una degustazione di prodotti del territorio sulla terrazza (€35). Un’esperienza di benessere a tutto tondo, dove corpo, mente e gusto trovano il loro equilibrio perfetto.

    Il calendario si arricchisce poi di eventi speciali, pensati per chi ama unire esperienze diverse in un’unica serata. Il 28 maggio arriva Afro Sunset: un aperitivo al tramonto con il DJ set di Alberto Pinato, sonorità afro, vibrazioni estive con degustazioni libere di cicchetti e spumanti, senza menu fisso né prezzo prestabilito. Un modo frizzante per dare il benvenuto alla bella stagione. Il 18 giugno, spazio ai sapori emiliani con l’Aperitivo Gnocco, in collaborazione con il food truck “Gnock & Roll”: gnocchi fritti gourmet e tortellini modenesi abbinati a due calici a scelta (€35). Il 23 luglio la terrazza diventa un palcoscenico sotto le stelle con la Sparkling Voice Dinner: una cena completa accompagnata da DJ set, bollicine e microfoni aperti per chi ha voglia di mettersi in gioco e cantare con gli amici (€35). Ogni tavolo può diventare il centro della scena.
    Tutte le info e le prenotazioni sono disponibili su https://www.carovere.it/pages/eventi. In caso di maltempo, gli eventi si svolgono nella sala degustazione interna, ad eccezione dell’AperiYoga, che verrà posticipato.
    LA NUOVA GENERAZIONE BIASIN: INNOVAZIONE E IDENTITÀ
    Oggi Cà Rovere è guidata dalla terza generazione della famiglia Biasin: Matteo, Marco e Marcella, che hanno rilanciato l’identità della cantina puntando su sostenibilità, qualità e accoglienza. Matteo ha introdotto la viticoltura ragionata, riducendo l’impatto ambientale senza rinunciare all’eccellenza. Marco ha arricchito la produzione con metodi di affinamento innovativi, come l’utilizzo delle botti Clayver, che valorizzano i profumi del vino. Marcella ha dato nuova linfa all’immagine del brand, curando comunicazione, eventi e relazioni con il pubblico. Con 30 ettari coltivati e una visione condivisa, Cà Rovere rappresenta oggi un modello virtuoso di azienda agricola a conduzione familiare, radicata nel territorio ma proiettata verso il futuro. LEGGI TUTTO