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    Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano presenta San Bruzio Vermentino Superiore Maremma Toscana Doc 2023

    Una nuova creazione arricchisce la linea Le Vigne di Cantina Vignaioli Morellino di Scansano: è San Bruzio Vermentino Superiore Maremma Toscana Doc 2023, inedita etichetta della cooperativa grossetana che dimostra come il tempo possa essere un alleato prezioso per questa varietà.
    “Accarezzavamo da tempo l’idea di lavorare sul lungo affinamento del vermentino – spiega Benedetto Grechi, Presidente di Cantina Vignaioli Morellino di Scansano – e con San Bruzio ci siamo riusciti. Vogliamo esplorare tutte le sfumature e raccontare la versatilità di questa varietà, che nella Maremma ha trovato il luogo ideale, dove le sue caratteristiche possono esprimersi al meglio. Nella linea Le Vigne erano già presenti San Rabano Vermentino Maremma Toscana Spumante Doc e Vigna Fiorini Vermentino Maremma Toscana Doc. Proprio la degustazione di alcune vecchie annate del Vigna Fiorini ci ha fatto capire che il vermentino ha un interessante potenziale di invecchiamento. Da lì l’idea del San Bruzio. Si tratta di un vino che si può bere giovane, ma regala note e sensazioni straordinarie a due o tre anni dalla vendemmia”.
    La nuova referenza prende il nome dall’antica canonica di San Bruzio, costruita attorno all’Anno Mille a ridosso del borgo di Magliano in Toscana (Grosseto), forse sulle spoglie di un tempio pagano. Oggi rimangono solo i resti dell’edificio, ma il fascino del luogo è immutato, tanto che una leggenda narra che il Destino alberghi proprio in queste terre.
    San Bruzio viene prodotto con uve vermentino, coltivate a cordone speronato su un terreno arenario limoso. Circa un terzo dei grappoli utilizzati viene raccolto a maturazione regolare e mantenuto in cella, mentre il resto rimane in vigna per altre due settimane, per favorire lo sviluppo di aromi fruttati. Dopo 48 ore di macerazione a freddo con le bucce, si estrae e fermenta il mosto fiore; segue affinamento in acciaio per sei mesi assieme alle fecce fini. Una volta pronto, il vino viene imbottigliato a partire dal mese di luglio successivo alla vendemmia.
    Giallo paglierino arricchito da riflessi dorati, San Bruzio Vermentino Superiore Maremma Toscana Doc 2023 si caratterizza al naso per le note di ginestra e susina gialla, con un finale di albicocca. Al palato è pieno, spicca la sapidità che, unita alla freschezza, vivacizza la struttura marcata. Il sorso è lungo e rimarca le note sapide avvertite all’olfatto. Il calice accompagna perfettamente piatti di pesce, carni bianche o formaggi freschi.
    San Bruzio sarà in vendita a partire da marzo 2025 al prezzo di 18 euro in enoteca e nell’e-shop aziendale. LEGGI TUTTO

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    Vini d’Abruzzo al Wine Paris

    Dal 10 al 12 febbraio, il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo sarà tra i protagonisti italiani del Wine Paris, uno degli eventi più prestigiosi del panorama internazionale dedicato al settore vinicolo e dei distillati. La manifestazione, che si terrà nella celebra “Città delle Luci”, accoglierà oltre 4.600 espositori provenienti da 50 Paesi e attirerà più di 50.000 visitatori da 140 nazioni.
    Il Consorzio avrà uno stand dedicato (Stand D006) che ospiterà 28 cantine pronte a presentare tutte le novità del panorama enologico abruzzese. Sarà l’occasione per raccontare ancor più nel dettaglio l’entrata in vigore – a partire proprio dalla vendemmia 2024 – del “Modello Abruzzo” con l’introduzione della menzione Superiore per le Dop, delle nuove appellazioni provinciali, e dell’unica Indicazione Geografica Protetta – Terre d’Abruzzo Igp. Un primo fondamentale passo volto a rafforzare la comune identità dell’enologia regionale che va al contempo a valorizzare i singoli territori, rendendo facilmente riconoscibile la scala dei valori delle diverse tipologie di vino ai consumatori.
    “Siamo stati tra i primi, in Italia, ad intuire le potenzialità di questa manifestazione in crescita continua”, spiega il presidente Alessandro Nicodemi, impegnato in questo inizio d’anno, assieme al Consorzio, in diverse “missioni” estere. “Sarà un 2025 ricco di appuntamenti, anche al di fuori del nostro Paese, in continuità con la strategia di voler allargare o potenziare i nostri mercati di riferimento, siamo reduci da un importante evento in Svizzera, a Zurigo, e siamo in partenza per una nuova tappa londinese, per poi spostarci in Scozia, dove l’interesse nei confronti dei vini d’Abruzzo è sempre più in crescita; sarà poi la volta di Parigi con una speciale delegazione di Aziende”, conclude Nicodemi.
    L’appuntamento fieristico, organizzato da Vinexposium, si conferma dunque come un crocevia globale unico per il wine business e un’importante piattaforma per affrontare le grandi sfide del settore vinicolo, dai cambiamenti geopolitici e ambientali fino alle nuove opportunità offerte dai mercati globali. LEGGI TUTTO

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    Vini d’Abruzzo al Wine Paris

    Dal 10 al 12 febbraio, il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo sarà tra i protagonisti italiani del Wine Paris, uno degli eventi più prestigiosi del panorama internazionale dedicato al settore vinicolo e dei distillati. La manifestazione, che si terrà nella celebra “Città delle Luci”, accoglierà oltre 4.600 espositori provenienti da 50 Paesi e attirerà più di 50.000 visitatori da 140 nazioni.
    Il Consorzio avrà uno stand dedicato (Stand D006) che ospiterà 28 cantine pronte a presentare tutte le novità del panorama enologico abruzzese. Sarà l’occasione per raccontare ancor più nel dettaglio l’entrata in vigore – a partire proprio dalla vendemmia 2024 – del “Modello Abruzzo” con l’introduzione della menzione Superiore per le Dop, delle nuove appellazioni provinciali, e dell’unica Indicazione Geografica Protetta – Terre d’Abruzzo Igp. Un primo fondamentale passo volto a rafforzare la comune identità dell’enologia regionale che va al contempo a valorizzare i singoli territori, rendendo facilmente riconoscibile la scala dei valori delle diverse tipologie di vino ai consumatori.
    “Siamo stati tra i primi, in Italia, ad intuire le potenzialità di questa manifestazione in crescita continua”, spiega il presidente Alessandro Nicodemi, impegnato in questo inizio d’anno, assieme al Consorzio, in diverse “missioni” estere. “Sarà un 2025 ricco di appuntamenti, anche al di fuori del nostro Paese, in continuità con la strategia di voler allargare o potenziare i nostri mercati di riferimento, siamo reduci da un importante evento in Svizzera, a Zurigo, e siamo in partenza per una nuova tappa londinese, per poi spostarci in Scozia, dove l’interesse nei confronti dei vini d’Abruzzo è sempre più in crescita; sarà poi la volta di Parigi con una speciale delegazione di Aziende”, conclude Nicodemi.
    L’appuntamento fieristico, organizzato da Vinexposium, si conferma dunque come un crocevia globale unico per il wine business e un’importante piattaforma per affrontare le grandi sfide del settore vinicolo, dai cambiamenti geopolitici e ambientali fino alle nuove opportunità offerte dai mercati globali. LEGGI TUTTO

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    Vino, UIV: in attesa dei dazi, consumi tricolori chiudono 2024 in negativo negli USA (-4%)

    A dispetto dei dati export, i consumi reali di vino italiano negli Stati Uniti chiudono il 2024 in calo e i paventati dazi dell’amministrazione Trump assumono così un significato ancor più preoccupante. Lo sottolinea Unione italiana vini (Uiv) che con il suo Osservatorio ha elaborato i dati a tutto lo scorso anno di vendite nell’off e on trade statunitense del prodotto tricolore.
    Secondo l’analisi, il 2024 si è chiuso con un calo a volume nelle vendite di vino italiano negli Usa del 4,4% a fronte di un deficit generale del totale mercato a -7,2%. Pagano maggiormente – nelle rilevazioni targate Sipsource presso il retail e l’horeca a stelle e strisce – i bianchi e i rossi, entrambi a -6,4%, mentre tengono gli spumanti italiani (+1,5%) che guadagnano importanti quote di mercato sui competitor. In difficoltà le principali denominazioni, fatta eccezione per Prosecco, Brunello di Montalcino e Barolo.
    Trend confermati anche dalle elaborazioni dell’Osservatorio Uiv su base Nielsen, che intercetta le vendite nella grande distribuzione e retail statunitense. Lo scorso anno il calo a volume del vino tricolore ha segnato un gap del 4,2% e del 2,5% a valore (a 2,6 miliardi di euro). In passivo i volumi acquistati della quasi totalità dei vini italiani, con picchi per il Pinot Grigio Delle Venezie (-7%) e il Lambrusco (-6%) mentre sono in controtendenza i soli bianchi siciliani (+5%), il Brunello di Montalcino (+3%) e il Prosecco (+1%), che però paga un -4% nell’ultimo trimestre. E proprio l’ultimo quarto dell’anno, quello che ricomprende le festività per il Thanksgiving e il Natale, è stato tra i peggiori, con perdite del 7% volume e del 6% valore.
    Tutto il contrario – secondo Uiv – rispetto alle rilevazioni export dei primi 11 mesi, che danno una crescita del 7% solo in piccola parte condizionata dall’exploit – imposto dai dazi – del mese di novembre. Un anticipo di mercato, quello di novembre, che ha visto la domanda di spumanti lievitare addirittura del 41% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e che farà segnare un ulteriore record a dicembre, ma ci sarà poco da alzare i calici. LEGGI TUTTO

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    Vino, UIV: in attesa dei dazi, consumi tricolori chiudono 2024 in negativo negli USA (-4%)

    A dispetto dei dati export, i consumi reali di vino italiano negli Stati Uniti chiudono il 2024 in calo e i paventati dazi dell’amministrazione Trump assumono così un significato ancor più preoccupante. Lo sottolinea Unione italiana vini (Uiv) che con il suo Osservatorio ha elaborato i dati a tutto lo scorso anno di vendite nell’off e on trade statunitense del prodotto tricolore.
    Secondo l’analisi, il 2024 si è chiuso con un calo a volume nelle vendite di vino italiano negli Usa del 4,4% a fronte di un deficit generale del totale mercato a -7,2%. Pagano maggiormente – nelle rilevazioni targate Sipsource presso il retail e l’horeca a stelle e strisce – i bianchi e i rossi, entrambi a -6,4%, mentre tengono gli spumanti italiani (+1,5%) che guadagnano importanti quote di mercato sui competitor. In difficoltà le principali denominazioni, fatta eccezione per Prosecco, Brunello di Montalcino e Barolo.
    Trend confermati anche dalle elaborazioni dell’Osservatorio Uiv su base Nielsen, che intercetta le vendite nella grande distribuzione e retail statunitense. Lo scorso anno il calo a volume del vino tricolore ha segnato un gap del 4,2% e del 2,5% a valore (a 2,6 miliardi di euro). In passivo i volumi acquistati della quasi totalità dei vini italiani, con picchi per il Pinot Grigio Delle Venezie (-7%) e il Lambrusco (-6%) mentre sono in controtendenza i soli bianchi siciliani (+5%), il Brunello di Montalcino (+3%) e il Prosecco (+1%), che però paga un -4% nell’ultimo trimestre. E proprio l’ultimo quarto dell’anno, quello che ricomprende le festività per il Thanksgiving e il Natale, è stato tra i peggiori, con perdite del 7% volume e del 6% valore.
    Tutto il contrario – secondo Uiv – rispetto alle rilevazioni export dei primi 11 mesi, che danno una crescita del 7% solo in piccola parte condizionata dall’exploit – imposto dai dazi – del mese di novembre. Un anticipo di mercato, quello di novembre, che ha visto la domanda di spumanti lievitare addirittura del 41% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e che farà segnare un ulteriore record a dicembre, ma ci sarà poco da alzare i calici. LEGGI TUTTO

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    Verduno Pelaverga DOC: 30 anni di storia e tradizione

    Il 2025 segna un traguardo importante per il Verduno Pelaverga DOC, che festeggia i 30 anni dal riconoscimento della denominazione. Questo vino, unico nel panorama enologico piemontese, affonda le sue radici in una tradizione secolare. Il vitigno Pelaverga piccolo, coltivato nel territorio di Verduno dal XVII secolo, è il simbolo di una viticoltura che ha saputo preservare e valorizzare un patrimonio raro, grazie all’impegno dei produttori locali.

    Per celebrare questa ricorrenza, l’Associazione “Verduno è Uno” ha organizzato un fitto calendario di eventi in Italia e all’estero, con l’obiettivo di raccontare la storia, i sapori e le peculiarità di questo vino.

    Il vitigno Pelaverga

    L’origine del nome “Pelaverga” potrebbe derivare dal latino pellis virga, un riferimento a una tecnica tradizionale di maturazione dell’uva. In Piemonte esistono due varietà di questo vitigno autoctono: il Pelaverga grosso, coltivato nelle zone pedemontane del Cuneese e nel Torinese, e il Pelaverga piccolo, tipico di Verduno.

    A lungo si è pensato che il Pelaverga piccolo fosse una variante del grosso, ma studi scientifici hanno dimostrato che si tratta di una varietà distinta, con caratteristiche agronomiche e enologiche uniche.

    Il Pelaverga piccolo è un vitigno vigoroso e resistente, capace di adattarsi bene alle condizioni climatiche. Il suo germogliamento tardivo lo protegge dalle gelate primaverili, mentre la produttività è costante. Si coltiva prevalentemente a controspalliera, con grappoli medio-grandi, dalla forma conica o piramidale allungata, alati e compatti. Gli acini, piccoli e di forma sferoidale o ellissoidale, hanno una buccia di medio spessore con sfumature violette e una caratteristica pruinosità.

    Tradizionalmente vendemmiato nella prima decade di ottobre, oggi il periodo di raccolta si è anticipato alla seconda metà di settembre, in linea con l’evoluzione delle pratiche agricole e climatiche.

    Dal punto di vista enologico, il Verduno Pelaverga DOC si distingue per la sua freschezza e fragranza, con un profilo aromatico unico che unisce note speziate e fruttate.

    Un anno di eventi per celebrare il Verduno Pelaverga DOC

    Per tutto il 2025, il Verduno Pelaverga DOC sarà protagonista di una serie di iniziative che lo porteranno sui principali palcoscenici nazionali e internazionali. Tra gli appuntamenti più significativi:

    ✅ Nebbiolo Prima 2025 (23-24 gennaio, Alba) – Degustazioni dedicate ai giornalisti per far conoscere il Verduno Pelaverga DOC nel contesto dei grandi vini delle Langhe.

    ✅ Grandi Langhe 2025 (27-28 gennaio, Torino) – Brindisi inaugurale per il trentennale presso le OGR di Torino, seguito da cene tematiche nei ristoranti della città e un banco d’assaggio dedicato.

    ✅ Barolo & Friends, Stoccolma (17 febbraio) – Evento promozionale per far conoscere il Verduno Pelaverga DOC sul mercato scandinavo.

    ✅ Indigena World Tour – Houston (3 marzo) – Masterclass con Ian D’Agata, esperto di vitigni autoctoni, per approfondire le peculiarità del Verduno Pelaverga DOC.

    ✅ Incoming di sommelier internazionali (estate 2025, Verduno) – Un’esperienza immersiva con masterclass e cene tematiche per far conoscere il Pelaverga a professionisti del settore.

    ✅ Verduno Pelaverga e Contemporary Cuisine nei Paesi Bassi – Evento dedicato alla scoperta degli abbinamenti tra il Verduno Pelaverga DOC e la cucina contemporanea.

    ✅ Partecipazione ai principali eventi enologici italiani – Il Verduno Pelaverga DOC sarà presente a VINUM Alba (aprile 2025), agli eventi della Fiera del Tartufo e ad attività organizzate dalle Enoteche regionali.

    ✅ Incoming di giornalisti italiani (settembre 2025, Verduno) – Un incontro speciale con degustazione della nuova annata 2024 del Verduno Pelaverga DOC e la cerimonia di investitura degli Ambasciatori del Verduno Pelaverga DOC.

    Un anniversario che racconta un territorio

    “Il Verduno Pelaverga DOC – spiega Diego Morra, presidente dell’Associazione ‘Verduno è Uno’ – è molto più di un vino: è una storia secolare che unisce natura, tradizione e innovazione. Grazie alla tenacia dei produttori, il Pelaverga ha saputo resistere e distinguersi, diventando un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale e internazionale. Questo trentennale è l’occasione perfetta per condividere con il mondo non solo un grande vino, ma anche un patrimonio di saperi e passioni che rende il Verduno Pelaverga DOC un ambasciatore autentico del territorio piemontese e delle Langhe.”

    Un vino dal carattere unico, un traguardo importante e una storia che continua a evolversi, nel rispetto della tradizione e con lo sguardo rivolto al futuro.

    Per maggiori informazioni: www.verdunopelaverga.it LEGGI TUTTO

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    Spumante, Arancia di Ribera DOP e Bergamotto per il nuovo cocktail low alcohol “Mimosa Granriviera”

    Si arricchisce di un nuovo cocktail la gamma di Canella, casa vinicola veneziana produttrice dal 1947 di Prosecco Superiore e – sempre di più – di prodotti Ready to drink (Rtd) made in Italy di alta gamma. In rampa di lancio è il Mimosa Granriviera, un low alcohol (6% vol) frutto di un mix di vino da uve Glera e 2 produzioni tricolori: la siciliana Arancia di Ribera Dop e il Bergamotto calabrese. Dopo il pre-lancio nei giorni scorsi a Saint Barth, il Mimosa approderà da marzo presso i canali retail e horeca Usa attraverso il cobranding con l’importatore Ethica Wines. Un passo avanti considerato strategico per la Casa vinicola Canella, Marchio storico di interesse nazionale, antesignano nella produzione di Prosecco ma anche di Rtd (dal 1988) di alta qualità senza aromi artificiali, a partire dal Bellini anche in formato zero alcohol.
    “Con il raddoppio del fatturato, il 2024 è stato il nostro migliore anno di sempre – ha detto Tommaso Canella, che con il fratello Alvise rappresenta la terza generazione dell’impresa di San Donà di Piave –. Stiamo raccogliendo quanto seminato non solo grazie al Prosecco Superiore ma per effetto di un’idea che partendo dal vino si possa rappresentare l’italianità in maniera fresca, integrata e inclusiva. La nostra esperienza nel fenomeno cocktail ci insegna come sia possibile fare squadra anche con le produzioni artigianali del Belpaese: le pesche bianche del Bellini sono realizzate al 40% da noi e al 60% provengono dalla vicina Romagna, per i nostri Mimosa usiamo l’Arancia di Ribera Dop o l’Arancia rossa di Sicilia Igt, le fragole sono del Consorzio di Candonga in Basilicata, i mandarini del nostro Puccini sono quelli tardivi di Ciaculli, un presidio Slow Food nel palermitano”.
    L’approdo Usa del Mimosa Granriviera segue quelli fortunati degli altri “pronti da bere” a bassa gradazione dell’azienda: nell’ultimo anno la produzione del segmento è raddoppiata a livello globale e triplicata nel mercato a stelle e strisce, mentre anche in Italia la crescita riscontrata è in doppia cifra. Il fatturato complessivo dello scorso anno è attorno ai 25 milioni di euro, per oltre la metà grazie all’exploit Rdt. Il formato da 0,75/l è previsto in particolare nella grande distribuzione ma anche nei canali on-trade di hotel, club, centri sportivi per un prezzo medio attorno ai 15 dollari. Tra i mercati target nel breve-medio termine, sempre accompagnati da Ethica Wines, sono in listing il Canada e una quindicina di Paesi in Asia. Allo studio anche l’ingresso del Mimosa nel mercato interno, dove sarà tra l’altro rafforzata la presenza del Bellini (5% vol) anche in versione no alcohol.
    Nei 12 mesi terminanti a giugno 2024, secondo Niq i cocktail Ready to drink hanno registrato negli Usa una ulteriore crescita (+4% in valore).  A livello globale, al netto degli hard seltzer, il trend positivo secondo Iwsr proseguirà sino al 2027 al ritmo medio annuo del 5%, per un controvalore nei 10 mercati chiave di 40 miliardi di dollari. A guidare la crescita, proprio i cocktail e i long drink di qualità superiore. Anche nel Belpaese, secondo una recente indagine Niq, le bevande pronte da bere stanno guadagnando popolarità specie tra i giovani della Gen Z, con il 7% degli italiani che prevede di aumentarne il consumo. LEGGI TUTTO

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    Spumante, Arancia di Ribera DOP e Bergamotto per il nuovo cocktail low alcohol “Mimosa Granriviera”

    Si arricchisce di un nuovo cocktail la gamma di Canella, casa vinicola veneziana produttrice dal 1947 di Prosecco Superiore e – sempre di più – di prodotti Ready to drink (Rtd) made in Italy di alta gamma. In rampa di lancio è il Mimosa Granriviera, un low alcohol (6% vol) frutto di un mix di vino da uve Glera e 2 produzioni tricolori: la siciliana Arancia di Ribera Dop e il Bergamotto calabrese. Dopo il pre-lancio nei giorni scorsi a Saint Barth, il Mimosa approderà da marzo presso i canali retail e horeca Usa attraverso il cobranding con l’importatore Ethica Wines. Un passo avanti considerato strategico per la Casa vinicola Canella, Marchio storico di interesse nazionale, antesignano nella produzione di Prosecco ma anche di Rtd (dal 1988) di alta qualità senza aromi artificiali, a partire dal Bellini anche in formato zero alcohol.
    “Con il raddoppio del fatturato, il 2024 è stato il nostro migliore anno di sempre – ha detto Tommaso Canella, che con il fratello Alvise rappresenta la terza generazione dell’impresa di San Donà di Piave –. Stiamo raccogliendo quanto seminato non solo grazie al Prosecco Superiore ma per effetto di un’idea che partendo dal vino si possa rappresentare l’italianità in maniera fresca, integrata e inclusiva. La nostra esperienza nel fenomeno cocktail ci insegna come sia possibile fare squadra anche con le produzioni artigianali del Belpaese: le pesche bianche del Bellini sono realizzate al 40% da noi e al 60% provengono dalla vicina Romagna, per i nostri Mimosa usiamo l’Arancia di Ribera Dop o l’Arancia rossa di Sicilia Igt, le fragole sono del Consorzio di Candonga in Basilicata, i mandarini del nostro Puccini sono quelli tardivi di Ciaculli, un presidio Slow Food nel palermitano”.
    L’approdo Usa del Mimosa Granriviera segue quelli fortunati degli altri “pronti da bere” a bassa gradazione dell’azienda: nell’ultimo anno la produzione del segmento è raddoppiata a livello globale e triplicata nel mercato a stelle e strisce, mentre anche in Italia la crescita riscontrata è in doppia cifra. Il fatturato complessivo dello scorso anno è attorno ai 25 milioni di euro, per oltre la metà grazie all’exploit Rdt. Il formato da 0,75/l è previsto in particolare nella grande distribuzione ma anche nei canali on-trade di hotel, club, centri sportivi per un prezzo medio attorno ai 15 dollari. Tra i mercati target nel breve-medio termine, sempre accompagnati da Ethica Wines, sono in listing il Canada e una quindicina di Paesi in Asia. Allo studio anche l’ingresso del Mimosa nel mercato interno, dove sarà tra l’altro rafforzata la presenza del Bellini (5% vol) anche in versione no alcohol.
    Nei 12 mesi terminanti a giugno 2024, secondo Niq i cocktail Ready to drink hanno registrato negli Usa una ulteriore crescita (+4% in valore).  A livello globale, al netto degli hard seltzer, il trend positivo secondo Iwsr proseguirà sino al 2027 al ritmo medio annuo del 5%, per un controvalore nei 10 mercati chiave di 40 miliardi di dollari. A guidare la crescita, proprio i cocktail e i long drink di qualità superiore. Anche nel Belpaese, secondo una recente indagine Niq, le bevande pronte da bere stanno guadagnando popolarità specie tra i giovani della Gen Z, con il 7% degli italiani che prevede di aumentarne il consumo. LEGGI TUTTO