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Chiaretto, l’antidoto al formalismo

Il Chiaretto è l’antidoto al formalismo. Le parole sono di Mattia Vezzola, che oltre ad essere l’enologo di Bellavista è anche il titolare di Costaripa, azienda di Moniga del Garda che produce il Molmenti, incoronato nel 2018 dal Gambero Rosso come miglior Rosè d’Italia. Ho trovato folgorante questa definizione di Mattia Vezzola perché il Chiaretto, nelle sue definizioni migliori di Bardolino o Valtènesi, che sono molteplici, è soprattutto sostanza. Questo sicuramente emerge dagli assaggi di un’annata molto espressiva come la 2018, che ho avuto modo di testare alla recente Anteprima a Lazise, ma, soprattutto, dagli assaggi dei Chiaretto con qualche anno sulle spalle. Perché si, signori, non mi stancherò mai di ripeterlo, il Chiaretto non è propriamente un vino d’annata, da bersi subito, ma esprime tutta la sua forza dopo qualche anno di sosta in bottiglia. Ecco un altro luogo comune da sfatare; il Chiaretto, a patto che sia vendemmiato nel suo momento migliore, ovvero quando le uve hanno raggiunto la perfetta maturità fenolica, non è mai un vino facile dove per facile intendo banale, semplice, il famoso vino leggero per l’estate, il Chiaretto è tutt’altro. Si deve bere durante tutto l’anno ed è molto versatile negli abbinamenti, e smettiamola anche con la litania che il Chiaretto trova il suo abbinamento perfetto con la Pizza; sicuramente ma questo vino non merita di essere banalizzato. Enotecari, ristoratori, liberiamoci dagli stereotipi e dalla noia, cominciamo a dare al vino rosa, termine più appropriato per definire il Chiaretto del Garda di rosato che invece a più senso in Puglia o in Calabria, il posto che merita nello scaffale e nelle carte dei vini, proponiamolo ai clienti al pari di un vino rosso o bianco. Non a caso la rivista statunitense Wine Enthusiast ha inserito, unica zona italiana, Il lago di Garda, la terra del Chiaretto e del Bardolino, tra le dieci destinazioni vinicole al mondo da vedere nel 2019. Risultato entusiasmate se si pensa che la Rosè Revolution è iniziata solo nel 2014.

 

Mattia Vezzola e Angelo Peretti

Il Chiaretto di Bardolino 

Il Chiaretto di Bardolino o Chiaretto, ottenuto da uve Corvina Veronese utilizzata fino al 95% nell’uvaggio, fatta salva una quota minima del 5% di Rondinella, è un vino rosa chiaro prodotto sulle rive del Lago di Garda. Secondo la tradizione, le origini del Chiaretto risalgono al XIX secolo quando Pompeo Molmenti, avvocato e scrittore che aveva un vigneto sul lago di Garda, iniziò a produrlo. Era il 1896. Tuttavia, il più antico documento locale che menzionava la parola “Chiaretto” legata al vino è il vocabolario “Crusca Veronese” stampato a Verona 90 anni prima, nel 1806. Nel 1968 il bardolino Chiaretto fu tra le prime denominazioni in Italia a ricevere la DOC. Dalla vendemmia 2014, i viticoltori del Chiaretto hanno messo in atto la Rosè Revolution, conferendo al vino un colore rosa molto pallido, note più aromatiche e floreali ed una precisa identità, rivoluzione che è stata ampiamente premiata dal mercato internazionale.

Nel 2018 l’Assemblea dei Soci del Consorzio di tutela ha richiesto il riconoscimento di una doc autonoma per il Chiaretto di Bardolino, staccandolo dalla doc Bardolino, della quale faceva parte sin dall’approvazione del primo disciplinare, nel 1968.

  I numeri del Chiaretto di Bardolino

Soci del Consorzio Tutela del Chiaretto e del Bardolino. 1029 (795 viticoltori, 120 vinificatori, 114 imbottigliatori)

Estensione del vigneto della Doc: 2576 ettari, di cui 1000 ettari di Chiaretto

Bottiglie di Chiaretto prodotte nel 2018: 10 milioni

Resa per ettaro: 12 tonnellate

Il Chiaretto Valtènesi

Il Valtènesi Chiaretto, il cui vitigno principale è il Groppello con saldo, in ordine di importanza di marzemino, Barbera e Sangiovese è un autentico vino di territorio nato da una vocazione antica codificata nel 1986 dal senatore veneziano Pompeo Molmenti: poche ore di contatto tra il mosto e le bucce delle uve rosse seguito dal rito della svinatura notturna.

Il 14 febbraio di ogni anno, giorno di San Valentino, viene dedicato al dèblocage della nuova annata.

 I numeri del Chiaretto Valtènesi

Il Consorzio Valtènesi associa 96 produttori: due terzi dei quali sono imbottigliatori presenti sul mercato con proprio marchio, mentre un terzo della base sociale è composta da produttori di uva. La superficie vivata è di poco inferiore ai 1000 ettari di cui 800 destinati alla produzione di uve a bacca nera per la produzione di Chiaretto e rossi. La produzione complessiva di uva DOC è pari a circa 50 mila qli/anno, per una produzione di 32 mila ettolitri di vino. La capacità produttiva è pari a 4,6 milioni di bottiglie di cui attualmente sul mercato con la DOC arriviamo a 3,3 milioni. Alla produzione di vino rosa vengono destinati circa 25 mila quintali di uva, per un totale di 15 mila ettolitri di vino e circa 2 milioni di bottiglie in costante crescita.


Fonte: http://www.lastanzadelvino.it/feed/


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