Concha y Toro arriva alla vigilia della crisi Coronavirus con numeri in forte progresso, frutto del piano di un piano di rilancio che sta avendo un grande successo. Il portafoglio di marchi è stato sfoltito (da oltre 300 a circa 220), l’azienda si è focalizzata su Casillero del Diablo, che è cresciuto del 13% nel 2019 e che ormai raggiunge il 21% delle vendite. Vanno anche molto bene i marchi dove hanno deciso di investire, sostanzialmente le eccellenze delle tre regioni produttive, Cile, Argentina e USA. Si tratta di marchi come Don Melchor e Marques de Casa Concha, Diablo, Cono Sur in Cile, Trivento in Argentina e Bonterra e 1000 Stories in America. Questa fetta di fatturato è oggi il 19% delle vendite ma cresce velocemente, +21% nel 2019. Metti insieme vendite in crescita, una più oculata destinazione degli investimenti commerciali nei mercati importanti e l’aiuto del cambio ed escono i numeri eccellenti del 2019: vendite in crescita del 7% a 657 miliardi di peso, EBITDA +23%, utile operativo +28% e utile netto +7% (causa forte incremento delle tasse e altri oneri). Ovviamente le azioni sono scese, ma qui stiamo facendo i conti con una bestia diversa, quella del Coronavirus, per la quale l’azienda non ha ancora fatto nessuna stima o commento. Non c’è connessione con l’andamento dei conti e con la buona strategia messa in campo. Passiamo a commentare qualche numero.
- Le vendite 2019 sono cresciute del 7% a livello consolidato, con un incremento del 12% delle esportazioni e un leggero calo nel mercato domestico (dove il calo si è acuito sul finire d’anno causa problemi logistici legati alla crisi sociale nel paese), soprattutto legato ai prodotti non vino (spiriti principalmente). Con volumi incrementati soltanto dell’1% (3.1 milioni di ettolitri), tutto l’incremento viene generato dal prezzo mix, 3.24 euro al litro per le esportazioni in particolare.
- I margini sono in forte miglioramento, con un EBITDA che passa dal 14% al 16% del fatturato grazie all’effetto combinato del miglior mix delle vendite, del cambio favorevole (svalutazione del peso cileno) e dei costi di acquisto delle materie prime, solo parzialmente compensato dai maggiori investimenti in comunicazione e distribuzione nel mercato americano. In valore assolut l’EBITDA cresce da 86 a 106 miliardi di peso, il valore più elevato di sempre (precedente picco nel 2016 a 94 milioni).
- Il miglioramento si ribatte quasi completamente sull’utile operativo, cresciuto da 60 a 77 milioni, mentre l’utile netto passa da 49 a 52 miliardi a causa del saldo negativo delle altre spese non ricorrenti (che erano invece positivi l’anno scorso) e delle tasse.
- Migliora anche la struttura finanziaria, seppur con un incremento del debito netto da 259 a 287 miliardi (di cui una decina dovuti a IFRS16). Nell’anno Concha y Toro ha investito 58 miliardi di peso contro 42 dell’anno precedente e prevede investimenti di 35 nel 2020. Il rapporto debito su EBITDA dunque cala da 3.0 a 2.7 volte.
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