di Patrizia Vigolo
Quando si dice che un vino racchiude l’anima di chi lo produce, è vero e lo si prova quando si bevono i vini Zorzettig.
Annalisa Zorzettig è una donna che ama la sua terra e la sa raccontare con enfasi ed eleganza allo stesso tempo.
L’incontro con Annalisa avviene in una calda giornata di giugno a Verona per un pranzo, l’aria ricca di umidità dopo un temporale estivo.
Un sorriso caldo e amichevole contorniato da capelli biondi e lunghi mi accoglie al ristorante Darì (https://www.ristorantedari.com/).
Annalisa Zorgettig e la sua azienda
Il pranzo inizia con il racconto di Annalisa della sua azienda, fondata nel 1874 a Cividale, in Friuli. Dal 2006 l’azienda è gestita proprio da lei seguendo il lavoro del padre Giuseppe Zorzettig.
La cantina Zorzettig è portabandiera dei vitigni autoctoni friulani, con alcune piccole chicche come il Pignolo, lo Schioppettino e il Picolit.
Delle 800.000 bottiglie provenienti dai 120 ettari di proprietà, il 45% è destinato ai mercati esteri, in primis Germania e Stati Uniti.
Nel racconto di Annalisa emerge subito un grande rispetto verso l’ambiente. Orgogliosa sottolinea la certificazione SQNPI ottenuta nel 2016 che segna l’abbandono totale dell’utilizzo di diserbanti chimici.
La sostenibilità secondo Annalisa Zorzettig
Annalisa crede nella necessità di rispettare e di preservare l’ecosistema ma ciò che davvero punta ad ottenere è un equilibrio che possa favorire la prosperità di tutti coloro che lo abitano.
Sostenibilità non è solo un termine legato all’ambiente ma un tema che Annalisa Zorzettig sente fortemente legato anche alla comunità Come esiste un ecosistema in natura e nel mondo, così nella sua azienda ne esiste uno altrettanto importante. Esso comprende tutti i lavoratori che contribuiscono all’azienda ma anche tutti coloro che si identificano come “custodi delle terre e delle tradizioni friulane.”
In viaggio trai vitigni friulani
Linea Myò “Pinot Bianco” – Friuli Colli Orientali Doc 2021
Il Pinot Bianco è tra i vitigni che a mio parere sono maggiormente sottovalutati.
Zorzettig racchiude in questo vino tutta l’eleganza e il carattere aristocratico di questo vitigno. Dopo 12 mesi di affinamento sulle fecce fini (50% in acciaio e 50% in barrique di rovere e acacia), ciò che ne risulta è un vino ammaliante: soave, mai invasivo, delicato e di grande freschezza.
Sono di parte? Si, amo il Pinot Bianco e questo merita di essere degustato.
Non amo solitamente l’uso del legno ma qui è stato usato con parsimonia e grande maestria: mai invasivo ed è stato utilizzato al servizio del vino e delle sue caratteristiche intrinseche con l’unico scopo di esaltarne il carattere.
Linea Myò – Malvasia – Colli Orientali del Friuli Doc 2021
Il vigneto di provenienza è del 1936, con vigne che vanno dai 30 ai 90 anni. Nasce per valorizzare le vigne più vecchie dell’azienda.
Ad ogni sorso la Malvasia si va scoprire sempre più in profondità: al primo sorso l’immediatezza, la sua beva fresca, poi man mano che si procede si passa alla profondità. Un vino da bere con lentezza, da assaporare.
Linea Myò “I Fiori di Leonie” – Friuli Colli Orientali Doc 2020
Potrei raccontarvi di questo vino elencando i premi che ha vinto ma non renderebbero giustizia all’anima di questo prodotto. Porta il nome della nipotina di Annalisa, Leonie.
Annalisa ne parla con un misto di dolcezza, fermezza e tantissimo orgoglio.
Un uvaggio di Pinot Bianco, Sauvignon Blanc e Friulano:
“È un vino che parla fortemente di Friuli, perché nasce da tre varietà bianche che ben si esprimono nel nostro territorio: il Sauvignon che dona il suo tratto aromatico, il Pinot Bianco con la sua eleganza e il Friulano, passato, presente e futuro della nostra famiglia, come Leonie”.
Tutte le uve sono raccolte a mano da vigneti con terreno formato da argille e ponca.
Cos’è la Ponca
Ponca è un suolo caratterizzato da una combinazione marna e arenaria. E’ una formazione geologica distintiva legata alla coltivazione della vite esclusivamente nell’area compresa tra Friuli, Slovenia e Istria.