Schloss-Wachenheim – risultati 2022/23
L’azienda spumantistica tedesca Schloss-Wachenheim (SSW) raggiunge nel 2022-23 i suoi migliori risultati di sempre nell’anno fiscale 2022-23, superando ampiamente gli obiettivi comunicati lo scorso anno: le vendite sono infatti cresciute dell’11% a 426 milioni con volumi stabili e prezzi in crescita (mentre l’obiettivo era di un fatturato stabile) mentre l’obiettivo di raggiungere un utile operativo di 21-23 milioni di euro dopo i 4 milioni di euro di costi di ristrutturazione è stato anch’esso largamente superato, avendo chiuso l’anno a 27 milioni. Ora, qualcuno potrebbe eccepire che gli obiettivi erano prudenti (e lo scorso anno scrivevamo appunto che con risultati 2021-22 eccezionali, gli obiettivi per il 2022-23 non erano per nulla eccitanti), ma comunque l’azienda ha portato a casa dei buoni numeri. L’evoluzione del primo trimestre 2023-24 mostra un rallentamento della crescita intorno al 5%, sempre composto da maggiori prezzi (+12%), ma anche da un inizio di calo dei volumi (-7%). Prima di passare all’analisi dettagliata del 2022-23, un occhio ai dati 2023-24: le vendite sono attese a occhio in leggera crescita, con volumi in leggero calo e prezzi sempre in crescita, mentre l’utile operativo è visto a 28-30 milioni di euro dai 27 del 2022-23. Di nuovo, se consideriamo che mancheranno i 4.4 milioni della ristrutturazione delle attività francesi che avrebbero portato la base 2022-23 a 32 milioni… non si capisce perché rallegrarsi. Passiamo ai dati.
Le vendite raggiungono 426 milioni, con un volume in calo del 2% a 240 milioni di bottiglie e dunque un prezzo medio medio a +13% che arriva a 1.78 euro a bottiglia (giusto per capire quale segmento di mercato l’azienda copre).
L’area più vivace è la Francia (dove è stata fatta la ristrutturazione da 4.4 miloni di euro che ha implicato l’uscita di 51 dipendenti), dove i volumi sono cresciuti del 9% e le vendite del 17% a 105 milioni, mentre la Germania ha avuto un incremento di vendite del 5% a 142 milioni di euro nonostante un calo marcato dei volumi (-8%). In Est Europa le vendite sono in crescita del 12% a 187 milioni.
I margini soffrono per il costo della ristrutturazione francese, passando a livello EBIT del 7.6% al 6.4%, per un valore assoluto di 27 milioni contro 29 del 2021-22. Volessimo rimontare la ristrutturazione arriveremmo a un margine stabile, 7.5%, e a un untile operativo di 32 milioni.
I grafici dei margini per area vi dicono cosa è successo: migliorano i margini in Germania al 4%, la Francia scende al pareggio con dentro la ristrutturazione ma sarebbe comunque stata sotto il 5% anche togliendola (quindi meno che in passato), l’Est Europa si mantiene su margini molto interessanti, 11.3%.
A livello finanziario il debito sale da 64 a 69 milioni di euro, nonostante i minori investimenti (14 milioni contro 18) ma dopo aver pagato circa 8 milioni di euro in dividendi, di cui 3 agli azionisti di minoranza del gruppo.
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