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Advini – risultati primo semestre 2022

La strategia di Advini prosegue a forza di acquisizioni, ma la crescita organica sembra essere piuttosto limitata (0.3%) per via del posizionamento premium ma non “di lusso” di molti dei suoi prodotti. Nel semestre terminato a giugno 2022, le vendite crescono del 4.5% a 141 milioni di euro (quasi interamente legato alle nuove cantine acquistate) ma i margini calano leggermente lasciando gli utili allo stesso livello dello scorso anno per quanto riguarda la parte operativa e ben sotto il 2021 se guardiamo all’utile netto, per via delle mancanza di proventi straordinari. L’incremento dei costi (non ultimo quello del personale) e il calo a doppia cifra del fatturato nella grande distribuzione in Francia (-11%) stanno erodendo i margini del gruppo, che comunque continua a spostarsi piano piano verso i prodotti a marchio proprio (dal 34% al 35% del fatturato) che ovviamente offrono dei margini più elevati (e dunque rappresentano il 47% del margine lordo.

Gli azionisti non hanno molto da festeggiare: la capitalizzazione del gruppo resta sotto i 100 milioni di euro (70 nel momento in cui scrivo) e il debito resta piuttosto imponente (144 milioni), sebbene in leggero miglioramento rispetto all’anno scorso. Le acquisizioni continuano, con un focus sul Sud Africa, dove il gruppo ha chiuso l’acquisizione di Kleine Zalze Wines a Stellenbosch, che porterà altri 13-14 milioni di fatturato su un totale annuo del gruppo di 280 milioni, quindi un incremento di quasi il 5% delle vendite (a partire da settembre 2022).

Per quanto riguarda i numeri, come vedete dalla tabella i margini del gruppo sono abbastanza stabili nel tempo, nonostante gli sforzi di cui dicevamo sopra e la generazione di cassa rimane abbastanza bassa. Nel semestre il debito sale di 4 milioni sul fine anno ma è sostanzialmente stabile sul semestre 2021.

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